domenica 7 settembre 2014

Jihad, l'Imam Bilal Bosnic


Jihad, l'Imam Bilal Bosnic:



"In Italia arruolo musulmani alla Guerra Santa.
Prenderemo il Vaticano"

«Parlo ai musulmani italiani perché un giorno possano conquistare il Vaticano".
L'Imam Bilal Bosnic, dopo aver detto la sua al Corriere della Sera sulle due ragazze italiane rapite in Siria, disegna su Repubblica uno scenario inquietante su cosa si sta muovendo nelle città italiane tra moschee e centri islamici. Più politica che religione, più reclutamento di potenziali terroristi che proselitismo. Fede sì, ma nella Guerra Santa.
"Sono stato a Roma e Bergamo, tornerò nel vostro Paese per cercare finanziamenti" , spiega Bosnic, oggi di stanza in Bosnia, nel cuore di quei Balcani che da tempo sono il centro nevralgico del fanatismo musulmano in Europa.
Il sospetto dei servizi segreti internazionali è che l'Imam sia un "cacciatore di teste" per conto dell'Isis: cercherebbe cioè giovani combattenti da spedire in Medio Oriente, tra Iraq, Siria e Libia, per sostenere militarmente la causa dello Stato Islamico del califfo Al Baghdadi.
"In Italia ho visitato i centri islamici, ho predicato, ho parlato alla nostra comunità" , a Bergamo, a Cremona, a Roma.
"Per noi siete un Paese molto importante" , ammette Bosnic, secondo cui "è dovere di ogni buon islamico essere coinvolto in qualche modo nella jihad, combattendo, aiutando, dando assistenza ognuno secondo le proprie possibilità, finanziandoci anche".
L'obiettivo è chiaro: "Noi musulmani crediamo che un giorno il mondo intero sarà uno Stato islamico. Anche il Vaticanosarà musulmano. Forse io non riuscirò a vederlo, ma quel momento arriverà, così è scritto. E' questo che spiego ai ragazzi"».

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Dal no al Natale al cibo a scuola:
l'Italia si piega ai musulmani

Ormai in Italia ci auto discriminiamo per non dare fastidio agli islamici.
Una vera e propria invasione nella nostra vita quotidiana

di Gabriele Villa - Il Giornale 28/08/2014

Persino le bagnine. Hanno voluto toglierci, non dico la soddisfazione di farci, eventualmente, salvare da loro ma anche quella di limitarci a guardarle.
In nome dell'islamicamente corretto a Jesolo, spiaggia, peraltro solitamente affollata di bikini, il sindaco Valerio Zoggia, di comune accordo con la Federconsorzi, decise, giusto l'anno scorso, di toglierle di mezzo. Di stabilire che i lifeguards sulla spiaggia fossero soltanto uomini perché, bagnanti e anche venditori abusivi di religione musulmana non se avessero a male.
O, peggio, stando alle lamentele della precedente stagione balneare, perché non si mettessero ad insultarle dato che, citiamo testualmente le parole pronunciate allora dal presidente della Federconsorzi Renato Cattai: «Ai loro occhi non godevano della necessaria autorità, perché i musulmani, per la loro cultura, non ascoltano le donne quando danno ordini o anche solo consigli».
Sorprendente no? Anche la discriminazione al contrario sulle bagnine. Come se non bastasse quella lunga lista di auto-limitazioni, che sono state stabilite, per non creare problemi, nelle scuole di ogni ordine e grado, nelle mense, nei luoghi e negli uffici pubblici.
Qualche esempio di autocensura di presidi e insegnanti illuminati?
Crocifissi tolti in grande quantità , praticamente da Nord a Sud da Est a Ovest di questa nostra Italia, e tante piccole perline di saggezza.
Come a Bolzano dove non c'è stata la canzoncina su Gesù per rispetto dei bambini musulmani. Decisione delle insegnanti della scuola materna «Casa del bosco» in vista della recita di Natale, pensando di dare un buon esempio di integrazione in un asilo, quello del quartiere di Oltrisarco, a forte presenza multietnica.
Più o meno ciò che hanno fatto nel Piacentino all'istituto scolastico comprensivo di Monticelli d'Ongina e San Nazzaro (materne e medie) dove è stato deciso di vietare ogni riferimento ai temi religiosi tra le iniziative scolastiche per Natale. E, così dall'oggi al domani, è stato tolto il presepe a 120 bimbi.
O a Cardano al Campo, provincia di Varese, dove la dirigente scolastica ha fermamente impedito al parroco del paese di entrare nelle scuole per una benedizione natalizia.
Dai simboli natalizi al cibo «corretto» il passo è breve.
E, anche in questo caso, molte sono le città che si sono «adeguate». A Pescara per esempio niente più bistecche di maiale sulle tavole delle mense delle scuole materne, elementari e degli asili nido comunali. Sostituite da pollo, tacchino, coniglio e carne bovina, in modo da coniugare una più corretta educazione alimentare con un menu che si adatta anche alle esigenze degli scolari di religione musulmana. Questa la decisione dell'amministrazione radical chic.
D'altra parte l'esempio viene dall'alto, dato che non è nemmeno recente la decisione governativa di varare il marchio «Halal», sponsorizzato dai ministeri degli Esteri, dello Sviluppo economico, della Salute e delle Politiche agricole per un made in Italy islamicamente corretto all'insegna del quale esportare nei Paesi musulmani tutte le nostre eccellenze alimentari, tortelloni e lasagne compresi, ma anche i farmaci più avanzati e le migliori specialità cosmetiche. Per rispettare, anche in Italia, le regole coraniche.