sabato 5 maggio 2012

La castità


La Castità



La castità non è solo per i Sacerdoti, religiosi, o laici consacrati, ma è anche per i non sposati, per i fidanzati.
La mortificazione degli occhi è indispensabile per conservare la castità. La modestia del comportamento rispecchia la vita interiore.

Il silenzio


               
Il silenzio

Nel silenzio ti raccogli e raccogli le idee Sante, e diventa l’elemento primordiale, senza il quale non c’è niente:”Chi non raccoglie con me, disperde”. Il silenzio deve avere 2 caratteristiche: la prima è negativa, non deve essere odioso, mutismo o vuoto (come davanti al televisore), quindi il vuoto interiore riempito dal fracasso mondano. La Madonna dialogava nel suo cuore, parlava dentro con qualcuno, con la presenza di Dio, cioè, interamente è attiva, questo avviene solo nel raccoglimento, Il silenzio non è vuotaggine, mutismo, ma stare insieme con qualcuno, con Dio.
Il silenzio raccolto è vivo interamente. La seconda caratteristica è l’amabilità, il sorriso non è truce, arcigno. S. Teresina di Gesù Bambino era osservantissima del silenzio, quando incontrava qualche sorella, non salutava, ma faceva solo un sorriso. Santa Gemma Galgani aveva sempre il sorriso in faccia.
Il silenzio sta all’inizio della vita spirituale. Dobbiamo cercare i luoghi di silenzio. La cella interiore è il nostro santuario. Sto in compagnia quanto sto solo, soffro la solitudine quando sto in compagnia. Il silenzio è il volante della vita spirituale, senza il volante  la macchina non si può muovere neanche di un metro.
Il silenzio aiuta in tutto, la preghiera , la contemplazione, ascetica. Non è concepibile una vita contemplativa senza silenzio,vita comoda e senza penitenza.

venerdì 4 maggio 2012

RIFLESSIONI LOGICHE NON SEMPRE COERENTI CON LO SPIRITO DEL VANGELO


RIFLESSIONI LOGICHE NON SEMPRE COERENTI CON LO SPIRITO DEL VANGELO

L’ERESIA E GLI ERETICI   (Tommaso d’Aquino, Summa Teologica, La fede: questione n. 11))
Passiamo ora a parlare dell'eresia. Sull'argomento si pongono quattro quesiti: 1. Se l'eresia sia una delle specie dell'incredulità; 2. Quale sia la materia di cui si occupa; 3. Se gli eretici si debbano tollerare; 4. Se quelli che si ravvedono si debbano accogliere.
 1 SE L'ERESIA SIA UNA DELLE SPECIE DELL'INCREDULITÀ
 SEMBRA che l'eresia non sia una delle specie dell'incredulità. Infatti:
 1. L'incredulità, come abbiamo visto, risiede nell'intelletto. Invece l'eresia non sembra appartenere all'intelletto, ma alla volontà. Scrive infatti S. Girolamo: "Eresia in greco significa elezione, o scelta, per il fatto che ognuno sceglie con essa l'opinione che considera migliore". Ora, l'elezione è un atto della volontà, come sopra abbiamo dimostrato. Dunque l'eresia non è una specie di incredulità.
 2. Un vizio viene specificato soprattutto dal fine. Infatti il Filosofo ha scritto, che "chi commette adulterio per rubare, è più ladro che adultero". Ma l'eresia ha come suo fine un vantaggio temporale e specialmente il dominio e la gloria, che rientrano nel vizio della superbia, o della cupidigia. Infatti S. Agostino afferma che "eretico è colui che produce, o segue opinioni nuove e false, spinto da un vantaggio temporale, e specialmente dal desiderio della propria gloria e del proprio dominio". Dunque l'eresia non è una specie dell'incredulità, ma della superbia.
 3. L'incredulità, essendo nell'intelletto, non può appartenere alla carne. Invece l'eresia, a detta dell'Apostolo, è tra le opere della carne: "Ora le opere della carne è manifesto quali sono: fornicazione, impurità... divisioni, sette". E queste ultime si identificano con le eresie. Dunque l'eresia non è una specie di incredulità.
 IN CONTRARIO: La falsità si contrappone alla verità. Ma "l'eretico è colui che produce, o segue opinioni nuove e false". Quindi l'eresia si oppone alla verità, su cui invece poggia la fede. Perciò essa rientra nell'incredulità.
 RISPONDO: Il termine eresia implica l'idea di scelta, come si è visto. E la scelta, o elezione, ha per oggetto i mezzi, presupponendo già stabilito il fine, stando alle spiegazioni date. Ora, nel credere il volere accetta una data verità quale bene suo proprio, come sopra abbiamo visto. Infatti la verità principale ha natura di ultimo fine; mentre le verità secondarie hanno natura di mezzi. E quando si aderisce alle parole di qualcuno, la cosa principale, e quasi finale, in ogni atto di fede è proprio colui alla cui parola si crede: sono invece secondarie le cose di cui si occupa in codesta adesione. Perciò chi ha in pieno la fede cristiana aderisce a Cristo con la propria volontà nelle cose che riguardano la sua dottrina. E quindi uno può deviare dalla fede cristiana in due maniere. Primo, rifiutandosi di aderire a Cristo: e costui in qualche modo è mal disposto verso il fine medesimo. E si ha così quella specie di incredulità che è propria dei pagani e degli Ebrei. Secondo, perché, pur volendo aderire a Cristo, uno sbaglia nella elezione dei mezzi: poiché non sceglie le verità che sono state realmente insegnate da Cristo, ma cose a lui suggerite dalla propria intelligenza. Perciò l'eresia è la specie di incredulità propria di coloro che, professando la fede di Cristo, ne corrompono i dogmi.
 SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ:
 1. L'elezione sta all'incredulità, come la volontà sta alla fede, secondo le spiegazioni date.
 2. I vizi ricevono la loro specie dal fine prossimo, ma nel fine remoto essi hanno il loro genere e la causa. Quando uno, p. es., commette adulterio per rubare, si ha in questo una specie di adulterio, desunta dal fine immediato e dall'oggetto; ma dal fine ultimo risulta che l'adulterio è nato dal furto, e da questo dipende come effetto dalla causa, e come specie dal suo genere. Ciò fu chiarito nel trattato precedente sugli atti umani in generale. Parimente, nel caso nostro il fine prossimo dell'eresia è l'attaccamento alle proprie false idee: e di qui essa riceve la sua specie. Ma dal fine remoto risulta quale è la sua causa: essa cioè nasce dalla superbia o dalla cupidigia.
 3. Come eresia viene da scegliere (αιρειν), così setta viene da sectari (seguire), secondo la spiegazione di S. Isidoro. Perciò eresia e setta sono la stessa cosa. E appartiene alle opere della carne, non per il rapporto di questo atto di incredulità col suo oggetto prossimo, ma in rapporto alla sua causa: la quale è, o il desiderio di un fine disonesto, nascendo esse dalla superbia o dalla cupidigia, come abbiamo detto; oppure è un'illusione fantastica, la quale, a detta del Filosofo, può essere causa di errore. E la fantasia stessa in qualche modo appartiene alla carne, in quanto i suoi atti sono dovuti a un organo corporeo.
 2  SE L'ERESIA PROPRIAMENTE ABBIA PER OGGETTO LE COSE DI FEDE
 SEMBRA che l'eresia propriamente non abbia per oggetto le cose di fede. Infatti:
 1. Come nota S. Isidoro, le eresie esistono tra i cristiani come un tempo esistevano tra gli Ebrei e tra i farisei. Ma il dissidio tra costoro non aveva per oggetto le cose di fede. Perciò l'eresia non ha come proprio oggetto cose di fede.
 2. Materia di fede sono le cose credute. Invece le eresie non si fermano alle sole cose, ma riguardano le parole, e le interpretazioni della Sacra Scrittura. Infatti S. Girolamo afferma, che "chiunque intende la Scrittura in un senso diverso da quello inteso dallo Spirito Santo, che ne è l'autore, anche se non si allontana dalla Chiesa, si può chiamare eretico". E altrove egli dice, che "dalle parole inconsiderate nascono le eresie". Dunque l'eresia propriamente non riguarda le materie di fede.
 3. Anche ai Santi Dottori capita di dissentire in cose di fede: così avvenne a S. Girolamo e a S. Agostino, p. es., a proposito della cessazione delle osservanze legali. E tuttavia ciò non implica un peccato di eresia. Perciò l'eresia non ha per oggetto propriamente le cose di fede.
 IN CONTRARIO: S. Agostino così scriveva contro i Manichei: "Nella Chiesa di Cristo sono eretici coloro i quali abbracciano qualche idea corrotta o cattiva, e corretti resistono con ostinazione, rifiutandosi di emendare i loro insegnamenti pestiferi e mortiferi, insistendo a difenderli". Ora, gli insegnamenti pestiferi e mortiferi sono precisamente quelli contrari ai dogmi della fede, mediante la quale, a detta di S. Paolo, "il giusto vive". Dunque l'eresia ha per oggetto suo proprio le cose di fede.
 RISPONDO: Parliamo qui dell'eresia in quanto implica una corruzione della fede cristiana. Ora, alla corruzione della fede cristiana non importa nulla, se uno ha una falsa opinione in cose estranee alla fede, p. es., in geometria o in altri campi; ma solo quando uno ha una falsa opinione sulle cose riguardanti la fede. E una cosa può appartenere alla fede in due modi, come sopra si è detto: primo, in maniera diretta e principale, come gli articoli di fede; secondo, in maniera indiretta e secondaria, come quelle asserzioni dalle quali deriva la negazione di qualche articolo. Ebbene, in tutti e due codesti casi una cosa può essere oggetto dell'eresia, come può esserlo della fede.
 SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ:
 1. Come le eresie degli Ebrei e dei farisei riguardavano certe opinioni attinenti al giudaismo e al fariseismo, così le eresie dei cristiani riguardano cose attinenti alla fede di Cristo.
 2. Si dice che uno espone la Scrittura diversamente da quanto intendeva lo Spirito Santo, quando le fa dire con la sua interpretazione cose contrarie a quanto lo Spirito Santo ha rivelato. Perciò sta scritto dei falsi profeti, che "persistevano a confermare il discorso", usando cioè false interpretazioni della Scrittura. - Parimente, uno professa la sua fede con le parole che proferisce: infatti la confessione è, come abbiamo detto, un atto di fede. Perciò un parlare inconsiderato sulle cose di fede può dar luogo a una corruzione della fede. Ecco perché S. Leone Papa scriveva: "Poiché i nemici della croce di Cristo spiano tutte le nostre parole e tutte le nostre sillabe, non dobbiamo dare neppure la più piccola occasione di supporre che noi ci esprimiamo nel senso di Nestorio".
 3. Rispondiamo con S. Agostino: "Se uno difende senza animosità e senza ostinazione la propria opinione, sia pure falsa e perversa, e cerca con la dovuta sollecitudine la verità, pronto a seguirla quando la trova, non si può annoverare tra gli eretici": perché non ha la determinazione di contraddire l'insegnamento della Chiesa. E in tal senso alcuni Santi Dottori furono in disaccordo, o su questioni che per la fede sono indifferenti; oppure su cose riguardanti la fede, ma che la Chiesa non aveva ancora determinato. Sarebbe invece un eretico chi si opponesse ostinatamente a una simile definizione, quando fossero state determinate dall'autorità della Chiesa universale. E questa autorità risiede principalmente nel Sommo Pontefice. Nei canoni infatti si legge: "Tutte le volte che si tratta della fede penso che tutti i vescovi nostri confratelli debbano ricorrere a nessun altro che a Pietro, cioè a chi detiene la sua autorità". E contro l'autorità del Pontefice, né S. Agostino, né S. Girolamo, né altri Santi Dottori, osarono difendere la propria sentenza. Scrive infatti S. Girolamo: "Questa è la fede, o Beatissimo Padre, che abbiamo appreso nella Chiesa Cattolica. E se nella nostra formulazione abbiamo detto o posto qualche cosa di inesatto o di avventato, desideriamo di essere corretti da te, che possiedi la fede e la cattedra di Pietro. Ma se questa nostra confessione è approvata dal tuo giudizio apostolico, chiunque vorrà accusarmi dimostrerà di essere ignorante o malevolo; oppure non cattolico, ma eretico".

giovedì 19 aprile 2012

Croce e compasso: l’impossibile conciliazione

Croce e compasso: l’impossibile conciliazione
di Alberto Azzimonti

Divergenze abissali tra Chiesa e Massoneria. No alla doppia appartenenza.
È peccato grave aderire alle associazioni massoniche

A volte ritornano. Si, perché periodicamente, i massoni tentano di ricucire un dialogo con la Chiesa Cattolica che, sui principi di fondo, appare quanto meno improbabile. L’ultimo tentativo l’ha fatto 1’avvocato Gustavo Raffi, Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, in una intervista rilasciata a un settimanale cattolico e commentata da Roberto Beretta su Avvenire del 25 giugno.
Per il Gran Maestro, Croce di Cristo e compasso massonico possono coesistere, visto che il cattolico e il “libero muratore”avrebbero un obiettivo comune: la crescita e 1’arricchimento spirituale dell’uomo. Ma Cattolicesimo e Massoneria sono davvero conciliabili? Assolutamente no, hanno concezioni opposte.
Il 26 novembre 1983, la Santa Sede, con una Dichiarazione sulla Massoneria, della Congregazione per la Dottrina della Fede, affermava: «Rimane immutato il giudizio negativo della Chiesa nei riguardi delle associazioni massoniche, poiché i loro principi sono stati considerati inconciliabili con la dottrina della Chiesa e perciò l’iscrizione ad essa rimane proibita. I fedeli che appartengono alle associazioni massoniche sono in stato di peccato grave e non possono accedere alla Santa Comunione».
Troppe le divergenze. Vediamone solo alcune, tralasciando di ricordare la costante attività sovversiva svolta storicamente dalla Massoneria contro la Chiesa Cattolica.
I massoni fanno di Dio un essere impersonale (il “Grande Architetto dell’Universo”), indifferente alle sorti dell’uomo, a tal punto indefinito da poter essere modellato a secondo dei singoli desideri (da qui il relativismo religioso).
Al contrario, il Dio cristiano è Persona con una propria identità, immutabile, è Provvidenza amorevole che si occupa di ogni creatura.
Per i “liberi muratori” si giunge alla perfezione con le sole capacita umane. Noi cattolici sappiamo, e sperimentiamo, che la santità si conquista anche con la Grazia che Dio elargisce, soprattutto attraverso i Sacramenti, specialmente Confessione ed Eucaristia.
Divergenze abissali si registrano sulla Persona di Gesù Cristo, vero Dio e vero Uomo, Via, Verità e Vita. Dogmatismo inaccettabile, questo, per i massoni, che negano la divinità di Cristo e per i quali non esiste (o se esiste, non si può conoscere) alcuna verità, né naturale né soprannaturale. Siamo, di nuovo, al relativismo.
Disaccordo totale anche sulla natura e sul ruolo della Chiesa: per noi cattolici la Chiesa è il Corpo mistico di Cristo e via obbligata di salvezza eterna, per i massoni no, non concependo essi nemmeno 1’idea di peccato e di redenzione.
Cattolicesimo e Massoneria si situano su sponde opposte anche per quanto riguarda la morale (che i massoni vogliono indipendente e libera), il matrimonio (riconoscono solo quello civile), l’educazione (prediligono quella statale), aborto, divorzio, eutanasia.
Come si vede, esiste materia più che sufficiente per spiegare 1’assoluta incompatibilità, dunque l’impossibilità della doppia appartenenza: la Chiesa lo ha ribadito almeno 586 volte. Tante sono le dichiarazioni di condanna con le quali i sommi Pontefici hanno censurato le organizzazioni massoniche, dal 1717 (anno di fondazione della Gran Loggia di Londra) a oggi.

Bibliografia:
Florido Giantulli, L’essenza della massoneria italiana: il naturalismo, Pucci Cipriani editore, Firenze 1973.
Massimo Introvigne, La Massoneria, editrice elle di ci, Leumann (Torino) 1997.
CESNUR [a cura di Massimo Introvigne], Massoneria e religioni, editrice elle di ci, Leumann (Torino) 1994.


http://www.gesuemaria.it/index.php?option=com_acymailing&ctrl=stats&mailid=9&subid=7931

martedì 10 aprile 2012

Yoga nelle nostre Chiese

Padre Giulio Maria Scozzaro
www.gesuemaria.it

Yoga nelle nostre Chiese

Questa mail mi è pervenuta da una nostra parrocchiana, descrive che la meditazione trascendentale e lo yoga sono entrati in molte parrocchie, monasteri, comunità religiose, e si organizzano ritiri spirituali non per adorare l’Eucaristia, ma per conoscere e praticare queste tecniche esoteriche, che nascono nell’occultismo.
Dopo questa mail ho inserito una breve intervista all’allora Cardinale Ratzinger su meditazione trascendentale e lo yoga, in cui spiega la loro pericolosità.


Carissimi fratelli e sorelle, dopo il Mladifest e la relativa gioia interiore, parlando con una mia amica carissima, che era appena stata all'eremo camaldolese di Montegiove di Fano, mi sono cadute le braccia! Sull'opuscolo degli esercizi spirituali 2011 di detto eremo.

Lunedì 4 - Sabato 9 Luglio 2011
IN DIALOGO CON L'INDIA
Le parabole del Mahabharata ANTONIA TRONTI Insegnante di yoga

Lunedì 8 - Sabato 13 Agosto 2011
ARAZZI – YOGA
Venire alla luce: seminario esperienziale tra  yoga e tessitura di arazzi
PATRIZIA BAGNI Monaca Camaldolese  - ANTONIA TRONTI Insegnante di yoga

Ho sperato con tutto il cuore che fosse una sorta di voce fuori dal coro e invece, vado sul sito del monasteri camaldolesi benedettini e cosa ti vedo?
Eremo di Fonte Avellana (Ancona)
“24 - 30 luglio 2011 -   Le vie della sapienza, dell'azione e della devozione nello yoga e nel Vangelo”

Faccio una rapida ricerca in internet ed è un malefico fiorire di pseudo esercizi spirituali, anche presso le suore doroteee: dico pseudo perché ad esempio, padre Antonio Gentili, convento dei barnabiti di Foligno, (di cui vi prego di ascoltare una sua intervista fattagli allo yoga festival, in cui stravolge completamente le direttive del Santo Padre!!!), dagli anni 70 tiene esercizi spirituali comprendenti l'aiuto di naturopati e insegnanti di yoga.

Le Settimane 2011 prevedono:
. pratiche iniziali di purificazione corporea (pulizia della lingua; doccia nasale; lavaggio intestinale e dello stomaco)
. esercizi di scioglimento del corpo e di ricarica energetica, attraverso la respirazione
. lectio divina e pratica meditativa
. preghiera liturgica quotidiana (celebrazione della messa, salmodia, ecc.)
. scambi sull'esperienza
. pause distensive e di riposo.

In realtà, leggendo bene anche questa brochure, di lectio divina non c'è l'ombra, mentre dal mattino alla sera, è tutto un susseguirsi di pratiche di respirazione varie.
Vi prego con tutto il cuore di combattere questa orribile ondata malefica che striscia ormai da anni dentro i conventi e i monasteri cattolici!

Vi invito a vedere che genere di arazzi tesse la monaca camaldolese di cui sopra!!!
E ho notato che in moltissime parrocchie opera con esercizi spirituali e meditazioni yogi varie anche il “teologo-poeta” sig. Marco Guzzi, (a cui ho scritto perché si è permesso di scrivere che la Vergine Maria “è stata sanata e perdonata” e che San Giovanni Battista era un “io-in conversione”).

Mi scuso per la lunghezza di questa mia, ma andavano specificati alcuni punti: prego tutti di porre la massima attenzione e se del caso, di chiedere spiegazioni ai Sacerdoti manifestamente spirituali e innamorati della Madonna!
Santa giornata! 
Moira






Posizione della Chiesa su yoga e meditazione trascendentale
Una parte di un'intervista al Cardinale Ratzinger nel 1999, nella quale esprime il suo giudizio sulla moda riguardante la meditazione e lo yoga.

(Domanda) - La meditazione trascendentale e lo yoga, in particolare lo yoga, hanno come substrato l’occultismo. Anzi, l’ultimo grado dello yoga, il più elevato, comporta -affermano gli stessi libri sacri di questa “filosofia”- un contatto con il mondo degli spiriti e la acquisizione di poteri magici. Ritiene che vi sia un legame di fondo, anche se poco apparente, tra la diffusione delle religioni orientali e l’attuale rigurgito di occultismo?
(Cardinale Ratzinger) - Nel fondo è presente, senza dubbio. Diciamo che l’offerta di queste religioni orientali si muove su diversi livelli. C’è uno yoga ridotto ad una specie di ginnastica: si offre qualche elemento che può dare un aiuto per il rilassamento del corpo. Bene, se lo yoga è ridotto realmente ad una ginnastica si può anche accettare, nel caso di movimenti che hanno un senso esclusivamente fisico. Ma deve essere realmente ridotto, ripeto, a un puro esercizio di rilassamento fisico, liberato da ogni elemento ideologico. Su questo punto si deve essere molto attenti per non introdurre in una preparazione fisica una determinata visione dell’uomo, del mondo, della relazione tra uomo e Dio.
Questa purificazione di un metodo in sé logico di idee è incompatibile con la vita cristiana. Nel momento in cui compaiono elementi che pretendono di guidare ad una “mistica”, diventano già strumenti che conducono in una direzione sbagliata e sono eretiche e pericolose.
Può esistere uno “yoga cristiano”?
Nel momento in cui lo si chiama “yoga cristiano” è già ideologizzato e appare come una religione, e questo non mi piace tanto. È contro il Cristianesimo. Mentre sul piano puramente fisico, ripeto, alcuni elementi potrebbero anche sussistere. Occorre stare molto attenti riguardo al contesto ideologico, che lo rende parte di un potere quasi mistico. Il rischio è che lo yoga diventi un metodo autonomo di “redenzione”, priva di un vero incontro tra Dio e la persona umana. È vero che anche nella preghiera e nella meditazione cristiana la posizione del corpo ha la sua importanza, e sta a significare un atteggiamento interiore. che si esprime anche nella liturgia. Ma nello yoga i movimenti del corpo hanno una diversa implicazione di rapporto con Dio, che non è quella della liturgia cristiana. Occorre la massima prudenza perché dietro questi elementi corporali si nasconde una concezione dell’essere come tale, della relazione tra corpo e anima, tra uomo, mondo e Dio.
Ritiene legittimo l’insegnamento della meditazione trascendentale e dello yoga nelle Chiese Cattoliche e nelle comunità religiose da parte di Sacerdoti?
Mi sembra molto pericoloso perché in questo contesto queste pratiche sono già offerte come un qualcosa, appunto, di religioso. È sbagliato l’insegnamento della meditazione trascendentale nelle parrocchie e i Sacerdoti devono allontanarsi da questi riti che nascono nell’occultismo.
È possibile coniugare il mantra con la preghiera cristiana?
Il mantra è una preghiera rivolta non a Dio, ma ad altre divinità che sono idoli. È sbagliato accostarlo al Cristianesimo e permetterlo nelle parrocchie. Si lascia Gesù Cristo per divinità sconosciute e pagane.
Perché questo deprezzamento di Cristo e della Chiesa?
Questa è una questione profonda legata alla situazione attuale del mondo. Le radici di questo comportamento che oggi noi vediamo sono tante e si sono sviluppate nel corso di un’epoca, anche se solo oggi emergono in tutta la loro forza. Mi sembra che l’elemento ultimo sia quello, ancora una volta, del capitolo 3 della Genesi: la superbia dell’uomo che intende fare di sé stesso Dio e non accetta di sottomettersi a Lui. C’è dietro la volontà di prendere nelle proprie mani Dio e non di mettersi nelle sue mani.
Urs Von Balthasar definisce la meditazione trascendentale un tradimento nei confronti della fede cristiana. È d’accordo con questa affermazione?
Si. Perché il Dio Trascendente, la Persona che mi ha chiamato e mi ama, viene deformato in una dimensione trascendentale dell’essere. Credo che sia necessario distinguere bene tra il Dio Trascendente e la trascendentalità. Mentre il Trascendente è una Persona che mi ha creato, il trascendentale è una dimensione dell’essere e quindi implica una filosofia di identità. Il cammino della Meditazione Trascendentale, preso nelle sue intenzioni ultime, ha questa tendenza di guidare ad immergersi nella identità, e quindi è esattamente opposto alla visione cristiana, che conosce anche una unione di identità. Cristo si è identificato con noi e così ci inserisce nel suo Corpo, ma è una identificazione diversa, operata nell’amore, nella quale rimane sempre una identità personale distinta, mentre la Meditazione Trascendentale comporta l’immergersi, il lasciarsi “sciogliere” nella identità dell’essere supremo.
Quale è, in termini spirituali, il prezzo di queste pratiche?
La perdita della fede e la perversione della relazione uomo - Dio, e un disorientamento profondo dell’essere umano, cosicché alla fine l’uomo si sposa con la menzogna.
Come deve realizzarsi concretamente il rispetto verso questi culti non cristiani, fermo restando anche il rispetto verso i valori imprescindibili della fede cristiano?
Il rispetto è dovuto soprattutto alle persone. Come dice S. Agostino dobbiamo avere amore per il peccatore e non per il peccato. Dobbiamo sempre vedere nell’uomo che è caduto in questi errori una persona creata e chiamata da Dio e che ha cercato anche, in un certo senso, di arrivare alla realtà divina per trovare le risposte al suo desiderio di elevarsi. Dobbiamo inoltre rispettare gli elementi ai quali ho accennato, chiarendo molto bene, però, quelle realtà che sono distruttive e che sono opposte non solo alla Fede cristiana ma anche alla Verità dell’essere umano stesso.


giovedì 5 aprile 2012

SACERDOTE CHI SEI TU (1)

SACERDOTE CHI SEI TU (2)

PREGHIERA SEMPLICE

SACERDOTE PER SEMPRE

Il Papa: “La situazione della Chiesa è drammatica”


Il Papa: “La situazione della Chiesa è drammatica”

Nel corso della Messa del Crisma Benedetto XVI risponde all’appello lanciato dal movimento
di monsignor Helmut Schueller che chiede anche l’ordinazione per le donne.
E poi avverte: “Situazione spesso drammatica della Chiesa di oggi, sacerdoti si interroghino”

CITTA’ DEL VATICANO (5 aprile 2012) - “La disobbedienza al Magistero”, la richiesta di “ordinazione delle donne” non sono “una via per rinnovare la Chiesa”, resta la necessità di conformarsi a Cristo anche “nella situazione spesso drammatica della Chiesa di oggi”.
Così il Papa, nel corso della Messa del Crisma celebrata nella Basilica di San Pietro, ha fatto riferimento al movimento dissidente dei preti austriaci, circa 400, che hanno sottoscritto un documento in favore della disobbedienza e chiesto riforme radicali alla Chiesa. Il movimento nato in Austria ha poi raccolto consensi in Germania, Irlanda, Belgio.
“Di recente -ha infatti affermato il Pontefice- un gruppo di sacerdoti in un Paese europeo ha pubblicato un appello alla disobbedienza, portando al tempo stesso anche esempi concreti di come possa esprimersi questa disobbedienza, che dovrebbe ignorare addirittura decisioni definitive del Magistero - ad esempio nella questione circa l’ordinazione delle donne, in merito alla quale il Beato Papa Giovanni Paolo II ha dichiarato in maniera irrevocabile che la Chiesa, al riguardo, non ha avuto alcuna autorizzazione da parte del Signore”.
“La disobbedienza al Magistero -ha aggiunto il Papa- è una via per rinnovare la Chiesa? Vogliamo credere agli autori di tale appello, quando affermano di essere mossi dalla sollecitudine per la Chiesa; di essere convinti che si debba affrontare la lentezza delle Istituzioni con mezzi drastici per aprire vie nuove per riportare la Chiesa all’altezza dell’oggi. Ma la disobbedienza è veramente una via?”.
Il movimento al quale il Papa fa riferimento è quello guidato da monsignor Helmut Schueller, 59 anni, parroco di St. Stephan nel villaggio di Probstdorf. In passato è stato presidente della Caritas austriaca e vicario generale del Cardinale Arcivescovo di Vienna Christoph Schoenborn.
La sua fama, però, nasce dopo quando, finito il sodalizio con Schoenborn, nel 2006 lancia la ‘Pfarrer-Initiative’, la iniziativa dei parroci, un “appello alla disobbedienza” che chiede, tra l’altro,
il sacerdozio femminile,
la comunione ai divorziati risposati,
rivedere la messa non più come sacrificio,
l’abolizione dell’obbligo del celibato,
l’apertura ai laici,
ridimensionare il primato del papa,
aggiornamenti nella liturgia.
Insomma, riformare la Chiesa. All’inizio solo pochi sacerdoti seguono Schueller. Poi la protesta si ingrossa. Firmano l’appello decine, poi centinaia di preti. Oggi sono 400, pari a un decimo del clero austriaco. E un recente sondaggio della Gfk-Umfrage ha rilevato che il 72% dei preti austriaci “simpatizza” con l’appello.