sabato 8 giugno 2019

LA PENA DEI SENSI


LA PENA DEI SENSI

Il Signore Gesù e gli apostoli parlano in maniera chiarissima del fuoco che agisce sulle anime dannate (come anche sui demoni). Questa sofferenza è stata definita pena dei sensi, che non va confusa né con il rimorso (impenitente) del male fatto, né con l’afflizione e il tormento che il dannato prova per la consapevolezza di aver perso per sempre la felicità eterna. Si tratta invece di un fuoco reale, analogo a quello materiale, però di altra natura, a noi sconosciuta. Basti pensare, per usare il linguaggio del Vangelo, che brucia senza consumare; non genera luce, ma oscurità e tenebra; non si estingue mai. Certamente anche questo fuoco contribuisce a rafforzare, sul piano psicologico, il rimorso, l’afflizione e il tormento; però è una realtà che, pur agendo all’interno del dannato, proviene dall’esterno, provocandogli una sofferenza analoga, ma molto superiore, a quella che il fuoco fisico può provocare al corpo. Francesco Suarez e altri affermano che questo fuoco speciale rende l’anima brutta e orribile, in contrapposizione alla bellezza dell’anima beata, che è in Paradiso.
L’anima dannata odia dio con tutto l’impeto della sua volontà, che si è stabilizzata, in maniera immutabile e quindi eterna, nella malvagità, e ciò in forza di quella libera decisione, che ha confermato al momento della morte, di essere separata per sempre da Lui.

Dal libro: Gli Angeli ribelli – P. Francesco Bamonte