lunedì 20 novembre 2017

CONSOLATORE E MEDIATORE ANGELICO



CONSOLATORE E MEDIATORE ANGELICO


Per molti santi, l’angelo custode ha svolto il compito di consolare, di compagno, al punto da svolgere il compito di “postino”, di tramezzatore con persone difficilmente raggiungibili.
Santa Gemma Galgani, vissuta a cavallo tra l’800 e il ‘900, è unesempio straordinario di tale ministero angelico. La sua solitudine era infatti colmata e riscaldata dal su angelo, nelle numerose estasi di cui è come intessuta la sua vita di grande mistica. Il Diario, pubblicato dalla Postulazione dei Padri Passionisti, a Roma, nel 1958, racconta quanto Gemma sia stata consolata dal suo angelo custode.
Ecco alcuni passaggi significativi. Il 10 agosto del 1910 ella scrive: “Se sono con le altre persone, l’Angelo Custode non mi lascia mai. Non mai un minuto si è partito d’accanto a me ; se devo parlare, pregare, fare qualche cosa, me l’accenna lui. Gesù voglia che non mi abbia ad ingannare”. La consapevolezza della presenza “quasi fisica” dell’angelo è cosa rara. Noi dobbiamo credervi per fede. La testimonianza di S. Gemma Galgani ci sostiene nel credere a tale presenza. In tal senso, nessuno dovrebbe sentirsi solo. E intendo riferirmi a quella solitudine negativa che è indice di un terribile vuoto interiore. Nel peggiore dei casi tale solitudine la si prova anche stando in compagnia.
Altro fatto che ha dello straordinario, e che conferma la volontà consolatoria del nostro angelo, è l’episodio narrato da S. Gemma, nel suo Diario, 2 settembre 1900. “Stanotte ho dormito col mio Angelo Custode accanto; nello svegliarmi l’ho veduto accanto a me; mi ha domandato dove andassi. “Da Gesù”, ho risposto”.

A molti, tale racconto parrà incredibile. Si dirà che si può essere ingannati da se stessi e persino dal Maligno. E’ vero. Anche s. Gemma temeva, come pure S. Caterina da Siena, di essere ingannata dal Demonio. Occorre prudenza nel credere a fatti prodigiosi. Tuttavia, con un buon spirito di discernimento, e con l’aiuto di un buon Confessore, si può venirne a capo e trarre beneficio dalla comunanza con gli spiriti beati.
Resta che i santi non possono facilmente tacciarsi di superficialità e di creduloneria. Santa Gemma Galgani è una di costoro.

Il suo angelo giunse, mentre ella stava male, a porgerle una tazzina di caffè con potere di guarigione. Cosa non possono fare gli angeli per mostrarci il loro affetto e le loro premure! Simili e  straordinarie tenerezze non sono infrequenti nelle vite dei Santi. Basti ricordare san Vittore monaco, citato negli scritti di Bernardo, a cui gli angeli condivano e rallegravano la mensa frugale con musica giocondissima.
Come pure Santa Maria Francesca, terziaria alcarantina. Il suo angelo, essendo ella impossibilitata a fare il minimo sforzo, l’aiutò a mettersi a letto e le affettò persino del pane per nutrirla. E così pure san Filippo Neri, che era ammalato, e aveva bisogno di un po’ di zucchero per addolcire una bevanda, ottenne quanto desiderava tramite un giovane misterioso apparso all’improvviso con un pan di zucchero.
E al limite dello straordinario, gli angeli custodi di alcuni santi hanno persino svolto l’incombenza di trasportare alcune lettere.
Mi riferisco a Padre Pio e a Gemma Galgani. Si dirà che tali “favori” celesti sono accessibili a pochi, ma soggiungo che ciò avviene perché la nostrafede nel mondo dell’invisibile è molto scarsa.  Non abbiamo il coraggio di chiedere perché si ritiene di “disturbare” o, peggio, di voler poi restituire il favore, come si usa tra comuni mortali. Quanto a Padre Pio, è noto come egli si servisse degli angeli per comunicare, in tempo reale … i suoi messaggi ad anime bisognose e che si erano affidate alla sua guida spirituale.
Uno degli episodi più noti è quello testimoniato dal suo figlio spirituale Cecil Hunpherey-Smith. Stando egli in Italia incorse in un incidente d’auto, con gravi conseguenze, Un suo amico inviò allora un telegramma a Padre Pio oer informarlo dell’accaduto. All’ufficio postale, quando consegnò il telegramma, se ne vide consegnare un altro: era di Padre Pio che lo assicurava delle sue preghiere per l’amico Cecil.
Il mistero del telegramma di Padre Pio fu svelato alcuni mesi dopo, quando Cecil e il suo amico si recarono a san Giovanni Rotondo. Alla domanda “come avesse fatto a far giungere in tempi così brevi il telegramma”, Padre Pio rispose: “Pensate che gli angeli siano lenti come gli aeroplani?” .
Santa Gemma Galgani dal suo Diario, al 29 e al 30 agosto 1900. “Ora poi faccio una cosa – si legge al giorno 29, - , voglio scrivere a confratel Gabriele un biglietto; dopo lo consegno al mio angelo Custode, e ne aspetterò la risposta. E l’ho fatto. Ho scritto una lettera assai lunga, ho parlato di tutte le mie cose senza tralasciarne alcuna; poi ho avvisato l’angelo Custode che era pronto, e se la voleva. L’ho posta stasera, Mercoledì, sotto il guanciale, e stamattina, quando mi sono alzata, non ho pensato a guardarci, perché avevo di meglio in mente: andavo da Gesù. Subito dopo tornata era giovedì 30, ho guardato, e curiosa! La lettera non c’era più.
Dico, curiosa, perché lo sento dire da altri è una cosa strana; a me non sembra così. L’angelo Custode poi mi ha domandato se mi occorresse una risposta. Io ho riso e gli ho detto: “Certo che mi occorre”. E lui a me: “Ebbene, fino a sabato non puoi averla”.
L’angelo Custode è anche Mediatore tra noi e Dio e tra uomini fra di loro è Gesù Cristo, gli angeli sono incaricati di dare una mano nel tessere o ritessere i rapporti.