LE
VISIONI
Passiamo qui dall’udire al
vedere; sempre, però, nelle tre forme attribuite alle locuzioni e riconosciute
da santi dottori come Sant’Agostino e San Tommaso D’Aquino. Ci sono infatti le
visioni esterne o corporali, alle quali ci si riferisce quando si parla di
apparizioni, le visioni immaginarie, e ci sono quelle intellettuali.
Le visioni corporali si
producono quando l’occhio percepisce un oggetto naturalmente invisibile all’essere
umano, per l’intervento di un corpo reale oppure di una o più immagini offerte
da un agente esterno e che provocano l’impressione della presenza effettiva di
un oggetto o di un corpo. Le visioni
immaginarie, invece derivano da rappresentazioni colte non con gli occhi bensì
dai soli sensi interni dell’immaginazione, e superano di gran lunga in
chiarezza l’effettiva percezione di realtà fisiche esteriori. Insistiamo nell’affermare
che le visioni immaginarie non sono da confondere con un fenomeno
allucinatorio, frutto del delirio o della fantasia della mente umana. Tuttavia
rimane spesso difficile distinguere tra visioni corporali e immaginarie: senza
negare la possibilità assoluta delle prime, è più facile che si abbia a che
fare con le seconde. Non trascuriamo, poi, il fatto che tali fenomeni si
presentano facilmente alle contraffazioni diaboliche: la teologia cattolica
riconosce infatti agli angeli, buoni o decaduti, la capacità di impressionare i
nostri sensi con vibrazioni acustiche o forme visive.
Ciò che si diceva appena
sopra circa le locuzioni auricolari dei mistici vale a fortiori per le
apparizioni: più un’anima progredisce nella vita mistica, mano ha visioni
corporali. Santa Teresa D’Avila, parlando ancora di sé in terza persona, dice: “Se
si tratta di vista con gli occhi del corpo, non saprei dirne nulla, perché la
persona suddetta, di cui posso parlare con tanti particolari, non ha mai avuto
tal genere di visioni”.
Le visioni intellettuali
consistono in conseguenze soprannaturali che giungono attraverso uno sguardo
immediato e semplice dell’intelligenza, senza, cioè, nessuna rappresentazione
interna o esterna; essendo tuttavia legate alle comunicazioni mistiche più che
a quelle profetiche, non rientrano nell’oggetto di questo nostro studio.
Dal libro: Carismatici,
sensitivi e medium – Francois Marie Dermine –Ediz. Studio Domenicano – Collana:
Teologia