lunedì 2 ottobre 2017

L’INFLUSSO DEL DEMONIO (2)

L’INFLUSSO DEL DEMONIO


Sulla volontà umana

Abbiamo visto che accidentalmente l’azione degli spiriti incide sull’intelletto ma non giunge a coinvolgere la volontà.
L’Aquinate nega all’angelo la capacità di muovere la volontà umana all’atto, quindi il demonio non può influire sulla volontà dell’uomo attraverso gli oggetti in modo da poterlo precipitare nel peccato. La libertà si impone anche a Satana:
Sebbene il potere del demonio sia semplicemente maggiore del potere dell’uomo, tuttavia sotto un certo aspetto non è maggiore, cioè quanto agli atti del libero arbitrio, che non possono essere costretti: poiché di questi atti l’uomo stesso è il padrone e non il demonio; e così l’uomo può resistere alla sua tentazione.
Il demonio dovrà agire dall’esterno e dovrà ricorrere alla persuasione, facendo sorgere nell’uomo quei sentimenti che potranno influire sulla volontà solo come disposizione anteriori.
Il demonio può conoscere i nostri pensieri?
La soluzione che Tommaso d’Aquino dà al quesito si presenta nel seguente modo.
L’intelletto non può esplicitare la sua attività senza servirsi di ciò che proviene dai sensi.
E’ vero che l’intelletto è assolutamente spirituale ma è anche vero che nel presente stato di cose la sua attività è subordinata all’attività di altre facoltà direttamente collegate a organi corporali, cioè le facoltà sensitive.
Quindi questo materiale esistente in noi sotto forma di particolari modificazioni organiche, per essere usato nell’intelletto, deve venire spiritualizzato, spogliato cioè, attraverso un processo di astrazione, di tutto ciò che sa di sensibile, particolare: la filosofia tomistica parla di fantasma o specie sensibile nel primo caso, di specie intelligibile dopo il processo di astrazione.
Un volta pronto, interviene la volontà per orientare l’intelletto a servirsene in modo o nell’altro, e formulare così in concreto un determinato pensiero.
Il demonio, in forza della sua natura angelica, conosce la natura dei nostri pensieri meglio di qualsiasi uomo e anche di noi stessi:
Il demonio, che vede l’anima in se stessa, la conosce meglio dell’uomo, che ne indaga la natura attraverso i suoi atti, i demoni manifestano i pensieri degli uomini in quanto li conoscono per mezzo di alcuni indizi corporei, lo stesso segno corporeo, in generale, può riferirsi a molti effetti. Ma tuttavia, nei casi particolari, ci sono alcune differenze, che il demonio può percepire meglio dell’uomo.
In questo modo indiretto è certo che il demonio può conoscere alcuni pensieri umani.
Gli rimane tuttavia preclusa la possibilità di entrare nel intimo della nostra intelligenza e volontà; il demonio non conosce l’uso attuale che facciamo dei nostri pensieri e dei nostri moti interiori: “Quantunque il demonio conosca alcune cause dei nostri pensieri, tuttavia non le conosce tutte poiché non conosce il movimento della volontà”.
Nel fondo dell’anima dove non può penetrare il demonio, né il senso naturale, né l’intelletto, risiede sostanzialmente il Maestro divino: dentro il cuore gli spiriti non hanno possibilità di accesso.
Riepilogando il pensiero di Tommaso possiamo dire che il demonio può agire: direttamente sui corpi quanto il moto locale, indirettamente sui sensi e sulla fantasia.
Dalla fantasia l’influsso si estende all’intelletto e alla volontà.
Quindi il potere concesso a satana verso di noi è ridotto a una pura mutazione locale degli enti corporei perché l’influsso diretto sulle potenze spirituali dell’uomo gli è negato.