CHI E’ IN
STATO DI POSSESSIONE NON PUO’
STARE IN
LUOGHI NEGATIVI
Domande a Padre Stanislao
Cronista - Quindi, chi ha
problemi, se si trova in un ambiente “negativo” sta peggio …
Padre Stanislao – Chi è in
uno stato di possessione è molto sensibile e, trovandosi in un ambiente
sfavorevole, può rimanere turbato e sentire il bisogno di scappare. Ad esempio
la partecipazione a celebrazioni di liberazione e guarigione, in cui si trovano
persone con problemi morali e spirituali di varia natura, non sono
raccomandabili per coloro che hanno la certezza di essere posseduti. Certamente
queste Messe possono svolgere un’ottima funzione diagnostica, possono
evidenziare il problema, ma ritengo che avuta la certezza della possessione sia
opportuno rivolgersi all’esorcista per un appuntamento privato e riservato.
Mi baso come sempre sull’esperienza
personale; non sto affermando che le preghiere di guarigione e liberazione
siano nocive; il problema è che i casi di possessione necessitano, per l’appunto,
di una cura particolare.
Una preghiera fatta
sbadatamente, magari con comando imperativo, da qualche presente, può
peggiorare la situazione dei demonopatici, senza constare poi che maghi e
fattucchieri potrebbero infiltrarsi, senza contare poi che maghi e fattucchieri
potrebbero infiltrarsi durante riunioni molto affollate per “scaricare le
negatività”, come dicono loro, svolgendo misteriosi riti. Ci sono poi i curiosi
che, magari, anziché pregare, si soffermano a guardare le povere persone
disturbate da malefici come fossero fenomeni da baraccone …
Insomma, bisogna essere
prudenti. Il diavolo è astuto e cerca sempre una via per farla franca. E quando
è alle strette diventa più audace, come un pesce che, dopo aver abboccato, in
procinto di essere tolto dall’acqua da di tutto per rompere la lenza.
Anna (la donna posseduta),
all’inizio mi diceva che quando tornava da grossi raduni stava peggio di quando
era andata. Don Gabriele confermava pienamente questo, ma diceva che ogni
preghiera poteva dare sollievo e quindi ai casi più leggeri consigliava di
andarci comunque. Io, invece, anche ai casi leggeri sconsiglio di partecipare.
Così come ho sempre sconsigliato di andare in giro tra cappelle e cappelline
pur di ricevere una preghiera o una parola: è meglio avere un unico sacerdote
di riferimento per non fare confusione. Capisco bene e fa qualunque cosa, ma
purtroppo i tempi di Dio non sono i nostri e non si ottiene tutto come per
magia.
Quanto ho detto non deve
scoraggiare dall’andare a sostenere gli esorcisti con la propria orazione o dal
frequentare gruppi di preghiera che intercedono per la liberazione delle
persone disturbate. Non è affatto dannoso se si vive una vita sacramentale,
anzi è di grande aiuto!
Ricordo, inoltre, tanto a
coloro che soffrono nello spirito quanto ai collaboratori dei sacerdoti, l’importanza
del sacramento della Riconciliazione: non c’è esorcismo che tenga di fronte
alla confessione!
Come il demonio ha riferito
a San Nicola di Flue : “La sconfitta più grande che ci ha inflitto Dio è il
sacramento della confessione, perché se un’anima in peccato mortale ci
appartiene, con una confessione ben fatta, subito ci viene strappata”.
La liberazione della
schiavitù del peccato ottenuta per i meriti della Passione e Resurrezione di
Gesù Cristo manda letteralmente in bestia il demonio!
Chi prega e vive in grazia
di Dio non può essere attaccato: forse indebolito, forse impaurito, ma non
attaccato, salvo eccezioni di alcune anime sante, ma quelle sono permissioni
particolari.
Se crediamo in Dio e in Lui confidiamo,
non dobbiamo temere nulla.
Dal libro Padre Amorth – La mia battaglia con Dio contro
satana