lunedì 25 marzo 2013

LA MIA CONVERSIONE AL CATTOLICESIMO LA CONSIDERO CONCLUSA



«LA MIA CONVERSIONE
AL CATTOLICESIMO
LA CONSIDERO CONCLUSA»

La motivazione: «Troppa debolezza con l'Islam»
Magdi Allam: «Mi allontano dalla Chiesa»
La mia conversione al cattolicesimo la considero conclusa». Lo dichiara Magdi Cristiano Allam dalle pagine de Il Giornale spiegando che si tratta di «una scelta maturata anche di fronte alla realtà di due Papi», ma ciò che «più di ogni altro fattore mi ha allontanato dalla Chiesa -spiega- è la legittimazione dell'islam come vera religione di Allah come vero Dio, di Maometto come vero profeta, del Corano come testo sacro, delle moschee come luogo di culto».

LA SVOLTA - «Sono invece convinto - aggiunge - che l'Islam sia un'ideologia intrinsecamente violenta così come è stata storicamente conflittuale al suo interno e bellicosa al suo esterno. Ancor più sono convinto che l'Europa finirà per essere sottomessa all'islam, così come è già accaduto a partire dal Settimo secolo», «se non avrà la lucidità e il coraggio di denunciare l'incompatibilità dell'islam con la nostra civilità e i diritti fondamentali della persona, se non metterà al bando il Corano per apologia dell'odio».
«Continuerò - conclude Magdi Cristiano Allam- a credere nel Gesù che ho sempre amato e a identificarmi orgogliosamente con il cristianesimo come la civiltà che più di altre avvicina l'uomo al Dio che ha scelto di diventare uomo».
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Oggi una delle notizie più fragorose per i cattolici è la dichiarazione di un grande convertito, Magdi Cristiano Allam, a quanto pare ha deciso di fare un passo indietro. Leggiamo dal web: «La Chiesa Cattolica lo ha deluso ed è pronto a voltare pagina. Lo scrive lui stesso sulla prima pagina del Giornale. “La mia conversione al cattolicesimo la considero conclusa”, scrive spiegando che si tratta di “una scelta maturata anche di fronte alla realtà di due Papi”, ma ciò che “più di ogni altro fattore mi ha allontanato dalla Chiesa -spiega- è la legittimazione dell’Islam come vera religione di Allah come vero Dio, di Maometto come vero profeta, del Corano come testo sacro, delle moschee come luogo di culto”. “Sono invece convinto -aggiunge- che l’Islam sia un’ideologia intrinsecamente violenta così come è stata storicamente conflittuale  al suo interno e bellicosa al suo esterno. Ancor più sono convinto che l’Europa finirà per essere sottomessa all’Islam, così come è già accaduto a partire dal Settimo secolo”, “se non avrà la lucidità e il coraggio di denunciare l’incompatibilità dell’Islam con la nostra civiltà e i diritti fondamentali della persona, se non metterà al bando il Corano per apologia dell’odio”».
La sua conversione e il Battesimo ricevuto da Benedetto XVI avevano creato una risonanza favorevole al Cristianesimo, considerando che veniva dal mondo musulmano ed occorreva una buona dose di coraggio per compiere questo gesto. Consideriamo che era anche vicedirettore del Corriere della Sera, si trattava di un personaggio pubblico. La riflessione lo aveva condotto alla Verità e a credere pubblicamente nella Divinità di Gesù.
Ancora oggi è scortato per le minacce subite, per il coraggio di esprimere le sue convinzioni. Ci dispiace però questa sua nuova posizione.
Chi è deluso per qualche scandalo o per altre situazioni, non deve però rinunciare a partecipare alla Santa Messa, deve saper distinguere e continuare a credere in Gesù che è sempre vivo e vicino a tutti. La Chiesa Cattolica rimarrà sempre legata al Vangelo storico annunciato da Gesù, non potranno lecitamente avvenire cambiamenti e la teoria dei teologi modernisti sulla trasformazione della Santa Messa in una pia preghiera lascia il tempo che trova. Non si può modificare la volontà di Gesù osservata per duemila anni e che permane nel Vangelo.
Non è il caso del giornalista, ma proprio ieri ho scritto che si cambia facilmente parere anche su Gesù, si esalta e si stendono tappeti in un primo momento per poi scagliarsi contro come fecero molti ebrei davanti a Pilato. Non chiesero la liberazione di Gesù, al contrario gridarono: “Crocifiggilo, crocifiggilo”. L’ingresso trionfale del Signore e le grida: “Benedetto Colui che viene nel nome del Signore”, erano evaporati velocemente.
Arriveremo in questi giorni a meditare sulle negazioni di Pietro dopo l’arresto di Gesù, oggi consideriamo il comportamento falso ed infame di Giuda. La sua premura nel lamentarsi dello spreco del profumo di nardo era in realtà la manifestazione della sua avidità, bramava il denaro più di tutto. I suoi pensieri e le parole scaturivano sempre dalla bramosia di possedere altro denaro, quindi le sue proteste per lo spreco nascondevano un altro obiettivo.
“Disse questo non perché gli importasse dei poveri, ma perché era un ladro”, appunto, il Vangelo è preciso sulla sua vera attività. Un ladro insieme a Gesù, tra gli Apostoli, condivise per tre anni l’apostolato del Signore, predicò il Vangelo e compì anche miracoli. È un mistero la concessione che fece Gesù a Giuda, una opportunità unica ma sprecata per l’incapacità di controllare se stesso.
Quando una persona non controlla i suoi comportamenti finisce sempre per eccedere, passare i limiti del decoro. Gesù alla Valtorta disse che a causa dei suoi molti e coscienti peccati mortali, in Giuda si incarnò satana.
In effetti, la sua inclinazione all’inganno e alle diffamazioni, aprirono la porta del cuore a satana e questi vi prese dimora.
L’affermazione di Giuda mi fa pure riflettere sulle parole anche belle che vengono dette da molti, ma che sono sterili, manca la sincera volontà di compiere quanto affermato. Sappiamo che alle parole spesso non seguono i fatti, non si compiono quelle buone opere indicate nel Vangelo. Giuda si distingue come l’uomo che affermava una cosa mentre ne pensava un’altra. Questo avviene a molti anche per questioni minori e si può cadere se non c’è il controllo dei propri pensieri.
Perché se poi gli altri si accorgono che uno compie il contrario di quanto affermato, non è una bella testimonianza.
Dobbiamo impegnarci di più nel controllo dei pensieri e bisogna parlare dopo aver riflettuto, senza avventatezza e precipitazione coinvolgente. La coerenza deve esistere tra i pensieri e le parole che si pronunciano, considerando che i pensieri sono emanazioni di un buon cuore e di una intensa spiritualità.
Gesù in mezzo ai giudei era il Santissimo che splendeva di Luce propria, ovviamente tutto in Lui era perfetto, anche la correlazione tra Cuore, pensieri e parole. Questa sua trasparenza onestissima causava nei giudei agitazioni disumane, l’odio aumentava in essi e non cercavano alcun rimedio per calmarlo. L’unico rimedio era la soluzione finale di triste memoria, quindi, l’uccisione di Gesù. La loro cattiveria li spinse a cercare la morte di Lazzaro perchè diventato testimone credibile della Divinità di Gesù.
Anche a noi credenti la trasparenza onestissima causa le reazioni  di quanti sono alleati con il Male, ma rimaniamo inamovibili.