SPESSO
SATANA TENTA DI VENDICARSI CONTRO L’ESORCISTA
CHE VUOLE CACCIARLO
Allegri
(giornalista) domanda a un esorcista di Milano
“Lei ha mai fatto
esorcismi?”.
Il sacerdote risponde: Sì,
parecchie volte, E’ un’esperienza terribile. L’esorcista durante l’esercizio
del suo ministero ha un contatto diretto con il demonio, parla con lui, lo
interroga, assiste a scene e a fenomeni incredibili. Spesso satana tenta di
vendicarsi del sacerdote che vuole cacciarlo: cerca di percuoterlo, gli
rimprovera colpe e peccati nascosti.
Il nostro giornalista
riporta un altro colloquio con un esorcista in pensione che riuscì a incontrare
grazie ai buoni uffici di un suo amico e confratello gesuita. Va a incontrarlo
nella casa di riposo dove si è ritirato. Ma seguiamo il racconto:
Di media statura,
magrissimo, con le spalle incurvate, l’esorcista ha il volto scavato, la pelle
grinzosa. Gli occhi, dietro lenti grosse come fondi di bicchiere, sono acquosi,
stanchi. Nell’orecchio destro noto un apparecchio acustico. L’uomo che mi sta
di fronte sembra molto vecchio, un ottantenne conservato male.
Si accorge che lo sto
esaminando e chiede: “Quanti anni mi dà?”. “Non saprei” dico per sviare l’argomento.
“Non è vero” dice con tristezza. “Lei ha visto che sono un rottame. Sordo,
cieco, con il fegato, i polmoni, il cuore, i reni in disordine, sono da buttar
via. Ebbene, ho sessantacinque anni. Alla mia età i miei confratelli sono al
lavoro; io sto qui, in questo ospizio, ad aspettare la fine”.
Resto allibito e senza
parole. “Ecco come mi ha ridotto satana”, continua l’esorcista. “Mi ha rovinato
la vita. So che dovrò morire presto, e non ne sono affatto contento”.
Il Padre ora ha quasi le
lacrime agli occhi. Il suo volto si è fatto terreo. Dice: “Quello che ho visto
e patito è indescrivibile. A raccontarlo, nessuno ci crederebbe. Direbbero che
sono un pazzo, esaltato, malato. Prima di fare quelle esperienze, ero scettico.
E anche adesso non sono pienamente convinto che sia tutto reale ciò che mi è
capitato, anche se sono stato testimone di fatti mostruosi e ne porto sul
fisico le conseguenze. Ho visto satana entrare nel corpo di una vecchia di
settant’anni e costringerla a compiere piroette, stando dritta sull’alluce, che
neppure una grande ballerina sarebbe in grado di fare. Una volta il demonio ha
costretto due poveri invasati a cui stavo facendo gli esorcismi a gettarsi
dalla finestra di un palazzo, e ho rischiato di finire in galera. Ho
esorcizzato bambini in fasce che erano diventati ossessi ancora nel ventre
della madre.
Uno dei casi che mi fecero
maggiormente sudare nella mia attività di esorcista fu quello di una ragazza
che chiamerò Anna. Apparteneva a un’ottima famiglia. Era laureata in lettere e
filosofia. Prima di iniziare gli studi universitari frequentava la Chiesa. Poi
fece un cambiamento radicale. Come seppi in seguito, era entrata a far parte di
una setta che venerava lo spirito del male. Non è riuscita mai neppure lei a
rendersi conto delle ragioni che l’avevano spinta a far parte di quel gruppo. A
convincerla era stato un ragazzo che aveva conosciuto a una festa. Avevano cominciato
a chiacchierare e Anna era diventata immediatamente succube di quell’individuo.
Da quel giorno si incontrarono spesso. L’uomo le parlava delle sue idee e del
suo gruppo e la convinse a farne parte.
In poco tempo quella ragazza
divenne la disperazione dei genitori. Da buona, gentile, educata, si era
trasformata in un essere immondo: bestemmiava, usava un linguaggio volgare,
offendeva, si trascurava nel vestire e nell’igiene personale, e cominciò a
drogarsi. Quando i genitori si rivolsero a me perché mi interessarsi del caso,
tutti pensavano che la ragazza fosse vittima della droga. Ma al primo incontro,
appena alzai la mano per benedirla, Anna cacciò un urlo, scoppiò a piangere e
cominciò a tempestarmi di pugni, come fanno in genere le persone in balia delle
forze del male. Fu deciso di tentare l’esorcismo. Ogni incontro fu drammatico.
Anche se non veniva informata, Anna sapeva sempre quando stavo arrivando. Si
abbandonava a manifestazioni di una violenza inaudita, rompeva tutto quello che
le capitava sotto mano, urlava insulti, bestemmie, frasi sconce, si graffiava
con le unghie, batteva la testa contro il muro, tentava di gettarsi dalla
finestra. Era necessario l’intervento di persone robuste per impedirle di farsi
del male.
Durante il rito, l’appartamento
sembrava invaso da una legione di spiriti maligni. Le porte si aprivano e si
chiudevano da sole, in continuazione. I quadri cadevano dalle pareti. I bicchieri,
i soprammobili, i piatti, il vasellame, i vetri venivano scossi violentemente e
spesso ridotti in frantumi. A ogni mio intervento con l’acqua benedetta, Anna
tentava di aggredirmi offendendomi con le frasi più sconce che si possano
immaginare.
Un giorno, mentre due
persone la tenevano ferma sul letto, una mano invisibile le lacerò la camicia,
scoprendo il seno, e fece saltare tutte le cuciture dei jeans. Strisce rosse e
turgide di sangue apparvero sul petto, sulle gambe, sul ventre, sulla faccia,
come se una presenza invisibile la percuotesse con uno scudiscio. La ragazza
urlava, tirava calci, poi, esasperata, assunse un’espressione intontita, con la
bocca aperta, la lingua pendente coperta di schiuma grigiastra.
L’ultimo esorcismo, dopo
oltre un anno di lotta, fu il più drammatico. Io sentivo che ormai il maligno
era indebolito e stava per abbandonare la preda, perciò quel giorno ero deciso
a combattere a oltranza. Tra rumori, urla, improperi di ogni genere andai avanti
per ore. Anna era distrutta. Ogni tanto il medico controllava le condizioni del
suo cuore.
A un certo momento mi sentii
come soffocare. Avevo l’impressione che qualcuno mi stringesse il torace
impedendomi di dilatare i polmoni per respirare. Cominciai a urlare per il
dolore. Capii che satana aveva lasciato la ragazza, ma prima di andarsene
definitivamente si vendicava su di me. Una mano invisibile mi graffiava.
Sentivo dolori lancinanti al ventre, alle gambe, alla schiena. Ero in un bagno
di sudore e di sangue. In preda agli spasimi, correvo per la stanza
contorcendomi. Sulla fronte si aprì una ferita che sanguinava abbondantemente.
Caddi a terra svenuto. Quando ripresi conoscenza, ero steso su un divano con il
corpo bendato. Mi dissero che Anna stava bene e che satana se ne era andato. Ci
volle più di un mese perché potessi riprendermi, ma da allora la mia salute
andò sempre peggiorando.
Dal libro: E’ lui a far paura al demonio –
Padre Amorth in lotta col male