LA
VESSAZIONE E LA TENTAZIONE
Molti Santi
sono stati vessati fisicamente dal demonio. Santa Teresa di Gesù racconta nella
sua Vita di figure abominevoli che la sferzavano e che solo l’acqua benedetta
poteva scacciare, mentre San Paolo della Croce vedeva il diavolo sotto forma di
un gigante orribile o di un uccello nero di aspetto terrificante. Questo non lo
lasciava dormire, levandogli le coperte e trascinandolo a terra per riempirlo
di botte.
Anche il
Santo Curato D’Ars e San Giovanni Bosco vivevano notti terribili lottando con
il maligno che li tormentava in mille modi. Forse il caso più famoso è quello
di Padre Pio.
Il Santo di
Pietrelcina veniva regolarmente bastonato dal demonio, che il povero frate
chiamava con i nomi più svariati: Barbablù, nemico, infelice, brutto,
animalaccio, triste cosaccio, insidiatore maligno, principe delle tenebre, quando
ne parlava ai suoi padri spirituali.
Barbablù
scriveva in una lettera non si vuole dare per vinto.
Ha preso
quasi tutte le forme. Da vari giorni in qua mi viene a visitare assieme con
altri suoi satelliti armati di bastoni e
di ordigni di ferro e, quel che è peggio, sotto le proprie forme. Chi sa quante
volte mi ha gettato dal letto trascinandomi per la stanza. Ma pazienza! Gesù,
la Mammina, l’angioletto, San Giuseppe e il padre San Francesco sono quasi
sempre con me.
E in un
altro testo : Ormai sono sonati ventidue giorni continui che Cristo permette a
costoro di sfogare la loro ira su di me. Il mio corpo, padre mio, è tutto
ammaccato per le tante percosse che ha contato fino al presente per mano dei
nostri nemici.
La
vessazione è una delle azioni visibili del diavolo sulle persone.
Anche a me è
capitato un caso di questo tipo. Un uomo, che possiamo chiamare Alberto, mi
contatta perché ritiene che il fratello, Carlo, sia posseduto. La loro famiglia
è di origine calabrese, ma da qualche decennio vivono tutti in Svizzera:
emigrati che hanno costruito la loro agiatezza economica grazie all’intenso
lavoro e sopportando con costanza anche le inevitabili avversità.
Una storia
come tante, da queste parti.
Rispondo che
li incontrerò volentieri e fissiamo un appuntamento nella Chiesa della missione
di Samedan. Arrivano in sei: il signore che ha chiamato, la presunta vittima,
la cognata di entrambi, moglie di un terzo fratello e non so più quale altro
familiare. Nella mia stanza non ci stiamo e devo mandarli al centro comunale.
Carlo, in
realtà, come mi accorgo presto, soffre di forma di depressione. In famiglia
avevano vissuto da poco un evento traumatico: una loro cugina era stata uccisa
dal marito. L’assassino, dopo il delitto, aveva chiamato Alberto, cui era
legato da profonda amicizia. Senza dare spiegazioni gli aveva chiesto se in
caso di necessità si sarebbe preso cura dei suoi figli. Dopo essersi assicurato
della disponibilità dell’amico, si era suicidato.
E’ chiaro
come questa vicenda avesse sconvolto tutti.
Carlo,
operaio in una fabbrica nei dintorni di Zurigo, con vent’anni di un lavoro
ripetitivo e abbastanza monotono alle spalle, era entrato in depressione. La
morte violenta della cugina, con le ripercussioni familiari che ne erano
conseguite, aveva dato la stura ai problemi di lavoro che lo opprimevano.
D’altra
parte, anni prima anche Alberto aveva avuto gli stessi problemi psicologici: in
famiglia si può dire che ci fosse una certa familiarità con questa patologia.
E’ sempre
lui ad accennarmi che da ragazza la cognata Maria, che li ha accompagnati a
Samedan, quando si trovava ancora in Italia era stata oggetto di un maleficio.
La faccio
chiamare e la donna mi racconta la sua storia.
In Calabria
esiste, o perlomeno esisteva nel passato, la pratica da parte delle donne di
lanciare la maledizione su una persona, pronunciando la formula di malocchio
davanti a una chiesa e denudandosi contemporaneamente un seno. Lo scrittore
Corrado Alvaro, nel saggio del 1931 intitolato La Calabria, descrive in modo
dettagliato le tradizioni, le credenze e le superstizioni della sua terra. Una
madre misconosciuta, picchiata o scacciata dai suoi figli, attirava la
maledizione su di loro scoprendosi il petto e posando la fronte sulla terra.
Questa “sanzione
biblicamente terribile” era stata lanciata anche verso Maria, che forse aveva
attirato l’invidia di qualche megera su di sé perché in Svizzera la sua famiglia
aveva raggiunto un grado di benessere che, a quel tempo, in paese mancava. L’auto,
i vestiti, perfino i regali che portava ai parenti quando tornava in Italia per
le ferie estive avevano provocato rancore e sentimenti malevoli.
Fatto sta
che, da allora, la donna avvertiva voci e presenze silenziose, come delle ombre
che scivolavano nella sua vita di tutti i giorni provocandole inquietudini e il
timore che qualcosa di malefico fosse anche dentro di lei.
Decido di
iniziare la preghiera di esorcismo su entrambi, Carlo e Maria. Sono consapevole
che il primo non ha problemi di manifestazioni demoniache, ma lo coinvolgo ugualmente
per rassicurarlo e offrirgli tranquillità. Come mi aspettavo, è lei a reagire.
Mentre è raccolta in silenzio sotto la mia stola viola con la quale ho coperto
tutti e due, improvvisamente comincia a tossire forte e sbadigliare, anche se
non entra nello stato di trance.
Interrompo
la preghiera dopo la prima formula. Ho capito che la natura del problema che la
tormenta è la vessazione. Il demonio la perseguita con vari segni per
spaventarla.
Oggi la
donna è ancora seguita dal suo parroco in Calabria e spero che possa superare
presto le sue sofferenze.
Anche il
caso di Nadia po’ essere interpretato come vessazione.
L’esorcista
a cui si era rivolta la prima volta buttava acqua benedetta addosso per vedere
le sue reazioni ed eventualmente prendere di sorpresa il demonio: forse è per
questo che poi si è rivolta a me.
Non era la
prima volta che ascoltavano una storia come quella di Nadia. La donna era
andata a un ritiro di tipo spirituale, organizzato da un gruppo di laici, in
cui si recitavano preghiere di liberazione collettive: non era molto convinta
di fare questa esperienza, ma il marito aveva insistito. Uno dei sacerdoti
presenti le aveva imposto le mani, ma invece di una benedizione ne aveva
ricevuto un maleficio. Da quel momento avvertiva la forte pressione di una mano
sulla gola e sulle tempie, fino a sentirsi soffocare.
Può
accadere. Anche un sacerdote, a sua insaputa, può diventare strumento del
demonio. I presbiteri presenti all’incontro compivano esorcismi al di fuori
della giurisdizione della loro diocesi, nella quale avevano ricevuto lo
speciale mandato del vescovo.
Non bisogna
mai venir meno alle regole. Queste sono fatte per aiutare, non per limitare: è
il bene della Chiesa nella sua interezza che va perseguitato.
Più tardi
Nadia avrebbe saputo che diverse persone presenti a quel ritiro, compresa una
bambina, avevano visto uno strano personaggio aggirarsi per le stanze dell’edificio
in cui si trovavano: tutti ricordavano la sua presenza, ma ognuno lo descriveva
in modo diverso. L’unica cosa in comune era la sensazione di inquietudine e
disagio che avevano provocato incrociando il suo sguardo. Parlando con lei e
pregando insieme, go capito che non era posseduta, ma sicuramente veniva
vessata dal demonio.
La
vessazione diabolica, come quella sperimentata da quella donna, si verifica
quando il demonio, anche senza impossessarsi della persona, le infligge i mali
più vari. E’ accaduto, oltre che a Padre Pio, al Curato D’Ars, s Santa Gemma
Galgani, a San Giovanni Vianney e a una schiera di altri eletti dal Signore: il
demonio li batteva, li perseguitava con apparizioni mostruose e li colpiva in
vari modi infliggendo loro dolori lancinanti, senza riuscire però a indebolire
la loro fede.
I fenomeni
di vessazione sono di varia natura e le vittime possono essere colpite nella
salute, negli affetti, negli affari, nella carriera e sul lavoro. In qualunque
forma si presentino, sono fenomeni dolorosi e difficili da sopportare, anche
perché durano a lungo nel tempo. La fatica di un tormento che sembra non avere
fine può condurre alla ribellione nei confronti di Dio e ad allontanarsi da
Lui, ed è proprio ciò che satana spera e persegue.
Il principe
delle tenebre ha vari modi per cercare di far smarrire all’uomo la strada che
lo conduce al Padre. Il mezzo ordinario è quello della tentazione. Spingendo l’uomo
a compiere il male e a vivere in uno stato di peccato, i demoni possono
riuscire a trascinarlo dove vivono loro stessi, cioè all’inferno. Sarebbe la
vendetta perfetta contro Gesù, che ha dato la sua vita affinché tutti possano
accedere al paradiso.
Satana può
mettere in atto misure straordinarie che colpiscono le persone o le cose;
capita spesso quando gli indovini stessi si mettono in condizioni di pericolo
frequentando maghi e cartomanti o,
peggio, partecipando a riti satanici. Le varie forme di questa attività
diabolica, che hanno una gamma molto varia di intensità e di gravità, sono
quattro.