IL
PURGATORIO SECONDO
SANTA
CATERINA
DA
SIENA
(1347-
1380)
Dottore
della Chiesa
Parla
Gesù alla Santa:
“E
se ti volgi al Purgatorio troverai ivi la mia dolce e inestimabile
Provvidenza verso quelle anime tapinelle che stoltamente perverso il
tempo, ed essendo ora separate dal corpo non hanno più il tempo per
poter meritare. A loro io ho provveduto per mezzo vostro, di voi che
siete ancora nella vita mortale e avete il tempo per loro e, mediante
le elemosine e l’ufficio divino che fate dire ai miei ministri,
insieme ai digiuni e alle orazioni fatte in stato di grazia, potete
abbreviare loro il tempo della pena, confidando nella mia
misericordia. O dolce provvidenza!...”.
“Non
abbiate a schifo la malattia. Pensate quanto è grande la grazia
divina che, nel tempo della malattia sconta e purga i peccati
commessi: essi meritano pena infinita e Dio, per la sua misericordia,
li punisce con pena.
Quando
l’anima considera di avere offeso il suo creatore, sommo ed eterno
bene, reputa grandissima grazia da parte di Dio che egli la punisca
in questa vita, e non abbia stabilito di punirla nell’altra, dove
sono pene infinite.
Se
consideriamo i peccati e i difetti nostri, e quanto abbiamo offeso
Dio, bene infinito, per cui dovremmo subire una pena infinita non
solo per le grandi colpe ma altresì per una piccola, ci convinceremo
che veramente siamo degni di mille Inferni. Eppure egli, con
misericordia, ci punisce in questo tempo finito, nel quale,
sopportando con pazienza, si sconta e si merita...”.
“Non
avviene così delle pene che l’anima sostiene nell’altra vita.
Perché, se essa si trova nelle pene del Purgatorio, sconta sì, ma
non merita. Sopportiamo, dunque, con buona volontà questa piccola
pena. Piccola, in vero, si può dire, questa e ogni altra, per la
brevità del tempo. Poiché, in questa vita, tanto grande è la
fatica quanto grande è il tempo. E quanto è il tempo nostro? E’
quanto una punta d’ago. E’ ben vero dunque che essa è piccola.
Ogni fatica è piccola, perché la vita dell’uomo è un niente,
tanto è poca.
Infatti,
la fatica che è passata non l’ho più, essendo passato il tempo.
Quella che ha da venire, ancora non l’ho, perché non sono sicura
d’avere il tempo, poiché devo morire, ma non so quando.
C’è,
dunque, solo questo punto del presente da sopportare”.
Allora
Santa Caterina esortava:
“Orsù,
dunque, virilmente, per l’amore di Cristo Crocifisso! Confidatevi
con Cristo Crocifisso; dilettatevi nelle piaghe di Cristo Crocifisso!
“Se
sarai virtuoso e soffrirai ingiustamente, non avendo offeso coloro
che ti fanno ingiuria, in questo seguirai le sue le sue vestigia. Ma
quanto è dalla parte di Dio, sempre soffriamo giustamente, poiché
sempre l’offendiamo.