PADRE
STANISLAO, PADRE AMORTH
E IL CASO
DI ANNA
Cronista- Mi racconti delle tue prime esperienze con Don
Gabriele Amorth?
Padre Stanislao - Una volta una famiglia gli chiese di
recarsi presso la loro casa dove avvenivano dei fenomeni strani. Io avevo
appena iniziato ad aiutarlo, non avevo esperienza ed ero un po’ perplesso sul
fatto che potessero avvenire cose strane nelle case; naturalmente lui mandò
proprio me! Sembrava che lo facesse apposta, col provocarmi nella mia
incredulità! Andai con un ragazzo che aveva una grande forza di preghiera:
mentre salivo le scale per entrare in questa casa percepivo una pesantezza
fisica terribile, come un vento che mi respingeva. Appena entrai dalla porta di
ingresso, tutte le sei sedie che erano attorno al tavolo caddero a terra, e dal
soffitto iniziarono a scendere dei foglietti con scritti nomi strani. Durante
la benedizione, la persona iniziò a vomitare degli spilli, che sicuramente non
aveva nello stomaco, ma che si materializzavano nel momento in cui usciva della
saliva densa dalla sua bocca.
Cronista - Hai
avuto paura?
Padre
Stanislao - No, io non ho avuto paura.
Cronista - Parlami del caso di Anna, la ragazza che ti ha
affidato tempo fa …
Padre Stanislao - E’ una giovane del Sud Italia, una
situazione gravissima. Insieme a Don Gabriele ero l’unico sacerdote che poteva
assistere a quell’esorcismo. Questa ragazza, infatti, aveva delle reazioni
molto violente se ad assistere vi erano laici o sacerdoti non perfettamente in
grazia di Dio, perché in peccato p perché avevano trascurato la confessione. Si
dimenava e i suoi dolori fisici e spirituali aumentavano se si trovava al
cospetto di persone in stato di peccato.
Don Gabriele mi diceva: “Padre Stanislao, questo è il casi
più grave che io abbia mai avuto nella mia vita di esorcista. Figliolo
carissimo, vedrai i segni di Dio seguendo questa persona”.
Anna arrivava sempre presto alla chiesetta e, quando io ero
in strada per raggiungerla, lei percepiva il mio arrivo, così, mentre entravo
dalla porta di sinistra, lei scappava da quella destra. Sentiva la mia
presenza. La cosa più strana è che se, quando la portavamo sul lettino, Don
Gabriele le faceva un esorcismo di mezz’ora e lei non si riprendeva, allora
dovevo continuare io. La portavamo in sacrestia e in un quarto d’ora di preghiera
di liberazione ritornava in sé. Così ho cominciato a vedere dai segni che Dio
mi stava chiamando a un’azione ben precisa si di lei, ma era un pensiero mio.
Ad Anna i medici avevano detto che per lei non potevano fare
nulla, che le occorreva il sacerdote.
Inspiegabilmente la ragazza andava in possessione molto
spesso e per molte ore. Una volta la possessione è durata ventisette ore. I
familiari a turno dovevano tenerla ferma sul letto. Erano persone molto collaborative
e avevano installato in casa un impianto di amplificazione che mi consentiva di
operare anche per via telefonica. Ho così sperimentato di persona quello che
sosteneva Don Amorth, che la colonna portante dell’esorcismo è la preghiera
fatta con fede e non il luogo o il modo, infatti l’esorcismo fatto da lontano
ha la stessa efficacia di quello fatto di presenza.
Prima che me ne occupassi io, i parenti, disperati per le sue
condizioni critiche durante i periodi di possessione, erano costretti a
contattare diversi esorcisti per farla ritornare alla normalità, ma quelli non
riuscivano ad alleviare le sue sofferenze.
Quando iniziai a occuparmene, l’ultimo squillo telefonico era
per me e la mia preghiera era utile. A volte bastava un quarto d’ora perché lei
si riprendesse.
Fu così che la famiglia decise di chiedere al Vescovo di
darmi il mandato per pregare su di lei. Io Francamente non ci credevo, non
conoscevo monsignor Mungione personalmente e credevo la cosa impossibile;
invece loro scrissero una lettera facendo il mio nome e lui mi autorizzò
immediatamente. E così, ancora oggi, io seguo Anna. Fu il primo mandato
ufficiale datomi dalla Chiesa.
Ho sempre visto in questo una specifica chiamata di Dio.
Siamo anche riusciti a laurearci insieme! Mi spiego meglio. Lei entrava in
possessione il giorno prima di sostenere gli esami, anche più volte, e mi
toccava essere sempre pronto e disponibile, di giorno e di notte. Dopo aver
ricevuto il mandato dal suo Vescovo, per aiutarla a proseguire gli studi
universitari quando entrava in possessione prima degli esami la esorcizzavo e
alla fine ci siamo laureati con 110 e lode!
In tanti anni, di me ha conosciuto solo le scarpe o i capelli
perché quando cercava di guardarmi in faccia gli occhi si rigiravano e non
poteva vedermi. Ultimamente invece sta meglio e ha potuto guardarmi e anche
abbracciarmi. E’ stato un momento molto intenso.
Ho potuto vedere anche Don Gabriele dopo la sua morte. E’
riuscita a visitarlo quando era deposto nella bara, prima non lo aveva mai
visto in volto.
Ti rendi conto? Per 13 anni ho esercitato il mandato
ufficiale della Chiesa su una persona che non mi conosceva. Adesso finalmente
bastano una preghiera di liberazione alla settimana e un esorcismo al mese
perché conduca una vita abbastanza normale. Un mese fa, partecipando a un
ritiro del clero ebbi occasione di conoscere personalmente Monsignor Mungione,
e fu una grande gioia per entrambi.
Finché certe realtà non si vivono in prima persona è davvero
difficile capirle!
Questo è uno dei casi più difficili che Do Gabriele mi ha
lasciato, mi aveva sempre detto: “caso un giorno sarà tuo”. Chi libera è Dio,
non il sacerdote. Noi possiamo dare sollievo, ma Dio opera e fa tutto.
Cronista - Hai parlato di una maggiore aggressività del
nemico alla presenza di persone in stato di non grazia. Si racconta di
sacerdoti che si sono sentiti snocciolare i propri peccati dal demonio, ma non
avevo mai sentito di maggiori sofferenze per il tribolato.
Padre Stanislao - Parlo per l’esperienza specifica che sto
vivendo con Anna, che ho la possibilità, come prevede il rituale, di
interrogare durante l’esorcismo.
Ci sono dei casi molto singolari in cui il signore o Maria
Santissima chiedono la disponibilità o un’apertura ad accogliere il sacrificio
di una prolungata possessione. Ecco, questo è, a mio avviso, il casi di Anna. E’
una fortuna di espiazione; sono convinto che sia a tutti gli effetti un’anima
vittima. Quando la esorcizzo, satana e gli altri demoni mi dicono sempre che se
ne vogliono andare e, quando rincaro la dose dicendo “Chi è che non ti fa
andare via?”, mi rispondono sempre allo stesso modo:”Quella … non mi vuole
mandare via”. Quella, naturalmente, è la Vergine Maria.
Dal Libro Padre Amorth - La mia battaglia con Dio contro
satana