lunedì 24 giugno 2019

SPESSO SATANA TENTA DI VENDICARSI CONTRO L’ESORCISTA CHE VUOLE CACCIARLO


SPESSO SATANA TENTA DI VENDICARSI CONTRO L’ESORCISTA 
CHE VUOLE CACCIARLO

Allegri (giornalista) domanda a un esorcista di Milano

 “Lei ha mai fatto esorcismi?”.
Il sacerdote risponde: Sì, parecchie volte, E’ un’esperienza terribile. L’esorcista durante l’esercizio del suo ministero ha un contatto diretto con il demonio, parla con lui, lo interroga, assiste a scene e a fenomeni incredibili. Spesso satana tenta di vendicarsi del sacerdote che vuole cacciarlo: cerca di percuoterlo, gli rimprovera colpe e peccati nascosti.
Il nostro giornalista riporta un altro colloquio con un esorcista in pensione che riuscì a incontrare grazie ai buoni uffici di un suo amico e confratello gesuita. Va a incontrarlo nella casa di riposo dove si è ritirato. Ma seguiamo il racconto:
Di media statura, magrissimo, con le spalle incurvate, l’esorcista ha il volto scavato, la pelle grinzosa. Gli occhi, dietro lenti grosse come fondi di bicchiere, sono acquosi, stanchi. Nell’orecchio destro noto un apparecchio acustico. L’uomo che mi sta di fronte sembra molto vecchio, un ottantenne conservato male.
Si accorge che lo sto esaminando e chiede: “Quanti anni mi dà?”. “Non saprei” dico per sviare l’argomento. “Non è vero” dice con tristezza. “Lei ha visto che sono un rottame. Sordo, cieco, con il fegato, i polmoni, il cuore, i reni in disordine, sono da buttar via. Ebbene, ho sessantacinque anni. Alla mia età i miei confratelli sono al lavoro; io sto qui, in questo ospizio, ad aspettare la fine”.
Resto allibito e senza parole. “Ecco come mi ha ridotto satana”, continua l’esorcista. “Mi ha rovinato la vita. So che dovrò morire presto, e non ne sono affatto contento”.
Il Padre ora ha quasi le lacrime agli occhi. Il suo volto si è fatto terreo. Dice: “Quello che ho visto e patito è indescrivibile. A raccontarlo, nessuno ci crederebbe. Direbbero che sono un pazzo, esaltato, malato. Prima di fare quelle esperienze, ero scettico. E anche adesso non sono pienamente convinto che sia tutto reale ciò che mi è capitato, anche se sono stato testimone di fatti mostruosi e ne porto sul fisico le conseguenze. Ho visto satana entrare nel corpo di una vecchia di settant’anni e costringerla a compiere piroette, stando dritta sull’alluce, che neppure una grande ballerina sarebbe in grado di fare. Una volta il demonio ha costretto due poveri invasati a cui stavo facendo gli esorcismi a gettarsi dalla finestra di un palazzo, e ho rischiato di finire in galera. Ho esorcizzato bambini in fasce che erano diventati ossessi ancora nel ventre della madre.
Uno dei casi che mi fecero maggiormente sudare nella mia attività di esorcista fu quello di una ragazza che chiamerò Anna. Apparteneva a un’ottima famiglia. Era laureata in lettere e filosofia. Prima di iniziare gli studi universitari frequentava la Chiesa. Poi fece un cambiamento radicale. Come seppi in seguito, era entrata a far parte di una setta che venerava lo spirito del male. Non è riuscita mai neppure lei a rendersi conto delle ragioni che l’avevano spinta a far parte di quel gruppo. A convincerla era stato un ragazzo che aveva conosciuto a una festa. Avevano cominciato a chiacchierare e Anna era diventata immediatamente succube di quell’individuo. Da quel giorno si incontrarono spesso. L’uomo le parlava delle sue idee e del suo gruppo e la convinse a farne parte.
In poco tempo quella ragazza divenne la disperazione dei genitori. Da buona, gentile, educata, si era trasformata in un essere immondo: bestemmiava, usava un linguaggio volgare, offendeva, si trascurava nel vestire e nell’igiene personale, e cominciò a drogarsi. Quando i genitori si rivolsero a me perché mi interessarsi del caso, tutti pensavano che la ragazza fosse vittima della droga. Ma al primo incontro, appena alzai la mano per benedirla, Anna cacciò un urlo, scoppiò a piangere e cominciò a tempestarmi di pugni, come fanno in genere le persone in balia delle forze del male. Fu deciso di tentare l’esorcismo. Ogni incontro fu drammatico. Anche se non veniva informata, Anna sapeva sempre quando stavo arrivando. Si abbandonava a manifestazioni di una violenza inaudita, rompeva tutto quello che le capitava sotto mano, urlava insulti, bestemmie, frasi sconce, si graffiava con le unghie, batteva la testa contro il muro, tentava di gettarsi dalla finestra. Era necessario l’intervento di persone robuste per impedirle di farsi del male.
Durante il rito, l’appartamento sembrava invaso da una legione di spiriti maligni. Le porte si aprivano e si chiudevano da sole, in continuazione. I quadri cadevano dalle pareti. I bicchieri, i soprammobili, i piatti, il vasellame, i vetri venivano scossi violentemente e spesso ridotti in frantumi. A ogni mio intervento con l’acqua benedetta, Anna tentava di aggredirmi offendendomi con le frasi più sconce che si possano immaginare.
Un giorno, mentre due persone la tenevano ferma sul letto, una mano invisibile le lacerò la camicia, scoprendo il seno, e fece saltare tutte le cuciture dei jeans. Strisce rosse e turgide di sangue apparvero sul petto, sulle gambe, sul ventre, sulla faccia, come se una presenza invisibile la percuotesse con uno scudiscio. La ragazza urlava, tirava calci, poi, esasperata, assunse un’espressione intontita, con la bocca aperta, la lingua pendente coperta di schiuma grigiastra.
L’ultimo esorcismo, dopo oltre un anno di lotta, fu il più drammatico. Io sentivo che ormai il maligno era indebolito e stava per abbandonare la preda, perciò quel giorno ero deciso a combattere a oltranza. Tra rumori, urla, improperi di ogni genere andai avanti per ore. Anna era distrutta. Ogni tanto il medico controllava le condizioni del suo cuore.
A un certo momento mi sentii come soffocare. Avevo l’impressione che qualcuno mi stringesse il torace impedendomi di dilatare i polmoni per respirare. Cominciai a urlare per il dolore. Capii che satana aveva lasciato la ragazza, ma prima di andarsene definitivamente si vendicava su di me. Una mano invisibile mi graffiava. Sentivo dolori lancinanti al ventre, alle gambe, alla schiena. Ero in un bagno di sudore e di sangue. In preda agli spasimi, correvo per la stanza contorcendomi. Sulla fronte si aprì una ferita che sanguinava abbondantemente. Caddi a terra svenuto. Quando ripresi conoscenza, ero steso su un divano con il corpo bendato. Mi dissero che Anna stava bene e che satana se ne era andato. Ci volle più di un mese perché potessi riprendermi, ma da allora la mia salute andò sempre peggiorando.

Dal libro: E’ lui a far paura al demonio –
Padre Amorth in lotta col male