venerdì 17 ottobre 2014

La Grazia


La Grazia

Noi tutti durante la vita riceviamo grazie innumerevoli grazie efficaci, per cui operiamo bene e facciamo atti salutari. Tali atti, compiuti sotto l'influenza della grazia, meritano una ricompensa soprannaturale e ci avvicinano al Signore. Certamente la grazia efficacia non priva l'uomo del suo libero arbitrio ma, per quanto induca l'umo ad agire, gli lascia la sua piena libertà. Così in ogni atto buono, come leggere un buon libro, recitare una preghiera, visitare gli ammalati, perdonare i nemici, ecc., due fattori sono sempre presenti: in una mano la grazia di Dio e, nell'altra, la cooperazione dell'uomo con la grazia.
La nostra fedeltà alla grazia, merita per noi un accrescimento della grazia santificante. Veramente noi riceviamo “Grazia su grazia2 (Giov. 1,16) ed incrementandone il flusso, Dio scorge la nostra fedeltà ed umiltà e, nella Sua infinita Misericordia, ci concede la grazia finale della provvidenza, che assicura la nostra salvezza. Non tutte le grazie sono efficaci. L'insegnamento della Chiesa Cattolica e l'esperienza personale possono far sì che l'uomo possa, ed effettivamente a volte lo fa, rigettare la grazia di Dio. Se mostrasse maggiore gratitudine e generosità, rispondendo all'invito di Dio, compierebbe un atto di valore soprannaturale. Iddio, così, non si farebbe vincere in generosità e concederebbe all'uomo altre grazie e se l'uomo continuasse a corrispondere alla Sue grazie, la sua vita si incamminerebbe verso il Cielo. Se, invece, continuamente respinge le grazie di Dio e persiste nel rifiuto a cooperare con Lui, il corso della sua vita corre alla dannazione.
Perfino il tal caso, l'uomo riceve le necessarie grazie per compiere atti salutari. Se tale atto non viene compiuto, non è perché non riceva la forza necessaria, ma perché egli resiste alla grazia. Per questo nessun altro, se non l'uomo stesso, è da biasimare. Se noi rigettiamo la nozione della grazia sufficiente, verremmo facilmente a concludere che Dio dovrebbe essere biasimato per la dannazione delle anime. Ogni grazia che ci viene da Dio è sempre efficace e se induce sempre gli uomini a compiere atti salutari, coloro che non raggiungono il Cielo non potrebbero essere biasimati per il loro insuccesso, perché significherebbe che non ebbero la fortuna da Dio e non furono loro concesse tali grazie. Così Dio dovrebbe essere veramente biasimato, quale responsabile della perdita delle anime. In tale ipotesi, saremmo forzati a dire che Cristo non morì per tutti gli uomini e che, di conseguenza, Egli non vuole che tutti siano salvi.
Questa sarebbe una bestemmia contro la Divina Misericordia. E' una dottrina interamente falsa e contraria all'insegnamento della Sacra Scrittura, dove leggiamo che Dio “vuole che tutti gli uomini si salvino e pervengano al riconoscimento della verità” (Tim. 2,4). Fateci ricordare ancora una volta le parole della Scrittura: “Io non voglio la morte dell'empio, ma che l'empio si converta dalla sua condotta e viva” (Ezech. 33,11).
Dio desidera che tutti gli uomini siano salvi. Egli concede ad ognuno di essi, avente l'uso della ragione, almeno la grazia sufficiente per la propria salvezza, ma richiede da ogni uomo uno sforzo personale ed una cooperazione alla Sua grazia. Benché l'uomo sia incline al peccato, è capace, con la grazia di Dio, di superare la tentazione e frenarsi dal peccato mortale.
Nessuno può presumere tanto dalla Misericordia di Dio, dicendo che osservare i 10 Comandamenti o commettere peccato mortale e senza importanza, purché si creda in Cristo.
Tale attitudine è invece peccaminosa e certamente attira i castighi di Dio sul peccatore.