LA
TRASGRESSIONE DEL SESTO COMANDAMENTO
I vescovi italiani,
considerando quanto San Paolo scrive ai cristiani di Tessalonica “Ciascuno
sappia mantenere il proprio corpo con santità e rispetto non come oggetto di
passione e libidine, come i pagani che non conoscono Dio” (1Tes 4, 4-5), dopo
aver dato saggi consigli ai ragazzi sulla necessità di educare la propria
sessualità, osservano: Purtroppo molti giovani perdono la fede, perché non
riescono ad essere casti”.
C’è da osservare che secondo
i maestri dello spirito ci sono dei peccati che spengono in modo particolare la
luce della fede ed allontanano dalle realtà celesti; tra questi peccati pongono
al primo posto l’impudicizia o lussuria.
Afferma San Tommaso d’Aquino:
“Sono soprattutto i piaceri impuri quelli che portano la dissoluzione dell’anima”.
E Sant’Alfonso Maria dei Liguori asserisce: “Si va all’inferno per questo
peccato o anche con esso”.
Padre Pio è sulla linea di
questi grandi dottori della Chiesa.
Nel giugno 1968 ad un
sacerdote, che in confessione aveva accusato difficoltà nell’osservare la
castità, il Santo, mettendolo in guardia da possibili trasgressioni, disse: La
lussuria è la via più breve e più facile per andare all’inferno. Le cose le sai
e le dici agli altri. Cerca di metterle in pratica.
L’impurità “è via breve e
facile che conduce alla morte eterna”, perché “toglie il gusto della preghiera,
affievolisce la fede fino ad estinguerla e dispone ad ogni specie di peccato,
rende duro il cuore e, senza grazia particolare, trascina.
Padre Pio non era entusiasta
della televisione, anzi guardava ad essa con particolare preoccupazione, perché
poteva trasformarsi in veicolo di immagini scandalose o di messaggi nocivi
immessi nell’intimità della nostra casa.
Sappiamo che i figli
spirituali, prima di fare un qualunque cosa, chiedevano al Padre il suo parere.
Apprendiamo da più di una testimonianza che, quando questo mezzo di
comunicazione cominciò a diffondersi, non a tutti il Santo dava il permesso di
acquistare un apparecchio televisivo. Il suo assenso era condizionato dalla
maturità di colui che ne avrebbe usufruito.
Ma dobbiamo osservare che il
Padre, circa gli spettacoli, andava ben oltre. Egli li considerava non del
tutto confacenti a chi voleva vivere veramente la vita dello spirito. Secondo
il Santo per un vero cristiano il divertimento, anche non peccaminoso, “è
inammissibile”, perché può costituire pur sempre un momento di distrazione, che
gli avevano chiesto il permesso di scendere a Foggia per vedere un film a
soggetto religioso, disse, Certo, sono cose belle, ma perdereste tanto tempo da
impiegare nella preghiera.
Che cose direbbe il Padre
dello scupìo di tempo che si fa da parte di tanti cristiani attraverso il
cattivo uso della televisione?
“Chi non fa un vero cammino
spirituale non può entrare in questo modo di vedere, perde molte ore in cose
inutili, a dissiparsi, prega poco o niente. Tanto più di questi cristiani non
praticanti o non credenti che leggendo tali verità sul cammino di santità si
lamentano e sparlano di esagerazione ecc...
Chi batte la via alla
santità non perde tempo in cose inutili mondane”.
P. Marcellino I.