lunedì 25 marzo 2013

LA MIA CONVERSIONE AL CATTOLICESIMO LA CONSIDERO CONCLUSA



«LA MIA CONVERSIONE
AL CATTOLICESIMO
LA CONSIDERO CONCLUSA»

La motivazione: «Troppa debolezza con l'Islam»
Magdi Allam: «Mi allontano dalla Chiesa»
La mia conversione al cattolicesimo la considero conclusa». Lo dichiara Magdi Cristiano Allam dalle pagine de Il Giornale spiegando che si tratta di «una scelta maturata anche di fronte alla realtà di due Papi», ma ciò che «più di ogni altro fattore mi ha allontanato dalla Chiesa -spiega- è la legittimazione dell'islam come vera religione di Allah come vero Dio, di Maometto come vero profeta, del Corano come testo sacro, delle moschee come luogo di culto».

LA SVOLTA - «Sono invece convinto - aggiunge - che l'Islam sia un'ideologia intrinsecamente violenta così come è stata storicamente conflittuale al suo interno e bellicosa al suo esterno. Ancor più sono convinto che l'Europa finirà per essere sottomessa all'islam, così come è già accaduto a partire dal Settimo secolo», «se non avrà la lucidità e il coraggio di denunciare l'incompatibilità dell'islam con la nostra civilità e i diritti fondamentali della persona, se non metterà al bando il Corano per apologia dell'odio».
«Continuerò - conclude Magdi Cristiano Allam- a credere nel Gesù che ho sempre amato e a identificarmi orgogliosamente con il cristianesimo come la civiltà che più di altre avvicina l'uomo al Dio che ha scelto di diventare uomo».
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Oggi una delle notizie più fragorose per i cattolici è la dichiarazione di un grande convertito, Magdi Cristiano Allam, a quanto pare ha deciso di fare un passo indietro. Leggiamo dal web: «La Chiesa Cattolica lo ha deluso ed è pronto a voltare pagina. Lo scrive lui stesso sulla prima pagina del Giornale. “La mia conversione al cattolicesimo la considero conclusa”, scrive spiegando che si tratta di “una scelta maturata anche di fronte alla realtà di due Papi”, ma ciò che “più di ogni altro fattore mi ha allontanato dalla Chiesa -spiega- è la legittimazione dell’Islam come vera religione di Allah come vero Dio, di Maometto come vero profeta, del Corano come testo sacro, delle moschee come luogo di culto”. “Sono invece convinto -aggiunge- che l’Islam sia un’ideologia intrinsecamente violenta così come è stata storicamente conflittuale  al suo interno e bellicosa al suo esterno. Ancor più sono convinto che l’Europa finirà per essere sottomessa all’Islam, così come è già accaduto a partire dal Settimo secolo”, “se non avrà la lucidità e il coraggio di denunciare l’incompatibilità dell’Islam con la nostra civiltà e i diritti fondamentali della persona, se non metterà al bando il Corano per apologia dell’odio”».
La sua conversione e il Battesimo ricevuto da Benedetto XVI avevano creato una risonanza favorevole al Cristianesimo, considerando che veniva dal mondo musulmano ed occorreva una buona dose di coraggio per compiere questo gesto. Consideriamo che era anche vicedirettore del Corriere della Sera, si trattava di un personaggio pubblico. La riflessione lo aveva condotto alla Verità e a credere pubblicamente nella Divinità di Gesù.
Ancora oggi è scortato per le minacce subite, per il coraggio di esprimere le sue convinzioni. Ci dispiace però questa sua nuova posizione.
Chi è deluso per qualche scandalo o per altre situazioni, non deve però rinunciare a partecipare alla Santa Messa, deve saper distinguere e continuare a credere in Gesù che è sempre vivo e vicino a tutti. La Chiesa Cattolica rimarrà sempre legata al Vangelo storico annunciato da Gesù, non potranno lecitamente avvenire cambiamenti e la teoria dei teologi modernisti sulla trasformazione della Santa Messa in una pia preghiera lascia il tempo che trova. Non si può modificare la volontà di Gesù osservata per duemila anni e che permane nel Vangelo.
Non è il caso del giornalista, ma proprio ieri ho scritto che si cambia facilmente parere anche su Gesù, si esalta e si stendono tappeti in un primo momento per poi scagliarsi contro come fecero molti ebrei davanti a Pilato. Non chiesero la liberazione di Gesù, al contrario gridarono: “Crocifiggilo, crocifiggilo”. L’ingresso trionfale del Signore e le grida: “Benedetto Colui che viene nel nome del Signore”, erano evaporati velocemente.
Arriveremo in questi giorni a meditare sulle negazioni di Pietro dopo l’arresto di Gesù, oggi consideriamo il comportamento falso ed infame di Giuda. La sua premura nel lamentarsi dello spreco del profumo di nardo era in realtà la manifestazione della sua avidità, bramava il denaro più di tutto. I suoi pensieri e le parole scaturivano sempre dalla bramosia di possedere altro denaro, quindi le sue proteste per lo spreco nascondevano un altro obiettivo.
“Disse questo non perché gli importasse dei poveri, ma perché era un ladro”, appunto, il Vangelo è preciso sulla sua vera attività. Un ladro insieme a Gesù, tra gli Apostoli, condivise per tre anni l’apostolato del Signore, predicò il Vangelo e compì anche miracoli. È un mistero la concessione che fece Gesù a Giuda, una opportunità unica ma sprecata per l’incapacità di controllare se stesso.
Quando una persona non controlla i suoi comportamenti finisce sempre per eccedere, passare i limiti del decoro. Gesù alla Valtorta disse che a causa dei suoi molti e coscienti peccati mortali, in Giuda si incarnò satana.
In effetti, la sua inclinazione all’inganno e alle diffamazioni, aprirono la porta del cuore a satana e questi vi prese dimora.
L’affermazione di Giuda mi fa pure riflettere sulle parole anche belle che vengono dette da molti, ma che sono sterili, manca la sincera volontà di compiere quanto affermato. Sappiamo che alle parole spesso non seguono i fatti, non si compiono quelle buone opere indicate nel Vangelo. Giuda si distingue come l’uomo che affermava una cosa mentre ne pensava un’altra. Questo avviene a molti anche per questioni minori e si può cadere se non c’è il controllo dei propri pensieri.
Perché se poi gli altri si accorgono che uno compie il contrario di quanto affermato, non è una bella testimonianza.
Dobbiamo impegnarci di più nel controllo dei pensieri e bisogna parlare dopo aver riflettuto, senza avventatezza e precipitazione coinvolgente. La coerenza deve esistere tra i pensieri e le parole che si pronunciano, considerando che i pensieri sono emanazioni di un buon cuore e di una intensa spiritualità.
Gesù in mezzo ai giudei era il Santissimo che splendeva di Luce propria, ovviamente tutto in Lui era perfetto, anche la correlazione tra Cuore, pensieri e parole. Questa sua trasparenza onestissima causava nei giudei agitazioni disumane, l’odio aumentava in essi e non cercavano alcun rimedio per calmarlo. L’unico rimedio era la soluzione finale di triste memoria, quindi, l’uccisione di Gesù. La loro cattiveria li spinse a cercare la morte di Lazzaro perchè diventato testimone credibile della Divinità di Gesù.
Anche a noi credenti la trasparenza onestissima causa le reazioni  di quanti sono alleati con il Male, ma rimaniamo inamovibili.

venerdì 22 marzo 2013

La verità sulle elezioni dei Papi



La verità sulle elezioni dei Papi
MEDJUGORJE E GARABANDAL

Quelle di Fatima non sono state le uniche apparizioni della Madonna avvenute nel Ventesimo secolo: la Vergine, infatti, è apparsa moltissime volte a Medjugorje (Bosnia-Erzegovina), a Garabandal (Spagna) e in tantissimi altri luoghi, specie in Europa.

Certo, i fatti di Fatima, che costituiscono una delle poche apparizioni mariane del secolo scorso ufficialmente approvate dalla Chiesa, complici anche alcune stranissime “coincidenze” illustrate in questo sito hanno indotto una devozione largamente diffusa nel mondo. Ma i messaggi affidati all'umanità dalla Madonna a Medjugorje ed a Garabandal sono altrettanto interessanti e, in un certo senso, complementari a quelli di Fatima (e alla Profezia dei Papi di San Malachia) per quanto riguarda l'argomento della fine del mondo, e specialmente il suo "quando". Vediamo, dunque, cosa dicono questi messaggi.
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IL MESSAGGIO DI MEDJUGORJE

Nel giugno del 1981, sei ragazzi (le quattro femmine Ivanka, Mirjana, Vicka, Marija e due maschi: Ivan e il piccolo Jakov) del villaggio di Medjugorje, in Bosnia-Erzegovina, furono testimoni dell’apparizione della Madonna vicino alla cima del Podbrdo, una piccola montagna nel centro della Jugoslavia. In una serie di apparizioni, che ancora oggi continuano anche se con minor frequenza (il giorno 25 di ogni mese), la Madonna invia al mondo un messaggio che può essere riassunto in cinque punti chiave: preghiera del cuore, digiuno, riconciliazione con Dio e con il prossimo, conversione e pace.
Per sottolineare la serietà della situazione e l’urgenza delle sue richieste, la Vergine SS., nel corso del tempo, ha affidato ad alcuni dei veggenti 10 segreti che descrivono gli eventi che si verificheranno se l’umanità non riesce a ravvedersi. Dei sei veggenti soltanto tre (Mirjana, Ivanka e Jakov) hanno ricevuto tutti e dieci i segreti. Gli altri, fino a questo momento, ne hanno ricevuto solo nove. Mirjana avrebbe affermato che, prima che ci sia un "Segno visibile", verranno dati all'umanità tre "Avvertimenti". Gli avvertimenti saranno avvenimenti sulla Terra, e Mirjana ne sarà testimone. Tre giorni prima di uno di questi avvertimenti, essa avviserà un sacerdote a sua scelta. La testimonianza di Mirjana sarà una conferma delle apparizioni e sarà un incentivo per la conversione del mondo. Dopo questi avvertimenti, il segno visibile verrà dato per tutta l'umanità nel luogo delle apparizioni a Medjugorje. Il segno sarà dato come testimonianza delle apparizioni e come richiamo alla fede.
Sempre secondo Mirjana, il nono e il decimo segreto sono cosa grave. Sono un Castigo per i peccati del mondo. La punizione è inevitabile perché non possiamo aspettarci una conversione del mondo intero. Il Castigo può essere attenuato attraverso la preghiera e la penitenza. Non può essere però soppresso. Dopo il primo Avvertimento, gli altri seguiranno entro un periodo di tempo piuttosto breve. La gente avrà tempo per la conversione. Questo tempo è un periodo di grazia e conversione. Dopo questi avvertimenti, il segno visibile verrà dato per tutta l'umanità nel luogo delle apparizioni a Medjugorje.
Tutti e dieci i segreti sono per il mondo intero. I primi tre segreti sono tre avvertimenti estremi dati al mondo come ultima possibilità di convertirsi. Il terzo segreto (che è anche il terzo avvertimento) sarà un segno visibile dato sulla collina delle apparizioni per convertire coloro che non credono. Seguirà poi la rivelazione degli ultimi sette segreti, più gravi, soprattutto gli ultimi quattro. Vicka ha pianto ricevendo il nono e Mirjana ricevendo il decimo. I veggenti di Medjugorje dicono che, con la realizzazione dei segreti affidatigli da Nostra Signora, la vita nel mondo cambierà: dopo, gli uomini crederanno come nei tempi antichi.
La Madonna ha anche detto ai ragazzi che, quando le apparizioni cesseranno a Medjugorje, termineranno pure in tutti gli altri siti nei quali si sono verificate apparizioni mariane. Quando questo accadrà, gli eventi descritti nei segreti inizieranno a compiersi.
Mirjana ha dichiarato che dieci giorni prima della realizzazione di ogni segreto avviserà padre Pèro, incaricato di rivelarli. Egli dovrà digiunare per sette giorni e avrà il compito di rivelarli tre giorni prima della loro realizzazione. Poiché è arbitro della sua missione, potrebbe tenerli per sé, come fece Giovanni XXIII per il segreto di Fatima, la cui rivelazione era autorizzata per il 1960. Tuttavia, Padre Pèro è fermamente intenzionato a rivelarli: è stato interrogato in proposito anche da A. Socci nel 2004 e ha confermato che lo farà senz'altro.
La Chiesa non ha ancora espresso il suo pronunciamento ufficiale sulle apparizioni di Medjugorje ma esse, dopo più di venti anni dal loro inizio, sono ormai ritenute da molti esperti fra le più importanti apparizioni mariane del Ventesimo secolo.
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IL MESSAGGIO DI GARABANDAL

A Garabandal, un piccolo paesino sulle montagne a sud di Santander, in Spagna, tra il 1961 e il 1965 la Madonna apparve a quattro bambine di età tra gli 11 e 12 anni: Mari Cruz, Mai Loli, Giacinta e Conchita. Il numero delle apparizioni fu intorno a 2.000 e sono le più lunghe in assoluto avvenute sulla Terra: durarono finanche 8 ore.

Le apparizioni di Garabandal sono anche le più straordinarie in assoluto tra quelle mariane, sia per le caratteristiche con cui si presentò la SS. Vergine, sia per il tipo di estasi delle bambine: l'inclinazione della loro testa era tale che una qualsiasi persona sarebbe morta soffocata; si assistette a marce estatiche in avanti e all'indietro senza guardare il terreno, particolarmente accidentato, a volte a velocità non sostenibile al miglior atleta; e, inoltre, si fu in presenza di cadute estatiche in cui le bambine mantenevano la loro compostezza, "erano talora in lievitazione" e assumevano una straordinaria bellezza; infine, l'Eucarestia fu visibile ad occhi umani in bocca a Conchita.

Per quanto riguarda, invece, le caratteristiche con cui si presentò la SS. Vergine, Ella apparve a capo scoperto, come si usava in Palestina al tempo di Gesù, quale ideale di bellezza che si rispecchia nel volto luminoso delle veggenti. I dialoghi intercorsi fra Lei e le bambine la caratterizzavano come la mamma per eccellenza, quale figura amorevole e dolcissima, che si occupa in tutto e per tutto dei suoi figli: gioca con loro, si interessa di tutto ciò che fanno, li corregge e li educa. Occorre sottolineare che, a differenza di quelle di Fatima, le apparizioni di Garabandal non sono state né approvate né disapprovate dalla Chiesa, in quanto sono ancora sotto investigazione e coloro che ne promuovono il messaggio possono farlo purché lo dichiarino.

A Garabandal la Madonna dà due messaggi al mondo. Qui di seguito ne trascriviamo fedelmente il testo.

Il primo messaggio: 18 ottobre 1961
«È necessario fare molti sacrifici, molta penitenza, visitare spesso il Santo Sacramento, ma prima di tutto bisogna essere buoni. E se non lo faremo vi sarà per noi un "Castigo", già la coppa si sta riempiendo e, se non cambieremo, il castigo sarà grandissimo».
Il secondo messaggio: 18 giugno 1965
«Siccome non si è compiuto, non si è fatto sufficientemente conoscere il mio messaggio del 18 ottobre, voglio dirvi che questo è l'ultimo: prima la coppa si stava colmando, ora trabocca.
Cardinali, Vescovi e Sacerdoti camminano, in molti, sulla via della perdizione e trascinano con loro moltissime anime.
All'Eucarestia si dà sempre meno importanza.
Dovete con i vostri sforzi evitare la collera del buon Dio che pesa su di voi.
Se Gli chiederete perdono con animo contrito, Egli vi perdonerà.
Io, vostra Madre, per mediazione di S. Michele Arcangelo, voglio esortarvi alla conversione.
Questi sono gli ultimi avvertimenti.
Vi amo molto e non voglio la vostra condanna.
Pregate sinceramente, e noi vi esaudiremo.
Dovete fare più sacrifici.
Meditate sulla passione di Gesù».

È stato inoltre promesso un grande Segno là a Garabandal, il più grande sulla terra, poiché là non è stata riconosciuta la SS. Vergine.
Esso verrà comunicato al mondo da Conchita una settimana prima.
La Madonna ha detto che avverrà tra il 7 e il 17, non compresi, e da marzo a maggio, un giovedì alle 20:30, in cui ricorre la festa di un martire dell'Eucarestia. Nello stesso giorno avverrà nella chiesa un grande avvenimento per cui si griderà: "Miracolo, Miracolo, Miracolo".

Esso sarà preceduto da un "Avvertimento" che può riassumersi in questi punti:
1.    Porterà grande afflizione, e sarà impressionante.
2.    Non verrà come castigo, ma con finalità di salvezza: "Affinché i buoni si avvicinino ancora di più a Dio e i cattivi si convertano e cambino".
3.    Sarà un fenomeno di portata universale, poiché toccherà tutti in ogni parte del mondo.
4.    Si vedrà chiaramente che si tratta di "cosa di Dio" e gli uomini davanti a questo non potranno fare altro che invocare la misericordia divina.
5.    Avrà un duplice effetto, esterno ed interno; tutti lo vedranno "nel cielo" e, nello stesso tempo, ciascuno proverà in sè la terribile esperienza di quel che è, veramente, il peccato: la perdita di Dio.
6.    Si produrrà sicuramente prima del miracolo, ma il giorno e l'ora non sono stati rivelati.
7.    Saranno tre giorni di tenebre, durante i quali non ci sarà rifugio, altra consolazione che la preghiera.
La SS. Vergine a Garabandal ha anche pronunciato questa profezia:
che, morto Papa Giovanni XXIII (1963), mancavano solo 3 Papi per la "FINE DEI TEMPI". Dopo Papa Giovanni XXIII sono venuti questi 3 Papi:

         Paolo VI
Giovanni Paolo I
Giovanni Paolo II
Dopo questi 3 Papi la Chiesa è guidata dalla massoneria ecclesiastica, moltissimi cardinali sono voluti dai prelati massoni e non sono autentici perché non scelti da Dio, non voluti dallo Spirito Santo. Dopo Giovanni Paolo II le votazioni nei conclavi per eleggere il nuovo Papa sono invalide, non approvate da Dio, non volute da Dio. Chi viene eletto è espressione della massoneria potente presente nella gerarchia della Chiesa.




venerdì 15 marzo 2013

La gioia dei cattolici osservanti, quando tutto era pronto per l’elezione di un altro Cardinale di Curia.




La gioia dei cattolici osservanti,
quando tutto era pronto
per l’elezione di un altro Cardinale di Curia.

Imprevedibile, inatteso, insperato, termini che esprimono la gioia dei cattolici osservanti, quando tutto era pronto per l’elezione di un altro Cardinale di Curia che avrebbe permesso alla cordata che lo appoggiava di continuare a gestire la Chiesa più con interessi umani che spirituali. Occorreva un elemento di rottura e di rinascita spirituale, e la speranza della cattolicità è la sua prolungata durata, la fedeltà allo stesso nome che ha scelto: Francesco.
Era chiaro che la cordata di Cardinali italiani entrati nella Sistina, voleva già il Cardinale Scola, questa cordata ha cercato di coinvolgere gli extraeuropei, ma essi questa volta non hanno accettato la loro proposta ed è così nata la sorpresa delle sorprese. Và considerato che questo papato nasce dopo le inaspettate dimissioni del Vescovo emerito di Roma Joseph Ratzinger e l’eccessiva premura di anticipare il conclave richiesta dai Cardinali del Vaticano, premura che ha ancora di più insospettito gli extraeuropei con in testa tutti gli americani.
Proprio gli americani sono arrivati a Roma molto irritati per le crisi vissute dalla Curia di Roma negli ultimi anni, forse da più di dodici anni avvengono situazioni molto imbarazzanti, quindi non erano più disponibili ad accettare il candidato presentato dai Cardinali italiani. Non si fidavano più, infatti i Cardinali avevano preparato tutto per l’elezione di Scola, tanto che ieri sera dopo la fumata bianca e prima dell’apparizione del nuovo Papa Francesco, la Conferenza Episcopale Italiana ha diffuso un comunicato, in cui era scritto che i Vescovi italiani si rallegravano dell’elezione a Papa del Cardinale di Milano Angelo Scola.
Come si deve interpretare questo comunicato? È stato una gaffe o la manifesta dichiarazione pubblica che la CEI voleva Scola come Papa?
Prima o poi la CEI otterrà questo, ma adesso bisogna obbedire al Papa dei poveri e degli umili, al Papa che in pochi minuti dal balcone di San Pietro ha detto parole incredibilmente opportune e necessarie alla nostra amata Chiesa lacerata e malata. Vediamo che è malata anche dalla frattura avvenuta ieri nel conclave tra i Cardinali europei, soprattutto tra gli italiani, speriamo che questa frattura non danneggi ulteriormente la Chiesa Santa.
Prima di spiegare quanto ha detto il Papa e le parole espresse, voglio fissare l’attenzione su alcune frasi che ho scritto alcuni giorni fa sull’elezione del Papa. «Rimane per esempio fastidioso ascoltare il telegiornale per le teorie che abbozzano sui candidati papabili, è vero che i giornalisti devono fare il loro mestiere e riempire di curiosità i servizi, ma per noi è banale ascoltare le quotazioni sul prossimo Papa. La verità è il contrario di quanto viene affermato dai giornalisti. Magari sarà eletto chi non è stato indicato dai giornalisti di tutto il mondo».
Queste parole non le ho scritte come una profezia, assolutamente no, tutto era predisposto per un’altra elezione e che solo la divisione interna a questa cordata ha causato l’elezione di un Papa che già nel nome ha espresso tutto il suo programma. Ma ne parlerò più avanti.
Le alleanze erano pronte per l’elezione di un italiano, non erano pronte quelle che hanno eletto Papa Francesco e si sono materializzate fin dall’inizio del conclave. Il motivo l’ho già accennato ed è per noi molto doloroso: l’allontanamento dal Vangelo di Gesù di molti Prelati e l’attrazione verso le cose umane. Questo Papa riporta la Chiesa nella sua giusta posizione ed è quella della povertà e dell’umiltà.
Nei giorni scorsi avevo anche accennato in due circostanze all’urgente importanza di un segnale da parte della gerarchia di privilegiare la povertà al lusso e allo spreco. C’è anche il distacco dal potere e dal carrierismo o, addirittura come indicato da qualche Prelato, dal malaffare. Scrivevo questo sulla necessità per la Chiesa di ritrovare la povertà. Papa Francesco è il difensore dei poveri, nella sua vita ha scelto la povertà lottando il lusso e lo spreco.
La sua vita è costellata dalla ricerca dei poveri e degli umili. Ripeto, la mia non era una previsione ma una esigenza improcrastinabile. Speriamo che lui abbia molto tempo per attuarla. Leggiamo quanto ho scritto due giorni fa:
«Gesù salverà la sua Chiesa non però con i nomi che conosciamo, solamente con un suo intervento soprannaturale sarà possibile distruggere tutto ciò che si oppone al suo Vangelo storico per far ritornare la Chiesa come ai primi tempi cristiani, quando “la moltitudine di coloro che erano venuti alla Fede aveva un cuore solo e un'anima sola” (Atti 4,32).
È indispensabile che la Chiesa ritorni ad essere povera, deve possedere solamente ciò che necessita per il suo sostentamento, il di più và utilizzato per evangelizzare, costruire scuole e ospedali nelle zone povere, sostenere le mense ed aiutare i poveri che conosciamo, costruire enormi capannoni per ospitare poveri e i malati, curare gli ammalati gratuitamente mentre vengono pagati i medici che prestano servizio.
È indispensabile che la Chiesa sia casta e spirituale, dedicata alle cose di Dio e al bene delle anime. Il resto non viene da Dio.
C’è molto bene da fare e per “vederlo” è necessario abbandonare il potere, ciò che non è spirituale, quindi dannoso per la stessa Chiesa».
Vediamo i momenti che rimarranno storici perché autentici, di Papa Francesco sul balcone di San Pietro. Mi ha sorpreso vedere accanto e dietro al Papa i cerimonieri e i Prelati pietrificati, non avevano ancora assorbito lo shock di un Papa voluto dai Cardinali americani, nessuno aveva previsto questo “intoppo”, tutti infatti erano orientati verso un altro Cardinale. Mentre noi eravamo pronti ad accogliere il Papa che si sarebbe affacciato dalla balconata della Basilica.
Questo all’inizio, passo alla fine del discorso del Papa perché è importante inserire questo. Davanti a miliardi di persone il Papa ha chiesto al popolo presente e a quanti guardavano la televisione, la benedizione di Dio. Questa richiesta è bella e umile, il Papa capisce che la sua elezione non piace a molti altri. Che deve fare? Andare per la sua strada e riportare la Chiesa all’origine della sua storia, quando si occupava di pregare Gesù, di anime da salvare, di poveri da aiutare e di malati da guarire.
Questa è la misericordia della Chiesa.
Durante il breve discorso il Papa ha salutato Benedetto XVI chiamandolo Vescovo emerito di Roma, come vi avevo scritto qualche settimana fa e come è giusto che sia chiamato. Poi ha parlato di cammino da compiere insieme, il Papa ha invitato i cattolici a rimettersi in cammino, a riprendersi dalla sosta infruttuosa e sterile. Infatti, le parole pronunciate indicano il suo programma che riporta la Chiesa alle origini, all’essenza.
Da Vescovo il suo programma è tutto significativo: “Andare per le strade a cercare la gente”.
Ha colpito tutti la sua serenità, la semplicità del linguaggio, la capacità di entrare in relazione con tutti, l’amorevolezza che manifesta una vita interiore molto curata e la sua compostezza. Ha parlato di fratellanza e di comunione nella Chiesa e nel mondo, praticamente ha svelato con piena sincerità la sua persona. Non è un uomo debole e ha sempre difeso i diritti dei poveri con durissimi rimproveri nelle omelie ai governanti argentini, tanto che a Natale e a Pasqua i capi del Governo non frequentavano mai la Messa celebrata da lui, quale Cardinale di Buenos Aires e Primate dell’Argentina.
Aveva inoltre condannato nella Chiesa il carrierismo e la vanità, che è sinonimo di arroganza, amor proprio, ambizione, ostentazione. E dal balcone ha detto al mondo che bisogna ritornare all’umiltà e a mettere al primo posto Dio. Per questo ha compiuto qualcosa di assolutamente inedito: ha recitato il Padre Nostro, l’Ave Maria e il Gloria al Padre. Ha chiesto il silenzio per pregare per lui ma anche a far capire l’importanza del raccoglimento e della riflessione silenziosa.
Come a dire: è importante la benedizione di Dio, per il resto Dio lo aiuterà: “Pregate Dio per benedirmi”.
Ovviamente ha colpito soprattutto quando varie volte ha citato la Madonna, affermando che affidava a Lei il papato e che si sarebbe recato a pregare in Santa Maria Maggiore, gesto compiuto questa mattina. E dopo aver parlato della Madonna, ha anche indicato alla sua destra il suo vicario argentino, non a caso sulla balconata e non a caso indicato da lui come uomo che lo aiuterà nel difficile compito. Questo è un altro elemento di rinascita nella Chiesa.
Voglio ultimare la newsletter ritornando al nome che ha scelto: Francesco. Il compito che diede Gesù mentre il giovane convertito Francesco pregava davanti il Crocifisso di San Damiano, fu questo: “Và, Francesco e ripara la mia Casa, che come vedi và in rovina”. Questo sarà il compito del nuovo Papa, riparare quindi correggere e sanare con coraggio la vera Chiesa di Dio.
San Francesco d’Assisi nel 1220 scrisse una lettera “Ai reggitori di popoli”, contenenti  parole che oggi vanno rivolte anche ai Prelati.
«A tutti i podestà e consoli, magistrati e reggitori d’ogni parte del mondo, e a tutti gli altri ai quali giungerà questa lettera, frate Francesco, vostro servo nel Signore Dio, piccolo e spregevole, a tutti voi augura salute e pace. Considerate e vedete che il giorno della morte si avvicina (cf. Gn 47,29).
Vi supplico perciò, con tutta la reverenza di cui sono capace, di non dimenticare il Signore, assorbiti come siete dalle cure e preoccupazioni di questo mondo, e di non deviare dai suoi Comandamenti, poiché tutti coloro che dimenticano il Signore e si allontanano dai Comandamenti di Lui, sono maledetti (cf. Sal 118,21) e saranno dimenticati da Lui (Ez 33.13)».