venerdì 21 ottobre 2011

La massoneria

La massoneria

 

La costruzione del Tempio massonico

- come costruire un mondo senza Dio e quindi contro Dio, dove l'uomo è costruttore e salvatore di se stesso -



La massoneria diffonde una mentalità relativista in cui tutto è opinione e nulla è dogma (lett. "certezza") ad eccezione, ipocritamente, degli insegnamenti della Loggia che non devono essere svelati a costo della incolumità fisica. Hiram, mitico architetto del tempio di re Salomone, viene presentato come l'esempio del buon massone che ha proferito la morte piuttosto che svelare il contenuto dei gradi iniziatici ricevuti. Su chi o cosa il massone deve costruire il tempio? Sul proprio ego "illuminato" dagli insegnamenti segreti settimanali della Loggia.
   
La Chiesa in quasi 600 documenti in meno di 3 secoli condanna non solo la “sètta massonica" (cfr. enciclica "Inimica Vis", papa Leone XIII, 1892) "nemico implacabile di Cristo e della Chiesa ... insinuatesi infatti già da gran tempo sotto le speciose sembianze di società filantropica e redentrice dei popoli, nel nostro bel paese, e per via di congiure, corrutele e di violenze giunta finalmente a dominare l'Italia" (cfr. enciclica "Inimica Vis", papa Leone XIII, 1892) per "distruggere da capo a fondo tutto l'ordine religioso e sociale, qual fu creato dal cristianesimo, e pigliando fondamenti e nome dal Naturalismo, rifarlo a loro senno di pianta ... per opprimere il Cristianesimo" (cfr. enciclica "Humanum genus", papa Leone XIII, 1884), ma anche il metodo massonico: 1)relativismo dogmatico (nessuna regola ha origine divina ma la morale evolve in base al consenso sociale per cui “ciò che è vero oggi sarà falso domani” (Maurice Caillet, "Ero un massone: la mia conversione dalla massoneria alla fede", PIEMME, 2010, p.172)); 2)rifiuto del soprannaturale (teofanie, apparizioni e miracoli) con un vago deismo (“Dio” non è neppure citato nelle Costituzioni di Anderson del 1723) che professa “l‟amore di sé fino al disprezzo di Dio” (S. Agostino) (Maurice Caillet, "Ero un massone: la mia conversione dalla massoneria alla fede", PIEMME, 2010, p.173)); 3)formazione esoterica, segreta, per svelare una indimostrata “Tradizione Primordiale preistorica” (Maurice Caillet, "Ero un massone: la mia conversione dalla massoneria alla fede", PIEMME, 2010, p.173) che sarebbe stata nascosta dalla Chiesa Cattolica; 4)il fine non è la “salvezza” ma l’elitarismo pelagiano delle iniziazione per gradi in cui “neppure la ricerca di un 'bene' è mai menzionata ... poichè la morale evolve nella sincerità, che non è sinonimo di verità” (Maurice Caillet, "Ero un massone: la mia conversione dalla massoneria alla fede", PIEMME, 2010, p.174); 5)la “tolleranza dogmatizzata” che si riduce a sincretismo “cioè la fusione poco coerente di dottrine spirituali differenti: è l‟eterna Gnosi, il sovvertimento della vera fede, l‟impoverimento del sale della terra … manifestando animosità nei confronti dell‟autorità papale e dei dogmi della Chiesa Cattolica” (Maurice Caillet, "Ero un massone: la mia conversione dalla massoneria alla fede", PIEMME, 2010, p.175) tanto che lo stesso Caillet chiedeva ai candidati massoni battezzati in Cristo “di mettere in discussione i dogmi della Chiesa [= apostatare la fede] ed accettare i principi massonici di tolleranza, spirito di apertura e laicismo” (Maurice Caillet, "Ero un massone: la mia conversione dalla massoneria alla fede", PIEMME, 2010, p.49) e che diventa ipocritamente intolleranza, nel caso di Maurice Caillet, per chi “spergiura” i segreti della loggia. Nella sua esperienza Caillet riferisce delle “logge selvagge" (Maurice Caillet, "Ero un massone: la mia conversione dalla massoneria alla fede", PIEMME, 2010, p.103), e dei “massoni dormienti” apparentemente non appartenenti ad alcuna loggia ma pronti ad attivarsi per gli interessi della massoneria. A Lourdes, Maurice, la prima volta che in vita sua partecipa alla S.Messa, davanti alla grotta dell’apparizione, mentre la sua compagna Claude ammalata si trova presso le piscine sente la voce di Gesù che lo tocca tramite il sacerdote proclamante il Vangelo. Di qui inizia il suo cammino di conversione e liberazione. Claude guarisce. Maurice si liberà progressivamente della zavorra esoterica: massoneria, rosacroce, pendolino, magia, ecc. Il battesimo, la riconciliazione sacramentale, il sacramento del matrimonio con Claude e l’eucarestia. 

L'insegnamento costante della Chiesa è la scomunica della Massoneria e del metodo massonico (1-non esclusivismo; 2-tolleranza dogmatizzata; 3-deismo) indipendentemente dalle maggiori o minori accentuazioni dell'anticattolicesimo delle singole logge massoniche (cfr. articolo su "L'Osservatore Romano" del 23 febbraio 1985):
   
La Congregazione per la Dottrina della Fede il 26 novembre 1983 ha ribadito che chi è iscritto alla Massoneria "è in stato di peccato grave e non può accedere alla Comunione". Non viene detto esplicitamente se il massone sia o meno scomunicato ma occorre dire che la scomunica impartita alla "sètta massonica" da papa Clemente XII nella Lettera Apostolica "In eminenti" nel 1738 non è mai stata cancellata dalla Chiesa!


La "sètta massonica" (cfr. encicliche: 1)Humanum genus; 2)Inimica Vis di papa Leone XIII, ecc.) si inventa una fantasiosa genealogia, una mitologia per riferirsi al Tempio di Salomone, proprio perchè, come tutte le sètte esoteriche, per autolegittimarsi pretende di essere più antica della odiata Chiesa Cattolica e quindi tenta una restaurazione neopagana.
Basti pensare all'uso del "templarismo" fatto dalla massoneria per autoleggittimarsi, che ha deformato e falsificato la vera storia dei "Templari"  in cui "i Templari finirono per entrare a pieno titolo nelle mitologie massoniche sette-ottocentesche e nel venire quindi, paradossalmente, esaltati a due livelli: uno umanitario ed ermetico-libertario, spiritualista ma antiecclesiastico e antidogmatico; un altro al contrario tradizionalista, che nella tradegedia dei Templari scorgeva quella, più ampia e grave, della Chiesa tardomedievale disposta ad abbandonare la via dell'universalismo e della virile difesa della Cristianità con le armi cavalleresche e a piegarsi alla logica implacabile dello stato moderno già prefigurato da Filippo IV e dai suoi avvocati regalisti... Di una sopravvivenza occulta dell'Ordine templare lo storico non può parlare perchè la storia si fa con le fonti documentarie e il loro esame critico... Tra la fine trecentesca dell'Ordine e la sua ambigua rinascita settecentesca esiste solo una ragnatela di ipotesi e di resoconti di terza mano... La svolta nella letteratura relativa al Tempio si verificò con il Settecento, per due ragioni: anzitutto lo straordinario proliferare degli interessi che in quel secolo si andarono concentrando sull'idea di nobiltà e di cavalleria, quindi sugli ordini cavallereschi dei quali quello templare, a torto o a ragione, venne interpretato come il modello; quindi lo svilupparsi di tutti quei temi filosofici, simbologici ed eretici che si concentrano attorno alle idee sostenute e propagandate dalle logge massoniche nel perdiodo stesso in cui, tra Sei e Settecento, esse venivano invase da esponenti dell'aristocrazia e d'un ceto medio desideroso di nobilitarsi e di elevarsi socialmente e culturalmente e in cui si andavano trasformando pertanto da sodalizi di tipo artigianale-tecnologico (un ambito peraltro nel quale avrebbero mantenuto, com è noto, parte dell'apparato simbolico-rituale) in società di tipo speculativo con un forte contenuto esoterico e con una forte immissione di elementi cavallereschi. L'architettura e in genere le arti connesse con la costruzione edile (la "muratoria") venivano così reinterpretate alla luce esegetica della costruzione del Tempio di Salomone, un mdello peraltro tradizionalmente ben presente, specie nell'ambito dell'architettura sacra, fin dai primordi del cristianesimo...La connessione tra Graal, catarismo e Templari, del tutto arbitraria e insostenibile sotto il profilo storico, nasceva pertanto attraverso le continue ridefinizioni sincretistiche della letteratura templaristica ottecentesca, che passava disinvoltamente su tutte le contraddizioni interne di esse per insistere tuttavia sul solo dato che emergeva con dubbia coerenza ma con apparente chiarezza: l'avversione nei confronti della Chiesa romana, della sua disciplina, del suo dogma... prepariamoci ad arricchire la leggenda templare con nuove amenità... " (Franco Cardini, Templari e Templarismo: storie, mito, menzogne, ed. il Cerchio, Rimini 2005, pp.122.127.128.146.151).

Afferma la
Gran Loggia d'Italia, per autoinventarsi la mitologia: "Simbolicamente il tempio massonico riproduce il Tempio di Salomone per riferirsi non tanto all'episodio biblico piuttosto al mito di Hiram, l'architetto del tempo gerosolimitano di Salomone ucciso da tre suoi compagni che volevano carpigli il segreto dell'arte dei costruttori e ne fecero sparire il cadavere, e alla proverbiale saggezza del re Salomone, che fece del tempio edificato il Tempio della Sapienza, della Ragione e della Virtù. Il Tempio massonico completamente privato di ogni connotazione storica prefigura invece il luogo ideale dell'unità spirituale, della Tolleranza Universale che nella spiritualità massonica assume il nome di tutte le divinità e di tutte le più disparate forme del Sacro, ossia il Grande Architetto dell'Universo". La forma rettangolare "prefigura la terra e i suoi limiti, in contrapposizione con l'infinità del cosmo" mentre il soffitto scoperchiato del Tempio ""raffigura, nella forma allegorica il cielo stellato". Le dodici colonne della sala del Tempio sono i "segni dello Zodiaco". (cfr http://www.granloggia.it).

La costruzione di questo tempio interiore e nello stesso tempo sociale rappresenta per i massoni una realtà «metafisica» e consiste nella ridivinizzazione dell'umanità, che in tal modo diviene il valore supremo e quindi assolutizzato della dottrina massonica. Siamo di fronte ad un'elevazione dell'uomo che nulla ha a che fare con la logica della grazia. È una conquista dell'uomo che, appunto attraverso un cammino iniziatico di stampo esoterico, entra in contatto, o meglio riscopre in sè forze sopite dall'ignoranza e che una volta riattivate (ripensiamo alla storia dei grandi iniziati) lo fanno essere l'unico vero fautore della salvezza dell'umanità.
«Quando Ìl progresso morale e quello tecnico-scientifico dell'
Umanità si saranno potuti adeguare per l'opera singola e collettiva dei singoli muratori, quando cioè l'uomo, non solo terrà in pugno il dominio della meccanica, della fìsica e delle altre scienze, ma dominerà anche l'insondabilità misterica dello spirito e perverrà alle ultime acquisizioni elevative e creative, cioè al perfezionamento etico di se stesso e alla sua immedesimazione alla divinità, allora il tempio massonico sarà nei simboli e nella realtà ultimato e perfetto. Allora il Libero Muratore avrà compiuto la sua missione liberatrice ereditata dal Grande Maestro Ab Hiram». (Guido Francocci, La Massoneria nei suoi valori storici e ideali, pp. 279-290).
L'alterità di Dio, la sua trascendenza e la sua stessa identità (quella che Cristo ci ha rivelato) vengono in tal modo riassorbite in uno pseudo-ideale che oscilla ambiguamente tra l'astratto, l'utopico e il sogno.
«Il tempio dell'umanità è qualcosa di armonico, connaturato alla reale natura divina dell'uomo... Sogno? Utopia? Realtà calata dietro cose apparenti? Ciascuno si risolva per proprio conto il problema». (Francesco Brunelli, op.cit., p. 17).
Uno degli scopi ultimi della Massoneria: «la costruzione del Tempio dell'Umanità, divenendo essi stessi templi viventi» (Jules Boucher, La Simbologia massonica, p.18).



«Il lavoro del massone è duplice e nessuno dei due aspetti di esso deve essere posto in secondo piano. Egli deve compiere un lavoro individuale esoterico e contemporaneamente exoterico ... dando per scontato che il lavoro individuale è la conditio sine qua non non solo per rimanere nella Massoneria, ma per essere qualificato massone». (Francesco Brunelli, Prinicipi e metodi di massoneria operativa, p. 13).

Il "culto del segreto", il deismo (negazione di ogni Rivelazione!!!) e lo gnosticismo (= l'uomo possiede le sue sole forze per recuperare la sua perduta  originaria divinità) sono le principali caratteristiche dei frammassoni.

Figli legittimi della massoneria sono la teosofia, la antroposofia e i "rosacroce". La teosofia di madam Blavatski è uno strumento politico massonico foraggiato dell'impero inglese che divinizzava la regina per creare un "culto" nelle colonie che doveva sostituire non solo l'induismo e a cui Hitler si ispirò oltre che ideologicamente anche nel simbolo della svastica. Dallo scisma nazionalistico tedesco di Steiner nasce la antroposofia e da questa i rosacroce...

La massoneria è frutto dell'illuminismo, figlio di quella scienza sperimentale costitutivamente meccanicistica che assume acriticamente e dogmaticamente la corrispondenza tra l'ordine del mondo umano e l'ordine del mondo naturale: entrambi ubbidirebbero a leggi meccaniche fisse, che la ragione umana ha il dovere di scoprire se vuole
conoscere e dominare il meccanismo universale e procurare così il progresso e il benessere dell'umanità. Vediamo le due caratteristiche dell'illumismo nella massoneria:
1)La concezione rinascimentale dell'uomo centro dell'universo e dal concetto baconiano di scienza come mezzo di potenza e di dominio; in questo modo non esiste altra autorità superiore alla ragione e altre cause della vita umana e naturale oltre a quelle immanenti nella natura. Non c'è più il Mistero ma il misterioso. 
2)Il sistema eliocentrico che riduce il sistema solare e anche l'uomo a un'atomo sperduto nell'immensità degli spazi, privato del finalismo della provvidenza e solo confortato dal pensiero di una natura benigna.

Da qui il concetto di "religione naturale", razionale e universale che non ha bisogno di alcuna rivelazione nè di alcuna autorità. Tale è il
deismo di J. Toland: Dio non dev'essere molesto alla città dell'uomo; la ragione deve emanciparsi dalla rivelazione; la vita ubbidisce alla legge naturale della felicità; riti, chiese, sacramenti, gerarchia vanno soppressi. Dio è l'Essere supremo, il cui culto va professato nel segreto dell'anima individuale. L'ateismo moderno, inteso come pratica di vita dalla quale Dio è assente, ha una sua segreta relazione con il deismo.La pubblicistica massonica, quando non lo combatte, nega il soprannaturale.Sono estrenee al pensiero massonico l'idea di un Dio personale e provvidente, sia quella di salvezza dell'uomo.L'idea di perfezione massonica è necessariamente connessa solo con un ideale di miglioramento dell'uomo ad un punto di vista essenzialmente etico e limitato solo al campo delle possibilità umane. Ma è assolutamente insostenibile la tesi massonica secondo la quale la Chiesa rappresenterebbe il dominio della fede e la massoneria il dominio della ragione. Anche la Chiesa onora la ragione, purchè rimanga aperta alla totalità dei fattori del reale e plasmi il metodo delle sue ricerche in dipendenza dalla diversa natura degli oggetti che di volta in volta le si presentano.
Ma l'esperienza della impotenza della persona di fronte alla finitudine umana rende tragicamente illusorio il sogno massonico di un "progresso assoluto".

I simboli basilari della Massoneria, secondo gli stessi massoni, corrispondono agli strumenti necessari per elevare
"costruzioni stabili e regolari". Divengono quindi per analogia i simboli dei mezzi ordinatori delle virtù e delle conoscenze che "inducono alla autoperfezione dello spirito".


"SIGNIFICATO" di alcuni SIMBOLI BASILARI della MASSONERIA
(cf.sito "Gran Loggia d'Italia":
 http://www.granloggia.it/centro.asp?idmenu=93)
ALCUNI SIMBOLI
MASSONICI

Squadra e compasso:  la Squadra simboleggia la rettitudine; il compasso, invece, la Volontà, la Capacità, il Genio.
Filo a piombo e livella:  Il filo a piombo è l'elemento dell'equilibrio interiore e suggerisce l'idea dell'ascesa stabile, lineare.
La livella, strumento che significa la capacità di costruirsi un sistema di riferimento e ammonisce gli uomini a prepararsi alla Grande Livellatrice".

Maglietto e scalpello: Il Maglietto rappresenta la forza di volontà; lo Scalpello prefigura il Discernimento, cioè la capacità di distinguere le parti utili della pietra, essenziali alla costruzione, da quelle inutili.
Pietra grezza e levigata: il lavoro massonico di squadratura e di levigatura della pietra grezza corrisponde al lavoro su sè stesso che il massone compie per passare dallo stato informe, incosciente e passivo del profano a quello formato, regolato e creativo del libero muratore contribuendo all'edificazione del Tempio.
Il regolo: allude alla necessità di impostare confronti costruttivi sulla base di parametri stabili e regole stipulate e condivise.
La cazzuola: Strumento del Muratore che serve a stendere la calce che connette le pietre, simboleggia la beneficenza, ossia la volontà di soccorrere chi è nel bisogno. Esprime così la bontà attiva, la carità, ovvero quella buona volontà dovuta al genere umano. L'amore fraterno che crea la coesione tra pietra e pietra è come la calce - morbido e capace di adattarsi ad ogni forma e situazione, quando viene steso, resistente senza essere rigido poi, quando connette le parti nell'intero della costruzione. La cazzuola serve a mescolarlo, a fonderlo, a portarlo alla perfetta amalgama, a toglierne l'eccesso per portarlo laddove scarseggia – a diffondere quindi benevolenza illuminata e tolleranza generosa. Per questo, è strumento di elezione del Muratore-Costruttore, nella sua costante azione positiva di attivo edificatore.
Il Delta: nel Tempio, il Delta luminoso è posto ad oriente ed ha al centro il G dalle numerose interpretazioni (God, oppure Gnosi, Geometria, Generazione) o il tetragramma ebraico o lo schema della tetractis pitagorica o l'occhio divino, simbolo del principio creatore o del sole, principio luminoso della vita.
Sole e luna: Il Sole si associa ad una numerosa serie di valenze simboliche, fra cui quella dinamica-assiale, secondo la corrispondenza Sole-Spirito-Fuoco; Più in generale, il Sole rimanda al Maschile, al principio attivo, ed è quindi simbolo dell'Origine, del principio, della ragione che rischiara le tenebre ed illumina le intelligenze.
La Luna, specularmente, esprime invece il Femminile, l'oscuro, l'intuizione e la mutevolezza delle forme. Massonicamente, Sole e Luna rappresentano l'alternanza e l'equilibrio di giorno e notte, di bianco e nero, di attività e riposo, e la dialettica degli opposti.

Le colonne: Poste all'ingresso del Tempio, ad occidente, in ricordo di quelle che Hiram pose all'ingresso del Tempio di Salomone, simboleggiano la dualità. atto incrollabile, fondamento del rapporto col divino, la stabilità significata dalla colonna gemella completa dialetticamente il ruolo delle fondamenta dell'edificio interiore che il libero muratore deve poter disegnare e realizzare.

Zodiaco: Secondo l'ètimo greco, “cerchio di figure di animali” era, secondo la definzione platonica, “cancello del cielo”. In Massoneria lo zodiaco è usato come sistema simbolico e non ha carattere divinatorio e astrologico, ma prefigura piuttosto una visione cosmogonica dell'Universo.
Il Mosaico:  il pavimento a riquadri bianchi e neri che sta al centro del Tempio, è anch'esso simbolo del Binario, della contrapposizione fra l'Io e l'Altro, fra Spirito e Materia, fra Vero e Falso, fra Bene e Male, fra Bello e Brutto: dei contrasti che caratterizzano la realtà, suggerendo così la dinamica della composizione dei contrari, non allude infatti al dissidio, quanto alla dialettica degli opposti dalla quale la realtà è definita; così nascono per esempio la coscienza di sè e capacità di rapporto, poichè non c'è senso senza accettazione dell'Altro. Il Mosaico è quindi un monito: non c'è mai un solo aspetto limite alla possibilità di miglioramento.
La Gran Loggia Regolare d'Italia nel suo Gran Maestro Ven.mo Fr. Fabio Venzi, dice: "La Massoneria non crea una nuova religione; è una possibilità di sperimentare la trascendenza anche per coloro che non la trovano più nei credi rivelati...Nella autorealizzazione conscia della propria totalità si riscontra il progetto della Massoneria...L'idea della trascendenza è rappresentata nella Massoneria dal Grande Architetto dell'Universo...La Massoneria ha le caratteristiche di una società iniziatica... Ogni massone ammesso alla cerimonia iniziatica del Terzo Grado viene idetificato con Hiram che muore e risorge e con questo risorgere assurge alla dignità di maestro muratore" (cf. http://www.grandlodge-italy.org/).
Dopo l'iniziazione massonica, dice la Gran Loggia d'Italia, il cammino per "avere accesso alla conoscenza
sciogliendo il velo del segreto e rendendolo proprio all'interno del sè" necessita di un "lungo lavoro sulla propria persona" per approfondire "la ricerca della verità e della giustizia, nel rispetto di principi irrinunciabili di libertà, uguaglianza e fratellanza" poichè "la Massoneria postula la capacità dell'uomo di ricercare con i soli propri mezzi il progredire della Conoscenza" (cf. http://www.granloggia.it).



 Cosa possiamo dire sulla Massoneria?
Per l'Avv. Gustavo Raffi, Ven.mo Gran Maestro del Gran Oriente d'Italia, "la Massoneria è un Ordine Iniziatico che ha come compito principale la ricerca esoterica ed il perfezionamento individuale, attraverso il recupero della dimensione del Sacro". La Massoneria si dichiara custode di questo sapere iniziatico e si definisce l'Ordine Iniziatico, auspicando un "Nuovo Ordine Mondiale". Per Albert Pike, 33° grado della Massoneria di Rito Scozzese: "la Massoneria... ha compiti eterni...combattere Caifa come vescovo, Dracone come giudice, Trimalcione come Legislatore e Tiberio come Imperatore. Questi sono i simboli della Tirannia che umilia e sottomette e della corruzione che degrada e contamina la coscienza dell'uomo".

Sebbene alcuni massoni ritengano che l'origine della propria organizzazione risalga all'inizio dei tempi (molti dei loro insegnamenti sarebbero legati al Tempio di Salomone, ma loro affermano addirittura che anche Giovanni Battista e Giovanni l'Apostolo erano massoni), la moderna massoneria ha avuto inizio convenzionalmente il 24 giungo 1717 festa di San Giovanni Battista, anno in cui le quattro loggie londinesi si riuniscono nella Gran Loggia di Londra. La Massoneria moderna nasce sotto due spinte contrastanti: da una parte l'auspicio del razionalismo, dall'altra l'anelito preromantico al mistero che affonda le sue radici nella tradizione esoterica.  Nel 1723 la massoneria riceve le sue costituzioni dal pastore anglicano James Anderson (1680-1739), le quali, fra l'altro, escludono dagli argomenti di cui si può parlare in loggia le discussioni di religione, di nazione o di politica, mantenendo come unici riferimenti precisi quelli della legge morale e alla religione su cui tutti gli uomini sono d'accordo, peraltro non ammettendo che il massone possa essere un ateo stupido o un libertino irreligioso. Il primo documento ufficiale della Chiesa contro la Massoneria è la lettera "In Eminenti" di Clemente XII, pubblicata il 28 aprile 1738, appena 16 anni dopo l'approvazione ufficiale delle Costituzioni di Anderson che è l'atto fondativo della massoneria speculativa moderna, in cui si mettono in guardia i governi e i cattolici dall'azione dissolutrice dei "liberi muratori".  Papa Leone XIII nell'enciclica "Humanum Genus" del 20 aprile 1884, parla con lucidità della "setta massonica". Nella sucessiva enciclica "Inimica Vis" dell'8 dicembre 1892, papa Leone XIII afferma anche in riferimento alla enciclica "Humanum Genus": "con queste due Lettere strappammo dal viso della massoneria la maschera onde si velava agli occhi dei popoli, e la mostrammo nella cruda sua deformità, nella sua tenebrosa e funestissima azione" (n°1). Continua Papa Leone XIII: "In Italia, insinuatesi infatti da gran tempo sotto le sembianze speciose di società filantropica e redentrice dei popoli, nel nostro bel paese, e per vie di congiure, corrutele e violenze giunta finalmente a dominare l'Italia e questa medesima Roma... La religione dei nostri padri è stata fatta segno e persecuzione di ogni sorta, col satanico intento di sostituire al cristianesimo il naturalismo, al culto della fede il culto della ragione, la morale così detta indipendente alla morale cattolica, al progresso dello spirito quello della materia... Invaso il tempio del Signore, si è dissipata con la confisca dei beni ecclesiastici... Se l'amministrazione dei sacramenti non fu potuta impedire, si cerca però di introdurre in tutti i modi d'introdurre e promuovere matrimoni e funerali civili. Se ancora non si riuscì a strappare affatto dalle mani della Chiesa l'educazione della gioventù ed il governo degli istituti di carità, si mira sempre con sforzi perseveranti a tutto laicizzare, che val quanto a dire a cancellare da tutto l'impronta cristiana. Se della stampa cattolica non si è potuto soffocare la voce, si fece di tutto per screditarla e avvilirla" (n°2), "E pur di osteggiare la religione cattolica, quale parzialità e contraddizioni! Si chiusero monasteri e conventi e si lascairono moltiplicare a lor grado logge massoniche e covi settari... S'incoraggiarono all'interno della Chiesa scismi e apostasie... Senza esagerare la potenza massonica attribuendo all'azione diretta e immediata di lei tutti i mali che nell'ordine religioso presentemente ci travagliano, nei fatti che abbiam ricordato e in molti altri che potremmo ricordare, si sente il suo spirito; quello spirito che, nemico implacabile di Cristo e della Chiesa, tenta tutte le vie, usa tutte le arti, si prevale di tutti i mezzi per rapire alla Chiesa la sua figlia primogenita, a Cristo la nazione prediletta, sede del suo Vicario in terra e centro della cattolica unità. L'influenza malefica ed efficacissima di questo spirito... Inorgoglita dai successi, la setta stessa ha parlato alto e ci ha detto ciò che fece in passato, ciò che si propone di fare in avvenire. Le pubbliche potestà, consapevoli o no, essa le riguarda in sostanza come propri strumenti: il che vuol dire che della persecuzione religiosa che ha tribolato e tribola l'Italia nostra, l'empia setta mena vanto come di opera principalmente sua, di opera eseguita spesso con altre mani, ma per modo immediato o mediato, diretto o indiretto, di lusinga o di minaccia, di seduzione o di rivoluzione, ispirata, promossa, incoraggiata, aiutata da lei" (n°3) e "Una setta che dopo diciannove secoli di cristiana civiltà si sforza di abbattere la Chiesa cattolica, e di recidere le divine sorgenti; che, negatrice assoluta del soprannaturale, ripudia ogni rivelazione, e tutti i mezzi di salute che la rivelazione ci addita; che pei disegni e le opere sue fondasi unicamente e interamente sopra una natura inferma e corrotta come è la nostra; tale setta non può essere altro che il sommo dell'orgoglio, della cupidigia spoglia, la sensualità corrompe; e quando queste tre concupiscenza giungono al grado estremo, le oppressioni, gli spogliamenti, le corruttele seduttrici, via via allargandosi, prendono dimensioni smisurate, diventano oppressione, spogliamento, fomite corruttore di tutto il popolo". (N°6).

La concezione della religione dei liberi muratori è relativista: tutte le religioni sono tentativi concorrenti ad esprimere la verità divina, che in ultima analisi è irraggiungibile. A questa verità divina, infatti, è adeguato solo il linguaggio dei simboli massonici, linguaggio dai molti significati lasciato alla capacità di interpretazione del singolo massone. Le radici della massoneria, terminologia e simbolismo, si trovano nelle antiche corporazioni dei freemason, cioè dei liberi muratori e architetti, corporazioni dei lavoratori della pietra durante il Medio Evo (da cui derivano i gradi massonici di apprendista, comagno e maestro).  Attualmente la massoneria si presenta come un complesso puzzle dove è possibile, in particolare, distinguere fra obbiedienze e riti. Le obbedienze sono federazioni amministrative di logge o di gruppi nazionali di logge; i riti, invece, sono sistemi di gradi massonici, di cui prescrivono non solo le cerimonie, ma anche le caratteristiche. Dunque all'interno della stessa obbedienza possono convivere più riti e uno stesso rito può essere presente in più obbedienze. Fra i riti più diffusi si trova il Rito Scozzeze Antico e Accettato, in 33 gradi, da cui deriva l'abitudine di considerare i massoni più elevati in grado come dotati della qualifica di trentatreesimo.



 (La piramide iniziatica secondo la "Gran Loggia d'Italia")


Le organizzazioni parallele possono essere distinte in para-massoniche, simil-massoniche e pseudo-massoniche. Le prime non fanno parte della massoneria, ma ammettono al loro interno esclusivamente massoni; le seconde sono sorte ad imitazione e in concorrenza con la massoneria, spesso rivolgendosi a classi sociali più basse; infine, le organizzazioni pseudo-massoniche seppure utilizzano nel loro nome il termine massoneria, sono considerate al di fuori del mondo massonico dalla maggior parte degli organismi ufficiali. Le logge sono legate insieme da un sistema di riconoscimento reciproco attraverso i requisiti massonici. Esse conferiscono tre gradi: apprendista, membro della corporazione e maestro massone. Gradi supplementari vengono conferiti da due gruppi di massoneria avanzata: gli "York Rite" che conferisce 12 gradi e la "Scottish Rite" che conferisce 30 gradi superiori. Solo gli uomini (di almeno 21 anni) possono essere massoni.
Il Grande Oriente d'Italia (Palazzo Giustiniani) è l'obbedienza maggioritaria nel nostro paese, riammessa per qualche tempo nel 1972 nella comunione con la Gran Loggia Unita d'Inghilterra, riconosciuta dalla maggior parte dei massoni mondiali come Gran Loggia Madre per tutto il mondo. Dalla comunione con essa era stata esclusa - assieme alle massonerie maggioritarie dei principali paesi latini (Francia, Spagna e America Latina) - perchè era accusata di ammettere nelle sue fila atei e di occuparsi di temi politici. Nel 1993 il Grande Oriente d'Italia è stato nuovamente escluso da tale comunione in seguito alle polemiche seguite a indagini giudiziarie sulle attività politiche e affaristiche di alcune logge e della crisi che da esse è derivata. Dal 1972 chi non crede in Dio avrebbe dovuto essere escluso dalle logge; tuttavia il Gran Maestro Giuliano Di Bernardo propose un'idea di Dio come principio regolatore che era al limite dell'accettabilità per le massonerie regolari e suscitò più di una obiezione. Lo stesso Di Bernardo, dopo la crisi del 1993, ha fondato una Gran Loggia Regolare d'Italia, concorrente del grande Oriente, riconosciuta ad experimentum da Londra, ma non dalle potenti massonerie statunitensi che sono in comunione con Londra e che mantengono relazioni con il Grande Oriente. La Gran Loggia d'Italia (Palazzo Vitelleschi) è la seconda denominazione massonica nel nostro paese ed è la più grande fra le numerose obbedienze concorrenti che derivano dallo scisma del 1908 di Saverio Fera (1850-1915), un pastore evangelico anti-cattolico, ma in disaccordo con l'anticlericalismo esasperato del Grande Oriente del suo tempo. Le obbedienze che derivano da questo scisma sono dette di Piazza del Gesù, perchè in questa piazza romana la principale organizzazione di questa branca ha avuto sede per molti anni. La Gran Loggia d'Italia fa parte dell'AML (Association des Massoneries Liberales), cui aderiscono anche i Grandi Orienti di Francia, Belgio, Germania e le Grandi Logge olandese e danese. La Gran Loggia ammette anche le donne, nonostante le Costituzioni di Anderson (terzo dovere) le escludano dalla massoneria.

La massoneria, per alcuni, non è una religione e non ha una dottrina , ma piuttosto un metodo di tipo relativista, il quale esclude l'accettazione a priori di verità assolute e dogmi e consiste nell'affrontare i problemi con la discussione comune e nel risolverli secondo quanto sembra giusto alla maggioranza dei fratelli. In loggia tutto può essere messo in discussione, tranne il metodo stesso (questo è il loro DOGMA!!!).

L'espressione relativismo non piace ai massoni, i quali ricordano che alcuni di loro sono morti per i loro ideali politici o nazionali. Vi è qui però una confusione tra scetticismo, che nega la verità, è relativismo, per cui ogni verità rimane comunque condizionata e relativa.
Il metodo massonico non è necessariamente scettico, ma è comunque relativista, e proprio per la sua dinamica relativizzante è oggettivamente incompatibile con la fede cattolica, così come hanno sottolineato molti documenti magisteriali.
La massoneria, per altri, si pone sostanzialmente come la religione unificatrice di tutte le religioni che supera i "credi rivelati", un'organizzazione segreta, esoterica-occulta, sincretistica (Bibbia, Corano, Cabala, riti pagani, ecc.), un delirio di onnipotenza che vuole "sciogliere il velo del segreto rendendendolo proprio all'interno del sè" (cf. la Gran Loggia d'Italia) per dominare, il "sarete come Dio" che satana o lucifero suggerì ai nostri progenitori (cf. Gn.3).




TEMI MASSONERIA
Dio L'importante è credere in qualche deità, qualunque essa sia; concezione di stampo deistico.






Gesù
Gesù viene citato raramente nella letteratura massonica. Quando nelle Loggie citano la Bibbia, i passaggi su Cristo vengono omessi, e non è mai permesso (nelle logge "di buon ordine") offrire una preghiera nel nome di Gesù Cristo. Nella loggia, l'unica preghiera consentita è al "Grande Architetto dell'Universo". La massoneria non crede che Gesù Cristo sia Dio e che la salvezza sia ottenibile solo attraverso Lui (1Gv 4:3). La massoneria è una "religione" senza Salvatore. Per la massoneria Gesù non è il Cristo cosmico ma un maestro illuminato meta raggiungibile di ogni uomo: "Gesù di Nazaret ha raggiunto un tale livello di coscienza e di perfezione da essere definito in svariati modi come coscienza cosmica, rigenerazione dell'anima, iniziazione filosofica, illuminazione spirituale, splendore braminico, coscienza di Cristo" (Lynn F. Perkins, The Meaning of Masonry, CSA Press, 1971, 53).



Lucifero
Manly Palmer, una delle più grandi autorità massoniche, scrive, "Quando il massone ... ha imparato il mistero della sua Potenza, le ribollenti energie di Lucifero sono nelle sue mani" (Manly Palmer Hall, The Lost Keys of Freemasonry, p. 48 - Nota: secondo i massoni, Lucifero, o Satana, non è un angelo ribelle e orgoglioso come lo descrivono le Sacre Scritture; i massoni insegnano che egli è benigno, ed è strumento di libertà che è stato frainteso dagli uomini).
Peccato Viene negato il senso biblico della realtà del peccato; i massoni pensano che qualsiasi "difetto" possa essere cancellato dalla grande illuminazione.

Salvezza e Vita futura
La salvezza riguarda l'essere portato da uno stato materiale ad uno spirituale (l'uomo ritorna alla "propria spiritualità dimenticata"). Negando la realtà del peccato, i massoni non vedono il bisogno di salvezza nel senso biblico. Essi la vedono come un apprendimento passo dopo passo, e che viene attraverso l'iniziazione nei gradi massonici e nei loro misteri. Nel 19esimo grado della Scottish Rite Freemasonry viene detto agli iniziati che la fedeltà agli "statuti e alle regole dell'ordine massonico" farà meritare loro di "entrare nella Gerusalemme celeste (Regno dei Cieli)." Al 28esimo grado viene detto che "il vero massone è colui che si innalza fino ad ottenere il Regno dei Cieli" e il cui dovere è "di spogliarsi del peccato originale ..." Quindi essi insegnano una salvezza attraverso opere o attraverso uno sviluppo caratteriale e non attraverso la fede in Cristo.

"La «nonna di tutte le sette esoteriche» è la “Massoneria dei riti, dice L. James Rongstad,
in cui nasce l'idea della iniziazione e di una sapienza e di una conoscenza particolare dedicata a solo pochi eletti che ha uno sfondo magico legato sempre a delle iniziazioni...il motto della Massoneria è "dal caos un nuovo ordine"”
(prof.ssa Cecilia Gatto Trocchi, antropologa della Università "La Sapienza" di Roma). Analogamente riferisce la "Lettera Enciclica Humanum genus" di papa Leone XIII del 1884: "Varie sono le sette che, sebbene differiscano nel nome, nel rito, nella forma e nell’origine, tuttavia si collegano tra loro per una certa analogia di programmi e per affinità dei principali principi, e perciò sono coerenti con la setta Massonica che è come il centro da cui muovono tutte, e a cui tutte ritornano".
CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE
 DICHIARAZIONE SULLA MASSONERIA
(26 novembre 1983)
È stato chiesto se sia mutato il giudizio del Chiesa nei confronti della massoneria per il fatto che nel nuovo Codice di Diritto Canonico essa non viene espressamente menzionata come nel Codice anteriore.
Questa Congregazione è in grado di rispondere che tale circostanza è dovuta a un criterio redazionale seguito anche per altre associazioni ugualmente non menzionate in quanto comprese in categorie più ampie.

Rimane pertanto immutato il giudizio negativo della Chiesa nei riguardi delle associazioni massoniche, poichè i loro principi sono stati sempre considerati inconciliabili con la dottrina della Chiesa e perciò l’iscrizione a esse rimane proibita.
I fedeli che appartengono alle associazioni massoniche sono in stato di peccato grave e non possono accedere alla Santa Comunione.
Non compete alle autorità ecclesiastiche locali di pronunciarsi sulla natura delle associazioni massoniche con un giudizio che implichi deroga a quanto sopra stabilito, e ciò in linea con la Dichiarazione di questa S. Congregazione del 17 febbraio 1981 (Cf. AAS 73, 1981, p. 240-241).

Il Sommo Pontefice Giovanni Paolo II, nel corso dell’Udienza concessa al sottoscritto Cardinale Prefetto, ha approvato la presente Dichiarazione, decisa nella riunione ordinaria di questa S. Congregazione, e ne ha ordinato la pubblicazione.

Roma, dalla Sede della S. Congregazione per la Dottrina della Fede, il 26 novembre 1983.

Joseph Card. RATZINGER - Prefetto
+ Fr. Jèrôme Hamer, O.P. - Arcivescovo tit. di Lorium - Segretario



"...Infine, in un articolo apparso sul  "L'Osservatore Romano" del 23 febbraio 1985, intitolato "Inconciliabilità tra fede cristiana e massoneria", viene fornita una motivazione ufficiosa della reiterata condanna del 1983:
    "Il 26 novembre 1983 la Congregazione per la Dottrina della Fede pubblicava una dichiarazione sulle associazioni massoniche.  A poco più di un anno di distanza dalla sua pubblicazione può essere utile illustrare brevemente il significato di questo documento. Da quando la Chiesa ha iniziato a pronunciarsi nei riguardi della Massoneria, il suo giudizio negativo è stato ispirato da molteplici ragioni, pratiche e dottrinali. Essa non ha giudicato la Massoneria responsabile soltanto di attività sovversiva nei suoi confronti, ma fin dai primi documenti pontifici in materia e in particolare nella enciclica Humanum genus di Leone XIII (20-04-1884), il magistero della Chiesa ha denunciato nella Massoneria idee filosofiche e concezioni morali opposte alla dottrina cattolica. Per Leone XIII esse si riconducevano essenzialmente a un naturalismo razionalista, ispiratore dei suoi piani e delle sue attività contro la Chiesa. Nella sua lettera al popolo italiano Custodi (8-12-1892) egli scriveva: “Ricordiamoci che il cristianesimo e la Massoneria sono essenzialmente inconciliabili, così che iscriversi all'una significa separarsi dall'altra”. 
    Non si poteva pertanto tralasciare di prendere in considerazione le posizioni della Massoneria dal punto di vista dottrinale, quando negli anni 1970-1980 la S. Congregazione era in corrispondenza con alcune conferenze episcopali particolarmente interessate a questo problema, a motivo del dialogo intrapreso da parte di personalità cattoliche con rappresentanti di alcune logge che si dichiaravano non ostili o persino favorevoli alla Chiesa.
     Ora lo studio più approfondito ha condotto la Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede a confermarsi nella convinzione dell'inconciliabilità di fondo tra i principi della Massoneria e quelli della fede cristiana.
    Prescindendo pertanto dalla considerazione dell'atteggiamento pratico delle diverse logge, di ostilità o meno nei confronti della Chiesa, la S.C. per la Dottrina della Fede, con la sua dichiarazione del 26-11-83, ha inteso collocarsi al livello più profondo e d'altra parte essenziale del problema: sul piano cioè dell'inconciliabilità dei principi, il che significa sul piano della fede e delle sue esigenze morali. 
    A partire da questo punto di vista dottrinale, in continuità del resto con la posizione tradizionale della Chiesa, come testimoniano i documenti sopra citati di Leone XIII, derivano poi le necessarie conseguenze pratiche, che valgono per tutti quei fedeli che fossero eventualmente iscritti alla Massoneria.
     A proposito dell'affermazione sull'inconciliabilità dei principi tuttavia si va ora da qualche parte obiettando che essenziale della Massoneria sarebbe proprio il fatto di non imporre alcun “principio”, nel senso di una posizione filosofica o religiosa che sia vincolante per tutti i suoi aderenti, ma piuttosto di raccogliere insieme, al di là dei confini delle diverse religioni e visioni del mondo, uomini di buona volontà sulla base di valori umanistici comprensibili e accettabili da tutti. 
    La Massoneria costituirebbe un punto di coesione per tutti coloro che credono nell'Architetto dell'universo e si sentono impegnati nei confronti di quegli orientamenti morali fondamentali che sono definiti ad esempio nel decalogo; essa non allontanerebbe nessuno dalla sua religione, ma al contrario costituirebbe un incentivo ad aderirvi maggiormente.
    In questa sede non possono essere discussi i molteplici problemi storici e filosofici che si nascondono in tali affermazioni. Che anche la Chiesa Cattolica spinga nel senso di una collaborazione di tutti gli uomini di buona volontà, non è certamente necessario sottolinearlo dopo il Concilio Vaticano II. L'associarsi nella Massoneria va tuttavia decisamente oltre questa legittima collaborazione e ha un significato ben più rilevante e discriminante di questo. 
    Innanzi tutto si deve ricordare che la comunità dei “Liberi Muratori” e le sue obbligazioni morali si presentano come un sistema progressivo di simboli dal carattere estremamente impegnativo. La rigida disciplina dell'arcano che vi domina rafforza ulteriormente il peso dell'interazione di segni e idee. Questo clima di segretezza comporta, oltre tutto, per gli iscritti il rischio di divenire strumento di strategie ad essi ignote.
     Anche se si afferma che il relativismo non viene assunto come dogma, tuttavia si propone di fatto una concezione simbolica relativistica, e pertanto il valore relativizzante di una tale comunità morale-rituale, lunghi dal poter essere eliminato, risulta al contrario determinante.
     In tale contesto, le diverse comunità religiose, cui appartengono i singoli membri delle logge, non possono essere considerate se non come semplici istituzionalizzazioni di una vera più ampia e inafferrabile. Il valore di queste istituzionalizzazioni appare, quindi, inevitabilmente relativo, rispetto a questa verità più ampia, la quale si manifesta invece piuttosto nella comunità della buona volontà, cioè nella fraternità massonica.
     Per un cristiano cattolico, tuttavia, non è possibile vivere la sua relazione con Dio in duplice modalità, scindendola cioè in una forma umanitaria-sovraconfessionale e in una forma interna-cristiana. Egli non può coltivare relazioni di due specie con Dio, nè esprimere il suo rapporto con il Creatore attraverso forme simboliche di due specie. Ciò sarebbe qualcosa di completamente diverso da quella collaborazione, che per lui è ovvia, con tutti coloro che sono impegnati nel compimento del bene, anche se a partire da principi diversi. D'altronde un cristiano cattolico non può nello stesso tempo partecipare alla piena comunione della fraternità cristiana e, d'altra parte, guardare al suo fratello cristiano, a partire dalla prospettiva massonica, come a un “profano”.
     Anche quando, come già si è detto, non vi fosse un'obbligazione esplicita di professare il relativismo come dottrina, tuttavia la forza relativizzante di una tale fraternità, per la sua stessa logica intrinseca ha in sè la capacità di trasformare la struttura dell'atto di fede in modo così radicale da non essere accettabile da parte di un cristiano, “al quale è cara la sua fede” (Leone XIII). 
    Questo stravolgimento nella struttura fondamentale dell'atto di fede si compie, inoltre, per lo più in modo morbido e senza essere avvertito: la salda adesione alle verità di Dio, rivelata nella Chiesa, diviene semplice appartenenza a un'istituzione, considerata come una forma espressiva particolare accanto ad altre forme espressive, più o meno altrettanto possibili e valide, dell'orientarsi dell'uomo all'eterno. 
    La tentazione ad andare in questa direzione è oggi tanto più forte, in quanto essa corrisponde pienamente a certe convinzioni prevalenti nella mentalità contemporanea. L'opinione che la verità non possa essere conosciuta è caratteristica della sua crisi generale.
     Proprio considerando tutti questi elementi la dichiarazione della S. Congregazione afferma che l'iscrizione “rimane proibita dalla Chiesa” e i fedeli che vi si iscrivono “sono in stato di peccato grave e non possono accedere alla Santa Comunione”.
     Con questa ultima espressione, la S. Congregazione indica ai fedeli che tale iscrizione costituisce obiettivamente un peccato grave e, precisando che gli aderenti a un'associazione Massonica non possono accedere alla S. Comunione, essa vuole illuminare la coscienza dei fedeli su di una grave conseguenza che essi devono trarre da una loro adesione a una loggia massonica. 
    La S. Congregazione dichiara infine che “non compete alle autorità ecclesiastiche locali di pronunciarsi sulla natura delle associazioni massoniche, con un giudizio che implichi deroga a quanto sopra stabilito”. A questo proposito il testo fa anche riferimento alla dichiarazione del 17 febbraio 1981, la quale già riservava alla Sede Apostolica ogni pronunciamento sulla natura di queste associazioni che avesse implicato deroghe alla legge canonica allora in vigore (can. 2335).
     Allo stesso modo il nuovo documento emesso dalla S. Congregazione per la Dottrina della Fede nel novembre 1983 esprime identiche intenzioni di riserva relativamente a pronunciamenti che divergessero dal giudizio qui formulato sulla inconciliabilità dei principi della masoneria con la fede cattolica, sulla gravità dell'atto di iscriversi a una loggia e sulla conseguenza che ne deriva per l'accesso alla Santa Comunione. Questa disposizione indica che, malgrado la diversità che può sussistere fra le obbedienze massoniche, in particolare nel loro atteggiamento dichiarato verso la Chiesa, la Sede Apostolica vi riscontra alcuni principi comuni, che richiedono una medesima valutazione da parte di tutte le autorità ecclesiastiche.
     Nel fare questa dichiarazione, la S. Congregazione per la Dottrina della Fede non ha inteso disconoscere gli sforzi compiuti da coloro che, con la debita autorizzazione di questo dicastero, hanno cercato di stabilire un dialogo con rappresentanti della Massoneria. Ma, dal momento che vi era la possibilità che si diffondesse tra i fedeli l'errata opinione secondo cui ormai l'adesione a una loggia massonica era lecita, essa ha ritenuto suo dovere far loro conoscere il pensiero autentico della Chiesa in proposito e metterli in guardia nei confronti di un'appartenenza incompatibile con la fede cattolica. 
    Solo Gesù Cristo è, infatti, il Maestro della Verità e solo in Lui i cristiani possono trovare la luce e la forza per vivere secondo il disegno di Dio, lavorando al vero bene dei loro fratelli".
Questo articolo, in particolare, sottolinea che, anche nel caso in cui non vi siano espliciti risultati ostili alla fede cattolica, il metodo massonico è sempre incompatibile con la stessa, in quanto esso si fonda su una concezione simbolica relativistica, del tutto inaccettabile per un cristiano al quale è cara la sua fede".


(NB. Consigliamo il libro: "Inimica Vis: la Chiesa Cattolica contro la massoneria" a cura di Adolfo Morganti, ed. il Cerchio; consigliamo anche la rivista ufficiale del GRIS, "Religioni e sette nel mondo", n°3/2003-2004, dal titolo "Massoneria e Chiesa Cattolica")


"Halloween? Un grande rituale satanico" (don Lorenzo Lasagni)


"Halloween? Un grande rituale satanico" (don Lorenzo Lasagni) from GRIS SAN CASSIANO on Vimeo.


Halloween: la festa delle zucche vuote 

(Il Nuovo Diario Messaggero, 28 ottobre 2006, p.41)

Da diverso tempo stiamo ormai assistendo al fenomeno di perdita di senso della festa. E' un fenomeno che si è andato sviluppando attraverso tre fasi: 1)la scristianizzazione della festa; 2)la ferializzazione del giorno festivo; 3)l'introduzione di nuove feste non cristiane o perfino anticristiane. Alla terza fase ci siamo arrivati attraverso anni di “innocente” astrologismo, da fiumi di serial televisivi in cui le streghe erano simpatiche e buone, da anni di harripottismo cinematografico, da un oceano di riviste per ragazzi con articoli sulle streghe ed omaggi magici di ogni tipo. Questa progressiva diffusione di una mentalità occultistica non solo allontana da una visione cristiana del mondo e della storia, ma proietta illusoriamente in una vuotezza di contenuti magici o spiritistici, per non parlare di peggio. Il 31 ottobre era una data importante non soltanto nella cultura celtica (Samhain) ma anche, oggi, nel satanismo (Halloween). Per i Celti, secondo un mitologismo diffuso, nella notte di Samhain, “Signore delle morte, Principe delle tenebre”, i morti tornavano sulla terra per cercare nuovi corpi da possedere. L'antica leggenda irlandese di Jack che vende l'anima al diavolo ottenendo di non essere mai mandato all'inferno ed è quindi condannato a girovagare sulla terra con una lanterna formata da una rapa (americanizzata con una zucca) contenente una brace dell'inferno regalata dal diavolo, ebbene questa leggenda occulta e mitologicamente rievoca i sacrifici dei Druidi per tenere lontani gli “spiriti cattivi” e il loro chiedere offerte per il loro dio, girando con la lampada-rapa, mandando maledizioni in caso di rifiuto (“trick-or-treat” = “offerta o maledizione”).
Per la Wicca e i satanismi, il 31 notte, è uno dei quattro sabba delle streghe (“capodanno di satana”), “è il giorno più magico dell'anno, è il capodanno di tutto il mondo esoterico” in cui “tutto è permesso” e si praticano “riti occulti” perchè si insegna che “ogni richiesta viene esaudita”. E' il sabba che marca l'arrivo dell'inverno, del freddo, della fame e della morte con la “sconfitta” del sole. L'enfasi di Halloween è posta sulla paura, sulla morte, sugli spiriti, la stregoneria, la violenza, i demoni, e i bambini che sono particolarmente influenzabili in questo campo sono esposti a una vera e propria violenza culturale. Invece sarebbe bene parlare ai bambini dell'angelo custode, di San Michele Arcangelo, creature spirituali immortali, e in generale del sorriso degli angeli di fronte al quale ogni cattivo, “gormiti” compresi, si arrendono e vergognandosi si scusano contriti del male presente nel loro cuore, senza alcuna necessità di violenza o troculenza.

La Festa cattolica di “Tutti i santi” invece è stata instaurata nel 840 da Papa Gregorio IV; originariamente si celebrava nel mese di maggio e non il 1° novembre. Fu nel 1048 che Odilo de Cluny decise di spostare la celebrazione cattolica all'inizio di novembre al fine di evangelizzare e detronizzare il culto “magico” di Samhain. Halloween, che in inglese “All Hallows'Eye day” sincopato antico significa “vigilia d'ognissanti”, è oggi una festa svuotata del suo motivo di festa che è la resurrezione di Cristo, la quale cambia in “bene eterno” anche la morte: dalla fine di tutto, per i pagani, all'incontro del Fine di ogni alito di vita, Gesù, la Vita Eterna. Questa festa, infatti, fu portata in origine negli Stati Uniti dai cristiani irlandesi e scozzesi verso il 1850, per ricordare nella notte di Halloween i martiri, che dettero la vita per la loro fede in una celebrazione che anticipava la festa dei morti del 2 novembre in cui ogni famiglia ricordava e pregava per i propri defunti, poichè i santi sono i morti consacrati, vivi e presenti con le loro anime immortali, validi intermediari tra la potenza di Dio e noi, sono gli "antenati" di ogni cristiano, non attraverso la carne ed il sangue, ma nello Spirito Santo. Il ricordo dei defunti è stato posto fin dai “Padri della Chiesa” nel periodo autunnale, quando anche la natura sembra appesantita da un sonno mortale e i giorni si accorciano fino al solstizio d'inverno, che è il giorno di Natale dove Cristo unica vera “luce del mondo” vince le “tenebre del peccato e della morte” e i giorni ricominceranno ad allungarsi così come anche la Speranza di beatitudine di ogni uomo. Pertanto la fede in Cristo ha rivoluzionato il rapporto con i defunti e ci aveva liberato dalla paura dei “demoni”, e delle “Potenze invisibili”, poichè Gesù “vincendo il mondo” (cfr.Gv.16,33) ha vinto le “Potenze invisibili” e su di esse, nel “suo sangue”, ci fa trionfare (Ap.12,11). Ma in una società senza Cristo e con cristiani che senza “vita spirituale” (confessione almeno mensile, S. Messa, Rosario, meditazione, penitenza,…) diventano come “sale che non dà sapore”, si fa largo il “mostro a sette teste e dieci corna” dell'Apocalisse che propone “il sacro” come qualcosa di destabilizzante, di mostruoso e di patologico, che vede i “mostri ribaltanti e distruggenti la terra”. Questa è una immagine disperata e disperante che ha un marchio culturale e spirituale precisissimo, il “protestantesimo” che elimina il culto dei santi, dove l'uomo è solo nei confronti della trascendenza con le proprie risorse e visto che l'uomo se si guarda con sincerità scopre che è “un povero coso” o un “pre-cadavere”, come forse direbbero i nostri amici radicali, allora di questo Dio sconosciuto comincia ad avere paura ed ecco nasce l'horror. L'horror non fa altro che ripetere questa condizione di impotenza dell'uomo nei confronti di un divino che è visto semplicemente distruttore. Cosa c'è di più opposto alla fede in Gesù che “riconcilia cielo e terra” e che dalla morte sa trarre la “morte della morte”?

Purtroppo l'ignoranza religiosa e il culto della menzogna romanzata (cfr. “Il codice da Vinci” di Dan Brown, le “false storie” di Halloween-celtico, ecc.), unitamente all'evento cristiano sempre più ridotto a “fatto privato”, a “promozione umana” e a “progetto culturale” incentrato sull'uomo e sempre meno su ciò che Dio ha fin dall'eternità previsto per ciascuno di noi (= vita come vocazione!!!), ebbene tutto questo produce il mostro ancora più preoccupante di cristiani che sono “zucche vuote”, pronti ad assecondare “ogni vento di dottrina” (Ef.4,14), credenti in “favole artificiosamente inventate” (2Pt.1,16), anche a sfondo politico, e pronti, per evitare la S. Messa domenicale, ad evocare le “potenze oscure” nei più svariati riti collettivi che non sono altro che grandi “liturgie sataniche”. Allora “dirigiamo bene i nostri passi” (Lc.1,79). Noi cristiani all'attuale antifesta, satanica, di Halloween abbiamo una sola risposta: no grazie!!!



 Hallowe'en o“Tutti i santi”
L'apostasia pratica generalizzata della nostra società è degenerata in patologie che ne evidenziano le nevrosi-schizofreniche; la vita “reale” è sostituita massicciamente dall'esoterismo e dalla vita “virtuale” dei reality-show. Il “bisogno religioso” che è un “elemento costituivo dell'uomo esattamente come il bisogno di amore, di mangiare e di bere”, dice la disciplina laicissima dell'Antropologia Culturale, è fortemente “inquinato” e inibito dall'esoterismo ormai presente dappertutto e in tutte le salse (Sette, maghi, satanismo, Hallowe'en, “Topolino”, film, cartoni, simboli della pace, tatuaggi, ecc.). Al “bisogno religioso”, che se autenticamente seguito in Cristo costruisce l'uomo come Persona pienamente introdotta nella realtà e che quindi opera per il Bene Comune, si sta sostituendo il “bisogno dell'esoterismo”, surrogato velenoso del primo, che annulla le differenza tra il Bene e il Male e schiaccia la dignità delle persone “spezzando il legame costitutivo della libertà con la verità” (mons. Carlo Caffarra) e le introduce in una vita “virtuale” disumana. “Analizzando brevemente il genere-horror veicolato nella nostra cultura attraverso alcuni giochi di ruolo, complessi musicali e film, sappiamo che si tratta, da un punto di vista psicologico e antropologico”, dice il prof. Adolfo Morganti, psicoterapeuta e direttore del G.R.I.S. di Rimini, del “ribaltamento del sacro poichè, una civiltà che ha perso il senso del sacro vede il divino solo come qualcosa di destabilizzante, di mostruoso e di patologico, vede i mostri, questi dei-distruttori che distruggono la terra ed è una immagine disperata e disperante che ha come marchio di fabbrica il Protestantesimo, dove l'uomo è solo nei confronti della trascendenza e allora di questo dio-sconosciuto comincia ad avere paura ed ecco nasce l'horror, il quale non fa altro che ripetere questa condizione di impotenza dell'uomo nei confronti di un divino che è visto semplicemente come distruttore. Cosa c'è di più opposto con il Cristianesimo? Ma l'ignoranza religiosa in cui la nostra società sta affogando produce ogni genere di mostri”.
Uno di questi mostri è la “festa” di Hallowe'en durante la quale  “non a caso i satanisti celebrano i loro riti” (antropologa, Cecilia Gatto Trocchi). “La festa, dice la prof.ssa Trocchi, si configura inconsapevolmente come un sortilegio laico, un inconsapevole rituale di necromanzia, volto a far emergere i morti malvagi, ad evocare il corteo degli spettri vaganti, dei demoni e dei vampiri” e aggiunge “E' giusto chiederci : che ne sarà della salute mentale e spirituale dei nostri bambini?!”. La famosa “giaculatoria” di Hallowe'en, “dolcetto o scherzetto?” se tradotta in termini comprensibili significa “o mi dai qualcosa o ti scateno con dei riti l'inferno addosso!”. Trascurare questi “cavalli di Troia” nell'educazione dei nostri figli significa esporli ad una realtà magico-esoterica e quindi satanica, oggi facilmente fruibile nella sua ritualità. Non si tratta della “strega cattiva di Biancaneve” e dello “Specchio Magico” in cui è ben chiaro che il contesto è quello delle favole ma si tratta di celebrare una vera e propria liturgia a Satana! Noi cristiani sappiamo che il demonio esiste veramente e che ogni contatto con lui (es. sedute spiritiche, medium, cartomanti, pranoterapeuti, reiki,…) può creare problemi di tipo spirituale-psico-fisico. Non dobbiamo presumere di noi stessi e dobbiamo riporre la nostra fiducia “nel Figlio di Dio che è apparso per distruggere le opere del diavolo” (1 Gv.3,8). Educhiamo i nostri figli innamorandoli al Bello, al Buono e al Positivo, tutto dono del buon Dio, eviteremo tanti loro incubi notturni o al peggio la loro perdizione eterna.

 
 Hallowe'en: un “cavallo di Troia” per il New Age 
In contemporanea alla pubblicazione del mio articolo su Halloween del 16 ottobre 2004, a pag.20 di questa testata [Nuovo Diario Messaggero di Imola], è stato inserito un “paginone” dedicato allo stesso argomento, pag.33, del quale sono rimasto negativamente colpito  poichè, falsamente, faceva corrispondere il “capodanno celtico” o “festa di Samhain” alla festa di “Halloween”. Il tutto per legittimare agli occhi dei “cristiani” la festa di “Halloween” che si terrà a Riolo Terme il 31 ottobre. Ma la storia di Halloween presentata da questo articolo è un falso! Halloween nelle modalità con cui è proposto dagli organizzatori della “festa” così reclamizzata a Riolo Terme, non esiste e non è mai esistito. Non centra nulla Halloween con la “tradizione celtica”! Nel mio scorso articolo vi mettevo in guardia dai “cavalli di Troia del New Age” che hanno lo scopo di spingerci, se ce ne fosse ulteriormente bisogno, ad abiurare progressivamente la fede nella signoria di Gesù Cristo per una posizione “relativista”; la “paccottiglia” esoterico-commerciale, “sapientemente” sfruttata a Riolo Terme, e realizzata mediante la contaminazione di Halloween (= Ognissanti), festa cristiana, con il fantomatico “capodanno celtico” ne è un esempio lampante. A prova di quanto affermo cedo immediatamente la parola alla prof.ssa Cecilia Gatto Trocchi, docente di antropologia culturale alla Università “La Sapienza” di Roma e autrice vi vari libri sull'esoterismo che ci racconta la “vera” genesi della festa di Halloween: “Da alcuni anni si è diffusa in Italia la moda di celebrare Hallowe'en, festa semi-carnevalesca, legata impropriamente alle streghe. Le maestre elementari fanno a gara a proporre, spettri, maghe, vampiri e mostri. Ma Hallowe'en letteralmente significa " Vigilia di Ognissanti" (hallow vuol dire Santo in antico inglese e eve vigilia sincopato in e'ne). In tutti i vocabolari inglesi è riportato come Vigilia di Ognissanti. Eppure sull'onda della New Age si tira fuori Samain e si dice che il cristianesimo avrebbe trasformato questa festa in “Ognissanti". Tali affermazioni sono precedute da fantasiose descrizioni di Samain che vorrei sapere da dove è tratta. Samain o Samuin è il nome di un mese che corrisponde più o meno a Novembre: la festa è citata ma non descritta per la prima volta in un testo irlandese detto prosaicamente "La mucca grigia" del 1100. Si tratta di una festa cristiana, portata negli Stati Uniti dagli irlandesi e dagli scozzesi. Si ricordavano nella notte di Hallowe'en i Martiri, che dettero la vita per la loro fede, in una celebrazione che anticipava la festa dei morti del 2 novembre, in cui ogni famiglia ricordava e pregava per i propri defunti. I Santi sono i morti consacrati, vivi e presenti con le loro anime immortali, validi intermediari tra la potenza di Dio e noi esseri comuni . Sono gli "antenati" di ogni cristiano, non attraverso la carne ed il sangue, ma attraverso lo spirito. Il ricordo dei defunti è stato posto dai “Padri della Chiesa” nel periodo autunnale, quando anche la natura sembra appesantita da un sonno mortale e i giorni si accorciano fino al solstizio d'inverno, quando ricominceranno ad allungarsi. Il Cristianesimo ha rivoluzionato il rapporto con i defunti. Mentre i pagani seppellivano i morti lontano dalla città, in quanto ne avevano timore e li sentivano contaminanti, i primi cristiani hanno venerato i corpi dei santi, costruendo su di essi gli altari e poi le chiese e i villaggi. In Italia, in Francia, in Spagna il 75% dei paesi e delle città porta il nome dei Santi e degli angeli. Forse l'unica frattura tra il mondo pagano e cristiano è stata una frattura urbanistica, in cui i morti sono entrati nella città dei vivi in quanto per sempre redenti ed immortali. Le tradizioni popolari collegano al periodo autunnale riti propiziatori. E' certo che in ambito celtico e gallico si celebrassero i defunti e si consacrasse un giorno alla loro rievocazione, anche se le testimonianze storiche sono molto tardive, dato che i capi religiosi, i famosi druidi, vietavano al popolo l'uso della scrittura, cosa che scandalizzò Giulio Cesare (grafomane per natura) forse più dei sacrifici umani. I riti riguardavano la natura, il cosmo e la comunità umana dei vivi e dei morti. I bambini si mascheravano, rappresentando, nel grande dramma cosmico e sociale, la continuità della vita. Ecco il perchè delle maschere spettrali: i bambini impersonano per un giorno i "poveri, pallidi morti" come dice una ballata irlandese: in nome dei defunti chiedono i dolcetti che nell'Italia centro-meridionale si chiamano espressamente "ossa di morto " o "fave di morto". Le zucche illuminate, utilizzate fin dalla remota romanità, simboleggiano sia la fecondità (per via dei numerosi semi, che alludono alla rinascita della pianta) sia la luce che guiderà i morti nel loro ritorno nel regno dell'Ade. In Sicilia è viva e presente la tradizione secondo la quale sono i defunti a portare i regali ai bambini. Durante la "fiera dei morti" , tra riti e celebrazioni ,si vendono i dolci che i bambini troveranno ai piedi del letto il giorno del 3 novembre. Perchè allora oggi si celebra Hallowe'en in discoteche fracassone, si evocano streghe e demoni, vampiri e spettri? Si tratta di un vero e proprio processo di "desacralizzazione" che l'ambiente consumistico e materialista americano sta imponendo da vari anni . Va ricordato che il neo-protestantesimo americano nega il culto dei Santi, lo combatte e lo demonizza. Nell'Ottocento, dimenticato il rapporto con i Santi, obliato il ruolo delle maschere legate alla rievocazione dei defunti, resta un pasticcio neo-stregonesco, un'evocazione ambigua di forze maligne, una moda horror , sulla spinta del romanticismo deteriore. A tutto questo da almeno dieci anni si è sovrapposto il revival della magia paganeggiante e della stregoneria New Age. Non a caso i fondatori della neo-stregoneria inglese ed americana hanno "scippato" alla cristianità la festa di Ognissanti per farne una ricorrenza dei Sabbah (= riunione di streghe). Si tratta di una invenzione bella e buona, dato che in nessun testo di magia storicamente determinato e filologicamente corretto risultano rituali magici eseguiti il 1 novembre. Secondo le tradizioni di moltissimi popoli primitivi, i morti vanno pacificati e mai evocati inutilmente Ma alcune sciocche maestrine e capi condominio che si credono moderni, fanno a gara ad evocare streghe, spetti e larve...Per non parlare delle discoteche che lucrano sulle streghe, i fantasmi e i mostri. E' una manovra pericolosa: si tratta di gettare l'arcaico contro la tradizione. Non a caso i satanisti celebrano i loro riti ad Hallowe'en. La festa si configura inconsapevolmente come un sortilegio laico, un inconsapevole rituale di necromanzia, volto a far emergere i morti malvagi, ad evocare il corteo degli spettri vaganti, dei demoni e dei vampiri…E' giusto chiederci: che ne sarà della salute mentale e spirituale dei nostri bambini?!”.  Ancora una volta ci troviamo a scegliere tra Dio e il “Principe di questo mondo”. Vigiliamo!

Chi sono gli "Indignados", la Quarta Rivoluzione

Chi sono gli "Indignados", 
 la Quarta Rivoluzione 


Ma chi sono gli "indignados" che scendono in piazza in Spagna, in Gran Bretagna, negli Stati Uniti, in Italia e la cui protesta sembra inarrestabile? Il nome viene da un libretto pubblicato nel 2010 in Francia da un piccolo editore (Indigène éditions di Montpellier) che si è trasformato in successo mondiale, Indignez-vous ! (Pour une insurrection pacifique) - trad. it., Indignatevi!, Add editore, Torino 2011 -, del vecchio (novantatré anni) ex militante della Resistenza francese, ambasciatore e uomo politico Stéphane Hessel. Questo nuovo "libretto rosso" di una rivoluzione fai da te è ampiamente sopravvalutato. Hessel attacca quella che in Italia siamo abituati a chiamare la "casta" - politici, industriali, Chiesa - ma i suoi critici fanno notare che ne ha sempre fatto parte. E il suo legame politico con Dominique Strauss-Kahn è diventato fonte d'imbarazzo dopo gli incidenti a sfondo sessuale che hanno coinvolto l'ex direttore generale del Fondo Monetario Internazionale. Il contenuto, poi, è di una ...
... povertà desolante. Un critico davvero insospettabile, il giornalista del quotidiano di sinistra Libération Pierre Marcelle, ha chiamato Hessel «il Babbo Natale delle buone coscienze». Le trenta paginette che si vorrebbero anticonformiste di Indignatevi! sono in realtà un inno al più vieto conformismo politicamente corretto, e lasciano l'impressione che per superare la crisi in atto non ci sia bisogno di fare sacrifici. Basterebbe che i cattivi che si sono impadroniti della politica e dell'economia siano sostituiti da "buoni" dalle caratteristiche molto vaghe: leali, generosi, un po' antiamericani e anti-israeliani, fedeli ai "valori della Resistenza" - ci mancherebbe altro - e capaci di emozionarsi per i "nuovi diritti" rivendicati dalle femministe e dagli omosessuali.
I primi "indignados" - di qui il nome spagnolo - si sono manifestati il 15 maggio 2011 a Madrid. Come ha fatto notare il teologo spagnolo don Javier Prades-López a un convegno organizzato dal cardinale Angelo Scola a Venezia, gli "indignados" se la sono presa per prima cosa con la Chiesa e hanno finito pr contestare il Papa e la Giornata Mondiale della Gioventù. Questa è un'importante differenza sia con i vecchi no global, che non erano certo filocattolici ma che non avevano la Chiesa tra gli obiettivi principali, sia con le folle delle "primavere arabe", che anzi in parte, contestando dittature "laiche", chiedevano più e non meno religione.
L'aspetto anticattolico sottolineato da Prades-López e l'insistenza sui "nuovi diritti" non vanno in alcun modo sottovalutati. Ma ugualmente importante è la rivolta contro la politica in genere, contro la "casta" e l'idea che la crisi economica derivi da colpe individuali di singoli esponenti del mondo politico e finanziario, così che gli "indignados" non vogliono in nessun modo pagarne il costo. A Roma si è sentito rivendicare un «diritto all'insolvenza», a non pagare i debiti. A Londra si sono visti giovani sfasciare vetrine chiedendo non il pane - come in Tunisia -, ma il diritto al cellulare ultimo modello o all'abito di marca. A Parigi gli slogan contro tutti i partiti e gli inviti ad astenersi dal voto elettorale hanno turbato lo stesso Hessel, che ha sempre fatto politica di partito e che forse ora si è accorto di avere aperto un vaso di Pandora.
Ma per capire gli «indignados» non bastano gli analisti politici. Ci serve una teologia della storia. Papa Benedetto XVI ha parlato questo mese in Calabria della «mutazione antropologica» di una generazione che vive nella realtà virtuale di Internet e degli smartphone e rischia di perdere il contatto con il mondo reale. Il pensatore cattolico brasiliano Plinio Corrêa de Oliveira (1908-1995), nel suo grande affresco della scristianizzazione dell'Occidente, Rivoluzione e Contro-Rivoluzione (cfr. Rivoluzione e Contro-Rivoluzione. Edizione del cinquantenario, a cura di Giovanni Cantoni, Sugarco, Milano 2009), vedeva la Rivoluzione, con la "R" maiuscola, come un processo di progressiva distruzione dei legami sociali che avevano fatto dell'Occidente cristiano quello che era. Prima i legami religiosi, con la rottura con Roma del protestantesimo; poi i legami politici organici fondati sulla ricchezza dei corpi intermedi, sostituiti da un freddo rapporto fra il cittadino e lo Stato moderno, con la Rivoluzione francese; infine i legami economici, con il comunismo e l'assorbimento di tutta la vita economica nello Stato. Più tardi, Corrêa de Oliveira aggiunse alle prime tre fasi quella che chiamava Quarta Rivoluzione, che aveva il suo momento emblematico nel 1968 e non attaccava più legami macrosociali, ma microsociali - la famiglia, il legame fra madre e figlio con l'aborto - e perfino i legami dell'uomo con se stesso con la droga, l'ideologia di genere, l'eutanasia.
Il 1968 era tutto questo, ma la Terza Rivoluzione - quella comunista - era ancora così forte da riuscire largamente a recuperarlo. I no global - in parte professionisti del disordine, in parte nostalgici di forme arcaiche di marxismo - rappresentano la transizione fra un movimentismo di Terza e uno di Quarta Rivoluzione. Gli "indignados" sembrano essere insieme la causa e l'effetto di una Quarta Rivoluzione che ha portato alle estreme conseguenze lo spappolamento del corpo sociale, la solitudine di tutti da tutti, e contro tutti, il rifiuto di ogni responsabilità - ben simboleggiato dalla rivendicazione del diritto a non pagare i debiti e dagli insulti al Papa, in quanto richiama all'esistenza di doveri -, la mancanza assoluta di prospettive e, in fondo, anche di speranza. Ci volevano oltre quarant'anni di Quarta Rivoluzione perché le piazze potessero riempirsi di "indignados".
Si tratta di movimenti che sono stati sempre manipolati e riassorbiti da qualche demagogo politico. Avverrà anche questa volta? Si è candidato Beppe Grillo, che si è affrettato ad accorrere anche a Madrid ai primi segni di vita degli "indignados". E abbiamo visto emergere partiti paradossali, del nulla, intitolati alla pirateria informatica o, com'è appena avvenuto in Polonia, a una collezione raffazzonata di «nuovi diritti» tenuti insieme dall'anticlericalismo. Questi partiti non vincono le elezioni, ma è già inquietante che ottengano seggi ed entrino nei parlamenti.
Quanto ai politici tradizionali - compresi quelli di sinistra - sperano talora di sfruttare gli "indignados" ma ne ricavano principalmente uova marce.  L'incomprensione, e le uova marce, spiegano perché la politica non solo non sia in grado di rispondere alle poche rivendicazioni sensate degli "indignados" - che sono di carattere economico immediato, ovvero denunciano lo scandalo reale di classi dirigenti che chiedono sacrifici cui non sono disponibili a partecipare di persona -, ma anche perché, intimidita, non sia neppure in grado di garantire l'ordine pubblico come dovrebbe fare quando le proteste degenerano in intollerabili violenze.
La presenza degli "indignados" dà ragione a Benedetto XVI: siamo di fronte a un degrado antropologico che spesso inizia con il manifestarsi come ostilità alla Chiesa e al cristianesimo. È certo necessaria una risposta di ordine pubblico alle frange violente, che non si lasci intimidire da nessuna retorica buonista. Ma affrontare seriamente il problema degli "indignados" significa operare con pazienza per ricostituire i legami sociali e personali spezzati da una lunga Rivoluzione. Per gli uomini e le donne di buona volontà - lo ha detto il Papa al Parlamento Federale tedesco - questo si chiama ritorno al diritto naturale, all'idea che esistono doveri e non solo diritti, a una chiara nozione del bene e del male. Per i cattolici, si chiama nuova evangelizzazione.