L’ESORCISMO
DI PIETRO
(DAL LIBRO - IN VIAGGIO CON
L’ESORCISTA)
Un bambino? Com’è possibile
che un bambino venga posseduto dal maligno? Continuai a pormi questa domanda
appena conclusa la telefonata. La paura dei primi incontri andava ormai
scemando, i dubbi anche. Avevo preso coscienza di tutto ciò su cui dubitavo riguardo
agli esorcismi, a satana e al fenomeno della possessione. Tutto risultava vero,
ma il caso del piccolo Pietro portò con sé tristezza e malinconia. Era difficile
da comprendere, ancor più difficile rispetto agli altri casi seguiti.
Mi recai nel luogo dove il
giorno prima Don Gianni mi aveva dato appuntamento, nel centro di una città
molto caotica con un continuo via vai di auto e persone. A pochi passi dal mare
trovai il tempo per un caffè e per godermi lo splendido panorama che avevo di
fronte. Furono gli ultimi attimi di serenità. Squillò nuovamente il telefono : “Sto
aspettando te, muoviti!”. Pagai il conto
alla cassa e subito mi diressi verso il numero civico indicatomi. Salii le
ripide scale a passo svelto, fiato corto e cuore a mille non solo per il poco
allenamento ma anche per la paura.
Mi ero promesso di non
partecipare più a riti di esorcismo, pensavo di aver visto fin troppo, ma mi
sbagliavo: questo caso mi segnò profondamente.
Bussai alla porta, mi aprì un
anziano, che più tardi seppi essere il nonno. Mi accompagnò in salotto dove Don
Gianni si accingeva a iniziare il rito. Questa volta fu impossibile star seduto
o osservare.
Il bambino, di circa undici
anni, saltava da una parte all’altra della stanza, con una fragilità e rapidità
impressionanti. Manteneva una posizione del corpo inusuale per un essere umano,
mi duole dirlo, ma se dovessi trovare un paragone per rendervi più chiara la
descrizione, era molto simile a una scimmia. Teneva le braccia distese tra le
gambe e con le anche si dava lo slancio. Era veramente incontenibile.
Quando don Gianni iniziò le
preghiere, il viso ancora docile e innocente del bambino iniziò a trasformarsi,
una metamorfosi istantanea che ne modificò completamente i lineamenti. Zigomi
segnati, labbra secche e un liquido bavoso che fuoriusciva dai lati e poi lo
sguardo, quello sguardo che accumunava tutti i casi seguiti fino a quel
momento. Facemmo il possibile per tenerlo a bada, a fatica riuscimmo a farlo
stare seduto, ma non per forza nostra. Grazie a Dio, con la preghiera il
sacerdote riuscì a placare quella forza che quattro adulti non erano stati in
grado di vincere.
Prima che il piccolo Pietro
( nome di fantasia ) andasse in trance e si accomodasse sulla sedia, assistemmo
esterrefatti a qualcosa di incredibile che sfida le leggi della fisica. Mentre
cercavamo di trattenerlo, riuscì a liberarsi e per fuggire alle nostre
attenzioni si arrampicò sulla parete dell’appartamento appoggiandosi a un
pilastro, fino ad arrivare in prossimità del lampadario, lasciando cadere
mensole, quadri, libri, e tutto ciò che sul muro era affisso. E’ stata di gran
lunga la cosa più spaventosamente incredibile che i miei occhi abbiano potuto
osservare in vita. Come ho già accennato, le incessanti preghiere di Don Gianni
riuscirono a placare il giovine che, in uno stato di apparente tranquillità,
scivolò dalla parete nelle nostre braccia. Una volta immobilizzato sulla sedia,
iniziò l’esorcismo.
Alle domande dell’esorcista
rispondeva con i soliti epiteti, bestemmie varie, sputi e insulti diretti ai
santi e ai presenti.
Com’è possibile che una
piccola creatura nell’età dell’innocenza, senza colpe, debba sopportare una
prova così dura? Sono misteri della fede. Un infinito mistero così come infinite sono
le vie del Signore.
Non si tratta di un
peccatore incallito: a volte vi sono prove che Dio stesso permette per
concedere un bene maggiore al posseduto o ai familiari. Quando si parla della
volontà di Dio, è veramente difficile comprendere, pertanto occorre non perdere
la speranza, affidarsi e fidarsi.
Parlava in modo prolisso,
con una lucida follia citava date, avvenimenti, persone realmente esistite.
Dimostrava di conoscere la realtà come un adulto e nel contempo passava di
epoca in epoca fosse fuori dal tempo. Questa dimensione di eterno mi
sbalordiva, credo sia una delle prove più limpide dell’esistenza del male e del
bene, di satana e di Dio. Infatti, l’entità che si cela e si manifesta all’interno
di queste creature è sì presente, ma nel contempo se ne percepisce la realtà
spirituale, fuori dalle logiche che regolano il mondo, ma pur sempre nel mondo.
Si respira l’eternità.
Per citare un episodio: a un
tratto si mise a parlare di un fatto, un omicidio in uso all’epoca dei fatti.
Un linguaggio ricercato e raffinato, romanzato, inusuale ai giorni nostri,
inusuale a maggior ragione per un quasi adolescente.
I racconti che spesso fanno
i posseduti non sono da prendere come verità, bisogna ricordarsi che si ha a
che fare con il re della menzogna, il cui fine è quello di confondere,
distrarre, mostrarsi potente, tutti trucchi e mascheramenti che un esorcista
conosce bene e, infatti, il sacerdote lo richiamò in maniera imperativa all’ordine,
sempre con la forza del Vangelo e della preghiera, decisamente più coercitiva
di qualsiasi altra cosa. Parola e forza di Dio a cui il demonio deve inchinarsi
e, alla fine della battaglia, soccombere.
Più si andava avanti con il
rito e più si faceva fatica a tenere fermo il ragazzo. Eravamo quattro adulti e
a malapena sufficienti: continuava a urlare, a contorcersi e a sbavare,
manifestava una totale avversione al sacro e alle preghiere, si udiva e percepiva
un trambusto come se dentro di lui ci fosse un esercito in lotta, un plotone in
guerra. Era un continuo susseguirsi di urla e gemiti a più voci, uno strazio
corale difficile da comprendere e spiegare.
In quella seduta il demone
non rivelò il suo nome. Don Gianni mi disse che questo era più che normale e
che molto spesso occorre del tempo, non bastano poche sedute.
Fu un’esperienza forte che
mi segnò profondamente e sulla quale ancora oggi a distanza di tempo mi capita
di ritornare con la mente.