La
Grazia
Noi tutti durante la vita riceviamo
grazie innumerevoli grazie efficaci, per cui operiamo bene e facciamo
atti salutari. Tali atti, compiuti sotto l'influenza della grazia,
meritano una ricompensa soprannaturale e ci avvicinano al Signore.
Certamente la grazia efficacia non priva l'uomo del suo libero
arbitrio ma, per quanto induca l'umo ad agire, gli lascia la sua
piena libertà. Così in ogni atto buono, come leggere un buon libro,
recitare una preghiera, visitare gli ammalati, perdonare i nemici,
ecc., due fattori sono sempre presenti: in una mano la grazia di Dio
e, nell'altra, la cooperazione dell'uomo con la grazia.
La nostra fedeltà alla grazia, merita
per noi un accrescimento della grazia santificante. Veramente noi
riceviamo “Grazia su grazia2 (Giov. 1,16) ed incrementandone il
flusso, Dio scorge la nostra fedeltà ed umiltà e, nella Sua
infinita Misericordia, ci concede la grazia finale della provvidenza,
che assicura la nostra salvezza. Non tutte le grazie sono efficaci.
L'insegnamento della Chiesa Cattolica e l'esperienza personale
possono far sì che l'uomo possa, ed effettivamente a volte lo fa,
rigettare la grazia di Dio. Se mostrasse maggiore gratitudine e
generosità, rispondendo all'invito di Dio, compierebbe un atto di
valore soprannaturale. Iddio, così, non si farebbe vincere in
generosità e concederebbe all'uomo altre grazie e se l'uomo
continuasse a corrispondere alla Sue grazie, la sua vita si
incamminerebbe verso il Cielo. Se, invece, continuamente respinge le
grazie di Dio e persiste nel rifiuto a cooperare con Lui, il corso
della sua vita corre alla dannazione.
Perfino il tal caso, l'uomo riceve le
necessarie grazie per compiere atti salutari. Se tale atto non viene
compiuto, non è perché non riceva la forza necessaria, ma perché
egli resiste alla grazia. Per questo nessun altro, se non l'uomo
stesso, è da biasimare. Se noi rigettiamo la nozione della grazia
sufficiente, verremmo facilmente a concludere che Dio dovrebbe essere
biasimato per la dannazione delle anime. Ogni grazia che ci viene da
Dio è sempre efficace e se induce sempre gli uomini a compiere atti
salutari, coloro che non raggiungono il Cielo non potrebbero essere
biasimati per il loro insuccesso, perché significherebbe che non
ebbero la fortuna da Dio e non furono loro concesse tali grazie. Così
Dio dovrebbe essere veramente biasimato, quale responsabile della
perdita delle anime. In tale ipotesi, saremmo forzati a dire che
Cristo non morì per tutti gli uomini e che, di conseguenza, Egli non
vuole che tutti siano salvi.
Questa sarebbe una bestemmia contro la
Divina Misericordia. E' una dottrina interamente falsa e contraria
all'insegnamento della Sacra Scrittura, dove leggiamo che Dio “vuole
che tutti gli uomini si salvino e pervengano al riconoscimento della
verità” (Tim. 2,4). Fateci ricordare ancora una volta le parole
della Scrittura: “Io non voglio la morte dell'empio, ma che l'empio
si converta dalla sua condotta e viva” (Ezech. 33,11).
Dio desidera che tutti gli uomini siano
salvi. Egli concede ad ognuno di essi, avente l'uso della ragione,
almeno la grazia sufficiente per la propria salvezza, ma richiede da
ogni uomo uno sforzo personale ed una cooperazione alla Sua grazia.
Benché l'uomo sia incline al peccato, è capace, con la grazia di
Dio, di superare la tentazione e frenarsi dal peccato mortale.
Nessuno può presumere tanto dalla
Misericordia di Dio, dicendo che osservare i 10 Comandamenti o
commettere peccato mortale e senza importanza, purché si creda in
Cristo.
Tale attitudine è invece peccaminosa e
certamente attira i castighi di Dio sul peccatore.