sabato 13 agosto 2022

DON DOLINDO E LA CORONA DEL ROSARIO


 DON DOLINDO E LA CORONA DEL ROSARIO.


Lui teneva sempre la Corona del Rosario in una mano, anche quando predicava, e lo recitava in continuazione dovunque si trovasse: per la strada, sui tram, nelle case... se non doveva parlare con altri. Traeva da qui la sua forza. Se la metteva in tasca solo quando celebrava sa Santa Messa. Insegnava a tutti la pia pratica delle 《Tre Ave Maria》con le braccia aperte, 《a Croce》, diceva lui, per ottenere grazie per sé e per le anime che chiedevano preghiere. Ripeteva sempre che quella per la Madonna era 《non una devozione, ma la devozione》... E a tutti i noi, quando parlava di Maria appariva rapito e la sua voce, il suo sguardo commovente allora i presenti anche più delle parole.
Don Dolindo sembrava in realtà uno di quei preti usciti dalla penna di Bernanos, tutti fuoco divorante all'interno e tutto miseria e rattoppi all'esterno; preso nel vortice dell'amore e quasi straniero in un mondo d'egoismo e d'interessi effimeri, eppure sempre pietoso e soccorrevole ai bisogni del prossimo... Coraggioso come un leone nel difendere la causa di Dio e della Chiesa, mite come un agnello nel difendere se stesso. Sempre gioviale, infaticabile, lepido come un autentico napoletano, sempre dignitoso, raccolto umile, come un autentico sacerdote...
Non si poteva dire né che fosse tradizionalista, né che fosse progressista. Era il sacerdote autentico, quello che tutti i fedeli cercavano, di avvicinare con rispetto, dotti o ignoranti che fossero. La sua presenza sprizzava fuoco ed era contagioso:
amore di slancio per Dio e per le anime.