mercoledì 19 febbraio 2014

FORMAZIONE DOTTRINALE


FORMAZIONE DOTTRINALE


Ascoltare con fede e devozione la Parola di Dio. La lettura del Vangelo. L’ignoranza, «il maggior nemico di Dio nel mondo».
La formazione del cristiano continua per tutta la vita. Necessità di una buona formazione.
Tempo e costanza per acquistare la buona dottrina. La lettura spirituale.
La prima lettura della Messa ci narra con commozione il ritorno del popolo eletto in Giudea, dopo il lungo esilio babilonese. In terra giudaica un sacerdote, Esdra, spiega ai membri del popolo il contenuto della Legge che essi avevano dimenticato durante gli anni trascorsi in terra straniera. Lesse il libro sacro «dallo spuntar della luce fino a mezzogiorno», e tutti, in piedi, seguivano gli insegnamenti, e «tutto il popolo piangeva». È un pianto nel quale si mescolano la gioia di sentire nuovamente annunciata la Legge di Dio, e la tristezza, poiché l’averla dimenticata in passato aveva cagionato l’esilio.
Quando siamo riuniti per partecipare alla santa Messa ascoltiamo in piedi, in atteggiamento vigile, la Buona Novella che il Vangelo ci porta sempre.
Dobbiamo ascoltarlo con una disposizione interiore attenta, umile e grata, poiché sappiamo che il Signore si rivolge a ciascuno in particolare. «Cerchiamo di udire ora il Vangelo quasi come se fosse qui presente il Signore; non diciamo quindi: felici costoro che poterono vederlo! Infatti molti tra coloro che lo videro poi lo misero a morte, mentre molti di noi che non lo hanno visto credono in lui. Tutti i preziosi insegnamenti che uscivano dalle labbra del Signore, per noi sono stati scritti, per noi sono stati conservati, per noi sono letti, e saranno letti per i nostri posteri, fino alla fine dei secoli».
Si ama solo chi si conosce; per questo, molti cristiani dedicano ogni giorno alcuni minuti alla lettura e alla meditazione del santo Vangelo, che ci conduce come per mano a conoscere e contemplare Gesù. Ci insegna a vederlo come lo videro gli apostoli, a osservarne le reazioni, il modo di comportarsi, ad ascoltarne le parole colme sempre di sapienza e di autorità; ce lo mostra ora pieno di compassione davanti alla disgrazia, ora santamente adirato, comprensivo con i peccatori, risoluto davanti ai farisei che snaturavano la religione, pieno di pazienza verso i discepoli, che spesso non colgono il significato delle sue parole. Ci sarebbe assai difficile amare Cristo, conoscerlo davvero, se non ascoltassimo spesso la Parola di Dio, se non leggessimo con attenzione, ogni giorno, il santo Vangelo. Questa lettura -magari di pochi minuti- alimenta la nostra pietà.
Dopo aver letto i passi della Sacra Scrittura il sacerdote dice: «Parola di Dio». E tutti i fedeli rispondono: «Rendiamo grazie a Dio». E come gli rendiamo grazie? Il Signore non si contenta delle parole: vuole anche un ringraziamento fatto di opere. Non possiamo correre il rischio di dimenticare la legge di Dio: dobbiamo evitare che gli insegnamenti della Chiesa rimangano per noi come verità vaghe e inefficaci, o superficialmente conosciute; questo rappresenterebbe per la nostra vita un esilio molto più amaro di quello di Babilonia. Il gran nemico di Dio nel mondo è l’ignoranza, «che è la causa e come la radice di tutti i mali che affliggono i popoli e turbano tante anime».
Sappiamo bene come il male che affligge un gran numero di cristiani sia la mancanza di formazione dottrinale. Più ancora, molti sono contagiati dall’errore, malattia ancor più grave della stessa ignoranza. Sarebbe una gran pena se noi, per mancanza della necessaria preparazione, non sapessimo far conoscere Cristo agli altri, illuminandoli perché possano comprendere i suoi insegnamenti.
Nella Messa di oggi leggiamo l’inizio del Vangelo di san Luca, il quale esordisce annunciando un resoconto della vita di Cristo scritto per persuaderci della solidità degli insegnamenti ricevuti. L’obbligo di conoscere in profondità la dottrina di Gesù -ciascuno secondo le circostanze della sua vita- compete a tutti, e dura per tutto il tempo che saremo viandanti su questa terra.
«Per crescere nella fede e nella vita cristiana, tanto più nell’ambiente ostile nel quale viviamo, è necessario uno sforzo positivo e un esercizio continuo della libertà personale. Tale sforzo comincia dallo stimare la propria fede come la realtà più importante della vita. Da questa consapevolezza nascono l’interesse per conoscere e praticare i contenuti della fede in Dio, e la sequela di Cristo nell’ambiente complesso e vario della vita concreta di ogni giorno». Non dobbiamo mai pensare di aver completato la nostra formazione, mai dovremmo sentirci a posto nè pagati delle conoscenze che abbiamo potuto acquisire intorno a Cristo e ai suoi insegnamenti. L’amore esige di conoscere sempre di più la persona amata. Nella vita professionale un medico, un architetto o un avvocato, se sono buoni professionisti, non considerano terminato lo studio una volta conseguita la laurea: sono in continua formazione. Lo stesso avviene per il cristiano. Si può applicare anche alla formazione dottrinale la sentenza di sant’Agostino: «Hai detto basta? Sei perduto».
La qualità dello strumento -questo siamo noi tutti: strumenti nelle mani di Dio- può sempre migliorare, sviluppare nuove possibilità. Ogni giorno possiamo amare un po’ di più ed essere più esemplari. Non ci sarà possibile ottenere ciò se il nostro intelletto non riceve continuamente l’alimento della sana dottrina. «Non so quante volte mi hai detto», commenta il cardinal Newman, «che un vecchio irlandese che non sappia far altro che pregare il Rosario può essere più santo di me, con tutti i miei studi. È possibilissimo che sia così e, per il suo bene, mi auguro che sia così. Però se l’unico motivo che t’induce a tale affermazione è che sa meno teologia di me, questo motivo non è convincente né per me né per lui. Non convincerebbe lui perché tutti i vecchi irlandesi devoti al Rosario e al Santissimo che ho incontrato [...] erano desiderosi di conoscere con maggior profondità la loro fede. E non convincerebbe me, perché quantunque sia evidente che un uomo ignorante può essere virtuoso, è altrettanto evidente che l’ignoranza non è una virtù. Ci sono stati martiri che non sarebbero stati in grado di enunciare con correttezza la dottrina della Chiesa, e tuttavia il martirio è la prova eccelsa dell’amore. Ma se avessero conosciuto di più Dio, il loro amore sarebbe stato più grande»
La «fede semplice» (io credo tutto, anche se non so che cosa sia) non è sufficiente per il cristiano che, in mezzo al mondo, trova ogni giorno confusione e mancanza di chiarezza riguardo alla dottrina di Cristo -l’unica dottrina salvifica- e ai problemi etici, nuovi e antichi, nei quali si imbatte nell’esercizio della professione, nella vita famigliare, nell’ambiente in cui si svolge la sua vita.
Il cristiano deve conoscere bene gli argomenti che gli permettono di arginare e di contrastare gli attacchi dei nemici della fede; deve saperli presentare in modo attraente (non si guadagna nulla con l’intemperanza, la discussione e il malumore), con chiarezza (senza sfumare laddove non si può) e con precisione (senza dubbi né titubanze).
La «fede della vecchina» può forse salvare la vecchina, ma per la gran parte dei cristiani l’ignoranza dei contenuti della fede significa generalmente mancanza di fede, incuria, difetto d’amore: «spesso l’ignoranza è figlia della pigrizia», ripeteva san Giovanni Crisostomo. Nella lotta contro l’incredulità è molto importante possedere una conoscenza precisa e completa della teologia cattolica. Per questo «qualsiasi ragazzino ben istruito nel catechismo è, senza che lui lo sospetti, un autentico missionario». Mediante lo studio del catechismo, vero compendio della fede, e le letture che ci consigliano nella direzione spirituale, combatteremo l’ignoranza e l’errore in molti ambienti e in molte persone, che potranno così far fronte a tante dottrine false e a tanti maestri dell’errore.
La buona formazione richiede tempo e costanza. La continuità aiuta a comprendere e ad assimilare, a tradurre in comportamenti di vita la dottrina che giunge al nostro intelletto. Per questo dobbiamo fare in modo, in primo luogo, che i canali siano aperti e circoli in essi la sana dottrina: presteremo il necessario interesse alla nostra formazione, convinti di quanto è importante per noi curare con diligenza la pratica della lettura spirituale, secondo un piano ben studiato, in modo che il contenuto lasci un costante deposito nella nostra anima.
Si è detto che per guarire un malato basta essere medico; non è necessario contrarre la stessa malattia. Nessuno deve essere «così ingenuo da pensare che, se vuole formazione teologica, gli è necessario sorbire tutto l’ingurgitabile..., ancorché tossico.
Questo è di buon senso, non solo di senso soprannaturale, e ciascuno per esperienza potrebbe confermarlo con molti esempi». Per questo motivo, chiedere consiglio per le letture è un aspetto importante della virtù della prudenza: lo è in modo particolare quando si tratti di libri teologici o filosofici, che possono compromettere la nostra formazione e la nostra stessa fede. È molto importante non sbagliare nella scelta di un libro da leggere. E l’importanza diventa maggiore per quei libri che sono specificamente destinati alla formazione della nostra anima.
Se siamo costanti, se curiamo i mezzi tramite i quali ci giunge la buona dottrina (lettura spirituale, ritiri, circoli di studio, conversazioni formative, direzione spirituale...), ci ritroveremo, quasi senza accorgercene, con una gran ricchezza interiore che poco per volta assimileremo nella nostra vita. E quanto ai rapporti con gli altri ci troveremo come il contadino con il cesto della semente colmo davanti al campo arato pronto a ricevere il buon seme, poiché quello che riceviamo è utile per la nostra anima e per essere trasmesso ad altri. La semente si perde quando non viene fatta fruttificare, e il mondo è un immenso solco nel quale Cristo vuole che seminiamo la sua dottrina.

Matrimonio e convivenze non sono uguali



Matrimonio e convivenze non sono uguali

Card. Caffarra,

Affermare che matrimonio, convivenze di fatto, convivenze omosessuali esigono da parte della legge uguale rispetto e condivisione - in ossequio al pricipio che ogni concezione della propria sessualita' ha uguale diritto di essere praticata e che nessuna pratica della sessualita' deve essere trattata dalle leggi meglio di un'altra, poiche se cosi' fosse la parzialita' di trattamento sarebbe ingiusta comportando una scelta ideologica - "e' una tesi insostenibile, perche' contrasta il bene comune, ed espone la societa' a forti rischi".

(La Repubblica, 30.05.2006) E' quanto ha spiegato l'arcivescovo di Bologna, card. Carlo Caffarra, chiudendo stasera a S.Pietro in Casale la "Settimana della famiglia". Nella sua relazione su "Che cosa e' la famiglia", il cardinal Caffarra ha ripercorso le tappe del dibattito in corso tra quanti sostengono la necessita' di una legislazione - Pacs, Unioni civili, ecc. - che porti a considerare veri matrimoni o quantomeno equipari le convivenze di fatto, anche quelle omosessuali.

Caffarra ha affermato, spiegandone le motivazioni, che "tra le diverse forme di vita sociale e i diversi stili di vita personale lo Stato deve privilegiare e favorire quelle che creano e custodiscono valori sociali o 'capitali sociali' a preferenza di quelle forme e stili di vita che non li costituiscono o li usurano". E dunque e' il momento anche di "interrogarsi - ha continuato Caffarra - se una totale neutralita' dello Stato di fronte a qualsiasi concezione di vita buona, alla fine non dilapidi il necessario ordine normativo ed i capitali sociali indispensabili dello Stato stesso. In questo senso - ha aggiunto il cardinale - il relativismo etico soprattutto, ma anche l'agnosticismo etico non e' una base consistente per una giusta convivenza umana".

"E' nella comunione coniugale - ha ricordato l'arcivescovo - che si costituisce il 'capitale sociale', che nella comunita' omosessuale non viene neppure iniziato. Questa e' la diversita' essensiale fra le due". Il cardinal Caffarra, tra le altre considerazioni, ha ammonito circa il rischio che una eventuale equiparazione fra convivenza omosessuale e comunita' coniugale elimini, alla lunga, nell'ethos e nella ragione pubblica "quei principi in base ai quali la nostra cultura giuridica ha rifiutato la poligamia ed il poliamore, ovvero la molteplicita' simultanea di relazioni sessuali stabili". In definitiva, per Caffarra, l'equiparazione delle convivenze di fatto ed omosessuali al matrimonio ed al vincolo coniugale "e' da ritenersi ingiusta perche' non rispetterebbe l'uguaglianza di ogni persona umana" in ordine, per esempio all'aspetto educativo genitoriale: "Equiparare in ordine alla genitorialita' matrimonio, convivenze di fatto e convivenze omosessuali significa essere neutrali di fronte al fatto che non sono assicurate le stesse condizioni educative alla persona che ha diritto di essere educata. E' di fatto impedita l'uguaglianza a livello dell'esercizio di un diritto fondamentale dell'uomo".

PERCHE’ TANTI OMICIDI IN FAMIGLIA ?


PERCHE’ TANTI OMICIDI IN FAMIGLIA ?


 La crisi della donna 


La situazione attuale della crisi della famiglia è essenzialmente imputabile ad una cultura maschilista che è riuscita a rovinare la donna proprio attraverso la donna, grazie a una campagna ideologica che ha presentato un modello femminile completamente falso e ipocrita, al quale hanno stupidamente abboccato i cosiddetti “Movimenti femministi”. Un femminismo arrabbiato e volgare che, nel calpestare i valori fondanti della femminilità che hanno sempre visto la donna protagonista nella famiglia come madre, sposa e come fulcro del vero amore anche quando è sacrificio, l’hanno invece lanciata a scimmiottare l’uomo rivendicando una sorta di parità-capestro e di libertà sessuale che l’ha abbruttita e resa ancor più oggetto di voglie malsane. 
A rincarare la dose, una valanga di martellanti fictions televisive dove la famiglia viene presentata come impedimento alla propria realizzazione professionale, e il marito come palla al piede di cui sbarazzarsi dopo averlo “utilizzato” per provare un po’ di piacere e l’emozione di una o al massimo due maternità. 
Questo lavaggio mediatico del cervello è riuscito infatti a partorire un modello di donna che, intorno ai 40 anni, cioè dopo aver realizzato una buona unità familiare, con marito figli e lavoro, ad un certo punto entra in crisi, la crisi dell’età, dicono, quando invece è solo crisi di stupidità. Infatti anziché gioire della sua famiglia e difenderla, la donna si lascia traviare da mode perverse e comincia a pensare al divorzio come unica soluzione alla sua insoddisfazione interiore e al suo riemergente desiderio di vana libertà. 
E di motivi o pretesti per chiedere la separazione ne sa trovare a iosa, sempre accolti da società che da anni ha decretato la distruzione della famiglia come conquista civile: diversità di carattere, difficoltà di rapporto sessuale, assenza del marito in famiglia perché oberato dal lavoro, piccole manie o gelosie o puntigli portati all’esasperazione ecc. Se poi capita che il marito lasci scappare qualche ceffone alla moglie che da tempo lo provoca per indurlo alla separazione, tornando a casa tardi la sera, volendo i letti separati, rifiutando di preparare il pranzo e istigando i bambini contro di lui, salvati cielo! La sentenza di separazione è immediata, con il disonorevole motivo della “violenza familiare”, sentenza che nuoce moltissimo anche all’immagine professionale del marito e all’efficacia del suo lavoro che rischia il tracollo. Se poi i coniugi si lasciano travolgere da queste difficoltà, covando tutto dentro, senza neppure chiedere aiuto a Dio nella preghiera e consiglio a chi li può aiutare, la situazione può facilmente degenerare in tragedia. 
Infatti, mentre da una parte il marito entra in una crisi esistenziale e depressiva terribile, in quanto all’improvviso si vede privato di tutto: moglie, figli, il più delle volte anche la casa con notevole decurtazione del suo stipendio, dall’altro lato la moglie comincia a fare i suoi conti e vede che, tutto sommato, se ha già un discreto lavoro professionale, chiedendo la separazione, non ci rimette affatto, anzi, con la legge sul divorzio, spesso ci guadagna! Per giunta crede di essere tornata la ragazzina libera di un tempo, pronta a “rifarsi una nuova vita”, come si usa dire, e non si rende conto invece che quella scelta superficiale e irresponsabile sarà la causa della sua infelicità e di molta sofferenza e squilibrio anche per i suoi figli, e che l’eventuale secondo o terzo compagno le presenterà difetti ben peggiori di quelli di suo marito, ma a quel punto … lei è costretta a fingersi felice e contenta. 

E le responsabilità del marito?
 

Non sono certo migliori quei mariti che, spesso perché invaghiti di un’altra donna, abbandonano la famiglia, ma i casi sono molto più rari (si parla di un 15-20%) per il fatto che gli uomini, pur credendosi più forti, in realtà sono assai più deboli della donna, più insicuri, più bisognosi di una compagna al loro fianco per tirare avanti, ed è proprio per questo che la donna, avendo ricevuto di più in natura, deve anche dare di più, soprattutto in pazienza, in comprensione, nell’amore, nel perdono, nel tentare di ricucire i rapporti lacerati prima di spezzarli del tutto ecc.. sapendo che tutto questo tornerà sempre e sicuramente anche a vantaggio suo e di tutta la sua famiglia, figli in testa.
 
Il ruolo di moglie e di madre è già una “Signora Professione!” unica ed esclusiva perché Dio stesso ha insignito la donna di un grande privilegio chiamandola a partecipare alla “creazione dell’uomo” attraverso il suo corpo, all’interno di una famiglia secondo l’ordine naturale, indissolubile, e non in qualunque altro contesto stravagante. Dirigere una piccola azienda quale è la propria famiglia è già la pienezza della propria carriera e realizzazione perché la famiglia non è stata inventata da un illustre scienziato o politico o Vescovo, ma da Dio stesso sin dalla creazione dell’uomo, in un unico modello, che è l’unione di un solo uomo con una sola donna! “Maschio e femmina li creò” (Genesi) “Pertanto l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una carne sola…” (Mt. 19,4) 
Non si abbandona superficialmente un lavoro che rappresenta una fonte di guadagno e di tranquillità economica per dei malintesi o delle difficoltà, perché tornerebbe a proprio svantaggio e assai difficilmente si troverebbe altrove una situazione professionale “idilliaca” priva di difficoltà. E allora perché distruggere la famiglia, fonte del vero amore, roccaforte della nostra sicurezza, e pilastro della società, per dei motivi futili o per lo meno risolvibili con un po’ di buona volontà, come nella maggioranza dei casi? 
Ma il più delle volte è la donna che non vuole ragionare, non vuole cedere, si sente forte e sicura perché sa che può contare su due vantaggi rispetto all’uomo: 
1) sulla consapevolezza della propria “superiorità” psicologica e umana, che le permette di cavarsela anche da sola nella vita, con o senza compagno, con o senza figli. 
2) sulla “complicità” della legge che favorisce la donna nel suo desiderio di distruzione della famiglia. Questo ci permette di capire perché certi uomini, disgustati dal modello femminile, cerchino talvolta consolazione con persone dello stesso sesso. 

Chi soffia sotto tutto questo?
 

Questo tentativo di distruzione dell’unico modello imperituro che esiste da quando esiste l’uomo sulla terra, perché voluto da Dio stesso, cioè l’istituto della famiglia secondo natura, unito alla esistenza degli unici due sessi, maschile e femminile, è voluto e imposto da forze occulte massoniche che mirano alla distruzione della famiglia naturale per proporre altri modelli, veri surrogati allucinanti e perversi le cui conseguenze potrebbero essere spaventose per tutta l’umanità. Infatti queste menti occulte vanno ben oltre il modello omosessuale in quanto propongono la negazione dei due sessi maschile e femminile con i loro ruoli specifici e complementari, per inventarsi il cosiddetto “gender” cioè la facoltà di scegliere il proprio sesso e il proprio partner, o più partners, dentro una vasta gamma di possibilità, scelta che può essere cambiabile a piacere e che potrebbe, col tempo, abbracciare anche i bambini e i diritti delle bestie, in una visione brutale e perversa della vita degna solo del peggiore degli inferni. E chi osa obiettare contro queste novità viene tacciato di “omofobia” e rischia la galera, alla faccia della libertà che questi dichiarano di voler difendere.
 
Sono anni che stanno facendo il solito lavaggio del cervello attraverso conferenze, lezioni, interviste ecc. due personaggi incensati dai media: il prof. Umberto Veronesi in Italia e il prof. Peter Singer in America, i quali, senza fornire alcuna prova, vanno sparando tesi assurde e anti scientifiche su una presunta “nuova evoluzione dei sessi”, teorie mirate a distruggere la grande dignità dell’uomo sulla terra e la sua trascendenza dopo la morte. E la gente “beve” tranquilla senza capire che si sta avvelenando. 

Come sanare questa piaga sociale ormai quasi incancrenita?
 

E’ ora di svegliarsi dal sonno per arrestare questa ondata di brutalità che sta avanzando come uno tsunami contro di noi e i nostri figli, e che vede scatenarsi una lotta terribile fra il potere della luce e quello delle tenebre. Si dovrebbe cominciare col sanare l’uomo da dentro, è il suo cuore che deve tornare a pulsare di sentimenti veri, quel cuore umano divenuto così freddo e calcolatore che non sa più amare, perché non sa più pregare, né convertirsi, né commuoversi, né fare sacrifici per amore, ma solo per interesse. Ma non abbiamo più tempo per farlo perché due calamità terribili si stanno scatenando contro di noi: il crollo dei nostri valori cristiani da una parte… che apre una insidiosa breccia all’avanzata Islamica dall’altra.
 
E’ solo con l’aiuto di Gesù Cristo, vero Figlio di Dio e nostro Salvatore che troveremo la forza di affrontare un disastro di tale portata. Solo attraverso l’arma potente della preghiera, corazza indistruttibile contro le insidie del diavolo, potremo sperare di essere salvati, in questa vita o comunque nella Vita Eterna, che alla fine, è quella che conta di più perché dura per tutta l’eternità! 
Ma non basta ricorrere a una preghiera vaga, generica, ecumenica che non si sa quale divinità chiami in causa, bensì è necessaria la preghiera cristiana-cattolica, l’unica ad avere efficacia perché fondata anzitutto su Gesù Cristo e sulla forza dei Sacramenti, in particolare la Confessione e l’Eucaristia, cioè la Santa Messa, avendo già molti di noi ricevuto Battesimo e Cresima. Poi l’altra arma potente per il cattolico è il Santo Rosario, da recitare in onore di Santa Maria, Regina delle Vittorie, l’uso dell’acqua benedetta con cui fare dei frequenti segni di Croce su di noi e sui nostri figli, e l’invocazione al nostro Angelo Custode. “Coraggio! Io ho vinto il mondo” ci assicura Gesù nel Vangelo ed è in forza di questa Sua Parola di Vita e di Salvezza che noi combatteremo la nostra battaglia con coraggio e con fiducia. 

La moda femminile: terribile strumento di satana



di Padre Antonio M. Di Monda

A vedere come si svestono oggi le donne -ogni estate segna un passo sempre più audace- si è tentati di dire: Le donne sono impazzite.
Da premettere che è veramente incomprensibile –anche se lo si capisce benissimo- perché le donne devono spogliarsi mentre i maschi vanno coperti. Non c’è già in questo un segnale abbastanza significativo del fine che si vuole ottenere?

La moda di oggi è terribilmente scandalosa. L’esperienza ci dice, infatti, che le parti del corpo umano femminile solleticano ed eccitano. Ora la moda piano piano sta mettendo in mostra tutto. Si può pensare che tutto questo sia senza peccato e senza conseguenze soprattutto nei maschi?
La donna purtroppo si rifiuta di ammettere un dato di fatto che ci viene da tutte le parti. Essa ride quando si parla di tentazione e di scandalo e –incredibile- non c’è una donna che si confessi del peccato della moda procace. Come è sorprendente che la Chiesa quasi non tocchi più l’argomento: dopo Papa Pio XII si stenterà a trovare pronunciamenti in merito. E intanto anche le Chiese -non esclusi i più celebri santuari come Lourdes, una volta difesi da questa inondazione di fango-, non danno più assolutamente l’impressione della sacralità del luogo. Come celebrazioni di prime Comunioni e di matrimoni sono tremende occasioni di peccato con nudità quasi inimmaginabili.
Si dirà che, in fondo, poi, ci si abitua. Sciocchezze! Si abituano quelli che cadono in peccato e poi... non ci fanno più caso, perché hanno bisogno di maggiore eccitazione. Le anime che vogliono e debbono mantenersi non si abitueranno mai, e perciò lo scandalo resta in tutta la sua gravità.
O si dirà: i tempi sono cambiati e non si può vivere e vestirsi alla maniera medievale ecc. Cambiati o no i tempi, è un fatto che l’uomo resta un animale tremendamente famelico del sesso, e perciò aizzarlo in questo è peccato davanti a Dio e scandalo.
E che oggi ci si ritrovi, con dette mode, allo scandalo più sfacciato e quindi al peccato mortale, non credo –se non si vuole essere faziosi e in mala fede- che possa negarsi . Non si gridi all’esagerazione. Conoscendo il cuore umano così perverso e così spaventosamente incline al sesso, è quasi impossibile –davanti a nudità così sfacciate- che non si sia terribilmente tentati e trascinati al peccato almeno con pensieri e desideri galeotti.
D’altra parte può essere la donna a giudicare se è provocante o no? E come questa può illudersi col dire: per me non è peccato, quando chiare confessioni –a parte pure le norme morali in merito- affermano il terribile richiamo e spinte al peccato e anche cadute rovinose?
C’è chi afferma: non è la moda che eccita,perché si può essere tentati anche dalla donna vestita. Ma proprio questo conferma la perversità e lo scandalo della moda. E cioè si sa che la donna può eccitare anche vestita, quanto più allora non eccita se presenta le sue nudità? Che se il maschio tende così irresistibilmente alla
femmina, è prudenza –a dire poco- mettergli sotto il naso ogni momento proprio quello che lui desidera? Quale gioielliere metterebbe in mostra perle e gioielli senza grandi precauzioni, sapendo che sono tanti ad essere tentati di appropriarsene?
Lo scandalo delle mode odierne è stato denunciato già dalla beata Giacinta, una dei tre veggenti di Fatima. Prima di morire, infatti, disse che i peccati che portano più anime all’inferno sono i peccati della carne. E disse pure: ”Verranno certe mode che offenderanno molto Gesù”. A chi meravigliato le chiedeva come poteva lei, bambina di dieci anni parlare di tali problemi, rispose: ”Me l’ha detto la Madonna”.
Anche la Madonna è arretrata?...
Da ricordare infine a tutti coloro che fanno orecchie da mercanti che il Vangelo stigmatizza lo scandalo più che ogni altro peccato. “Chiunque scandalizzerà -con comportamenti o parole o altro-, uno di questi piccoli che credono in me sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina da mulino e che fosse sommerso nel profondo del mare”(Mt 18,6). Volendo dire che è più grave uccidere le anime con lo scandalo, che uccidere un corpo.
Ma, a parte anche l’offesa fatta a Dio e il danno gravissimo fatto all'anima, dov’è più la dignità della donna? Il maschio ritiene non corretto togliersi la giacca davanti alle persone e chiede permesso. La femmina più si spoglia e più è...accetta e applaudita! Merce...messa in vendita! Non si intravede in tutto questo la...coda del diavolo?
Né bisogna dimenticare un altro fattore che viene a confermare tristemente quanto detto. Le forze massoniche e avverse alla Chiesa hanno giurato che questa –non potendola distruggere con pugnali e rivoluzioni e cose del genere- la si può annientare corrompendola. Difficile, infatti, resistere alla corruzione che investe anima e corpo. E hanno detto: denuderemo la donna poco a poco, sarà essa lo strumento della corruzione che farà crollare i vertici della Chiesa e il popolo, i sacerdoti e i fedeli.
Se le nostre brave donne, che pur continuano a frequentare la Chiesa e i sacramenti, indulgendo alla moda, si rendessero conto della drammaticità della situazione, credo che qualcosa cambierebbe.


AUTOACCUSA DI GIUDA ISCARIOTA


AUTOACCUSA DI GIUDA ISCARIOTA

ESORCISMO DEL 16/3/1982
Esorcista - Di’ la verità e solo la verità in nome di Dio.
Giuda - Io ero superbo; il peccato della superbia mi guastava la mente e il cuore. Quando sono andato da Lui (si riferisce a Gesù) per chiedergli di accettarmi tra i suoi, non è stato per umiltà e per spirito di servizio, ma per salire, per arrivare in alto. Era solo questo il mio intento.
Io mi sono fatto consacrare apostolo con questa superbia nel cuore e, superbo com’ero, non ho voluto pentirmi dei miei peccati. Poi è venuta la disperazione, perché io sapevo di aver tradito il Sangue innocente. Ma la disperazione non è stato il mio peccato più grave, perché Lui avrebbe avuto pietà di me anche vedendomi così disperato.
Lui avrebbe voluto aiutarmi, ma per me era troppo tardi, troppo tardi, troppo tardi (lo grida con infinita tristezza). Magari io non fossi mai nato ... mai nato!
Chiunque trova il coraggio dell’umiltà e va da Lui con il cuore pentito e si getta nella polvere, viene perdonato. Ma io non ho voluto perché ero troppo superbo, perché i demòni e l’inferno ormai mi possedevano. Io non potevo più (lo urla con voce disperata), non potevo più, non potevo ... non volevo più!
Io accuso me stesso. E voi non dite, quasi a mia giustificazione, che ero disperato. È stata la mia smisurata superbia a impedirmi di chiedergli perdono. È la superbia il peccato più grande! Un uomo può cadere nella disperazione con molte attenuanti, perché qualcun’altro lo ha spinto in quel baratro, ma la superbia no, è solo opera dell’uomo che ne è vittima.
L’uomo superbo che osa mettersi al di sopra dell’Altissimo e di ogni altra persona, che confida solo in se stesso, che non ha compassione di nessuno, che giudica con durezza gli altri e li condanna senza nemmeno ascoltare le loro ragioni, è in gravissimo pericolo, perché è già in preda a un sentimento che gli acceca lo spirito. Io l’ho sperimentato su me stesso.
Io ero superbo, disprezzavo l’umiltà, non ho voluto essere umile (lo dice con voce debole). Non ho voluto, non ho voluto, non ho voluto! È questo che mi ha portato all’impiccagione.

L’INFERNO È IL PEGGIORE DEI MALI
Esorcista - In nome di ...
Giuda - Io vorrei (sospira affannosamente), io vorrei anche per mille e mille anni sopportare le sofferenze più lancinanti, i dolori più tremendi, le agonie della morte, le pene più strazianti ... pur di uscire dall’inferno, pur di avere anche solo l’ultimo posto in Paradiso. Sopporterei con gioia migliaia, milioni di anni di sofferenze, le più dolorose, pur di uscire da qui. Ma per me non c’è più speranza: io sono immerso in una grande tenebra, negli spasimi più atroci.
E il mio dolore è di molto accresciuto per il fatto che io ero apostolo. La consacrazione e la dignità sacerdotale di cui ero insignito sono ancora in me e lo saranno per sempre ed è per questa consacrazione che io brucio e soffro più degli altri che non sono consacrati.
Sono costretto a dirvi: avvertite i Vescovi e i Sacerdoti, avvertiteli e dite loro che la consacrazione che hanno ricevuto, se in Cielo sarà per loro un titolo di maggior onore, qui all’inferno diventerà un motivo in più di dolore. Per noi consacrati i peccati pesano molto di più che per gli altri uomini. Questo vale oltre che per i Vescovi e i Sacerdoti anche per i Religiosi e le Religiose. Fatelo sapere nei monasteri (lo dice con voce angosciata). Anche l’ultimo dei consacrati, quello che si trova nel posto di minor importanza, davanti all’Altissimo ha, per i suoi peccati, una responsabilità molto più grande degli altri uomini.

NOTA - Oggi si tende a riscattare Giuda e a minimizzare la sua colpa: ben pochi si dicono certi della sua condanna eterna; quasi tutti sostengono non si possa affermare con sicurezza che Giuda sia all’inferno. Come è possibile sostenere questo se si pensa a quanto Gesù ha detto di lui: “Sarebbe meglio per quell’uomo se non fosse mai nato” (Mc 14,21)? Starebbero ancora in piedi queste parole se, per vie diritte o storte, alla fine Giuda finisse in Paradiso?

ESORCISMO DELL’1/11/1983
L’ASPETTO PIU TRAGICO: LA CONDANNA NON FINIRA’
Esorcista - In nome della SS.ma Trinità e dell’Immacolata, parla e dì la verità.
Demonio - Mi ripugna parlare, ma non posso non farlo. Nessun orecchio ha mai udito e nessun occhio ha mai visto una cosa così terrificante e spaventosa come le tenebre dell’inferno in cui siamo immersi: qui tutto è odio, dolore, terrore e disperazione. Se voi vedeste per un attimo la nostra condanna, stareste in ginocchio giorno e notte e vi diventerebbe piacevole ogni penitenza e leggera ogni pena.
E se vedeste anche solo le sofferenze di chi si trova in Purgatorio, non cessereste di pregare per chiedere all’Altissimo: “Per i meriti infiniti del Santissimo e Preziosissimo Sangue, perdona i nostri peccati e libera le povere anime che soffrono per la loro purificazione”. E continuereste senza stancarvi in questa preghiera.
Ma noi distogliamo la vostra mente e tutto facciamo perché pensiate il meno possibile al Purgatorio e all’inferno e perché anche quando ci pensate non riusciate a immaginarne la gravità. Basta, non voglio parlare, non voglio parlare!
Esorcista - Continua nel nome di...
Demonio - Molti sono finiti all’inferno, soprattutto in questi ultimi tempi, molti che si sarebbero salvati se fossero stati rettamente guidati dai loro pastori: Vescovi e Preti. Questa è una spaventosa tragedia che non può essere riparata. Molti nel clero sono ciechi, ma ora, accecati dalla loro superbia, non lo vedono; quando se ne accorgeranno sarà troppo tardi, perché molti di loro andranno perduti.
Avverti i Vescovi, avverti i Sacerdoti, avverti la gente. Qui tutto è spaventoso: le tenebre, l’odio, il dolore, la disperazione; spaventoso è il fuoco che ci circonda e ci penetra: chi è finito qui non ne può più uscire. Ma spaventosa è anche la vostra superbia che vi impedisce di pensare a tutto questo!
Uomini, Sacerdoti, Vescovi, Religiosi, guardatevi dentro e tornate indietro. Noi vi invidiamo perché voi potete ancora ravvedervi, mentre a noi non è più possibile. Camminate sulla via della Croce. Non guardate né a destra, né a sinistra, né avanti, né indietro, ma guardate solamente in alto. Obbedite ai comandi dell’Altissimo voi che potete. Noi che dovremo espiare per tutta l’eternità la nostra ribellione sappiamo quanto costa contrariare il suo volere (urla disperatamente).

NOTA - Questa testimonianza "diabolica" che ci parla della rovina eterna di Religiosi, Sacerdoti, Vescovi e Cardinali è confermata da Lucia di Fatima che, vedendo non poche di queste persone all'inferno, ne rimase così scossa che per lungo tempo non riuscì più a mangiare.
Anche altri mistici del secolo scorso hanno avuto dal Cielo la stessa conferma.

mercoledì 12 febbraio 2014

LIBERAZIONE DA TENDENZE CATTIVE CHE PROVENGONO DAI NOSTRI ANTENATI

LIBERAZIONE DA TENDENZE CATTIVE CHE PROVENGONO DAI NOSTRI ANTENATI 


Gesù, liberaci da tutte le tendenze, abitudini cattive presenti nel nostro albero genealogico: le tendenze al gioco, allo sperperare, al bere, alla droga, alla grettezza, al furto. Dacci autorità a porre fine ad ogni incorreggibile cattiva abitudine. Liberaci, o Signore. Liberaci da tutte le devianze sessuali presenti nel nostro albero genealogico: violenza sessuale, incesti, omosessualità, pedofilia, prostituzione. Dacci forza per infrangere queste catene di vincoli maligni. Liberaci, o Signore. Liberaci da tutti gli idoli che hanno adorato le nostre generazioni precedenti: il denaro, il potere, il piacere, la casa, i terreni, i gioielli, i titoli. Taglia i vincoli che ci legano a questi casi di idolatria. Noi scegliamo di servire solo Te, vero Dio, e di vivere secondo la tua parola. Liberaci, o Signore. Liberaci da tutta la corruzione e la violenza dei nostri antenati che sono stati truffatori, sfruttatori, torturatori, ricattatori, criminali. Rompi in noi i legami di vendetta, di comportamento violento, di ira e di malignità. Liberaci, o Signore. Liberaci da tutto il male compiuto dai nostri antenati spinti dall’odio: odio verso gli altri, verso se stessi, verso Dio, odio razziale, fanatismo religioso. Poni fine in noi a tutte le radici dell’odio. Rendi ora il nostro albero genealogico pieno di uomini e donne ricolmi di amore, datori di vita e salute, di amore e bontà. Liberaci, o Signore. Gesù, abbiamo pregato per l’albero genealogico affinché noi, i vivi, siamo separati dalle influenze negative dei nostri antenati e
loro, i defunti, abbiano il perdono e le grazie necessarie per entrare nella felicità della vita eterna. Tu hai ascoltato la nostra preghiera. Ci guarirai tutti, vivi e defunti. Ci renderai sani e santi. Grazie, della tua presenza in mezzo a noi. Grazie, per la tua misericordia verso di noi e i nostri antenati. Ora non pensiamo più alla nostra cattiveria e ai peccati dei nostri antenati, ma pensiamo al tuo amore e alla tua bontà. Tu ci ami e ci liberi da ogni negatività e da ogni sofferenza. Ci dai ogni aiuto perché vuoi che tutti noi, vivi e defunti, siamo sempre con Te nella luce, nella pace, nella gioia eterna.

PREGHIERA DI LIBERAZIONE DELL'ALBERO GENEALOGICO

PREGHIERA DI LIBERAZIONE DELL'ALBERO GENEALOGICO 



O Dio Padre di Misericordia, per intercessione dell'Immacolato Cuore di Maria Santissima ti preghiamo di liberarci da tutti i mali causati dai nostri antenati che partecipavano all'occultismo, allo spiritismo, alla stregoneria, alle sette sataniche. Tronca il potere del maligno che per colpa loro, ancora pesa sulle nostre generazioni. Spezza la catena di maledizioni, malefici, opere sataniche che gravano sulla nostra famiglia. Liberaci da patti satanici, dai legami fisici e mentali con i seguaci di satana e il peccato. Tienici sempre lontano da ogni attività e persone con cui satana può continuare ad avere dominio su di noi e sui nostri figli. Prendi sotto il tuo potere qualsiasi area che sia stata consegnata a satana dai nostri antenati. Allontana per sempre lo spirito cattivo, ripara ogni suo danno, salvaci da ogni sua nuova insidia. Te lo chiediamo o Dio, nel nome e per i dolori, il Sangue, e i meriti delle Santissime Piaghe di Nostro Signore Gesù Cristo tuo Figlio, che morendo sulla Croce ha vinto satana e le sue opere per sempre. Amen!

lunedì 10 febbraio 2014

Il presente, risente degli eventi passati?


Il presente, risente degli eventi passati?

Si domanda Don Fulvio: il presente, risente degli eventi passati? Sembra di sì.
Due cugine abitavano in edifici adiacenti; i loro papà avevano comprato una casa colonica molto grande e l’avevano divisa a metà, ricavandone due villette, una per ciascuna di esse. Tutt’e due, quasi ogni notte, avevano un fenomeno di paralisi notturna (che da noi chiamiamo pantafega), per cui si sentivano paralizzate e soffocate da una presenza invisibile, senza riuscire a reagire o a muover nessuna parte del corpo, benché capissero tutto e fossero pienamente coscienti. Vennero a chieder una preghiera. Visto che il fenomeno avveniva a entrambe, chiesi loro di raccontarmi la storia della loro casa, per verificare se ci fosse una radice comune al loro problema. Dalla ricerca fatta, risultò che uno dei vecchi proprietari si era suicidato in essa.
Su mio suggerimento fecero celebrare delle Messe di suffragio per quell’anima e per chiedere a Dio perdono di quel peccato da lui commesso. Quando andai a casa loro, per benedirla, sorridendo mi assicurarono che quei fenomeni erano scomparsi.

L'aborto è omicidio

                     


 L'aborto è omicidio

Una volta parlai con una donna alla quale era morto un figlio di 35 anni e che non trovava pace. La poveretta non voleva saper nulla, era fuori di testa dal dolore. Allora le chiesi: Sorella, per caso hai perso qualche altro bambino?. Mi rispose:Padre, ne ho uccisi altri due con l’aborto e Dio mi ha castigata, facendo morire anche questo che invece avevo voluto. Portandola ad affidare quelle creature a Dio e a riparare i peccati passati, fu liberata da quel peso e si rasserenò, anche per la recente morte del figlio.
Vi sono donne che hanno commesso aborto e che accusano disturbi, avvertono rumori, oppure sentono delle presenze malefiche che l disturbano. E’ necessario forse l’esorcismo, in questi casi? Se quel male è entrato in loro per la via dell’aborto, bisogna innanzi tutto  rimuovere la causa specifica, presentando al Signore il peccato commesso, confessandolo, affidandogli quel bambino o quei bambini abortiti e riparando. Se poi i fenomeni sussistono, si può passar all’esorcismo.
Una volta, venne a trovarmi un giovane. I genitori non l’avevano voluto; i suoceri l’avevano fatto lavorare per sistemare la loro casa e poi gli dissero di arrangiarsi da solo a sistemare la sua. Il giovane cadde perciò in una fortissima depressione. Siccome era così inconsolabile, gli consigliai di chiedere a sua madre se per caso avesse perso qualche bambino. Tornò la settimana successiva e mi riferì che non sua madre, ma la suocera aveva perso dei bambini mentre lavorava nei campi. Addirittura per ben due volte le era capitato di sentirsi buttare dietro la schiena, da una mano invisibile, pezzi di creta, proprio là dove lei aveva buttato i feti.

(Don Fulvio di Fulvio)

Una forma di autismo, aggravata da una reale presenza malefica


Una forma di autismo, aggravata da una reale presenza malefica.

Una volta mi portarono un ragazzo di undici anni che dalle cartelle cliniche risultava non essere malato: esternamente, però, appariva con tutti i sintomi di un autismo. In lui accertai sia la malattia psichica sia un'azione straordinaria del demonio. Quando, infatti, rivolgevo mentalmente dei comandi al demonio, il ragazzo mi rispondeva in maniera volgare o sghignazzando. Un giorno avevo male allo stomaco, ma non lo sapeva nessuno. Dopo un comando che gli avevo fatto mentalmente, si avvicinò e con una risata di scherzo mi sferrò un pugno proprio sul punto preciso dello stomaco che mi doleva. Poi si mise a ridere, ed esclamò:Questa volta ti ho fregato!
Una volta mi portarono una bambina di 3 anni. Aveva la scatola cranica più grande rispetto a quella che normalmente hanno i bambini a quell'età. Era molto iperattiva, non aveva mai parlato, gesticolava solamente, abbozzando di tanto in tanto espressioni incomprensibili. I medici avevano diagnosticato una forma particolare di autismo. Nel momento in cui le imposi le mani sulla testa e le domandai mentalmente in latino: Dimmi il tuo nome, subito cominciò a dire: No, no, no. Non aveva mai detto no, prima di allora. Continuai a parlare mentalmente e le ordinai, sempre in latino:Cedi a Dio. La bambina di nuovo:No, no, no. Allora, nel dubbio, presi a parlare a voce e dissi:Vuoi bene a Gesù?. E la bambina di nuovo:No, che schifo! Avevo aggiunto altre due parole che non aveva mai pronunciato prima di allora. Continuai a parlare verbalmente e dissi: Come ti chiami?. E lei:E tu come ti chiami?. I genitori erano trasecolati. Anche in questo caso, come in quello del ragazzo di undici anni che ho descritto, la bambina soffriva di una forma di autismo, aggravata da una reale presenza malefica.

Testimonianze di Don Alfonso Santoriello - Dal libro Possessioni diaboliche ed esorcismo (P. Francesco Bamonte)

Non lasciarsi condizionare da certe scuole si parapsicologia


Non lasciarsi condizionare 
da certe scuole di parapsicologia

Non lasciarsi condizionare da certe scuole di parapsicologia o di psichiatria atea, che non crede né nell’esistenza di Dio né del demonio e nemmeno da certi psichiatri e psicologi, presunti cristiani: Non basta infatti che un medico o uno psicologo sia battezzato, o si dica cattolico, perché sia sensibile alle realtà spirituali. Spesso anche i cristiani ferventi, anche sacerdoti, sono più razionali degli stessi razionalisti.  Del resto tutti sanno che la psichiatria dei giorni d’oggi non è ancora una scienza chiara, guidata cioè da una sola impostazione teorica, vi sono vari approcci che scrutano chi più chi meno la sofferenza psichica e psicologica dell’uomo, tema questo, come è facile immaginare abbastanza complesso, in quanto comprende l’accezione globale di uomo-ambiente- cultura. E molte di queste diverse impostazioni ignorano la sfera spirituale, confondendo l’anima dell’uomo con la psiche, di conseguenza, pretendendo di ridurre tutto alla mente umana o all’inconscio, anche ciò che non sono in grado di spiegare o su cui non hanno diretta conoscenza. Viene perciò trascurato ogni riferimento alla sfera spirituale dell’uomo e all’interazione tra questa e il mondo preternaturale e quello soprannaturale, perché ritenuti inesistenti. 
(Padre Francesco Bamonte).

mercoledì 5 febbraio 2014

I SPIRITI IMPURI

I SPIRITI IMPURI

Gli spiriti impuri indicati nel Vangelo di (Marco 5,1-20) non sono morti nè hanno cambiato padrone, sono sempre i diavoli dannati che vogliono dannare l'umanità. L'uomo posseduto del Vangelo " gridava e si percuoteva con pietre" , oggi non sono molti i casi di manifestazioni impressionanti che i diavoli compiono in una persona, la loro strategia è quella di non farsi scoprire per non permettere alla persona posseduta di cercare l'esorcista.
Ma i casi di possessioni silenziose sono incalcolabili, considerando che la possessione ha gradualità di intensità diverse e tutte dannose.
Se Dio dovesse costringere nello stesso momento i diavoli a manifestarsi nelle persone possedute di tutto il mondo, si vedrebbero situazioni da manicomio in tutti gli ambienti, un disordine e un'agitazione imbarazzanti per molti di quelli che ostentano successi ma sono posseduti per diverse ragioni: per la pratica volontaria della magia occulta; la presenza dei diavoli per la vita sconsiderata (droghe, alcool, immoralità); le maledizioni inviate dagli invidiosi.
Anche se per possessione si intende la presenza dei diavoli nel corpo di una persona, bisogna anche considerare che le possessioni variano di intensità e potenza, ma è certo che oltre il 99% delle possessioni di 1°, 2° o di 3° grado rimangono silenziose, non si scatenano, ma i pensieri delle persone possedute sono impregnati pienamente di spirito satanico e le loro scelte sono sempre opposte alla verità e al bene comune.
Solamente i cristiani che scoprono la presenza dei diavoli, riescono col tempo a liberarsi per mezzo di esorcismi e preghiere. Le presenze dei diavoli si possono sconfiggere e distruggere, occorre pazienza, preghiera e molta Fede.
Oggi Gesù ci mostra che ad una sola sua parola tutti i diavoli presenti nel corpo dell'uomo si terrorizzarono e scapparono via.
Riguardo i gradi di intensità demoniaca e la presenza dei diavoli in una persona posseduta, solitamente la manifestazione esteriore avviene dove c'è maggiore potenza perchè c'è una forte causa che li ha fatti entrare in quel corpo. I diavoli si manifestano solitamente dove la possessione è di 3° grado, avviene pure qualche volta quando la possessione è più debole perchè negli esorcismi vengono disturbati e reagiscono in modi diversi.
Nelle persone che patiscono malesseri e disturbi strani, costrette a continue visite mediche e ad assumere molti farmaci, e che non hanno mai assistito a manifestazioni esterne dei diavoli, le presenze negative sono di entità minore. Il segnale che devono pregare molto e ricorrere agli esorcismi, arriva dalle situazioni strane ed inspiegabili che si verificano spesso.
Con la venuta di Gesù è arrivata anche la disfatta di satana, che fa di tutto per resistere e non farsi scacciare dai corpi posseduti. Per questo sceglie il silenzio. Come negli altri miracoli, quando Gesù scaccia i demoni manifesta il suo potere redentore. Il Signore si presenta sempre nella vita degli uomini liberandoli dai mali che li tormentano, questo avviene quando si prega bene e si cambia vita.
Molti cristiani vogliono restare con un piede in due staffe, cercano di pregare e di continuare la vita dissipata e vuota...
Difficilmente vinceranno i disturbi malefici, la loro Fede rimane debole e incostante, le preghiere vengono recitate per necessità e non per amore di Dio. La Fede, l'amore verso tutti, l'umiltà, terrorizzano i diavoli, ma non si possono praticare virtuosamente se l'applicazione è debole e instabile.
Quando Gesù è presente i diavoli tremano e si lamentano con Lui perchè è venuto a distruggere il loro regno sulla terra: " Ti scongiuro, in nome di Dio, non tormentarmi!". La presenza dei diavoli nel corpo di una persona o in una famiglia che viene torturata in mille modi, è favorita anche dall'attaccamento alle cose materiali, considerate inconsciamente quasi un idolo. Maggiore è questo legame minima è la forza per vincere i disturbi demoniaci.
Aiutare i poveri o le Opere di carità cristiana è un atto di amore, dinanzi a questo amore i diavoli sono costretti a scappare.
Nel Vangelo di (Marco 5,1-20) vediamo l'uomo liberato dalla tremenda possessione e una mandria considerevole di porci è andata perduta nel mare. Tra la liberazione e la rinascita ad una vita normale dell'uomo posseduto e la perdita del denaro, cosa è stato conveniente?
Molti cristiani cercano la liberazione dalle presenze negative e da malattie strane ma non fanno nulla per distaccarsi da quei beni che prima o poi lasceranno. Tutte le cose della terra sono mezzi per avvicinarci a Dio. Se non servono a questo, non servono a niente. Gesù vale molto più di qualsiasi affare, più della stessa vita.
Il desiderio disordinato nelle persone poco spirituali porta a cercare beni maggiori, porta imborghesimento, comodità, lusso, capricci, spese superflue, ecc. Il cristiano autentico deve essere distaccato da quanto possiede, deve mettere tutto nel Cuore di Gesù e chiedere a Lui come disporre. Da questo atteggiamento distaccato si comincia la vera vita spirituale, la liberazione graduale dai malefici, la ritrovata pace nel cuore e nella famiglia.
Il Signore vale infinitamente di più di tutti i beni creati.
(Padre Giulio Maria Scozzaro)