Walt Disney, cartoni animati e
Massoneria
E’ del rapporto tra Walt Disney e l’esoterismo
massonico che si vuole in questo articolo discutere. Ma non sarò io ad
argomentare e disquisire circa il costante rapporto tra le produzioni della
Disney e la massoneria statunitense. Saranno niente di meno che due membri
stessi della massoneria a parlarci di questi rapporti e della presenza di ampi
e vasti riferimenti all’esoterismo massonico all’interno delle produzioni
Disney. Infatti, qui di seguito riporterò per intero una tavola massonica
(elaborato scritto che gli iniziati leggono in loggia durante i lavori rituali)
che tratta proprio del tema sopra accennato. Il titolo di questa tavola
massonica è “La massoneria nelle opere di Walt Disney”, il cui autore è
l’anonimo Fr. E. D., iniziato alla loggia Hocma n° 182 di Trapani.
Successivamente ad aver riportato la suddetta tavola massonica, riporterò per
intero anche un articolo apparso sul sito Ritosimbolico.net ad opera del massone
Giovanni Lombardo, per dovere di cronaca va rammentato che il Lombardo fu colui
che denunziò il Gran Maestro Gustavo Raffi, come potete leggere QUI.
L’articolo di Giovanni Lombardi, massone ribelle, ovviamente tratta dei
rapporti tra l’esoterismo massonico e le opere di Walt Disney.
Giusto per metterci anche del mio in questo
articolo, vi invito a visitare il sito ufficiale del Disney Club 33, un club privato
con sede nel parco divertimenti di Disneyland riservato ai finanziatori della
Disney. QUI il
sito ufficiale e QUI la
pagina Wikipedia. Ritengo inutile argomentare il fatto che nel mondo, anche in
Italia, esistano decine di associazioni para massoniche il cui nome è “Club
33″, le quali, beninteso, non hanno nulla a che fare con la Disney. Cercare per
credere.
Qui di seguito il link alla tavola massonica: http://www.hochma182.com/walt.pdf
Qui di seguito il link del sito della loggia Hocma n° 182 di Trapani: http://www.hochma182.com/eventi.html
Qui di seguito l’articolo di Giovanni Lombardi: http://www.ritosimbolico.net/studi2/studi2_08.html
Prima di procedere con l’esposizione dei
sopracitati documenti massonici e articoli ritengo doveroso proporre
delle coordinate biografiche utili ad inquadrare la controversa figura
di Walter Elias Disney. Walter Disney non fu mai iniziato alla
massoneria, documenti che provino la sua iniziazione sono stati a lungo
cercati ma invano. Ciò che invece è certo che Walter Disney fu iniziato
all’Ordine DeMolay, un’istituzione dimostratamente para massonica viste e
considerate le strette connessioni e collaborazioni che nei decenni
sono intercorse tra i due ordini.
La devozione di Walter Elias Disney per il DeMolay è oltremodo evidente da questa sua celebre dichiarazione:
“Mi sento molto obbligato e grato verso l’ordine DeMolay per la parte importante che ha avuto nella mia vita. I suoi precetti sono stati inestimabili nel prendere decisioni , nell’affrontare i dilemmi e le crisi. DeMolay è sinonimo di tutto ciò che è bene per la famiglia e per il nostro paese. Mi sento un privilegiato per aver fatto parte dell’ordine DeMolay” [Fonte: Cartoon e massoneria, Ippolito Spadafora, Edizioni ETS, 2014, p. 172]
“Mi sento molto obbligato e grato verso l’ordine DeMolay per la parte importante che ha avuto nella mia vita. I suoi precetti sono stati inestimabili nel prendere decisioni , nell’affrontare i dilemmi e le crisi. DeMolay è sinonimo di tutto ciò che è bene per la famiglia e per il nostro paese. Mi sento un privilegiato per aver fatto parte dell’ordine DeMolay” [Fonte: Cartoon e massoneria, Ippolito Spadafora, Edizioni ETS, 2014, p. 172]
Inoltre è possibile citare una famosa
lettera che Disney indirizzò ai giovani dell’ordine DeMolay dell’Acacia
Chapter in Stuart, oggi questa lettera è conservata nel Disney History
Institute. In questa lettera, la quale può essere interamente letta a
pagina 172-173 del testo “Cartoon e massoneria” di Ippolito Spadafora,
Disney scrive in merito alla sua iniziazione all’ordine DeMolay ed in
merito ai valori esoterici che grazie a codesta iniziazione sono stati
introdotti nella sua vita e quindi nel suo operato, continua ribadendo
il suo orgoglio nel ricoprire la carica di Legionario d’onore
considerando il fatto che fu uno dei primi giovani ad essere iniziato
all’Ordine DeMolay appena sorto e nato nella città statunitense Kansas
City nel 1919.
Qui di seguito riporto per intero il testo della tavola massonica sopracitata:
“La Massoneria nelle opere di Walt Disney-
Walt Disney ha sicuramente aderito alla
Massoneria agli inizi degli anni ‘20, anche se non esiste alcun
documento che provi la sua appartenenza ad un’Obbedienza, se non
all’Ordine DeMolay, un Ordine che negli Stati Uniti si può considerare
l’anticamera della Massoneria, in quanto finalizzato ad avvicinare i
giovani tra i 12 ed i 21 anni alla Massoneria, nel quale Disney fu
iniziato nel Capitolo “Mather” nel 1923; ad esso, ad esempio, aderì Bill
Clinton e l’Ordine ha una rappresentanza anche in Italia.. Tuttavia
egli non ha mai nemmeno smentito la sua appartenenza; e la testimonianza
inconfutabile di essere un Fratello si ha nelle sue stesse opere – sia i
disegni che i film o le produzioni televisive – in cui numerosissimi
sono i riferimenti ai principi ed alla simbologia massonica. La prima
testimonianza massonica nelle strip di Walt Disney risale al 1938 con il
titolo “Mickey Mouse Chapter”; pubblicata proprio su l’ “International
DeMolay Cordon”, il bollettino ufficiale dell’Ordine, propone Topolino
che, assieme ad alcuni amici, tra cui Orazio, fonda egli stesso una
“Chapter”, cioè una Loggia; della striscia però rimangono solo 3 tavole:
la prima è proprio la Fondazione della Loggia, le altre due si svolgono
durante una Tornata. Ma nelle strisce di Walt Disney spesso compaiono
chiari simboli massonici, quali Squadra e Compasso oppure il Pentacolo,
spesso in bella vista, talvolta più defilati; Squadra e compasso sono
chiaramente visibili in una strip di Topolino del 19 febbraio 2002. Ma
le stesse “Giovani Marmotte” a cui appartengono i nipotini di Paperino
Qui, Quo, Qua, hanno una struttura più massonica che da Boys Scout, con a
capo un Gran Mogol (normalmente chiamato G.M., come Gran Maestro;
ricordiamo, in ogni caso, che anche i Boys Scout sono stati fondati da
Baden Powell, anch’egli Massone). Ma dove Walt Disney ha lasciato più
marcata la sua impronta massonica è stata la sua produzione
cinematografica, sia nei film d’animazione che in quelli a
tecnica mista; ricordiamo che Walt Disney dava indicazioni ben precise
sulla sceneggiatura dei film, e controllava i disegni dei suoi operatori
fotogramma per fotogramma prima di dare il via libera; nessun simbolo
poteva nascere senza un suo ordine e la sua approvazione.
Tra i suoi cortometraggi, nel 1959
“Paperino nel mondo della matematica” è un vero e proprio manifesto
della cultura massonica ed esoterica: in esso Paperino viene iniziato in
una Accademia Pitagorica, e lì gli vengono spiegati i simboli della
numerologia, nonché i segreti della geometria e della matematica ed i
loro rapporti “magici” con la musica e l’architettura; i segreti del
Pentacolo ed i segreti del suo rapporto con la Sezione Aurea; un bambino
non ne può non rimanere affascinato ed incuriosito, e da adulto
probabilmente farà di tutto farà di tutto per avvicinarsi a questa
“visione diversa” delle scienze esatte. Ovviamente, è nei film che
troviamo le maggiori tracce: tal di là dei buoni sentimenti – che sono
caratteristici delle produzioni per l’infanzia – tutti hanno come fil
rouge l’iniziazione ad una nuova vita, l’abbandono dei vecchi valori
materiali per risorgere ad una nuova vita, fatta di valori più alti. Fin
dal suo primo lungometraggio – “Biancaneve e i sette nani” (1937) –
Biancaneve muore (per la Regina e per tutti è morta, uccisa dal
cacciatore) per rinascere in una nuova comunità composta da sette
Fratelli; e lo fa dopo avere superato tre prove: un corso d’acqua, un
turbinio di vento, gli occhi di fuoco delle belve: vi entra al buio, e
tutto sembra terribile; ma poi arriva la luce (del giorno) e l’ambiente
diventa confortevole ed ospitale. Anche Cenerentola (1950) muore come
serva e rinasce come Principessa quando abbandona i metalli, cioè perde
la scarpina di cristallo. Ed è superfluo sottolineare i valori massonici
di cui sono intrisi film come “Alice nel Paese delle Meraviglie” (1951)
– il labirinto, la scacchiera, lo specchio – o “Le avventure di Peter
Pan” (1953) – gli eterni valori dell’Isola che non c’è -, “Pinocchio”
(1940), “La spada nella roccia” (1963), che riporta il mito di Camelot,
Re Artù e Mago Merlino, e dove il giovane Artù muore e rinasce Cavaliere
dopo essere stato trasformato in scoiattolo (terra), pesce (acqua) e
uccello (aria). Fortemente simbolico è “La Bella Addormentata nel
bosco”; qui il Principe fa letteralmente ritornare alla vita Rosaspina
grazie alle Tre Fatine – Tre Luci – che materialmente non intervengono
nella rinascita, ma forniscono al Principe i mezzi per compiere l’atto
(una “spada di verità” e uno “scudo di virtù”). Ma altri riferimenti li
troviamo in “La Bella e la Bestia” (1991) ed in maniera lapalissiana in
“Alla ricerca di Nemo” (2003), dove l’iniziazione alla Massoneria viene
raccontata in maniera palese.
Un’intera tavola meriterebbe “Mary
Poppins” (1964); possiamo solo citare le colonne che adornano l’ingresso
della (sola) casa in cui arriva Mary Poppins con il vento dell’Est
(Oriente), la “medicina” di sapore diverso secondo i gusti dei bambini,
la “parola” – Supercalifragilisticespiralidoso – che ti introduce in un
mondo “diverso”, l’iniziazione di Banks che, con un preciso rituale e
per mezzo della parola magica, muore come essere legato ai metalli per
rinascere con nuovi valori, come padre, come marito e soprattutto come
“uomo”. Ma anche in Televisione Walt Disney non manca di lanciare messaggi di origine massonica:
tra il 1957 ed il 1959 produce 78 episodi di Zorro, della cui origine
massonica si è molto parlato: massone era l’autore del personaggio –
Johnston Mc-Culley -, alchimista era il reale personaggio storico che lo
aveva ispirato – Guillèn Lombardo de Quzman – condannato a morte dal
Tribunale dell’Inquisizione come eretico; ed infine il 4° Grado del Rito
Scozzese Antico ed Accettato – Maestro Segreto – ha come divisa il
mantello nero e come lettera simbolica la “Z”; e se non bastasse, Zorro è
accompagnato da un servitore (apprendista) che non può non rispettare
l’obbligo del silenzio: infatti è muto.
Ma Walt Disney non si è limitato ad
inviare messaggi simbolicamente massonici: ha firmato massonicamente il
suo film forse più esplicito: “L’Apprendista Stregone”; in questo film,
Topolino è convinto di potersi appropriare delle arti magiche anche
senza l’aiuto dello Stregone (il Maestro); ma combina solo caos, finche
non interviene lo Stregone (il Maestro) a mettere ordine. E sapete come
si chiama lo Stregone ? si chiama YEN SID !
Leggetelo al rovescio: DISNEY !
Alla Gloria del G.A.D.U. Fr. E. D.”
Qui di seguito potete leggere il suddetto articolo del massone Giovanni Lombardi:
“Quando ho appreso che anche il
celebre Walt Disney apparteneva alla nostra Famiglia confesso di avere
provato un senso di stupore e pure di gioia: avevo finalmente trovato la
giustificazione del sentimento di gratificazione provata da ragazzo – e
mai del tutto scomparsa – quando leggevo le sue storie, i cui
personaggi ho sempre considerato come esseri veri, reali e a me vicini.
Da adulto, in compagnia delle mie bambine, ho spesso rivisitato le sue
opere cinematografiche più famose, che oggi considero a ragione vere e
proprie “tavole architettoniche”, essendo peraltro del tutto
accidentale, e d’importanza affatto secondaria, la circostanza che esse
siano tramandate attraverso il linguaggio ‘mitico’ e mediante lo
strumento del cartone animato.
Di queste opere, la più famosa è
senz’altro Biancaneve e i sette Nani, ma anche le altre, quali La Bella
Addormentata nel Bosco, Cenerentola, Dumbo, La Sirenetta, per citare
soltanto le più famose, si svolgono attraverso un comune filo
conduttore: la sconfitta del Male e l’affermazione dell’Amore. A tanto
il protagonista arriva attraverso una vera e propria iniziazione, nella
duplice accezione di ingresso in una comunità esoterica, nonché di
trasformazione dell’Io per effetto di una rinascita spirituale che si
verifica a seguito di varie vicissitudini, o prove iniziatiche. La
vicenda di Biancaneve è paradigmatica: la ragazza è costretta dalla
malvagia matrigna ad abbandonare la casa paterna, simbolo dei valori
pertinenti alla vita vissuta fino ad allora, e a trovare rifugio in un
bosco fitto ed oscuro, che ricorda così da vicino il gabinetto di
riflessione. Dopo aver superato un corso d’acqua, resistito a un
turbinìo di vento e vinta infine la paura suscitata dalla visione degli
occhi degli animali, occhi fosforescenti simili a fiamme lampeggianti,
la fanciulla giunge presso una capanna, la casa dei nani. Rammento che
nella lingua tedesca hütte significa tanto capanna, rifugio, quanto
loggia, e ciò non è casuale: invito voi tutti, carissimi Fratelli, a
riflettere quante volte nella Storia la loggia massonica è stata
l’ultimo rifugio per idealisti, eretici o scismatici, colti e incliti,
disparati e disperati, accomunati tutti dall’essere perseguitati dal
Potere.
A costoro la Massoneria ha generosamente
aperto le porte dei suoi templi, chiedendogli non già da dove
venissero, ma piuttosto dove volessero andare. In questa capanna accade
un fatto apparentemente banale ma in realtà importante: Biancaneve,
anziché lasciarsi sopraffare da un ambiente nuovo e, probabilmente,
ostile, lo esplora e fa amicizia con gli animali del bosco, che vede
adesso, alla luce del giorno, in una dimensione totalmente nuova da
quella, erronea e terrifica, della sera precedente. Si parva licet…
questo episodio mi fa venire in mente l’insegnamento di Platone, secondo
il quale l’iniziato deve essere, anzitutto, “desideroso di conoscere”, e
anche di Dante, esaltatore della curiosità di Ulisse, mosso a varcare i
confini dell’ignoto per soddisfare il proprio desiderio di “virtude e
conoscenza”. Ma non basta. In uno slancio di generosità la fanciulla
decide di pulire la casa dei nani, mettendo al lavoro pure gli
animaletti di cui è frattanto diventata amica. Sottolineo questo
episodio perché esalta sia il valore dell’amicizia fra i diversi che
l’importanza del lavoro in comune.
Questi temi sono evidentemente cari al
Fr. Disney, dal momento che li ritroviamo in quasi tutte le sue opere.
Esemplare è, a tal riguardo, la vicenda dell’elefantino Dumbo, schernito
dai suoi stessi consimili perché afflitto da due orecchie abnormi,
mostruose: ebbene, sarà un topo – questa bestia, nella realtà, è invisa
agli elefanti – a rassicurarlo e infondergli il coraggio necessario per
affrontare le difficoltà della vita. E, guarda caso, le figure da cui il
protagonista riceve aiuto sono quasi sempre le creature più umili,
volendo così sottolineare la perenne antinomia fra Essere e Divenire: i
valori del mondo della Manifestazione sono profondamente diversi da
quelli del mondo dell’Essere e chi è ‘ultimo’ nell’uno sovente è ‘primo’
nell’altro. La disponibilità ad accettare il prossimo, ancorché diverso
e quindi lontano dai propri modelli paradigmatici, a rimettersi in
discussione, è condizione necessaria ma non ancora sufficiente perché
l’opera di catarsi possa dirsi compiuta: occorre superare varie prove,
che riecheggiano molto da vicino le “prove” iniziatiche che ciascuno di
noi ha subito prima di essere proclamato “fratello”. Sfacciatamente
simili a quelle massoniche sono le prove che dovrà affrontare il giovane
Artù nella Spada nella Roccia: accompagnato dal Mago Merlino, sarà
trasformato dapprima in scoiattolo, poi in pesce, quindi in uccello.
Supererà così la prova di terra, di acqua e di aria prima di affrontare
l’ultima, la più impegnativa, quella del fuoco, nella fattispecie,
tirare la spada magica fuori dalla roccia in cui era incagliata.
Ci avevano provato in tanti, cavalieri e
non, ed il suo cimentarsi è giudicato follia: ma, talvolta, solo un
“puro folle” può arrivare ai recessi negati invece alla razionalità
farisaica e conformista. La spada è un simbolo ‘assiale’, riecheggia
cioè l’axis mundi, il filo a piombo del Grande Architetto che mette in
comunicazione fra loro gli stati molteplici dell’Essere, microcosmo e
macrocosmo, ma è anche un simbolo solare perché riflette la Luce:
emblematica è a tal proposito la scena del combattimento fra il principe
e il drago nella Bella Addormentata nel Bosco. Le fate, tre come le
Luci, hanno appena liberato dai ceppi il giovane principe, affinché a
sua volta egli liberi Rosaspina dal sortilegio della strega. La quale,
nel tentativo di fermare il giovane, si trasforma in un drago
fiammeggiante. Per gli studiosi di psicoanalisi il riferimento è
chiarissimo: “vincere il drago” è infatti l’equivalente di “scavare
oscure e profonde prigioni al vizio”, lottare cioè contro noi stessi per
liberare il proprio Io dalle tensioni e dalle passioni che lo ancorano
alla materialità cagionandogli frustrazioni e sofferenze. Le fate non
possono più aiutare attivamente il Nostro, ma solo assisterlo in forma
totemica; tuttavia gli offrono, prima del combattimento, una “spada di
verità” e uno “scudo di virtù”. Al momento di colpire la bestia la spada
si illumina, riflettendo una luce abbagliante, quindi, vinto il drago,
esaurisce la sua funzione e perde così tutto il suo splendore,
ritornando ad essere un semplice oggetto privo di qualsivoglia valore.
Personalmente ho ravvisato in questa scena anche un’esortazione a
considerare i ‘metalli’ per quello che sono: uno strumento, un aiuto per
l’uomo, del quale però egli può e deve fare a meno se realizza che gli
sono d’intoppo per la sua crescita spirituale. Ricordate il Discorso
della Montagna? Beati i poveri di spirito, perché di essi è il Regno dei
Cieli.
Ma cosa vuol dire essere poveri di
spirito? Difettare forse di spiritualità? Se però così fosse, come si
potrebbe aspirare al Regno dei Cieli? Osservo che nel testo greco la
locuzione di spirito è tradotta tò pnéumati, cioè è espressa con il caso
del dativo-ablativo, che è, per antonomasia, il caso corrispondente al
complemento di causa efficiente. Credo allora che si possa – e si debba –
tradurre: beati coloro che, deliberatamente, hanno optato per la
semplicità, che per libera scelta hanno privilegiato la dimensione
dell’Essere piuttosto che quella dell’Avere, e ancora, che se chiamati a
posizioni di responsabilità, si sforzano di lavorare per il
perfezionamento che prelude all’elevazione di quella porzione di
umanità, più o meno grande, destinataria del loro servizio. Questo tema è
sviluppato assai chiaramente nella Sirenetta. Il vecchio Re del Mare
aveva ceduto alla strega il suo tridente d’oro – simbolo della regalità,
del potere indissolubilmente legato alla saggezza, alla luce –
barattandolo con la vita della figlia. In quel preciso istante tutte le
creature marine sono trasformate in vermi. Dopo che la strega sarà stata
uccisa dal principe Erik, l’umano innamoratosi della sirena Ariel, il
tridente, lasciato cadere dalla strega moribonda, torna ai piedi del
vecchio re che, impugnatolo, ritrova le antiche fattezze, e assieme a
lui tutti i suoi sudditi. Se da ciò possiamo ricavare un insegnamento,
mi pare che esso sia il seguente: la Luce, intesa anche come potestà di
comando, non può essere affidata a mani che non sono degne di riceverla,
e di tanto ognuno di noi dovrebbe ricordarsi in tutte le occasioni
della vita, anche e soprattutto in quelle ‘profane’. Alla fine sarà poi
proprio il re Tritone, dapprima così diffidente verso gli umani, a
trasformare in donna la sirenetta sua figlia e concederla in sposa al
principe, rammentandoci così che amare una creatura non significa
tenerla perennemente legata a sé, bensì favorire l’armonioso sviluppo
della sua personalità per metterla in condizione di scegliere con
cognizione di causa.
Ci sia infine permessa un’ultima
considerazione, sulla magia. L’argomento meriterebbe uno studio più
approfondito, ma non è questo il momento per una trattazione esauriente.
Mi limiterò, perciò, a un breve accenno sul tema, sperando che le
seguenti riflessioni siano di stimolo a chi voglia approfondirlo. Dal
latino magis – di più, maggiormente – magus è, in ambito esoterico,
colui che lavora alla trasformazione del proprio io interiore, non già
chi si avvale dei poteri segreti della Natura per trasformare bastoni in
serpenti e suscitare ammirazione fra gli increduli, come faceva Simon
Mago. Per gli alchimisti, la trasmutazione del piombo in oro era
essenzialmente simbolica: in realtà essi miravano a un’altra
metamorfosi, ben più impegnativa ma tanto più feconda: il disvelamento
del divino che è in ciascuno di noi. Chi riesce in questa impresa
consegue la Bellezza nell’accezione archetipa del termine. Così la
Sirenetta, oppure la stessa Biancaneve, a trasformazione avvenuta,
estasiate dalla bellezza che le circonda, provano una gioia prima
sconosciuta, laddove Grimilde, la malvagia regina che, accecata
dall’invidia, prepara la mela avvelenata con la quale uccidere
Biancaneve, è costretta a perdere la propria bellezza esteriore e a
diventare una vecchia deforme e ributtante sol per sperare di riuscire
nell’impresa. Siamo così giunti alla fine della pellicola e, con essa,
delle nostre riflessioni. Resta da esaminare il tema della
trasformazione, o meglio, più specificamente, della rinascita,
eloquentemente descritto inBiancaneve. La fanciulla, in sonno, dunque in
condizione di profanità, è adagiata in una bara di cristallo e di oro,
simboli alchemici, rispettivamente, di purezza e di eternità. Nani e
bestie la piangono, accomunati dal dolore. La risveglierà il Principe,
con un bacio di Vero Amore, e insieme si dirigeranno a ‘oriente’ dove si
staglia, confusa fra le nubi, una costruzione dai caratteri non ben
definiti, dunque ‘imperfetta’, ma dalla quale ogni spettatore si sente
nondimeno attratto, affascinato dal suo fulgore di Luce.”
Non soddisfatto delle argomentazioni
fin’ora portate ritengo doveroso proporre altri esempi di come la
cartoonistica moderna sia permeata di esoterismo massonico, passo a
citare esempi forse più concreti di quelli fin qui esposti. E’ di esempi
fin troppo espliciti che sto per scrivere. Partiamo con il primo:
E’ una serie di cortometraggi animati muti il cui protagonista è Bobby Bumps, prodotti dalla Bray Productions dal 1915 al 1925, di proprietà della Paramount Pictures.
La puntata che ci interessa fu pubblicata nel 1916 col titolo “Bobby Bumps apre una Loggia” [Bobby Bumps starts a Lodge],
qui di seguito il video del 1916: http://www.youtube.com/watch?v=A7N-ilRAR04
Qui la locandina della puntata “massonica”:
La trama vede protagonista Bobby
nel convincere un amichetto ad iniziarsi nella sua Loggia, gli regala
un grembiule e lo benda per l’iniziazione, proprio come prevede la
ritualità massonica.
L’amico di Bobby non ci sta ad
iniziarsi nella sua loggia, fugge per la campagna e la foresta inseguito
dal massone Bobby. Giunti ad un dirupo l’amico di Bobby viene attaccato
da un orso. Bobby salva l’amico solo a condizione ch’egli dopo s’inizi
alla sua loggia massonica:
Alla fine i due amici vengono iniziati insieme alla massoneria, infatti la ritualità massonica prevede un periodo di cecità iniziatica anteposto all’iniziazione vera e propria:
Passiamo ora al secondo esempio d’inizio 900, s’intitola Bimbo’s Initiation [iniziazione di Bimbo] ed è del 1930.
Qui il video: http://www.youtube.com/watch?v=RFrBG4xyaF8
Il cartone animato è davvero
molto scuro e bizzarro, ma basta una minima conoscenza del simbolismo
massonico per rendersi conto che il cartone è tutto sulle società
segrete e le tribolazioni che un iniziato deve passare per essere
accettato.
All’inizio del cartone animato,
Bimbo (un nome azzeccato per un non-iniziato?) cammina lungo la strada
senza curarsi di ciò che accade attorno a lui. Improvvisamente, Bimbo
cade in un tombino/trappola, tanto che è lo stesso Topolino a
intrappolarlo all’interno mettendo un enorme lucchetto.
Strano come questo personaggio sia il reclutatore che porta all’iniziazione Bimbo.
Bimbo si trova nella tana sotterranea di
una strana società segreta composta da uomini mascherati con le candele
in testa (che simboleggia l’illuminazione?).
Uno gli chiede: “Vuoi essere un membro? Vuoi essere un membro?”. Quando Bimbo risponde “NO!”, viene mandato in delle camere che richiamano le varie prove che vengono imposte ai nuovi iniziati nelle reali società segrete.
Uno gli chiede: “Vuoi essere un membro? Vuoi essere un membro?”. Quando Bimbo risponde “NO!”, viene mandato in delle camere che richiamano le varie prove che vengono imposte ai nuovi iniziati nelle reali società segrete.
A un certo punto, quando si trova nella
stanza in cui ha i piedi incollati al pavimento e una candela sta
bruciando la corda che tiene sopra la sua testa un pannello pieno di
spunzoni, Bimbo è indotto a pensare che sarebbe morto. Le esperienze
pre-morte hanno fatto parte delle iniziazioni alle società segrete fin
dall’antichità.
Nella prova della “Porta del Mistero”,
(scena in cui si trova di fronte a 4 porte) Bimbo affronta importanti
simboli associati a società segrete: Skull & Bones e il numero 13.
Dietro la porta della Skull & Bones c’è uno specchio, dunque aprendola si trova di fronte a sé stesso.
<
” Talora foste accettato nella Loggia, riconoscerebbe colui che fino ad oggi ha ritenuto come suo nemico come fratello?”
Alla risposta positiva seguirà questa affermazione:
“Adesso vi mostreremo chi è il vostro peggior nemico”.
Tolta la benda, gli si offrirà la sua immagine riflessa nello specchio.>>
Dietro la porta numero 13 invece trova uno scheletro che parla al telefono. Il numero 13 è anche legato ai tarocchi con la carta della morte di cui il significato principale è relativo al cambiamento. Può essere interpretato come il mondo materiale in contatto con l’aldilà.
Inoltre il numero tredici nella numerologia esoterica indica la rottura dell’armonia, incarnando il disordine. Infatti, è il numero che con l’aggiunta di una unita al dodici, interrompe la ciclicità, obbligando ad una trasformazione radicale. Il significato del tredici è negativo, infatti è detto aritmico, rompendo la legge dell’equilibrio e della continuità.
Dietro la porta della Skull & Bones c’è uno specchio, dunque aprendola si trova di fronte a sé stesso.
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Alla risposta positiva seguirà questa affermazione:
“Adesso vi mostreremo chi è il vostro peggior nemico”.
Tolta la benda, gli si offrirà la sua immagine riflessa nello specchio.>>
Dietro la porta numero 13 invece trova uno scheletro che parla al telefono. Il numero 13 è anche legato ai tarocchi con la carta della morte di cui il significato principale è relativo al cambiamento. Può essere interpretato come il mondo materiale in contatto con l’aldilà.
Inoltre il numero tredici nella numerologia esoterica indica la rottura dell’armonia, incarnando il disordine. Infatti, è il numero che con l’aggiunta di una unita al dodici, interrompe la ciclicità, obbligando ad una trasformazione radicale. Il significato del tredici è negativo, infatti è detto aritmico, rompendo la legge dell’equilibrio e della continuità.
Bimbo, dopo essere riuscito a prendere
la bicicletta, entra in una stanza dal pavimento massonico, nella quale
al centro vi è una piscina piena d’acqua.
Quando apre la porta per uscire dalla stanza, scopre che dietro ce n’è un’altra. Continua fino a che non ha aperto altre 7 porte. Anche il 7 è un numero esoterico molto importante. Il numero sette esprime la globalità, l’universalità, l’equilibrio perfetto e rappresenta un ciclo compiuto e dinamico. Considerato fin dall’antichità un simbolo magico e religioso della perfezione, perché era legato al compiersi del ciclo lunare.
Quando apre la porta per uscire dalla stanza, scopre che dietro ce n’è un’altra. Continua fino a che non ha aperto altre 7 porte. Anche il 7 è un numero esoterico molto importante. Il numero sette esprime la globalità, l’universalità, l’equilibrio perfetto e rappresenta un ciclo compiuto e dinamico. Considerato fin dall’antichità un simbolo magico e religioso della perfezione, perché era legato al compiersi del ciclo lunare.
Durante le sue prove terrificanti, Bimbo
impara a conoscere la natura illusoria del mondo materiale, un concetto
fondamentale comunicato nelle iniziazioni occulte.
Mentre scappa nel corridoio con delle
lame dentate che si chiudono dietro di lui, ad un certo punto si trova
con il cuore in mano. Questa simbologia è ricorrente nella massoneria e
nella fase d’iniziazione alla massoneria l’iniziato deve dire:
«che il mio cuore venga strappato se tradisco i segreti»
«che il mio cuore venga strappato se tradisco i segreti»
Dopo che Bimbo si è rifiutato
ripetutamente di diventare membro della massoneria, viene sedotto da
Betty Boop, che gli fa capire che se accetterà, avrà successo e donne. A
quel punto Bimbo accetta di buon grado.
Questi appena esposti sono solamente due
degli esempi più lampanti d’iniziazione massonica presente nei cartoni
animati d’inizio secolo. Non sembra esserci motivo per stupirsi del
fatto che con il passare degli anni la simbologia e i riferimenti
esoterici siano sempre più presenti nell’industria culturale per giovani
e giovanissimi.
DAL SITO https://www.radiospada.org/2014/02/walt-disney-cartoni-animati-e-massoneria-foto-e-video/