CONSOLATORE
E MEDIATORE ANGELICO
Per molti
santi, l’angelo custode ha svolto il compito di consolare, di compagno, al
punto da svolgere il compito di “postino”, di tramezzatore con persone
difficilmente raggiungibili.
Santa Gemma
Galgani, vissuta a cavallo tra l’800 e il ‘900, è unesempio straordinario di
tale ministero angelico. La sua solitudine era infatti colmata e riscaldata dal
su angelo, nelle numerose estasi di cui è come intessuta la sua vita di grande mistica.
Il Diario, pubblicato dalla Postulazione dei Padri Passionisti, a Roma, nel
1958, racconta quanto Gemma sia stata consolata dal suo angelo custode.
Ecco alcuni
passaggi significativi. Il 10 agosto del 1910 ella scrive: “Se sono con le
altre persone, l’Angelo Custode non mi lascia mai. Non mai un minuto si è
partito d’accanto a me ; se devo parlare, pregare, fare qualche cosa, me l’accenna
lui. Gesù voglia che non mi abbia ad ingannare”. La consapevolezza della
presenza “quasi fisica” dell’angelo è cosa rara. Noi dobbiamo credervi per
fede. La testimonianza di S. Gemma Galgani ci sostiene nel credere a tale
presenza. In tal senso, nessuno dovrebbe sentirsi solo. E intendo riferirmi a
quella solitudine negativa che è indice di un terribile vuoto interiore. Nel
peggiore dei casi tale solitudine la si prova anche stando in compagnia.
Altro fatto
che ha dello straordinario, e che conferma la volontà consolatoria del nostro
angelo, è l’episodio narrato da S. Gemma, nel suo Diario, 2 settembre 1900. “Stanotte
ho dormito col mio Angelo Custode accanto; nello svegliarmi l’ho veduto accanto
a me; mi ha domandato dove andassi. “Da Gesù”, ho risposto”.
A molti,
tale racconto parrà incredibile. Si dirà che si può essere ingannati da se
stessi e persino dal Maligno. E’ vero. Anche s. Gemma temeva, come pure S.
Caterina da Siena, di essere ingannata dal Demonio. Occorre prudenza nel
credere a fatti prodigiosi. Tuttavia, con un buon spirito di discernimento, e
con l’aiuto di un buon Confessore, si può venirne a capo e trarre beneficio
dalla comunanza con gli spiriti beati.
Resta che i
santi non possono facilmente tacciarsi di superficialità e di creduloneria.
Santa Gemma Galgani è una di costoro.
Il suo
angelo giunse, mentre ella stava male, a porgerle una tazzina di caffè con
potere di guarigione. Cosa non possono fare gli angeli per mostrarci il loro
affetto e le loro premure! Simili e
straordinarie tenerezze non sono infrequenti nelle vite dei Santi. Basti
ricordare san Vittore monaco, citato negli scritti di Bernardo, a cui gli
angeli condivano e rallegravano la mensa frugale con musica giocondissima.
Come pure
Santa Maria Francesca, terziaria alcarantina. Il suo angelo, essendo ella
impossibilitata a fare il minimo sforzo, l’aiutò a mettersi a letto e le
affettò persino del pane per nutrirla. E così pure san Filippo Neri, che era
ammalato, e aveva bisogno di un po’ di zucchero per addolcire una bevanda,
ottenne quanto desiderava tramite un giovane misterioso apparso all’improvviso
con un pan di zucchero.
E al limite
dello straordinario, gli angeli custodi di alcuni santi hanno persino svolto l’incombenza
di trasportare alcune lettere.
Mi riferisco
a Padre Pio e a Gemma Galgani. Si dirà che tali “favori” celesti sono
accessibili a pochi, ma soggiungo che ciò avviene perché la nostrafede nel
mondo dell’invisibile è molto scarsa.
Non abbiamo il coraggio di chiedere perché si ritiene di “disturbare” o,
peggio, di voler poi restituire il favore, come si usa tra comuni mortali.
Quanto a Padre Pio, è noto come egli si servisse degli angeli per comunicare,
in tempo reale … i suoi messaggi ad anime bisognose e che si erano affidate
alla sua guida spirituale.
Uno degli
episodi più noti è quello testimoniato dal suo figlio spirituale Cecil
Hunpherey-Smith. Stando egli in Italia incorse in un incidente d’auto, con
gravi conseguenze, Un suo amico inviò allora un telegramma a Padre Pio oer
informarlo dell’accaduto. All’ufficio postale, quando consegnò il telegramma,
se ne vide consegnare un altro: era di Padre Pio che lo assicurava delle sue
preghiere per l’amico Cecil.
Il mistero
del telegramma di Padre Pio fu svelato alcuni mesi dopo, quando Cecil e il suo
amico si recarono a san Giovanni Rotondo. Alla domanda “come avesse fatto a far
giungere in tempi così brevi il telegramma”, Padre Pio rispose: “Pensate che
gli angeli siano lenti come gli aeroplani?” .
Santa Gemma
Galgani dal suo Diario, al 29 e al 30 agosto 1900. “Ora poi faccio una cosa –
si legge al giorno 29, - , voglio scrivere a confratel Gabriele un biglietto;
dopo lo consegno al mio angelo Custode, e ne aspetterò la risposta. E l’ho fatto.
Ho scritto una lettera assai lunga, ho parlato di tutte le mie cose senza
tralasciarne alcuna; poi ho avvisato l’angelo Custode che era pronto, e se la
voleva. L’ho posta stasera, Mercoledì, sotto il guanciale, e stamattina, quando
mi sono alzata, non ho pensato a guardarci, perché avevo di meglio in mente:
andavo da Gesù. Subito dopo tornata era giovedì 30, ho guardato, e curiosa! La
lettera non c’era più.
Dico, curiosa,
perché lo sento dire da altri è una cosa strana; a me non sembra così. L’angelo
Custode poi mi ha domandato se mi occorresse una risposta. Io ho riso e gli ho
detto: “Certo che mi occorre”. E lui a me: “Ebbene, fino a sabato non puoi
averla”.
L’angelo
Custode è anche Mediatore tra noi e Dio e tra uomini fra di loro è Gesù Cristo,
gli angeli sono incaricati di dare una mano nel tessere o ritessere i rapporti.