sabato 20 maggio 2017

I CARATTERI DELLO SPIRITO DIABOLICO


I CARATTERI DELLO SPIRITO DIABOLICO

Circa i moti del nostro intelletto



Le caratteristiche dello spirito diabolico sono opposte a quelle dello spirito di Dio. E’ facile distinguerle quando si presentano in maniera manifesta. Però bisogna considerare che il demonio può assumere l’aspetto di un angelo di luce, e suggerisce all’inizio cose buone per dissimulare le sue malvagie intenzioni.
Quindi occorre procedere con cautela, esaminare i moti del nostro intelletto e della nostra volontà.
Presentiamo i caratteri con cui il demonio si insinua nelle nostre menti.

- Primo carattere: lo spirito diabolico è spirito di falsità. Il demonio è più da temersi quando viene a ingannarci coperto da fallaci sembianze che quando ci muove guerra a faccia scoperta. Lo spirito maligno tende sempre a inserire qualche falsità nella nostra mente: ci pone in testa specie contrarie alla fede; pensieri poco conformi alla moralità delle virtù cristiane; ombre insussistenti contro il prossimo.

- Secondo carattere, lo spirito diabolico: recare alla mente tenebre. Il demonio offusca la mente, oscura l’intelletto, riempie l’anima di turbazioni, di ansietà, di angustie, di scrupoli e di penose perplessità.

- Quarto carattere: lo spirito diabolico è ostinato e arrogante. Il demonio conduce un’anima alla perdizione con introdurvi una certa pertinacia, per cui non si cura il consiglio dei autorevoli ma si appoggia l’anima solo al suo giudizio.
- Quinto carattere dello spirito infernale è l’indiscrezione. Non fa mantenere all’anima la debita misura: suggerisce rigori eccessivi, digiuni molto lunghi, vigilie troppe continue. Non potendo il demonio impedire le opere buone si sforza almeno di guastarle con ogni sorta d’indiscrezione e d’imprudenza.
- Sesto carattere dello spirito diabolico. Il demonio inserisce sempre pensieri superbi; mette sempre pensieri di propria stima, di preferenza e di dispregio altrui.

Circa i moti della nostra volontà

E’ necessario discernere da quale spirito procedono gli atti della volontà, in cui consiste ogni bene morale che impreziosisce l’anima, e ogni male morale che la guasta.
Ora presentiamo i caratteri con cui il demonio opera nelle nostre volontà.
- Primo carattere dello spirito diabolico è l’inquietudine, la turbazione, affetti contrari alla pace. Il demonio sveglia dentro di noi affetti di odi, di sdegni, di rabbie, di invidie, passioni tutte torbide; oppure desta nelle anime desideri di piaceri, di ricchezze e di onori. Il maligno con le sue suggestioni accende in noi il fuoco degli appetiti, che non lasciano mai l’uomo quieto.
- Secondo carattere è una manifesta superbia o falsa umiltà. Suscita nei nostri cuori vanagloria, compiacenze superbe; risveglia in noi onori e glorie. Il diavolo è da temersi quando viene mascherato sotto falsa umiltà. Questo accade quando egli suggerisce alla memoria i peccati passati, o le imperfezioni presenti e ci fa vedere la perdizione.
- terzo carattere è la durezza della volontà in obbedire e in aprirsi ai superiori e ai padri spirituali; per cui o si oppongono apertamente o almeno con molta difficoltà si arrendono ai consigli e ai comandi. Questo perché il demonio non vuole essere scoperto e quindi instilla nel cuore un certo orrore ad aprirsi.
- quinto carattere è la mala intenzione nell’operare. Il demonio procura di corrompere le opere per se stesse buone, suggerendo qualche perverso fine per dare qualche apparenza di virtù; ma invece sono viziose nella sostanza.
- Sesto carattere è l’insofferenza nei travagli.
- Il demonio non è capace d’ingenerare nei nostri animi sentimenti di pazienza, anzi è tutto intento a risvegliare affetti d’ira e di risentimento. Se qualcuno è per esempio perseguitato con mormorazioni e calunnie, entra egli nella sua fantasia, risveglia la memoria dei torti ricevuti così che una pagliuzza sembra una trave. Poi s’insinua nel senso interiore e con l’agitazione degli umori (liquidi o sostanze presenti nell’organismo) e del sangue, infiamma la bile per poi offuscare la ragione; così che gli fa parere giusto ogni risentimento e lo trasporta ciecamente alla vendetta.
- Settimo carattere è lo sconvolgimento delle passioni. Il demonio entra nelle anime e le mette tutte in rivolta: commuove le passioni, le agita, le sconcerta e le pone in tumulto. Uno infiamma con l’ira, un altro accende con la lussuria; questo punge con l’invidia, quello gonfia con la superbia, altri stimola con l’avarizia. Quando la passione si solleva subito e con insolita violenza vi è maggior ragione di credere che il demonio ne è l’autore o almeno il promotore.
- Ottavo carattere è la doppiezza, la finzione. Il demonio non può mai ingenerare nei nostri animi quella sincerità, veracità e semplicità che comunica Dio allo spirito dei suoi servi. Invece introduce lo spirito di bugia o di doppiezza.
- Nono carattere è l’attacco alla libertà dello spirito. Il maligno usa ogni sforzo perché ci attacchiamo con l’affetto ai beni terreni e alle cose spirituali.
- Decimo carattere è l’alienazione da Gesù Cristo e dalla sua imitazione. Satana, essendo nemico giurato di Cristo, nutre affetti e massime contrarie alla persona, alla vita e agli insegnamenti di Lui.
- Undicesimo carattere è la falsa carità e il falso zelo. Il falso zelo è pieno d’impazienza, di sdegno, di superbia. Chi si accende per gli altri difetti e ne va in cerca e li nota con occhio critico, è dominato da un falso zelo perché lo spirito vero del Signore inclina l’anima a badare a sé, a non osservare le altrui mancanze ma a scusarli nel proprio cuore. Quindi le anime, tenendo conto dei caratteri diabolici esposti, devono bene intendere la suggestione del demonio perché così si persuadono che tali movimenti interni sono mossi dal nemico di Dio al fine di rigettarli prontamente con atti contrari.

CORNI ROSSI,PORTAFORTUNA, MASCHERE ETNICHE

CORNI ROSSI,PORTAFORTUNA,
MASCHERE ETNICHE
Il termine “superstizione” deriva dal latino superstitio e indica una cosa che si sovrappone abusivamente a un’altra. Si riferisce a tutte quelle formule verbali e pratiche somiglianti a riti sacri e a quegli atteggiamenti che si sovrappongono all’autentica pratica religiosa e quasi la fanno scomparire.
Conosciamo in genere due tipi di superstizione:

La superstizione in senso stretto, quando le cose che si compiono hanno un certo addentellato con le vere pratiche religiose come preghiere, gesti rituali, benedizioni;
Superstizione “di vana osservanza”, quando le stesse cose o simili vengono compiute senza connessione con le preghiere o le pratiche religiose.
ESEMPI DI SUPERSTIZIONE IN SENSO STRETTO
È possibile fare un breve elenco, basato su una personale raccolta di dati, delle forme più comuni di superstizione in ambito cristiano e non:
Ripetere per un certo numero di volte determinate preghiere, altrimenti capiterà qualche disgrazia;
● Recitare preghiere con auguri di male da coloro i quali si è ricevuto torto;
● Fare delle preghiere agli incroci delle strade, a certe ore del giorno e della notte con maniacale ossessione come fossero rituali;
● Eseguire o fare eseguire in casa preghiere o benedizioni strane con filastrocche di parole, con uso di candele o di crocifissi di colore diverso, con l’aggiunta di sostanze e fettucce colorate.

Esiste poi un altro tipo di superstizione definita di “vana osservanza”, come detto in precedenza.
Chi la pratica pensa che il semplice contatto con determinate cose comporti felicità o infelicità. La sua attività si limita al cercare d’entrare in contatto con ciò che porta fortuna (per esempio, un amuleto) ed a evitare d’incontrare o fare ciò che porta sfortuna (per esempio: non mettersi in viaggio in certi giorni, non entrare in camere d’albergo che portano il numero 17, evitare d’incontrare certi animali e così via).

Di questo tipo posso citare:
Il gatto nero che ci attraversa la strada;
● Incontrare una civetta;
● Passare sotto una scala;
● Rompere una bottiglia d’olio;
● Spaccare uno specchio;
● Incrociare le braccia quando si da la mano a una persona;
● Aprire l’ ombrello in casa;
● Se si è in gravidanza, tenere le gambe incrociate oppure attaccare un bottone a un indumento avendolo addosso;
● Iniziare un’attività o un viaggio o prendere decisioni solamente in certi giorni della settimana o del mese (per esempio, il martedì o il venerdì; è famosa quella sciocca frase: “Né di Venere né di Marte, né si sposa né si parte”);
● Avere a che fare con il 13 o il 17. A tal proposito è da segnalare l’incredibile prassi superstiziosa molto diffusa negli Stati Uniti, ma anche in altre nazioni, di non segnare nei palazzi come tredicesimo o il diciassettesimo piano quello che è effettivamente il tredicesimo o il diciassettesimo piano, ma di chiamarlo dodicesimo bis, o sedicesimo bis e similmente di non dare alla diciassettesima poltrona degli aerei il numero 13 o 17, trasformabile in 12 bis o 16 bis.

Vanno poi ultimamente molto di moda quelle pericolose catene di superstizione via posta in cui si chiede di fare un totale di preghiere e in cambio si avrà questo o quello.
In alcune zone poi, sono molto diffuse ad esempio le superstizioni alimentari. Pensiamo alla “torta di Padre Pio” definita anche la torta della felicità: viene consegnata una pallina di pasta chiamata “madre”, che va tenuta sette giorni a riposare nella farina. Dopo i sette giorni, prima di mettere il tutto nel forno, ne va tagliato un pezzo da cui ricavare tre palline di pasta, da distribuire a tre persone che a loro volta dovranno fare la stessa cosa trovando altre tre persone.
Chiaramente si potrebbe continuare continuare all’infinito listando la quantità immensa di comportamenti superstiziosi che la fantasia umana ha creato (ed in cui, ahinoi, anche molti cristiani si perdono), ma quello che importa è capire che il male molte volte è praticato sì per ignoranza, ma con un tipo d’ignoranza colpevole che lascia cadere chi è superstizioso in grave peccato, pur se incosciente.

Ignorantia superstitionis non excusat.
Maschere etniche, corni rossi, portafortuna Talismani
E' molto frequente vedere persone (spesso anche cristiani praticanti), che hanno contratto malsane abitudini riguardo all'uso di oggetti apparentemente innocui ma in realtà capaci di condurre verso una mentalità profondamente superstiziosa, che in molti casi diventa addirittura limitante e contagiosa.
Ecco una breve rassegna di alcune abitudini piuttosto ricorrenti:
- Possedere maschere e oggetti rituali etnici o raffiguranti divinità. Spesso vengono acquistati al termine di un viaggio all'estero, anche se non è difficile reperirli nei marcatini etnici locali.

E' necessario essere molto prudenti poiché invece di un innocuo souvenir rischiamo di portarci a casa un oggetto carico di significati magici e poteri malefici. E' il caso delle maschere rituali o delle statuette da divinazione che spesso affollano i banchi delle nostre città.
In molte tradizioni sciamaniche si fabbricano e si indossano maschere sacre durante rituali, danze ed altro. Ad esse vengono attribuiti grandi poteri, sia in fase di realizzazione che durante l'uso. Vengono consacrate e dedicate a determinati spiriti che, secondo la credenza, continuerebbero ad inabitare nella maschera stessa. Queste stesse maschere vengono poi vendute agli ignari turisti.

Gli stessi cultori della stregoneria non esitano a dichiarare che le maschere possono essere molto pericolose e sortire spiacevoli conseguenze di tipo fisico, psichico e spirituale.
- Altri oggetti potenzialmente dannosi sono le raffigurazioni di divinità asiatiche (immagini o statuette) e oggetti apparentemente comuni ed innocui consegnati da presunti santoni (biscotti, polveri, erbe, indumenti, foto, santini, ecc.) come ad esempio gli oggetti gravitanti attorno al fenomeno Sai Baba.
Questi oggetti vanno immediatamente distrutti e bruciati per evitare spiacevoli e dannosi effetti nella nostra vita quotidiana.

- Indossare o appendere nell'auto il ben noto "corno rosso" (colorato o di metalli preziosi non fa differenza) magari insieme alla corona del Rosario o insieme al crocifisso. Ciò costituisce un vero e proprio mix di superstizione in quanto le due cose sono totalmente inconciliabili tra loro.
Non si può credere in Dio ed allo stesso tempo affidarsi alla buona sorte che il cornetto dovrebbe garantire.
Esso rischia di diventare un vero idolo e di infrangere il primo comandamento, in quanto si mette sullo stesso piano la legge di Dio e le stolte credenze pagane. Anche se fatto in buona fede, costituisce comunque un peccato e denota la totale superficialità religiosa della persona, di fatto ancorata alla mentalità superstiziosa.
Lo stesso discorso vale per la varie medaglie, ciondoli e bracciali riportanti il proprio segno zodiacale. Chi infatti crede nell'Astrologia e negli oroscopi, imposta spesso la propria vita in funzione di essi e non pratica l'abbandono nelle mani di Dio che è l'unico Padre premuroso per ognuno di noi.
- Appendere nell'auto i cosiddetti "scacciaspiriti indiani o acchiappasogni" (dreamcatcher) costituiti da una rete che secondo una leggenda pellirossa farebbe passare solo i sogni buoni mentre catturerebbe nelle maglie gli spiriti cattivi. Siamo di nuovo nell'ambito della superstizione che rifiuta l'amorosa protezione di Dio.
Lo stesso vale per i diffusi ciondoli cinesi o indiani che molto frequentemente vengono appesi nell'auto poiché creduti dotati di particolari virtù protettive.

- Credere nelle occulte virtù curative del "bracciale di rame" pubblicizzato da molti come soluzione ideale contro artriti, dolori ecc.
Esso costituisce un elemento popolare molto conosciuto e venduto anche in molti siti internet che si raccomandano di indossarlo costantemente per non disperderne il potenziale di guarigione. Alcuni affermano di aver trovato la soluzione ai problemi di salute utilizzando il bracciale di rame e di vedere ricomparire i sintomi appena lo tolgono anche per poche ore. Si instaura così un rapporto di dipendenza molto simile a quello di un idolo o di un oggetto magico.
Sebbene siano scientificamente verificate alcune proprietà benefiche del rame, questo bracciale viene spesso considerato come un vero e proprio oggetto magico che veniva ampiamente utilizzato anche dagli antichi egizi (che erano esperti maghi). Nella sua pubblicizzazione incorriamo in termini che ci ricordano molto da vicino quelli della New Age: energia, vibrazioni, magnetismo, ecc.

A conferma di ciò si ricorda che alcuni promotori di questo bracciale richiedono che esso sia ricavato da un pezzo di rame che è stato attraversato da una scarica elettrica ad alto voltaggio (20.000 Volt !?). Ciò sarebbe necessario per acquisire i suoi "poteri" curativi.
- Discorso analogo può essere fatto per il più recente braccialetto "Power Balance" che promette di riequilibrare e bilanciare il campo magnetico ed energetico del corpo umano migliorando, a detta dei produttori, "forza, equilibrio, flessibilità e resistenza fisica". E' una moda che si sta diffondendo a macchia d'olio, tanto che molti finiscono per mettere più bracciali in varie parti del corpo e addirittura nel letto, al fine di ottenere i tanto auspicati benefici.
Taluni affermano l'efficacia di questo tipo di bracciale anche se non si fonda su alcun base scientifica in quanto il braccialetto è composto da semplice gomma e da due comuni oleogrammi. Sono in commercio anche delle varianti a ciondolo in perfetto stile "talismano". Questo oggetto sembra aver condotto molta gente verso una deriva magico-supertiziosa mediante un ben strutturato plagio psicologico.

- Sempre rimanendo nell'ambito, possiamo ricordare i cosiddetti "anelli dell'immortalità" di Alex Chiu che promettono di apportare grandi benefici per la salute e l'equilibrio psicofisico. Consistono semplicemente in quattro magneti discoidali, bipolari, di diametro circa 1 cm ognuno. Montati in una struttura in plastica, vengono indossati ai mignoli, con polarità opposte.
La cosa veramente umoristica è rappresentata dal fatto che gli utilizzatori di questi anelli sostengono che, se indossati correttamente ogni notte durante il sonno, essi siano in grado di fermare l'invecchiamento e addirittura invertirne il processo. L'inventore degli anelli, illustrando i principi di funzionamento, tira in ballo i già citati concetti che stanno alla base delle dottrine orientali e della New Age quali "Energia Vitale" ( "Qi" o "Ki" o "Prana" ), "chakra", ecc.
Insieme ai suddetti anelli, il famigerato inventore, suggerisce di utilizzare la "Gorgeous Pill", pillola miracolosa per diventare più belli, prestanti dal punto di vista fisico e mentale e tanti altri benefici. Possiamo proprio dire che alla superstizione, qui si aggiunge veramente una grande dose di ridicolezza.

- Possedere quadri e incisioni della cosiddetta "Mano di Fatima" (Hamsa) o indossare il relativo ciondolo.
Nonostante il nome ingannevole di questo simbolo, costituito da una mano aperta con al centro un occhio, non ha niente in comune con il celebre santuario mariano portoghese, ma trae la sua origine da una leggenda musulmana alla cui base c'è la figlia di Maometto che si chiamava proprio Fatima.
Esso è considerato un amuleto contro il malocchio e gli influssi negativi in genere. La credenza in questo oggetto superstizioso si è allargata nel tempo fino ad essere utilizzata anche dalle filosofie orientali, dalla New Age ed dai movimenti esoterici ed occultistici.

- Una variante della Mano di Fatima è il "Nazar Boncuk", famoso talismano conosciuto in Italia anche con il nome di "Occhio di Allah". E' diffuso anche in Grecia, Cipro ed altri paese limitrofi.
Se ne realizzano ciondoli da appendere al muro o nell'auto, collane, braccialetti, orecchini, anelli, e in questi paesi rappresenta un'importante fonte di reddito per molti commercianti locali.
Il talismano è legato ad una credenza superstiziosa che gli attribuisce la capacità di assorbire le energie negative trasmesse da coloro che comunicano il malocchio.

In molti paesi rappresenta un vero e proprio fenomeno superstizioso di massa, ma anche in Italia sono numerosi i turisti che al rientro da questi paesi che ne fanno uso.
- Indossare portafortuna, talismani e amuleti (pietre, denti, radici, polveri, pentacoli ecc.), specialmente se consegnati e raccomandati da maghi o similari.

- Oggetti religiosi indossati con mentalità superstiziosa e scarsa devozione. Portare ad esempio un Rosario, una croce o una medaglietta al collo confidando nella protezione derivante dall'oggetto stesso, rischia di far scivolare nel campo della superstizione alla pari di un amuleto. Lo stesso vale per l'acqua santa qualora venga utilizzata come se l'elemento stesso fosse dotato di particolari proprietà e poteri.
Gli oggetti religiosi (meglio se benedetti) assumono un reale valore di protezione ed aiuto divino solo se indossati con fede e con spirito di preghiera, confidando nel fatto che la protezione ci è assicurata da ciò che essi rappresentano e non dall'oggetto in se stesso.

- Un accenno a parte alla cosiddetta "pianta magica" che deve essere annaffiata con il thé mentre si esprimono dei desideri. Tale operazione sarebbe inoltre integrata con la pronuncia di parole misteriose che ricordano molto da vicino le formule magiche e le espressioni per evocare gli spiriti.
E' opportuno sradicare anche ogni attaccamento a credenze e forme di superstizione più leggere legate a determinate circostanze: specchio rotto, gatti neri, passare sotto le scale, numero 13 e 17, martedì e venerdì, rovesciare il sale, ferro di cavallo, posate incrociate sul piatto, pestare escrementi, aprire l'ombrello in casa, toccare ferro, buttare il sale, fare i corni scaramantici, ecc.
alcune considerazione e grafiche sono tratte dal sito veniteadme.org
e cristianicattolici.net

INTERVISTA A PADRE CIPRIANO DE MEO (Parte Terza)

INTERVISTA A PADRE CIPRIANO DE MEO

 

(Parte terza)


In quali casi può verificarsi la possessione diabolica?

Avviene solo se e quando Dio lo permette. A differenza di una malattia fisica non è né ereditaria.

Perché il demonio cerca di possedere un corpo umano?

Semplicemente per dimostrare a Dio di avergli rubato una persona, pur essendo consapevole che possiede quel corpo solo perché Dio glielo ha permesso, ma per orgoglio si sente più potente di Lui.
I disturbi diabolici sono frequenti?

Se vedeste quanta gente viene da me, convinta di avere problemi malefici! Ma, grazie a Dio, non sono tutti diavoli. Nella maggior parte dei casi la gente ha l’impressione di essere disturbata dal demonio, ma si sbaglia.

Perché Dio permette la possessione?

Le persone possedute dal Maligno svolgono un doloroso apostolato e diffondono un particolare tipo di testimonianza. Dio potrebbe liberarle in un istante, ma l’apostolato non dura un giorno solo, perché serve a tutti. Dio permette che si prolunghi a sufficienza per la conversione del posseduto, della sua famiglia e dei suoi amici. Dopo la liberazione, l’indemoniato di Gerasa chiese a Gesù di poterlo seguire, ma il signore rifiutò e gli rispose di andare tra la sua gente a testimoniare la grazia ricevuta (Mc 5,18-19). questo è l’apostolato degli ex posseduti, voluto da Gesù stesso.

Un posseduto può nuocere agli altri membri della famiglia?

Ovviamente può disturbare, ma le reazioni si scatenano solo in presenza dell’esorcista.

Cosa fare quando la possessione è accertata?

Ripeto sempre che i posseduti devono impegnarsi in un cammino di fede con le loro famiglie, ma spesso non ne vogliono sapere, dicono che non hanno tempo, che devono lavorare… E il tempo per Dio? A volte la liberazione non arriva perché la famiglia non prega.

Dove si istalla il demonio?

La possessione normalmente si situa nella testa della persona. Il demonio agisce come il nemico in guerra che vuole occupare una nazione. Per prima cosa cattura la sede del governo e i mezzi di comunicazione per annunciare la sua vittoria. Poiché la testa controlla tutto il corpo, il demonio si istalla nel cervello. In questo caso si parla di possessione totale, perché governa tutta la persona, se invece agisce su un’altra parte del corpo ad esempio lo stomaco, si parla di possessione parziale. Il fatto che la vittima senta dolori un po' in tutto il corpo non deve ingannare l’esorcista. E’ un’astuzia del demonio, il quale fa sentire che si sposta e depistare l’esorcista.

Cosa significa che il diavolo può entrare attraverso il peccato sessuale?

Quando non può entrare nel corpo, il demonio cerca di entrare psicologicamente, per dominare il soggetto attraverso i sensi. Il vizio del sesso gli permette di infiltrarsi e, pur non trattandosi di possessione diabolica, la persona si sente come incatenata e continua a ricadere nello stesso peccato. Quando i giovani sono dipendenti da droga, sesso, alcool, occultiamo e così via, anche la possibilità della possessione diabolica aumenta.

Ci può fare un esempio?

Certamente. Poco tempo fa è venuto da me un giovane. Non pregava, non andava mai a Messa e conduceva una vita immorale. Gli ho fatto recitare l’Ave Maria, ma non è riuscito a terminarla e ha subito reagito. Quando gli ho messo il crocifisso sullo stomaco è caduto a terra. Il diavolo possedeva la sfera genitale. Il giovane ha ammesso che si era dato alla bella vita, con uomini e donne. Si è stupito, perché non pensava che il sesso sfrenato potesse condurlo alla possessione diabolica. Oggi non si dà importanza al peccato sessuale, che può invece favorire l’ingresso del demonio. Il maligno non si presenta mai con corna e coda, deve trovare delle soluzioni per entrare. Per questo spinge in particolare i giovani verso droga, sesso e alcol.

Come si capisce di essere indemoniati?

Non è è il paziente che fa il discernimento, è l’esorcista. A volte persone ammalate pensano di essere possedute. L’esorcista deve valutare il caso e, se pensa che si tratti di una malattia, deve indirizzare la persona dal medico. Quando un vero posseduto si trova in presenza dell’esorcista, il demonio subisce la forza della preghiera e si manifesta, dà segni della sua presenza, ma potrebbe anche tacere e cercare di rimanere nascosto per non subire l’umiliazione di essere cacciato. Allora fa in modo che il posseduto sembri ammalato. Se però il medico non riscontra cause naturali, l’esorcista può intervenire con una o più benedizioni. Con la preghiera il demonio, se c’è, è costretto a manifestarsi.

Perché il demonio cerca di non manifestarsi subito?

Perché vuole rimanere nel corpo della vittima. Se io abito in una casa e arriva qualcuno per mandarmi via, allora reagisco, ma finché nessuno mi disturba me ne sto tranquillo. Così il demonio comincia a manifestarsi in presenza del suo avversario, cioè dell’esorcista che ha il potere di cacciarlo. Quando è presente, con la preghiera prima o poi si manifesta.
Non è facile, è uno spirito intelligentissimo, che studia come e quando combattere. Anche l’esorcista deve giocare d’astuzia e fondare sempre la lotta sul potere di Dio, non sulle proprie forze. Se l’esorcista ha poca fede, l’avversario lo distrugge con calunnie, bugie, diffamazioni per impaurirlo e farlo smettere.

Ha incontrato anche bambini indemoniati?

Sì. A volte parlavano altre lingue, dicevano di vedere la Madonna e Gesù, ma era un inganno che mascherava la possessione diabolica. Quando il maleficio colpisce i bambini, in genere è finalizzato a far soffrire i genitori. Di recente mi è capitato il caso di un bambino di due anni, soffriva di mal di stomaco resistente a tutte le cure mediche. Fin dalla prima benedizione è entrato in trance, diventando violento contro i genitori e l’esorcista. Ho ripetuto le benedizioni e il bambino ha vomitato diverse cose. Ora sembra liberato.

Che bisogno c’è dell’esorcismo, non bastano i sacramenti?

L’esorcismo si fa solo quando la persona è posseduta dal demonio, che generalmente le impedisce di frequentare la chiesa e i sacramenti. La vittima deve cercare di pregare e collaborare il più possibile con l’esorcista, insieme alla sua famiglia, fin dove riesce. E’ molto importante il sacramento della confessione, che non solo toglie il peccato, ma fortifica spiritualmente.

Come reagiscono i posseduti durante l’esorcismo?

Normalmente vanno in trance e il diavolo usa la loro voce per parlare e il loro corpo per sferrare calci e pugni all’esorcista per farlo smettere. Le urla sono segno che lo spirito cattivo subisce la forza delle benedizioni e della preghiera. Durante il Rito i posseduti soffrono fisicamente ma dopo non ricordano nulla.

Chi decide la data della liberazione?

E’ Dio che la decide e a volte ce la fa conoscere in anticipo. Diversamente continuiamo a pregare e a confidare in Lui. La preghiera abbrevia la data della liberazione, ma serve la collaborazione del posseduto e dei suoi familiari.

Quando la persona viene liberata, cosa succede al mago che ha operato il maleficio?

Se la possessione è causata da un maleficio, in prossimità della liberazione il demonio rivela il nome del mago, si agita e lo chiama in suo aiuto, ma il mago non interviene mai. Sappiamo che, quando la persona si libera, il mago subisce un contraccolpo che gli provoca sofferenza. Si tratta di una specie di punizione divina per il male che ha fatto, che gli fa capire che ha fallito.

Qual è il metodo che usa durante gli esorcismi?

Personalmente comincio gli esorcismi con la recita del rosario, insieme ai miei assistenti. Le reazioni dei posseduti sono immediate: colpi, grida, bestemmie. Dopo ogni decina intoniamo un canto alla Madonna e al terzo mistero invochiamo lo Spirito Santo con il canto, e le reazioni aumentano. Chiediamo allo spirito di dio di scendere sui posseduti, sulle loro famiglie, sulle malattie provocate dal demonio e così via. A quel punto uso le formule del rituale. Chiedo sempre anche la collaborazione e il sostegno dei gruppi di preghiera, soprattutto nel momento in cui faccio gli esorcismi.

Quali minacce riceve abitualmente dal diavolo?

A volte cerca di impaurirmi con minacce stupide, del tipo: “Brucerò il tuo convento!”. Io gli rispondo:”D’accordo, lo ricostruiremo”. Quante volte mi ha detto: “Se ti elimino, ho vinto!”, oppure:”Quando crepi?”. Il diavolo lavora soprattutto per creare ostacoli e divisioni. c’è gente che va a lamentarsi dal vescovo per farmi smettere, qualcuno mi ha anche minacciato di mettere una bomba in chiesa. I demoni imprecano contro di me e contro mia madre che mi ha messo al mondo. Se avessi tanti soldi quante maledizioni, sarei ricco. Non ricevo solo minacce , ma anche proposte. Da un po' di tempo a questa parte i demoni mi promettono soldi. Mi dicono: “Se lasci stare, avrai una bella automobile”.

Le promettono anche donne?

Sì certo, quelle sempre! E’ l’argomento con cui tentano sempre gli esorcisti.



Il diavolo deve essere proprio stupido per offrire una donna a un esorcista anziano!

E’ intelligente per natura, ma è ottenebrato dall’orgoglio che lo acceca. E’ uno smacco per lui essere combattuto da un uomo che agisce in nome di dio, per cui cerca di ingannarlo con le sue stupidaggini. Io rido e lui si arrabbia ancora di più. La mia risata è un esorcismo, perché lo umilia e lo disturba.

Cosa fa il diavolo dopo un esorcismo?

Sta in silenzio, bastonato, in attesa di riprendersi.

Se una donna incinta è posseduta, trasmette la possessione al figlio?

Una donna incinta non trasmette la possessione al figlio che porta in grembo. La possessione diabolica è personale, non è un virus e non si trasmette per contagio.

Si può esorcizzare una donna incinta?

Durante la gravidanza non pratico esorcismi, perché eventuali reazioni violente della donna possono causare l’aborto del bambino. E’ quello che è accaduto a un esorcista imprudente, che è stato denunciato. Ecco perché insisto sull’importanza della formazione.

L’esorcismo telefonico è efficace?

L’esorcismo fa effetto anche per telefono. In questo caso serve per dare sollievo, ma la liberazione non avviene a distanza. Io pratico l’esorcismo telefonico solo alle persone che conosco, perché gli sconosciuti potrebbero telefonare per scherzo.

Con quali diavoli celebri ha avuto a che fare?

I nomi sono tanti, ma quello che si incontra più spesso è Asmodeo, il diavolo del sesso. E’ dappertutto.

L’esorcismo può guarire anche le malattie fisiche?

Può guarire solo le malattie provocate dal demonio.


Durante un esorcismo si possono pregare i defunti?

Certamente. L’invocazione per chiedere il loro aiuto è sempre lieta. Non va però confusa con l’evocazione dei morti per fare sedute spiritiche, scrittura automatica e simili. Tutte pratiche proibite dalla Chiesa. In questo caso non si presentano le anime dei trapassati, ma il demonio, con conseguenze devastanti.

Anzitutto è buona norma per un esorcista diffidare sempre delle affermazioni del maligno, perché è un consumato impostore. Inoltre la consacrazione a satana può avere effetti negativi, ma prima di tutto è un atto sacrilego e un peccato grave per chi lo commette. Ora, che il demonio abbia detto: “Sono arrivato prima io”, è da intendersi piuttosto come una minaccia. Il battesimo è sempre superiore a tutto il resto.

Ci vuole buon senso anche nel comunicare. Certa letteratura del terrore, che ingigantisce il potere di satana, provoca solo angoscia e turbamento.
Non solo, ma soprattutto dobbiamo vivere di fede. Noi apparteniamo a Dio, tranne il caso in cui scegliamo volontariamente la via del peccato.

martedì 9 maggio 2017

INTERVISTA A PADRE CIPRIANO DE MEO (Parte seconda)

INTERVISTA
A PADRE CIPRIANO DE MEO

(Parte seconda)

 
Qual è la situazione attuale degli esorcisti?

Il fenomeno dell’occultismo sta assumendo dimensioni preoccupanti, mentre noi esorcisti siamo pochi. Il Papa desidera che ogni diocesi abbia il suo esorcista, ma in genere i vescovi arrivano dalla cattedra e non dalla gavetta e non hanno esperienza di questi problemi, per cui a volte non nominano esorcisti oppure non trovano preti disponibili a svolgere questa attività, che richiede molta dedizione.

Il vescovo può imporre questo compito?

Il vescovo non può obbligare nessuno. Oltre a una certa predisposizione, questo ministero richiede particolari requisiti. Il candidato ideale deve essere disponibile all’ascolto, umile, paziente, prudente, dotato di discernimento, preferibilmente in possesso di nozioni di psicologia.

L’esorcismo si impara o è un dono?

Entrambe le cose. Si tratta certamente di un dono ma, oltre alla predisposizione, l’esorcista ha bisogno di formazione, perché all’inizio commette errori per esperienza e, quando non sa cosa fare, combina più guai di tutti i diavoli insieme. Pensiamo per analogia ad un pittore: per ottenere buoni risultati non basta il talento, ma servono anche studio e applicazione.

Perché i preti non parlano più del diavolo?

Si tratta di una tentazione e di un grande inganno. Purtroppo molti preti trovano difficoltà a parlare del diavolo, perché dicono che la gente si impressiona, oppure perché non credono alla sua azione. Ma se gesù ha vinto, dobbiamo anche spiegare chi è.

Esistono sacerdoti increduli?

Si, purtroppo. Il problema dipende anche dal fatto che nei seminari non si parla più del diavolo. Anche un mio ex superiore non ci credeva. Un giorno un posseduto andò a confessarsi da lui. Non appena il sacerdote fece il segno della croce, il diavolo si manifestò e il mio confratello sta ancora correndo per la paura. Anche un vescovo della mia diocesi era incredulo. Per cinque anni declinò i miei ripetuti inviti a partecipare agli esorcismi, finché, alla vigilia del suo trasferimento, decise di presentarsi. Quel giorno esorcizzavo un religioso, ma il vescovo attribuiva le sue reazioni ad un problema psichico. I superiori dell’indemoniato si indignarono, perché avevano speso una fortuna in visite psichiatriche in Italia e all’estero, prima di scoprire la vera causa del suo male. Dopo l’esorcismo il vescovo celebrò la Messa. Quando salì sull’altare, gli indemoniati cominciarono ad agitarsi e a urlare, perché la consacrazione episcopale disturba molto il diavolo. Il prelato, infastidito da quella confusione, mi disse: “Padre Cipriano, li faccia stare zitti!”. Non capiva che era proprio la sua presenza a suscitare le loro reazioni. Il suo successore invece partecipava spesso agli esorcismi, li faceva personalmente e mi incoraggiava.

L’Associazione Internazionale degli Esorcisti informa il Vaticano di questi problemi?

Il Vaticano è al corrente della nostra attività e dei nostri problemi. Ai nostri incontri nazionali e internazionali partecipa sempre qualche relatore del vaticano, anche se non sempre crede a queste cose.

Cosa fare quando non si trova l’esorcista?

Se si pensa di essere vittima di un maleficio e non si trovano esorcisti, bisogna anzitutto evitare di consultare maghi, veggenti, guaritori, o laici che affermano di avere doni particolari, ma è necessario intensificare la preghiera e il ricorso ai sacramenti. E’ soprattutto opportuno chiedere un primo discernimento a un sacerdote. Se nella propria diocesi non esistono esorcisti, si possono cercare in un’altra. Quando manca l’esorcista è il vescovo stesso che dovrebbe esorcizzare.

La bibbia afferma che una donna schiaccerà la testa al serpente (Gen 3, 15). Si riferisce a un fatto già accaduto?

La donna rappresenta la Vergine Maria o la Chiesa. Questa vittoria è già avvenuta, ma continua nel tempo, perché la Madre di Dio e la Chiesa vincono sempre e costantemente nella lotta contro il diavolo.

I gruppi che pregano per la liberazione sono utili?

Tutte le preghiere sono utili, tuttavia questi gruppi dovrebbero sempre essere guidati da un sacerdote esperto e ligio alle regole. Capita infatti che in queste assemblee si scambi un malato psichico per un indemoniato e che, in presenza di un vero caso diabolico, non si sappia cosa fare e non si tuteli a sufficienza la riservatezza di cui sofferenti hanno bisogno.


Cosa si intende per preghiera di liberazione?

Non approvo l’espressione “preghiere di liberazione”, perché tutte le preghiere sono di liberazione. La Messa poi è il culmine, perché Gesù
con il suo sacrificio ci ha liberati dal peccato e dal demonio. Non c’è nulla di più importante della Messa, per questo è proibito inserire in essa preghiere dette “ di liberazione”, per non suscitare la convinzione errata che esistano preghiere speciali. Ogni celebrazione eucaristica ha un valore infinito e, quando è vissuta bene, altro che liberazione!

Perché il digiuno è raccomandato nella vita spirituale?

Quando è praticato bene, il digiuno indebolisce e domina gli istinti negativi. Ce lo insegna la bibbia. Gesù ha pregato e digiunato per vincere le tentazioni di satana e ha rivelato ai suoi discepoli che certi demoni si possono scacciare solo con il digiuno e la preghiera. Ma se un esorcista è debole o ammalato deve mangiare e avvalersi maggiormente degli altri mezzi della lotta, come la preghiera.


Carismatici, veggenti, sensitivi possono aiutare gli esorcisti?

L’esorcista deve avvalersi soltanto della propria autorità è non deve consultare nessun tipo di sensitivi, perché non esistono certezze sull’origine dei loro doni né sulla loro affidabilità. In una regione del centro Italia un esorcista si serviva di un sensitivo, che commise tanti errori, e finì anche in prigione. Quando un sacerdote consulta dei veggenti sbaglia sempre. Se non sa cosa dire deve tacere, ma non deve rivolgersi ai sensitivi. Per l’esorcista non è importante sapere dov’è nascosto il maleficio, ma benedire la persona disturbata e aiutarla nel suo cammino di fede.

Una bambina chiede a Padre Cipriano: chi ha creato il diavolo?

L’ha creato Dio, ma non l’ha fatto cattivo. Dio ha creato tutti gli spiriti buoni, ma un gruppo si è ribellato ed è diventato malvagio. Tu adesso sei buona, ma se diventi cattiva la colpa è solo tua.

Il diavolo non conosce il futuro, ma gli atti degli apostoli (16,16) parlano di una serva con uno spirito di divinazione. Come si spiega?

La preveggenza del demonio non è soprannaturale, ma preternaturale. Il diavolo prevede il futuro a partire dalle cause.

Quando l’esorcista ordina al demonio di dire la verità, la sua risposta è attendibile?

Non sempre. L’avversario cerca di non rispondere o di mentire, sapendo che la verità gli si ritorce contro.

Il diavolo è dappertutto?

La cattiveria è dappertutto, ma il diavolo resta confinato nel suo ambito. Come tentatore, egli tenta tutti e sempre. Non possiamo ordinargli di non tentarci. La tentazione è una battaglia consentita da dio, il quale non permette che superi le nostre forze. In merito alla sua azione straordinaria, il demonio è invece confinato nei limiti che Dio gli impone.

Se Gesù con la sua morte e risurrezione ha vinto il demonio, perché è ancora così forte?

Gesù ha vinto il demonio ma non l’ha distrutto. Il nemico approfitta delle nostre debolezze e delle nostre inclinazioni cattive per tentarci, ma noi dobbiamo servirci della tentazione per progredire nella vita spirituale e per meritare la vita eterna, se usciamo vincitori dalla lotta. Ma se non lottiamo, quale ricompensa possiamo pretendere?


Perché satana viene chiamato principe di questo mondo?

Perché lo è stato fino alla venuta di cristo. Ora è un principe decaduto.


Chi sono le vittime principali del demonio?

La prima vittima è il prete. Quando l’esorcista monta in superbia o non si accorge che il demonio è nascosto in una persona, il nemico ha già vinto la battaglia.


Perché il male nel mondo è in aumento?

Se il male esiste ed è in aumento, la colpa è dell’uomo. Dio ci ha dato i comandamenti per indicarci la via del bene, ma possiamo decidere di non rispettarli. Il male non dipende da Dio, ma dalla volontà dell’umana. Dio ci vuole tutti santi. Siamo noi che non amiamo la sua legge e spesso preferiamo suscitare sospetti, invidie, gelosie, ma cercando sempre di restare nascosto.

Il demonio può provocare la morte di qualcuno?

No, il demonio non ha alcun potere sulla vita, può uccidere solo se dio gli e lo permette. Si vive e si muore come e quando dio vuole. Il demonio mente per ingannarci e farci credere che è più potente di dio, ma non è vero. Il demonio non fa mai ciò che vuole, ma è obbligato a ubbidire a quel Dio che egli odia. Quando gli ricordo questa verità va su tutte le furie.

Demoni diversi si combattono con metodi diversi?

Gesù ha detto nel Vangelo (Mt 17, 21): “Questa razza di demoni non si scaccia se non con la preghiera e il digiuno”. Ciò significa che i demoni non reagiscono tutti agli stessi stimoli, ma rispondono a sollecitazioni diverse, anche se l’arma universale resta sempre la preghiera. Dal comportamento dell’indemoniato, l’esorcista può dedurre che tipo di spirito agisce in lui e usare di conseguenza il metodo più adatto per combatterlo.

Come possiamo difenderci dagli spiriti cattivi?

Con la preghiera e la vita di grazia nella Chiesa.


Lei raccomanda di consacrare gli oggetti personali al signore. Basta farlo una volta sola?

Andrebbe fatto costantemente, poiché si tratta di una lotta. Più si combatte, più si vince.


Il demonio attacca i più deboli?

No, il demonio non segue una regola fissa e attacca solo chi dio gli permette. In genere cerca di disturbare i più forti spiritualmente, cioè i santi, perché gli tolgono anime. Questo però gli si ritorce contro, perché le sofferenze che infligge loro li fortificano maggiormente.

Chi ha potere di operare un maleficio?

Il vero maleficio è raro e possono farlo solo le persone che si consacrano al demonio. Esistono corsi di formazione per maghi, dove gli aspiranti imparano a odiare tutto ciò che è sacro: Chiesa, sacerdoti, reliquie, santi. Alla fine si consacrano a satana in una stanza rischiarata da candele e tappezzata con drappi rossi. Il demonio accetta la consacrazione e concede loro sesso e soldi.


Si può avere un maleficio senza saperlo?

Sì, certo. Soprattutto se non si conduce una vita cristiana non si capiscono i sintomi del maleficio.


In caso di maleficio esiste sempre un oggetto caricato di agire?

Sì.

Finché non si trova l’oggetto, il maleficio continua ad agire?

L’oggetto è un elemento secondario. Anche se bisogna cercarlo, per rimuoverlo ed eliminarlo, è più importante la preghiera, anche nel caso in cui non si riesca a ritrovare l’oggetto.


Come si scopre la presenza di un oggetto maleficiato nel guanciale?

Al tatto, oppure aprendo cuscini e materassi quando la persona è particolarmente disturbata nel sonno.


Quando trova l’oggetto, lo distrugge?

No, lo conservo come testimonianza per gli increduli. Quando viene rimosso, l’oggetto maleficiato non ha più alcun effetto. Dopo averlo tolto, benedico la persona, il letto, la casa, ma non faccio gettare cuscini e materassi, per non arrecare anche un danno economico.


Perché i malefici più efficaci sono fatti tramite il cibo e le bevande?

Il demonio scimmiotta Cristo. Noi riceviamo Gesù nel pane e nel vino consacrato, l’avversario lo imita, tentando di entrare nelle persone attraverso cibi maledetti dai suoi servi, il cui effetto è sempre tuttavia incerto.


E’ pericoloso gettare gli oggetti e gli amuleti ricevuti dai maghi?

Assolutamente no1 Bisogna disfarsene senza paura e sostituirli con qualche immagine e medaglietta sacra.

Alla morte del mago, il maleficio continua ad agire?

Con la morte si ferma tutto.


 
Quando una casa è infestata basta la preghiera per risolvere il problema?

Dipende. A volte la preghiera distrugge subito l’opera del demonio, a volte l’avversario finge di andarsene e poi torna. Dio permette questi mali per il nostro bene, per farci capire che il demonio esiste e spingerci a una vita cristiana più intensa.

Quando una stalla è infestata, il maleficio è fatto sulla stalla, sugli animali o sul proprietario?

In genere il maleficio viene fatto alla stalla. Il padrone ne soffre indirettamente, nel senso che subisce delle perdite. In questo caso l’esorcista deve esorcizzare la stalla e gli animali.

Case e luoghi infestati: cosa fare quando manca l’esorcista?

Se manca l’esorcista, il proprietario deve supplire con la sua fede. Può aspergere i locali con acqua benedetta e chiamare un sacerdote per benedirli.

INTERVISTA A PADRE CIPRIANO DE MEO (Parte prima)


INTERVISTA
A PADRE CIPRIANO DE MEO

(Parte prima)


Le domande seguenti sono state rivolte a Padre Cipriano dai pellegrini francofoni nel corso di diversi incontri tra il 2007 e il 2011.


Perché ha scelto Cipriano come nome religioso?

Mi chiamo Cipriano – confessa con compiacimento il decano degli esorcisti, come un bambino fiero di una marachella – perché ho detto una bugia e l’ho attribuita a Padre Pio. All’inizio del noviziato si usava scegliere un nome religioso per sostituire quello di battesimo, che nel mi caso è Ferruccio. Alcuni sceglievano il nome del padre, altri quello del nonno ecc., spiegando al superiore il motivo della loro decisione.
Quando giunse il mio turno, il padre maestro mi chiese: E tu come ti vuoi chiamare?. - Risposi: “Cipriano”. - Lui: Come mai?. - Non c’era una ragione particolare, semplicemente mi piaceva questo nome, ma, non sapevo come motivarlo, risposi: Me l’ha detto Padre Pio! . - Non era vero, infatti non lo conoscevo ancora. Quando più tardi lo incontrai, avevo completamente dimenticato il fatto. Padre Pio invece, a cui non sfuggiva nulla, me lo richiamò alla mente, dandomi del bugiardo, e aveva ragione! E’ stato l’unico rimprovero che ho ricevuto da lui.

Ha frequentato spesso Padre Pio?

Ho passato molto tempo con lui, a varie riprese. I superiori incaricavano alcuni frati della Provincia religiosa di aiutarlo a smaltire i sacchi di corrispondenza che riceveva. Io ero professore, lasciavo la scuola e andavo da lui per la gioia di stragli vicino e per svolgere questo compito. Anche a tavola stavo al suo fianco e spesso mi passava il cibo che non mangiava. Io ero giovane e mangiavo perché avevo fame e … per devozione a Padre Pio! A tavola partecipava ai nostri discorsi e ci rallegrava con le sue barzellette. Arrivava sempre con il rosario in mano. Pregava anche a tavola, nei momenti di silenzio.


Che ruolo ha avuto Padre Pio nella sua missione di esorcista?

L’intervento di Padre Pio nel mio ministero di esorcista è stato, ed è tuttora, molto importante. Quando mi capitò il primo caso di possessione diabolica, ero un giovane sacerdote, non sapevo cosa fare e mi rivolsi a lui per chiedergli consiglio e aiuto. Padre Pio mi rivelò gli inganni del demonio e mi indirizzò bene, perché era pratico di queste cose, pur non essendo esorcista. Durante gli esorcismi il diavolo afferma che Padre Pio è al mio fianco, con Padre Matteo da Agnone e mia madre.


Come avvenne il suo primo incontro con il diavolo?

Il pomeriggio del 7 dicembre 1952, vigilia dell’Immacolata Concezione, mi trovavo al convento di Gesualdo, in provincia di Avellino, dove insegnavo ed ero direttore del seminario. Sentii suonare alla porta e andai ad aprire. Mi trovai di fronte una donna avvolta in uno scialle di lana, accompagnata da due uomini: il fratello e il cognato. Sembravano dei poveri e avevano un aspetto inquietante. In particolare la donna aveva due occhiacci strani. Domandai il motivo della visita, ma non mi rispose nessuno. Per rompere il silenzio chiesi alla donna: Come ti chiami?. - Rispose con voce da uomo: Mi chiamo diavolo!. - Sussultai, ma replicai con prontezza di spirito: Piacere, io sono Padre Cipriano!. - Capii di trovarmi di fronte a un fatto inconsueto e proseguii: M asei proprio il diavolo?. - “Si”, ribadì la donna. “Hai anche le corna?”. “Si e sono pure lunghe”. “E chi ti deve cacciare?”. “Tu”, dichiarò con gli occhi rossi di rabbia, puntandomi il dito contro. Anche se c’era poco da ridere, risposi con ilarità: “Ti romperò le corna, ma solo col permesso del mio vescovo”. Lasciai gli ospiti all’ingresso e andai a cercare il mio superiore, invitandolo a seguirmi in portineria, ma non ne volle sapere: “Pensaci tu perché io ho paura”, rispose. La cosa ormai mi aveva entusiasmato. Il vescovo di Avellino mi diede il mandato per esorcizzarla. Fu il mio primo caso di esorcismo.


Come si svolse?

La cosa andava per le lunghe. Poiché insegnavo e avevo poco tempo, un giorno andai da Padre Pio e gli dissi: “Padre, mi occupo di una donna spiritata2. “E allora?”, replicò bonariamente. “Vorrei portargliela qui, così ci pensa lei!”. Ma Padre Pio replicò: “Ho già tanti diavoli intorno, pure questo mi vuoi portare? Pregherò per te, affinché non ti stanchi”. La sua risposta mi confermava che avevo a che fare con un caso di vera possessione diabolica e al contempo mi avvisava che una delle astuzie del diavolo è di stancare l’esorcista per farlo smettere. Da quel giorno sono passati quasi sessant’anni e sento ancora gli effetti della sua preghiera: più esorcizzavo e più desidero esorcizzare.

Quanto tempo durò l’esorcismo di quella donna?

Durò diversi anni, durante i quali il diavolo riuscì ad ingannarmi bene. A un certo punto scoprii che ben quattro spiriti possedevano il corpo della donna. Allora pensai: “Non me la cavo più!”. Dichiaravano di essere anime dannate e mi raccontavano peccati che li avevano condotti alla perdizione. Il primo disse di chiamarsi Pasquale e di essere stato un donnaiolo. Gli chiesi: “Perché sei finito all’inferno, non ti sei confessato?”. Mi rispose in dialetto: “ Sì, mi sono confessato, ma il prete non mi ha assolto!”. Le risposte erano corrette e ben architettate, per cui credevo alle sue affermazioni. Dopo sette mesi la voce cambiò e si presentò lo spirito di Giuseppe, quindi il terzo spirito. Tutti dichiararono di essersi dannati per lo stesso motivo. Dopo due anni e mezzo udii una voce femminile. “ E tu chi sei?”, le chiesi. “ Mi chiamavo Carmela”, rispose. “ e gli spiriti maschi dove sono finiti?”, le domandai. “ Stanno piangendo perché li hai bastonati!”. “Bene! Ora dimmi anche tu il peccato per cui ti sei dannata”. Voleva confessarmelo all’orecchio. Accettai con timore, pensando che me lo avrebbe azzannato. Mi sussurrò che aveva fatto la prostituta, allora le ordinai: “ In nome di Dio ripetilo ad alta voce, perché tutti ti possano sentire!”. La Chiesa era gremita di gente, tra cui persone di vita allegra, dedite agli stessi vizi. La donna urlò a squarciagola il peccato che l’aveva condotta all’inferno e la gente fuggì per la paura.
In quei giorni un mio confratello era in partenza per San Giovanni Rotondo. Lo incaricai di dire a Padre Pio che la donna che stavo esorcizzando aveva quattro spiriti in corpo, e che io ero troppo impegnato con la scuola per trovare il tempo di scacciarli tutti. Padre Pio gli rispose: Dì a Padre Cipriano che non sono quattro spiriti, ma è un solo diavolo che fa quattro voci diverse”. Arrabbiato contro il demonio per essermi fatto imbrogliare per quasi tre anni, quando mi riportarono l’ossessa esclamai: “Ho scoperto che mi hai ingannato! Ora te farò pagare!”. Il diavolo scoppiò in una fragorosa risata e rispose: “Non sapevi che sono bugiardo per natura?”. Questa lezione mi ha insegnato molte cose, soprattutto che il demonio è un grande attore, cambia voce, personalità, piange, ride, fa la voce di uomini, donne, bambini. La lotta si protrasse ancora alcuni mesi. L’ultimo giorno durò sei ore. Alla fine il diavolo mi disse: “Mi stai togliendo quest’anima, dammene un’altra!”. La richiesta era così opprimente, che gli risposi senza riflettere sull’assurdità di quello che dicevo: “Prenditi la mia!”. Lui replicò in dialetto: “Non posso, la tua è di Dio!”. Fu la sua ultima risposta, poi rantolò come un animale e uscì definitamente. La donna era vittima di un maleficio ricevuto dal cognato, uno dei due uomini che l’avevano accompagnata da me la prima volta. Era madre di cinque figli, uno dei quali era morto. Il marito, convinto che fosse ammalata, aveva speso tutti i suoi averi per farla curare dai medici e infine era emigrato in Argentina per cercare lavoro e mantenere la famiglia. Quando seppe la vera natura del suo male tornò a casa.

Avrebbe preferito un incarico diverso?

Non avrei mai scelto né pensato di fare l’esorcista, ma ringrazio il Signore di avermi messo in questo campo. A causa delle numerose richieste di aiuto ho lasciato l’insegnamento, perché non potevo fare le due cose insieme. Ho preferito rinunciare allo stipendio di professore per dedicarmi a questa attività. Quando dio affida una missione dona anche le grazie necessarie per compierla e, malgrado l’età, continuo ancora a esorcizzare.

Qual è il ruolo di Padre Matteo da Agnone nel suo ministero di esorcista?

Ogni volta che chiedo il suo aiuto durante gli esorcismi, lo ricevo immediatamente. Sono stato parroco a Serracapriola per diciotto anni ed esorcizzavo davanti alla sua tomba. Gli indemoniati sferravano calci e pugni al suo sepolcro, bestemmiando contro di lui. Per sua intercessione sono avvenute e avvengono diverse liberazioni.

Ci può fare un esempio?

Un esempio recente è la liberazione di un giovane di circa trent’anni, che era tormentato dal Maligno fin da quando ne aveva quindici. L’ho esorcizzato per sette anni e la liberazione è avvenuta per intercessione di Padre Matteo. L’ultimo giorno l’esorcismo è durato sei ore. Alla fine il demonio, infuriato perché se ne doveva andare, ha gridato: “Gesù di Nazareth, ti lascio quest’uomo, ma ricordati che continuerò a combatterti sulla terra!”. Subito dopo il ragazzo ha espulso dalla bocca una grande pietra verde, sotto gli occhi dei presenti. Oggi si prepara a diventare sacerdote.