MOLTI ALL’INTERNO
DELLA CHIESA NON CREDONO
AGLI ESORCISMI
Dal libro in viaggio con l’esorcista
Domanda cronista a Don Sini:
E’ vero che molti all’interno
della Chiesa cattolica, non credono più agli esorcismi e pensano che siano un
reflusso medievale o peggio ancora superstizione?
Capita sempre più spesso di
sentire che anche tra i credenti, tra gli uomini di Chiesa, tra gli stessi
vescovi, ci sia chi nega l’azione straordinaria del demonio fino a possedere
una persona. Con una giustificazione piuttosto infantile si ragiona più o meno
così: Se Dio è bontà infinita, come può permettere che il maligno infligga
delle sofferenze così forti agli uomini e persino ai bambini? Non negano l’esistenza
del diavolo, questa sarebbe un’eresia, visto che è una realtà presente sin
dalle prime pagine della Bibbia, ma escludono la possibilità che possa prendere
possesso di una creatura umana. Tanto è vero che molte diocesi in Italia non
hanno un esorcista nominato dal vescovo e allora tante persone afflitte dal
maligno seguono dei percorsi purtroppo fuori dalla Chiesa.
Secondo i dati forniti dall’Associazione
Internazionale degli Esorcisti AIE sono 404 gli esorcisti nel mondo, ai quali
si aggiungono 124 ausiliari e un numero imprecisato che non rientra tra i soci
dell’Associazione Internazionale, unico ente in materia riconosciuto dal
vaticano. In Italia 240 esorcisti e 62 ausiliari, che devono fare i conti con
una domanda crescente a causa del propagarsi dell’occultismo e del satanismo.
Un culto, quest’ultimo, diffuso non solo nelle grandi metropoli, ma anche nei
paesi di provincia. Se diamo uno sguardo agli altri Paesi non c’è da stare
molto allegri. La Francia vede 15 esorcisti iscritti, la Spagna 12, L’Australia
3, la Svizzera 2, la Germania 3. La situazione diventa ancora più triste in
alcuni Paesi come il Giappone o la Cina, dove vi è un solo esorcista, in Paesi
enormi come il Brasile, 17 volte più grande dell’Italia per estensione, dove vi
sono appena 5 esorcisti. Non è migliore la situazione in Africa, dove nel
Congo, per esempio, vi è un solo esorcista.
Il famoso esorcista Padre
Gabriele Amorth affermava”suscitando ira di alcuni vescovi” che se un vescovo
ravvede per alcune persone la necessità non solo di un parroco o di un
cappellano negli ospedali, ma anche di un esorcista per combattere contro il
maligno e non lo nominasse, commetterebbe un peccato mortale di omissione. Lui
stesso confessava di avere avuto in qualche momento la sensazione di essere uno
degli ultimi baluardi contro il maligno, l’ultimo baluardo contro un fenomeno
in crescita.
Certo, un esorcista va
preparato, perché non eserciti il suo ministero in modo volutamente
spettacolare o ambiguo, oppure con metodi dubbi e atteggiamenti non corrispondenti
alle norme con le quali la Chiesa regola l’esercizio del ministero. Per questo
l’AIE sta elaborando le linee guida a cui riferirsi in ogni circostanza per una
corretta prassi del ministero degli esorcisti.