COS’E’ LA
POSSESSIONE?
In tutti i trattati di
demologia e nello stesso rituale degli esorcismi si dice che la possessione è
un fenomeno in virtù del quale il demonio prende possesso del corpo di un uomo
vivo e ne fa muovere gli organi a piacimento, quindi servendosi del corpo,
delle membra, della voce di quella persona. L’anima invece non può essere mai
posseduta dal demonio perché appartiene solo a Dio e al libero arbitrio. E’ uno
spazio che il demonio non potrà mai occupare. Qualora lo affermasse negli
esorcismi, certamente mentirebbe.
Poiché nessun esorcista
possiede uno strumento che gli permetta di valutare e accertare già dal primo
incontro una possessione, la Chiesa secondo una prassi consolidata nei secoli,
offre dei criteri di discernimento. Ferma restando la necessità che il fedele
si accosti ai sacramenti prima di sottoporsi a un esame attento da parte
dell’esorcista e al suo discernimento, vanno ritenuti segni di possessione
diabolica: parlare correntemente lingue sconosciute o capire chi le parla;
rivelare cose occulte e lontane; manifestare forze superiori all’età o alla
condizione fisica.
Non devono essere trascurati
però anche altri segni di ordine morale e spirituale che rivelano in un certo
senso l’intervento diabolico. Tra questi quello più comuni e frequenti sono:
una forte avversione a Dio, alla Santissima Persona di Gesù, alla Beata Vergine
Maria, ai Santi, alla Chiesa, alle realtà sacre, soprattutto ai sacramenti,
alle immagini sacre. Diversi esorcisti utilizzano le reliquie dei santi, dei
Beati e dei martiri perché queste provocano una forte reazione nell’ossesso,
soprattutto quando si tratta di Santi che nella loro vita hanno avuto uno
scontro fortissimo col demonio e ne sono usciti vittoriosi. Si potrebbe dire
che il maligno è nemico di dio e quindi odia tutto ciò che mette in contatto i
fedeli con l’agire salvifico divino.
Durante i convegni –
regionali, nazionali e internazionali - , a questi segni che la Chiesa ha
tenuto sempre in grande considerazione, gli esorcisti, in forza della loro
esperienza, ne hanno aggiunti altri: risate perfide, tossi convulse, pupille
completamente rivoltate nella parte superiore o inferiore della cavità
orbitale, che appare totalmente o quasi totalmente bianca; timbro di voce cupo,
cavernoso, rauco, oppure baritonale, altre volte stridulo o metallico; sibili
come di serpente, assumendone talvolta persino i movimenti, ringhi come di
cane, oppure ruggiti come di leone ecc.; sorrisi beffardi e risate ironiche e
perfide; comparsa di oggetti come : aghi, chiodi, pezzi di catene, sassi,
ciocche di capelli, pezzi di stoffa, carne, fiori, corde, anelli, orecchini e
altre cose, tra le più varie; e infine, sia pure assai raramente, il fenomeno
della levitazione. Esso, come sappiamo, si verifica anche nella vita di vari
mistici; questo fenomeno, però, quando è associato alla conoscenza di cose
occulte e all’avversione al sacro, non può essere certamente attribuito a Dio o
agli angeli, ma va riconosciuto come segno d’intervento diabolico.
Fin dal tempo degli apostoli,
la Chiesa ha esercitato il potere ricevuto da Cristo di scacciare i demoni e
respingere il loro influsso, perciò essa prega con fiducia e perseveranza in
nome di Gesù di essere liberata dal maligno e, sempre in nome di Gesù e per la
forza dello Spirito Santo, comanda in vari modi ai demoni di non ostacolare l’opera
di evangelizzazione e di restituire al più Forte il dominio sul creato e su
ogni uomo. Quando la Chiesa comanda pubblicamente e con autorità, in nome di
Gesù Cristo, che una persona o un oggetto sia protetto contro l’influenza del
maligno e sottratto al suo dominio, si parla di esorcismo (catechismo C. C
1673).
E’ interessante notare come
nei Vangeli Gesù avesse un atteggiamento diverso nei confronti di una persona
posseduta dal demonio rispetto a una persona semplicemente ammalata. Sono
diversi anche i verbi riportati dagli evangelisti e quindi pronunciati da Gesù
nei confronti degli ammalati. Al paralitico dice: “Alzati, prendi il tuo letto
e và a casa tua” (Mt 9,6); al lebbroso:
“Lo voglio, sii purificato” (Mt 8,3); al giovinetto morto:”Giovinetto, dico a
te, alzati” (Lc 7,14); all’indemoniato di Cafarnao dice con autorità:” Taci!
Esci da lui!” . E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui
“ (Mt 1,25-26).
Oggi il fenomeno della
possessione, è molto raro. A parere degli esperti non supera il 2% dei casi
trattati dagli esorcisti. Ma l’azione straordinaria del demonio non si
esaurisce nella possessione, vi sono anche l’ossessione, la vessazione e l’infestazione.
Provocano certo grandi sofferenze, ma di per sé non
allontanano da Dio e non hanno la gravità del peccato.
Il
rituale richiama la vigilanza che deve essere esercitata soprattutto nei
confronti dell’azione ordinaria di satana, con la quale egli continua a tentare
gli uomini al male. Il testo appena citato ci ricorda che satana riesce a
impadronirsi davvero dell’uomo in ciò che ha di più intimo e prezioso quando
questi, con atto libero e personale, si sottomette al suo potere con il
peccato. E conclude sottolineando: Sarebbe quindi da stolti prestare tanta
attenzione all’eventuale presenza del maligno in alcuni fenomeni insoliti e non
preoccuparsi affatto della realtà quotidiana della tentazione e del peccato, in
cui satana, omicida fin da principio e padre della menzogna, è sicuramente all’opera.
Tutti gli esorcisti sanno
bene che la liberazione non avviene in uno spazio di tempo limitato, ma spesso
si protrae per mesi e anche per anni. Allora molti si chiedono: perché? È stato
necessario tutto questo tempo per raggiungere la liberazione? Un sacerdote come
Fra Benigno Palilla – dei frati minori rinnovati, attualmente esorcista dell’arcidiocesi
di Monreale e Palermo e incaricato dalla Conferenza Episcopale Siciliana di
coordinare gli incontri di formazione per gli esorcisti della Sicilia – afferma
:”Io non conosco le ragioni di questo ritardo, so soltanto che esse possono
essere diverse. Una prima potrebbe essere la non sufficiente collaborazione del
paziente al cammino di liberazione; la seconda che nel paziente e nei familiari
manchi una fede sufficiente; una terza potrebbe essere il fatto che non ci sia
sufficiente preghiera e non si digiuni; una quarta ragione potrebbe essere il
fatto che Dio ne voglia ricavare un bene per il paziente e per i parenti, così
da indurli a intraprendere un cammino di fede e di conversione”.
Fra
Benigno sostiene che anche se l’esorcismo non porta subito alla liberazione
definitiva, tuttavia restringe sempre di più il campo di azione del demonio. Va
detto subito che nessun esorcista, nemmeno il più illuminato, nasconde i tempi
della liberazione. Prima di Cristo esistevano persone che affermavano di poter
praticare esorcismi, ma il potere di scacciare i demoni lo diede Cristo agli
apostoli. Questo ci fa pensare che non ci fossero esorcismi validi prima di
Cristo. Oggi, dobbiamo dirlo con convinzione, per praticare gli esorcismi
occorre essere autorizzati dalla Chiesa altrimenti la figura dell’esorcista si
confonde con quella di maghi, stregoni e santoni.
( Dal libro In viaggio con l’esorcista
)