martedì 18 settembre 2018

COS’E’ LA POSSESSIONE?


COS’E’ LA POSSESSIONE?

In tutti i trattati di demologia e nello stesso rituale degli esorcismi si dice che la possessione è un fenomeno in virtù del quale il demonio prende possesso del corpo di un uomo vivo e ne fa muovere gli organi a piacimento, quindi servendosi del corpo, delle membra, della voce di quella persona. L’anima invece non può essere mai posseduta dal demonio perché appartiene solo a Dio e al libero arbitrio. E’ uno spazio che il demonio non potrà mai occupare. Qualora lo affermasse negli esorcismi, certamente mentirebbe.
Poiché nessun esorcista possiede uno strumento che gli permetta di valutare e accertare già dal primo incontro una possessione, la Chiesa secondo una prassi consolidata nei secoli, offre dei criteri di discernimento. Ferma restando la necessità che il fedele si accosti ai sacramenti prima di sottoporsi a un esame attento da parte dell’esorcista e al suo discernimento, vanno ritenuti segni di possessione diabolica: parlare correntemente lingue sconosciute o capire chi le parla; rivelare cose occulte e lontane; manifestare forze superiori all’età o alla condizione fisica.
Non devono essere trascurati però anche altri segni di ordine morale e spirituale che rivelano in un certo senso l’intervento diabolico. Tra questi quello più comuni e frequenti sono: una forte avversione a Dio, alla Santissima Persona di Gesù, alla Beata Vergine Maria, ai Santi, alla Chiesa, alle realtà sacre, soprattutto ai sacramenti, alle immagini sacre. Diversi esorcisti utilizzano le reliquie dei santi, dei Beati e dei martiri perché queste provocano una forte reazione nell’ossesso, soprattutto quando si tratta di Santi che nella loro vita hanno avuto uno scontro fortissimo col demonio e ne sono usciti vittoriosi. Si potrebbe dire che il maligno è nemico di dio e quindi odia tutto ciò che mette in contatto i fedeli con l’agire salvifico divino.
Durante i convegni – regionali, nazionali e internazionali - , a questi segni che la Chiesa ha tenuto sempre in grande considerazione, gli esorcisti, in forza della loro esperienza, ne hanno aggiunti altri: risate perfide, tossi convulse, pupille completamente rivoltate nella parte superiore o inferiore della cavità orbitale, che appare totalmente o quasi totalmente bianca; timbro di voce cupo, cavernoso, rauco, oppure baritonale, altre volte stridulo o metallico; sibili come di serpente, assumendone talvolta persino i movimenti, ringhi come di cane, oppure ruggiti come di leone ecc.; sorrisi beffardi e risate ironiche e perfide; comparsa di oggetti come : aghi, chiodi, pezzi di catene, sassi, ciocche di capelli, pezzi di stoffa, carne, fiori, corde, anelli, orecchini e altre cose, tra le più varie; e infine, sia pure assai raramente, il fenomeno della levitazione. Esso, come sappiamo, si verifica anche nella vita di vari mistici; questo fenomeno, però, quando è associato alla conoscenza di cose occulte e all’avversione al sacro, non può essere certamente attribuito a Dio o agli angeli, ma va riconosciuto come segno d’intervento diabolico.
Fin dal tempo degli apostoli, la Chiesa ha esercitato il potere ricevuto da Cristo di scacciare i demoni e respingere il loro influsso, perciò essa prega con fiducia e perseveranza in nome di Gesù di essere liberata dal maligno e, sempre in nome di Gesù e per la forza dello Spirito Santo, comanda in vari modi ai demoni di non ostacolare l’opera di evangelizzazione e di restituire al più Forte il dominio sul creato e su ogni uomo. Quando la Chiesa comanda pubblicamente e con autorità, in nome di Gesù Cristo, che una persona o un oggetto sia protetto contro l’influenza del maligno e sottratto al suo dominio, si parla di esorcismo (catechismo C. C 1673).
E’ interessante notare come nei Vangeli Gesù avesse un atteggiamento diverso nei confronti di una persona posseduta dal demonio rispetto a una persona semplicemente ammalata. Sono diversi anche i verbi riportati dagli evangelisti e quindi pronunciati da Gesù nei confronti degli ammalati. Al paralitico dice: “Alzati, prendi il tuo letto e và a casa tua”   (Mt 9,6); al lebbroso: “Lo voglio, sii purificato” (Mt 8,3); al giovinetto morto:”Giovinetto, dico a te, alzati” (Lc 7,14); all’indemoniato di Cafarnao dice con autorità:” Taci! Esci da lui!” . E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui “ (Mt 1,25-26).                                                                             
Oggi il fenomeno della possessione, è molto raro. A parere degli esperti non supera il 2% dei casi trattati dagli esorcisti. Ma l’azione straordinaria del demonio non si esaurisce nella possessione, vi sono anche l’ossessione, la vessazione e l’infestazione.
Provocano certo grandi sofferenze, ma di per sé non allontanano da Dio e non hanno la gravità del peccato.                                                                                                                  
 Il rituale richiama la vigilanza che deve essere esercitata soprattutto nei confronti dell’azione ordinaria di satana, con la quale egli continua a tentare gli uomini al male. Il testo appena citato ci ricorda che satana riesce a impadronirsi davvero dell’uomo in ciò che ha di più intimo e prezioso quando questi, con atto libero e personale, si sottomette al suo potere con il peccato. E conclude sottolineando: Sarebbe quindi da stolti prestare tanta attenzione all’eventuale presenza del maligno in alcuni fenomeni insoliti e non preoccuparsi affatto della realtà quotidiana della tentazione e del peccato, in cui satana, omicida fin da principio e padre della menzogna, è sicuramente all’opera.
Tutti gli esorcisti sanno bene che la liberazione non avviene in uno spazio di tempo limitato, ma spesso si protrae per mesi e anche per anni. Allora molti si chiedono: perché? È stato necessario tutto questo tempo per raggiungere la liberazione? Un sacerdote come Fra Benigno Palilla – dei frati minori rinnovati, attualmente esorcista dell’arcidiocesi di Monreale e Palermo e incaricato dalla Conferenza Episcopale Siciliana di coordinare gli incontri di formazione per gli esorcisti della Sicilia – afferma :”Io non conosco le ragioni di questo ritardo, so soltanto che esse possono essere diverse. Una prima potrebbe essere la non sufficiente collaborazione del paziente al cammino di liberazione; la seconda che nel paziente e nei familiari manchi una fede sufficiente; una terza potrebbe essere il fatto che non ci sia sufficiente preghiera e non si digiuni; una quarta ragione potrebbe essere il fatto che Dio ne voglia ricavare un bene per il paziente e per i parenti, così da indurli a intraprendere un cammino di fede e di conversione”.                                                                                                           
Fra Benigno sostiene che anche se l’esorcismo non porta subito alla liberazione definitiva, tuttavia restringe sempre di più il campo di azione del demonio. Va detto subito che nessun esorcista, nemmeno il più illuminato, nasconde i tempi della liberazione. Prima di Cristo esistevano persone che affermavano di poter praticare esorcismi, ma il potere di scacciare i demoni lo diede Cristo agli apostoli. Questo ci fa pensare che non ci fossero esorcismi validi prima di Cristo. Oggi, dobbiamo dirlo con convinzione, per praticare gli esorcismi occorre essere autorizzati dalla Chiesa altrimenti la figura dell’esorcista si confonde con quella di maghi, stregoni e santoni.

( Dal libro In viaggio con l’esorcista )