LE
LOCUZIONI
Esse consistono in parole
mediante le quali Dio, Gesù, i santi, i defunti o gli angeli, buoni o cattivi,
trasmettono il loro pensiero a qualche essere umano vivente. Stando alla
testimonianza dei santi, si riducono a tre forme. Le prime, sentite chiaramente
attraverso l’udito come provenienti da una voce normale, si chiamano perciò
vocali, auricolari, oppure corporali; sembra che i mistici, depositari di
confidenze divine più intime, quindi indicibili, ricevano poche di queste
comunicazioni più materiali.
Parlando di se stessa in
terza persona, Santa Teresa di Gesù dice
che nemmeno udì mai nulla con le orecchie del corpo, tranne due volte in
cui, peraltro, non capì alcunché di ciò che le veniva detto, né seppe di cosa
si trattasse.
Le seconde non sono
percepite dal di fuori, ma dal di dentro, nell’anima e in maniera sensibile;
perciò si chiamano immaginarie.
Non bisogna per questo
attribuirle all’immaginazione, tanto più che esse non sempre cessano quando si
vuole o quando si cerca di distrarsi da esse.
Le terze locuzioni infine,
dette intellettuali, non si odono sensibilmente, né con i sensi esterni né con
quelli interni, ma si rivolgono direttamente all’intelletto, come avviene nelle
comunicazioni angeliche. Qui ogni altro pensiero si ferma, di modo che l’attenzione
resta assorta in esse al punto da vanificare qualsiasi opposizione.
Dal libro: Carismatici,
sensitivi e medium – Francois Marie Dermine –Ediz. Studio Domenicano – Collana:
Teologia