UN CASO
DI DISCERNIMENTO
DI SAN FILIPPO NERI SU
UNA
PRESUNTA SUORA MISTICA
Dal libro: Ecco io vedo i cieli aperti – Ediz. OCD
Un caso di discernimento
A questo proposito, è
istruttivo l’episodio occorso a San Filippo Neri allorché ebbe l’incarico di
verificare l’autenticità di una presunta mistica:
C’era una volta, ma davvero,
non come si dice a principio di certe storielle, una suora che passava per
santa e se ne dicevano cose meravigliose in Roma e anche fuori si raccontavano
miracoli e predizioni del futuro, come se essa leggesse in un libro stampato.
Si presentava poi con una faccia, con un atteggiamento da parere una di quelle
madonne, spiccata da una tavola di altare, che fanno piangere e che innamorano.
Parlava poi con tanta unzione da compungere il peccatore più ostinato. Qualcuno
però, che aveva veramente lo spirito di Dio, sentiva al fiuto che quella suora
non era una santa, magari era una divota di quelle che si trovano dappertutto,
ma non si poteva addurne prove. La cosa fu riferita al Pontefice, che pregò
Filippo di vedere che c’era di vero in quella faccenda. Il Santo accettò e, un
bel giorno, si presentò al convento della suora con le scarpe bagnate ed
infangate, quali potevano essere in una Roma dove non esisteva ancora il
servizio di nettezza urbana. Dopo le prime parole convenzionali di
presentazione, Filippo si sedette in parlatorio. Alla suora, che domandava la
ragione della visita e che, forse, si aspettava l’inizio di una di quelle
conversazioni mistiche che fanno andare in solluchero le divotelle sentimentali,
disse con affettata sgarbatezza: “La prego di tirarmi dai piedi queste scarpe
infangate e pulirmele ben bene e poi passeremo al resto”. Che rispose la suora,
il documento da noi consultato non lo dice e, forse parole non ne disse, tanto
restò male, ma il volto e tutto l’atteggiamento manifestavano una ribellione
risentita, offesa. Naturalmente non solo non levò le scarpe, ma fece
chiaramente capire che Filippo se ne poteva andare.
Il Santo infatti andò via
presto e riferì al Papa che quella suora era tutt’altro che una santa, perché
le mancava la base della santità cioè l’umiltà.
Nascondimento
Ancora: mancano certamente
di umiltà quei veggenti che spasimano dal desiderio di divulgare le loro
rivelazioni. Assistiamo, nei nostri tempi, a un fenomeno relativamente nuovo:
vari falsi veggenti che si fanno pubblicità da sé. Non trovando, ovviamente,
adeguato ascolto da parte dei vescovi, allora si affidano alla pubblicazione
dei loro messaggi spargendoli, grazie alle moderne tecnologie, in tutto il
mondo. Alcuni, per dare maggior credito alle loro rivelazioni, esibiscono le
loro fotografie in posizione estatiche o vantano addirittura una somiglianza
fisica col Redentore, con la Madonna o con qualche arcangelo.
E’ segno d’orgoglio e per
conseguenza d’illusione, la gran voglia di divulgare le grazie che si ricevono.
L’umiltà invece induce a nasconderle, salvo il caso assai raro di vera utilità.