NON APRITE LA PORTA AL
DEMONIO
Non bisogna dare occasione al demonio, neanche per gioco o
per curiosità. L’inverno scorso mi ha telefonato una ragazza dell’alto Adige
chiedendo di potermi venire a trovare. Mi capita abbastanza di frequentare che
si rivolgono a me persone che abitano vicino ai confini italiani, data la poca
distanza che ci separa.
Quando apro la porta della missione di Samedan, vedo una
giovane donna dai lineamenti delicati, ma segnati dall’incertezza e dallo
sfinimento di chi fatica a dormire. Davanti a una tazza di tè caldo, Caroline
mi racconta finalmente la sua storia. Un’amica le aveva proposto di conoscere
un sedicente mago e lei aveva accettato per divertimento e per sfida. In quel
primo appuntamento in tre, erano andati avanti a chiacchiere per un po’. L’uomo
si era vantato delle sue doti di divinazione e della capacità di leggere con
esattezza il futuro di tutti: anche il suo, se avesse voluto. La ragazza aveva
continuato a frequentarlo, per curiosità e per il leggero brivido che danno le
cose non del tutto ortodosse, misteriose, fuori dalla routine di casa, ufficio
e serate con amici.
Il ciarlatano, però, si era invaghito della bella altoatesina
bionda e si era sentito autorizzato a farle delle avances che Caroline aveva
rispedito al mittente: un conto è flirtare, un conto impegnarsi in una
relazione con uno sconosciuto. E lui si era vendicato. Quando si erano
incontrati, la volta successiva, si era scusato e, gentile come se nulla fosse
accaduto, le aveva offerto un caffè. La ragazza non poteva sapere che il mago
aveva compiuto un possibile maleficio. La bevanda le aveva fatto perdere i
sensi e l’uomo ne aveva approfittato per violentarla. Dal momento in cui era
rinvenuta aveva cominciato a sentirsi strana, sentiva voci e vedeva ombre che
cercavano di ghermirla, terrorizzandola.
Quando anche il terzo psicologo consultato non le aveva dato
spiegazioni convincenti, almeno per lei, aveva cominciato a sospettare di
essere posseduta. Allora aveva cercato un esorcista, ma nella sua zona non ce
ne sono e così si era rivolta alla diocesi di Coira ed era arrivata a me: siamo
distanti solo un’ora di auto.
Incontro Caroline insieme al gruppo di preghiera. Anche con
lei, mentre iniziamo la recita del Rosario, ricorro al trucco di porre silenziosamente
delle domande all’ospite maligno: “Chi sei?”. La giovane sta recitando l’Ave
Maria e mentre prega dice distintamente: “No”. Capisco che si tratta di una
risposta alla mia indagine muta.
Quando qualcuno si presenta a un esorcista perché afferma di
essere posseduto o vessato, occorre compiere un attento discernimento e mettere
insieme gli aspetti che si conoscono di quella persona. Se sei entrato nel
mondo della magia e dei cartomanti, hai aperto una porta che non sai dove ti
potrà condurre. Se l’hai fatto volontariamente, questo è un inizio da sommare
alla verifica degli altri segni di possessione, i quattro elementi di cui
abbiamo già parlato. Più elementi ci sono, più il discernimento diventa
semplice.
A molte donne piace la magia “bianca”: farsi fare le carte,
cercare anticipazioni e rassicurarsi sul futuro. Non è un caso se la maggior
parte delle persone possedute sono di sesso femminile.
(Non ce distinzione tra magia bianca o rossa… perché è sempre
magia, un aprire le porte a satana).
Cercano anche la magia “rosa”: gli amuleti, gli scongiuri, le
formule che possono incatenare il cuore degli uomini di cui sono innamorate. In
tanti, sia donne che uomini, si rivolgono a maghi e fattucchieri per sapere
dell’amore o dei soldi.
Dopo quell’incontro Caroline aveva ripreso la sua vita di
sempre, ma poi aveva cominciato ad avere problemi sul lavoro. Era un’insegnante
di lettere di buona famiglia, con un’esistenza normale e priva di scosse.
Sembrava, all’improvviso, che i colleghi della scuola avessero cominciato a
prenderla di mira. Perdeva peso, non riusciva a concentrarsi, di notte aveva
incubi che la tormentavano con presenze terrificanti e rimaneva con gli occhi
sbarrati a fissare il buio, senza poter dormire.
Avevo dei dubbi sulla natura dei suoi problemi. Non entrava
facilmente nello stato di trance che genera l’autentica possessione quando
viene praticato un esorcismo. E’ una condizione di “assenza” dalla realtà
circostante che può durare anche mezz’ora, per tutta la durata della preghiera.
Spesso la ragazza rimaneva cosciente.
Ancora oggi non so se lottasse davvero contro i demoni. Tutte
le manifestazioni potevano essere frutto della rabbia e della frustrazione per
la violenza subita, anche se non ne era consapevole a livello cosciente. Come
ho detto, il discernimento non è facile. Le ho raccomandato di andare in
parrocchia. Lei era una cattolica praticante e per questo le ho consigliato di
frequentare dei gruppi di preghiera. Per sei mesi ho proseguito gli esorcismi
con il sostegno del suo parroco e dei fedeli. E Caroline ha cominciato a
sentirsi meglio.
Si era liberata davvero o era tutto frutto di un trauma
psicologico? Durante le sedute con me rivelava dei particolari che a voce,
quando era cosciente, non mi aveva raccontato. Per esempio, mi aveva descritto
il rito che aveva utilizzato il mago per compiere il maleficio e il nome di
alcune erbe che aveva utilizzato, mescolandole a terra del cimitero. Aveva
rivelato che l’uomo aveva avuto fin da subito l’intenzione di abusare di lei.
Se in lei c’era veramente un demonio, questo non mi ha mai
svelato il suo nome, ma alcuni dei riti magici latino-americani, come le
macumbe, possono essere particolarmente violenti nell’invocazione del demonio e
lasciare la loro impronta. D’altra parte, prima di arrivare da me Caroline si
era rivolta ad alcuni psicologi che non avevano riscontrato in lei
problematiche psicologiche o psichiatriche.
Sono propenso a credere che la vita spirituale e sacramentale
abbiano contribuito a sconfiggere la presenza maligna che le avvelenava la
vita. Coltivare la nostra anima nutrendola della Parola di Dio e dei sacramenti
è sempre il modo migliore per tenere lontano Satana e i suoi aiutanti.
Padre Simone Truqui