sabato 13 aprile 2013

DISCERNIMENTO SPIRITUALE



DISCERNIMENTO SPIRITUALE

I tre spiriti che possono animare le nostre azioni: Lo Spirito Santo, lo spirito umano e lo spirito diabolico.

Discernimento è   “attitudine, dono, capacità di giudicare se determinati atti, parole, pensieri siano originati dallo Spirito Santo, o semplicemente dallo Spirito umano, o anche dallo spirito diabolico”.
Spesso si ritiene che né satana ha interesse per l’uomo, né Dio se ne cura e che le malvagità, le cattiverie siano da addebitare esclusivamente all’uomo. Noi invece sappiamo che satana è sempre pronto, come leone ruggente, ad irretire l’uomo per distruggerlo, mentre Dio, che ha creato l’uomo, non lo abbandona mai, perché lo ama come autore della sua vita e come figlio eletto nel suo figlio Gesù (vedi Gaudium et  Spes). L’uomo che nella sua essenza e originariamente è buono, usando negativamente della libertà, indottovi dall’invidia di satana, compie opere malvagie.
Il discernimento spirituale, fisico e morale, che si svolga alla luce della Bibbia e della fede, è acquisito se è frutto di un esercizio attento e dettato dall’amore, ed è infuso se concesso come dono carismatico da Dio.             Il discernimento è scienza, fede e arte; è frutto di studio, di esperienza, e di preghiera fervida.
Dei tre spiriti che possono animare le nostre azioni (lo Spirito Santo, lo spirito umano, lo spirito diabolico) intendo parlare distintamente:
Lo Spirito Santo ci rende sempre più inclini al bene e produce in noi direttamente, o attraverso cause seconde, il bene e l’amore.
E’ spirito di verità e non di errore o di menzogne. Esige docilità ed ubbidienza, si oppone alla insubordinazione e agli atteggiamenti anarcoidi.
E’ spirito di discrezione, che rende l’uomo prudente, attento alle proprie azioni, mai precipitoso, frivolo, esagerato. Al contrario i suoi comportamenti sono calmi, equilibrati, edificati.
E’ spirito di pace che porta stabile e profonda serenità nell’intimo dell’uomo.
E’ purezza di intenzioni; è ricerca, in tutto, della volontà e della gloria di Dio.
L’uomo guidato dallo Spirito Santo opera nel nome di Cristo, per la diffusione del Vangelo, per l’affermazione del Regno di Dio e la sua giustizia.
E’ pazienza nella sofferenza, che accetta senza cercarne le cause e senza voler comprendere se è giusta.
E’ semplicità, che comporta autenticità nelle intenzioni e assenza di doppiezza, di ipocrisia, di vanità.
E’ libertà di spirito, che consente di non legarsi ad alcuna cosa creata, neanche ai doni di Dio, dalle cui mani tutto riceve come dono, con gratitudine, umiltà, nella consolazione dello spirito. Accetta di essere privato di tutto, di essere crocifisso, di essere abbandonato, rifiutato  reietto, come Gesù, pur nella consapevolezza di operare per il bene altrui.
Lo spirito umano può condurci sia verso il bene che verso il male, a seconda della formazione della persona: ci può indurre a seguire la retta ragione o a privilegiare desideri egoistici.
Poiché le diverse inclinazioni naturali sono moralmente indifferenti, esse possono essere indirizzate sia verso il bene che verso il male. La grazia di Dio non solo non distrugge la natura, ma anzi la potenzia e la perfeziona rendendola capace di azioni degne di Dio e soprannaturali. Il demonio, invece, si serve della debolezza umana e degli effetti del peccato originale per raggiungere i suoi obiettivi malvagi.
Vi sono casi, poi, in cui, per il compimento di una stessa azione, interagiscono in noi diversi tipi di spirito, anche quando predomina lo Spirito Santo. Si pensi, ad esempio, ad un atto in sé buono, ma che viene compiuto in circostanze non buone, o per fini non retti: il digiuno, per fare solo un esempio dei farisei, come dice il vangelo, cioè con volto triste e penitente per farsi notare, demerita davanti a Dio e perdere il suo vero significato.
Esiste una lotta costante tra la grazia e lo spirito umano, in cui la grazia si innesta e deve attecchire. L’uomo, interiormente ferito dal peccato, è incline all’amor proprio, tende a soddisfare il piacere personale, ad annacquare l’impegno serio, riducendone l’efficacia; è amico del piacere e nemico della sofferenza; rivela una mentalità legata alla materia, alla carne, al mondo. Si ribella all’umiliazione, rifiuta la penitenza, vi rinunzia, per andare in cerca di discussioni, onori, applausi, soddisfazioni umane, potere.
Queste condizioni dell’essere umano, quando sopraggiungono le difficoltà e le insoddisfazioni alla vita, possono portare l’uomo alla non accettazione, per cui può scivolare in una condizione, anche grave, di difficoltà psichica che è l’alienazione. La persona psichicamente disturbata è portatrice di un disordine mentale, che si manifesta con effetti diversi da quelli riscontrabili in una persona vessata: ha un modo di parlare confuso, non c’è nel suo dire aggancio al reale, perché deve avere subìto un trauma psichico che lo trasferisce in un mondo irreale. Spesso ciò che dice oscuro e incomprensibile. Il vessato, al contrario ha un parlare chiaro, concreto e piena consapevolezza di ciò che racconta con convinzione e amarezza, perché lo umilia e lo tormenta. La persona esaurita non mostra rigetto per il sacro, mentre l’indemoniata ne ha un vero e proprio orrore. La prima, se vede immagini, ha solo allucinazioni, che, però non sono mai al di fuori di sé o distinte dal proprio io personale.
Il vessato ha la coscienza certa di avere dentro di sé una entità reale diversa dall’io personale e che lo induce, quasi con continuità, a compiere atti insani, che l’io personale certamente non vorrebbe compiere, come aggressioni anche ai familiari; motivo per cui si sente distrutto e schiavizzato.
Lo spirito diabolico. Del demonio ci parlano parecchi passi del Vangelo di S. Marco. Satana si serve sempre della debolezza umana e degli effetti del peccato, originale e personale, per raggiungere i suoi obiettivi di distruzione dell’uomo. Indica strade allentati e propone obiettivi più che gradevoli, che, se accolti, finiscono poi per annientare l’individuo. Attraverso le tentazioni, quando non ci si adopera per superarle, anzi vi si consente, satana si impadronisce dell’anima, da cui, contestualmente, viene cacciato Dio, che ci ha creati liberi. La tentazione e il peccato sono i mezzi consueti e ordinari attraverso cui satana è presente nell’uomo, lo domina, lo schiavizza e cerca in tutti i modi di portarlo con sé nel luogo, o allo stato di sofferenza eterna. Quando ne ha l’opportunità, lo ossessiona, lo vessa e lo opprime, inducendolo a comportarsi in modo da essere un docile esecutore della sua volontà malvagia. In ogni caso, però, occorre ricordare che la persona che consente al peccato fa spazio al demonio nella sua anima, che gli propina sempre ciò per cui lo assoggetterà fisicamente e, a lungo termine, lo distruggerà.
La persona segnata da una presenza satanica nel corpo mostra alcuni segni comportamentali, che, proprio in ordine al discernimento, è bene mettere a fuoco e tenerli presenti. Si può notare una tendenza alla falsità, ad una morbosa curiosità, che diventa vera indiscrezione, ad una grande ostinazione , ma anche un forte spirito di orgoglio e di vanità, impazienza nella sofferenza, passioni incontrollate.
Occorre tenere presente che il demonio è il padre della menzogna, ma la nasconde astutamente velandola con false verità, con ipocrisia, simulazioni, doppiezze, giungendo persino a simulare nelle persone, fenomeni pseudo mistici, che spinge a pubblicizzare come doni ricevuti da Dio. Può procurare facilmente ansia, depressione, tristezza, disperazione, che si accompagnano alla mancanza di fiducia, scoraggiamento alternato a presunzioni, vane sicurezze e ottimismo infondato. Spinge alla disubbidienza e alla durezza del cuore, agli eccessi, ma anche alla instabilità. Lo spirito demoniaco accentua le inclinazioni alla sensualità e l’attaccamento alla pratica dei vizi capitali.
S. Ignazio, che come già detto è il grande maestro del discernimento degli spiriti, ci dà alcune indicazioni nel libro degli Esercizi Spirituali che ci possono guidare ad operare un corretto discernimento. Ne ricordiamo alcune, tra le più incisive:
a) Alle persone che vanno da peccato in peccato, il nemico propone sempre piaceri e godimenti, perché essi persistano e crescano nei loro vizi.
b) E’ proprio del cattivo spirito, rimordere, rattristare, creare impedimenti, turbando con false ragioni, affinché non si vada avanti nel bene.
c) E’ proprio del demonio gettare nella desolazione che comporta: oscurità dell’anima, turbamento inclinazione alle cose terrene, sfiducia, mancanza di speranza e di amore, tiepidezza, pigrizia, tristezza, paura.
d) In tempo di desolazione non si facciano mai mutamenti, ma si resti saldi e costanti nei propositi e nelle decisioni. Gioverà molto reagire intensamente contro la desolazione, restando più tempo nella preghiera e nella meditazione.
e)  Il maligno somiglia a coloro che fanno la voce grossa con i deboli, ma si indeboliscono dinnanzi ai forti. Si fa forte con gli uomini che intende fare soffrire. Ma è pula che brucia nel nulla del suo essere, se si pone dinnanzi al trono di Dio, al suo Essere divino, alla sua Presenza.
f)  Come il capitano di un esercito, satana circuisce colui che tenta di divorare (circuit quaerens quem devote) la sua preda preferita: l’uomo, ne mette al vaglio la virtù e lo attacca lì dove lo trova più debole. Se potesse distruggere l’intera umanità, e ciò perché Dio l’ha salvata.
g)  Satana si comporta come un falso amante, che vuole rimanere nascosto, desidera che le sue parole e i suoi progetti restino segreti e gli dispiace molto se vengono portati alla luce. Desidera che le sue suggestioni e le sue menzogne non vengano svelate, perché possa più efficacemente agire.
S. Ignazio, ancora, indica con un termine preciso: consolazione, lo stato d’animo di coloro che fanno ritorno allo Spirito di Dio e i fenomeni interiori generati dallo Spirito buono. Ho personalmente constatato che è essenziale agevolare, con preghiere e benedizioni, nell’animo del sofferente che avvicina il sacerdote, un sentimento di consolazione e di speranza. La consolazione che discende dallo Spirito Santo, consolatore ottimo, difensore ed avvocato, si evidenzia nell’acquisizione di coraggio e forza; nelle lacrime purificatrici e nel sopraggiungere di una sensazione di pace, di gioia e di buone ispirazioni, che facilitano le pratiche dio fede e tolgono gli impedimenti, in mondo da rendere spedito il percorso sulla via del bene.

La presenza dello Spirito di Dio, dell’uomo e di satana, nella realtà umana , biblicamente emerge dalla parabola del seminatore, che esce a seminare il seme buono, e dalla parabola della zizzania, che il nemico getta in mezzo al grano di notte.

Dio colloca il buon seme della Parola in un cuore buono, nel terreno fecondo di un cuore retto, e ivi il seme produce o il cento, o il sessanta, o il trenta per cento.
Perché guidato dallo Spirito Santo, l’uomo ascolta la Parola, vi riflette, la comprende, la vive, e apre il cuore alla speranza di opere che garantiscono la vita futura.

Però, una parte del seme può cadere anche sulla strada, cioè nei cuori induriti e indifferenti a Dio che danno spazio a satana, raffigurato negli uccelli (rapaci) che divorano e rubano la parola (vedi M t. 13, 4). Nella spiegazione Gesù dice: “Il seme seminato lungo la strada si ha quando l’uomo ascolta la Parola del Regno, ma non la comprende. Viene il maligno e ruba ciò che era stato seminato nel cuore” (Mt. 13, 19).
A volte satana semina pure lui, ma un falso grano (zizzania), in mezzo al grano buono, dice l’omonima parabola:”Mentre tutti dormivano venne il nemico” (l’inimicus homo) del seminatore che seminò “zizzania” e “se ne andò” (Mt. 13, 25). Più avanti, nella spiegazione si dice: “la zizzania sono i figli del maligno e il nemico che l’ha seminata è il diavolo” (Mt. 13, 39). “La mietitura (vedi Mt. 13, 30) rappresenta la fine del mondo”: “il Figlio dell’uomo manderà  i suoi angeli, i quali  raccoglieranno dal suo Regno, tutti gli scandali e tutti gli operatori di iniquità e li getteranno nella fornace ardente dove sarà pianto e stridore di denti (Mt. 13, 41).
Lo spirito umano emerge col grano che cade tra le spine, le quali richiamano le preoccupazioni, gli inganni e gli affanni per le cose materiali che distolgono dalla Parola (Mt. 13, 22; Mt. 6, 31; Ger. 4, 3; Lc. 10, 41), e col grano che cade nel terreno pietroso, che esprime l’incostanza, la non perseveranza e la mancanza di continuità nel bene. La spiegazione di Gesù afferma: “Quello  che è stato seminato nel terreno sassoso è l’uomo che ascolta la Parola e subito la accoglie con gioia, ma non ha radici in sé ed è incostante. Sicché appena giunge una tribolazione o persecuzione a causa della Parola, egli ne resta scandalizzato” (Mt. 13, 20-21).
E’ vero che, come già detto, un discernimento serio e prudente va operato, e spesso comporta un percorso non breve, che non ammette scorciatoie e superficialità e soprattutto, da parte di religiosi e sacerdoti, una seria e retta preparazione teologica che dia anche il giusto peso alla realtà demonologica chiaramente presente nella Sacra Scrittura, e nella odierna vita sociale.