lunedì 29 luglio 2019

IL DEMONIO PUO’ MUOVERE, SOLLEVARE, TRASPORTARE PERSONE, OGGETTI, ANIMALI


IL DEMONIO PUO’ MUOVERE, SOLLEVARE, TRASPORTARE PERSONE, OGGETTI, ANIMALI

Dal libro: E’ lui a far paura al demonio – Padre Amorth in lotta col Male – Ediz. Fede e Cultura
Mons. Balducci, come si può pensare a “Roba da Medioevo” quando si parla di possessioni diaboliche? Egli stesso, che non fu un esorcista ma solo uno studioso di demonologia, racconta il caso, e fu l’unico caso della sua vita, perché da allora non volle più assistere ad altri, di una ragazza che fu esorcizzata per dieci anni, anche da Padre Pio. Egli ne rimase totalmente sconvolto e impaurito, tali erano i fenomeni assolutamente innaturali che accompagnavano gli esorcismi. Dice:
Il demonio può muovere una persona, sollevarla, tenerla sospesa, trasportarla in qualsiasi luogo, il tutto sempre con la massima facilità e rapidità. Può muovere le singole parto del corpo nei modi più strani, goffi, spaventosi; provocare varie azioni, come camminare, correre, gesticolare, scrivere, suonare; comunicare alle persone possedute una forza di molto superiore alla loro condizione. Può alterare, entro un certo limite, la conformazione esterna del corpo, causare tutti i tipi di malattia e la stessa morte.
Di una ragazza che si chiama Marcella dice:
Era una ragazza sui vent’anni, molto bella. Alta, slanciata, aveva lineamenti fini, modi gentili, sentimenti delicati. Quando però il maligno prendeva il sopravvento, si trasformava totalmente. Il suo volto appariva storpiato da smorfie orribili, il corpo diventava contorto e gobbo. La ragazza cominciava a parlare in modo sguainato, con un linguaggio volgare, bestemmiava, sputava, tirava calci e pugni: il suo comportamento, insomma, era in netto contrasto con il suo carattere abituale, la sua educazione, i suoi principi religiosi.
Diverse volte, durante gli esorcismi, ci siamo rivolti alla ragazza parlando in inglese o francese. Lei non solo comprendeva perfettamente le nostre domande, pur non avendo mai studiato quelle lingue, ma rispondeva con una pronuncia perfetta. Una volta un sacerdote egiziano le parlò in arabo, e Marcella rispose in quella lingua. In un’altra occasione un esorcista la interrogò in latino. Marcella rispose a tono e corresse la frase che il sacerdote aveva pronunciato con un errore, aggiungendo: “Impara meglio la lingua”.
Una mattina, durante un esorcismo, Marcella si drizzò sull’alluce del piede destro, tenendo la gamba sinistra protesa all’indietro come fanno le ballerine, e rimase in quella scomoda e instabile posizione. Qualcuno tentò di smuoverla, ma sembrava un’orribile statua di piombo.
Portai Marcella anche a S. Giovanni Rotondo da Padre Pio, che disse: “Abbiate fiducia, guarirà”. Alcune settimane dopo, al termine di un esorcismo mattutino, la Chiesa fu riempita da un odore fetido, nauseante, insopportabile, che fece scappare tutti. La puzza durò alcune ore. Durante l’esorcismo non era accaduto niente di particolare, ma da quel giorno Marcella non ebbe più alcun disturbo. Si pensò, quindi, che quell’odore fosse il segno dell’uscita del Maligno dal corpo della ragazza.

METAMORFOSI DI UN INDEMONIATO


METAMORFOSI DI UN INDEMONIATO

Dal libro: E’ lui a far paura al demonio – P. Amorth in lotta col male  - Ediz. Fede e Cultura.

L’esorcista racconta al giornalista un altro fatto:
Una volta mi capitò un indemoniato tranquillissimo. Quando lo benedicevo, non minacciava, non inveiva, non urlava. Cadeva per terra semisvenuto e diventava vittima di orribili metamorfosi. Il suo corpo sembrava un involucro di gommapiuma con all’interno dei mostri che lottavano e si agitavano. Era soprattutto il volto a cambiare sembianze. Si allungava come quello di un maiale, e allora il poveretto grugniva; prendeva l’aspetto della testa di un somaro, e ragliava; di un gallo, e faceva chicchirichì. Questi cambiamenti erano repentini e violenti. Durante gli esorcismi non ho mai avuto momenti di trepidazione, nemmeno quando il Maligno ha tentato di uccidermi, ma in presenza di quelle metamorfosi provavo una sensazione di angoscia e di terrore.
Il libro di Allegri continua così, raccontando tanti altri episodi, alcuni dei quali riferitegli dal famoso esorcista di Roma P. Candido Amantini, del quale è stata introdotta la causa di beatificazione e che è stato il Maestro di P. Amorth, il quale gli è subentrato dopo morte e dal quale ha appreso tutte le nozioni per essere un buon esorcista. Alcuni di tali episodi sono davvero strabilianti e anche spaventosi, se solo si prova a immaginarsi coinvolti in essi, come quello clamoroso di una suora, alla quale capitava di tutto, come sollevarsi da terra e rimanere sospesa nel vuoto, lo scatenarsi attorno a lei di rumori spaventosi e di lampi nei corridoi del convento, il vomitare pezzi di vetro, di corda, sassi, e persino grosse spine.
Sono tutti racconti fantastici, inventati, ingigantiti, esagerati? La serietà di Padre Candido sono già una risposta. L’Allegri comunque risponde nel suo libro con molto equilibrio e obiettività.

lunedì 1 luglio 2019

LE VISIONI


LE VISIONI

Passiamo qui dall’udire al vedere; sempre, però, nelle tre forme attribuite alle locuzioni e riconosciute da santi dottori come Sant’Agostino e San Tommaso D’Aquino. Ci sono infatti le visioni esterne o corporali, alle quali ci si riferisce quando si parla di apparizioni, le visioni immaginarie, e ci sono quelle intellettuali.
Le visioni corporali si producono quando l’occhio percepisce un oggetto naturalmente invisibile all’essere umano, per l’intervento di un corpo reale oppure di una o più immagini offerte da un agente esterno e che provocano l’impressione della presenza effettiva di un oggetto  o di un corpo. Le visioni immaginarie, invece derivano da rappresentazioni colte non con gli occhi bensì dai soli sensi interni dell’immaginazione, e superano di gran lunga in chiarezza l’effettiva percezione di realtà fisiche esteriori. Insistiamo nell’affermare che le visioni immaginarie non sono da confondere con un fenomeno allucinatorio, frutto del delirio o della fantasia della mente umana. Tuttavia rimane spesso difficile distinguere tra visioni corporali e immaginarie: senza negare la possibilità assoluta delle prime, è più facile che si abbia a che fare con le seconde. Non trascuriamo, poi, il fatto che tali fenomeni si presentano facilmente alle contraffazioni diaboliche: la teologia cattolica riconosce infatti agli angeli, buoni o decaduti, la capacità di impressionare i nostri sensi con vibrazioni acustiche o forme visive.
Ciò che si diceva appena sopra circa le locuzioni auricolari dei mistici vale a fortiori per le apparizioni: più un’anima progredisce nella vita mistica, mano ha visioni corporali. Santa Teresa D’Avila, parlando ancora di sé in terza persona, dice: “Se si tratta di vista con gli occhi del corpo, non saprei dirne nulla, perché la persona suddetta, di cui posso parlare con tanti particolari, non ha mai avuto tal genere di visioni”.
Le visioni intellettuali consistono in conseguenze soprannaturali che giungono attraverso uno sguardo immediato e semplice dell’intelligenza, senza, cioè, nessuna rappresentazione interna o esterna; essendo tuttavia legate alle comunicazioni mistiche più che a quelle profetiche, non rientrano nell’oggetto di questo nostro studio.

Dal libro: Carismatici, sensitivi e medium – Francois Marie Dermine –Ediz. Studio Domenicano – Collana: Teologia



LE LOCUZIONI


LE LOCUZIONI

Esse consistono in parole mediante le quali Dio, Gesù, i santi, i defunti o gli angeli, buoni o cattivi, trasmettono il loro pensiero a qualche essere umano vivente. Stando alla testimonianza dei santi, si riducono a tre forme. Le prime, sentite chiaramente attraverso l’udito come provenienti da una voce normale, si chiamano perciò vocali, auricolari, oppure corporali; sembra che i mistici, depositari di confidenze divine più intime, quindi indicibili, ricevano poche di queste comunicazioni più materiali.
Parlando di se stessa in terza persona, Santa Teresa di Gesù dice  che nemmeno udì mai nulla con le orecchie del corpo, tranne due volte in cui, peraltro, non capì alcunché di ciò che le veniva detto, né seppe di cosa si trattasse.
Le seconde non sono percepite dal di fuori, ma dal di dentro, nell’anima e in maniera sensibile; perciò si chiamano immaginarie.
Non bisogna per questo attribuirle all’immaginazione, tanto più che esse non sempre cessano quando si vuole o quando si cerca di distrarsi da esse.
Le terze locuzioni infine, dette intellettuali, non si odono sensibilmente, né con i sensi esterni né con quelli interni, ma si rivolgono direttamente all’intelletto, come avviene nelle comunicazioni angeliche. Qui ogni altro pensiero si ferma, di modo che l’attenzione resta assorta in esse al punto da vanificare qualsiasi opposizione.

Dal libro: Carismatici, sensitivi e medium – Francois Marie Dermine –Ediz. Studio Domenicano – Collana: Teologia