Maria, la Regina degli Angeli
Nelle Litanie lauretane, che si recitano alla fine del Santo Rosario, la Madonna viene salutata con l’appellativo di “Regina degli Angeli”. Maria, proprio perché profondamente inserita nel mistero trinitario del Verbo, si eleva al di sopra di tutte le creature, non solo terrestri, dai profeti agli Apostoli, dalle vergini ai martiri, ma delle stesse creature angeliche. Cristo Gesù, non solo come Dio è Signore e Padrone dell’universo, ma anche come uomo - Dio è re di tutti gli uomini e di tutte le creature, compresi gli Spiriti celesti che sono i “suoi angeli”. L’evangelista Marco, parlando della seconda venuta di Cristo, profetizza: “Si vedrà allora il Figlio dell’uomo venire sulle nubi del cielo con grande potenza e grande gloria, e allora manderà i suoi angeli a riunire i suoi eletti dai quattro venti, dall’estremità della terra fino all’estremità del cielo” (Mc. 13, 26). Gesù Cristo è infatti Figlio di Dio non per adozione ma per natura, mentre gli angeli non sono che servi e figli adottivi di Dio. Maria, come Madre del Dio fatto uomo, partecipa alla dignità del Figlio, perché la persona di Cristo è il termine stesso della divina maternità. Ella partecipa, dunque, connaturalmente, nella propria qualità di Madre di Dio, alla regalità universale del Figlio. La Madonna, come Madre di Dio, di cui gli angeli non sono che servi, si trova tanto innalzata al di sopra degli angeli quanto è la differenza esistente tra il nome di Madre e quello di servo. Maria sola, insieme a Dio Padre, può dire a Gesù: “Tu sei mio Figlio, io Ti ho generato”. Il papa Pio XII, nel prologo dell’Enciclica “Ad cæli Reginam”, così scrive: “Il popolo cristiano ha sempre creduto, a ragione, anche nei secoli passati, che colei dalla quale nacque il Figlio dell’Altissimo, che “regnerà eternamente sulla casa di Giacobbe” (Lc. 1, 32), sarà “Principe della Pace” (Is. 9, 6). “Re dei re e Signore dei signori” (Ap. 19, 16), al di sopra di tutte le altre creature di Dio ricevette singolarissimi privilegi di grazia. Considerando poi gli intimi legami che uniscono la Madre al Figlio, attribuì facilmente come già gli antichi scrittori della Chiesa, avvalendosi delle parole dell’Arcangelo San Gabriele, che predisse il Regno eterno del Figlio di Maria (cfr. Lc. 1, 32-33) e di quelle di Elisabetta, che si inchinò davanti a Lei, chiamandola “madre del mio Signore” (Lc. 1, 43) abbiano denominato Maria “Madre del Re e Madre del Signore”, volendo intendere che, data la regalità del Figlio, dovesse derivare alla madre una certa elevatezza e preminenza”. E’ importante sottolineare che la superiorità della Madonna sugli angeli è collegata alla supremazia di Cristo sugli angeli; essa non riguarda solo la sua verità che è scontata, ma la sua umanità che ha ricevuto da sua Madre Maria. Il fondamento teologico della divina maternità di Maria si applica anche alla questione specifica di Maria come Regina degli angeli, perché in forza di quella maternità essa divenne nello stesso momento madre fisica di Gesù e Madre spirituale di tutto il corpo mistico del Cristo. San Paolo, nella Lettera ai Colossesi, ha scritto, riguardo a Cristo: “… per mezzo di Lui sono state create tutte le cose, quelle nei cieli e quelle sulla terra, quelle visibili e quelle invisibili: Troni, Dominazioni, Principati e Potestà. Tutte le cose sono state create per mezzo di Lui e in vista di Lui. Egli è prima di tutte le cose e tutte sussistono in Lui. Egli è anche il capo del corpo, cioè della Chiesa, il principio, il primogenito di coloro che risuscitano dai morti, per ottenere il primato in tutte le cose. Perché piacque a Dio di far abitare in Lui ogni pienezza” (Col. 1, 16-19). Il grande esperto mariano padre Gabriele Raschini, nel Dizionario di Mariologia, commentati tali brani delle letture ai Colossesi, scrisse: “Effettivamente il primato assoluto di Cristo (e in un certo senso di Maria, a Lui indissolubilmente congiunta) proclamato da San Paolo (Col. 1, 13-20) è, dalla stessa ragione, illuminata dalla fede, nonché l’unità e l’armonia del piano divino ideato ed attuato da Dio, si salvano soltanto se si ammette che Cristo e Maria sono la causa finale, la ragion d’essere di tutta la creazione (Angeli ed uomini), nonché la causa efficiente meritoria di tutta la grazia concessa da Dio sia agli uomini che agli angeli. Qualsiasi grazia, quindi, preparata da Dio “ab æterno” e da Lui concessa nel tempo a qualsiasi creatura (sia umana che angelica)è stata meritata da Cristo e da Maria in vista di loro ed a gloria di loro. Anche la grazia, quindi, mediante la quale gli aneli han superato la prova ed hanno ottenuto la gloria, è dovuta a Cristo ed a Maria”. Sempre riguardo alla regalità di Maria, il cardinale domenicano Luigi Ciappi ha scritto, nell’enciclica mariana: “Maria esercita il suo regale dominio sugli angeli e sui beati in cielo, impartendo ad essi ordini atti all’adempimento più perfetto dei divini voleri in favore degli uomini ancora aviatori verso la patria celeste. Esercita altresì il suo dominio in terra, dove ha moltiplicato apparizioni e prodigi, donde emanano sempre moniti materni, incitamenti e saggi consigli, inviti alla preghiera, alla penitenza ed alla pratica delle virtù cristiane”. Nella spiritualità cristiana, il titolo di Regina è attribuito a Maria dalla tradizione cristiana almeno a partire dal IV secolo e, nell’inno mariologico Akatistos, scritto nel 626, e recitato ancora nella liturgia bizantina alla Madonna in quanto Theotokos (Madre di Dio) le vengono attribuite qualità sovrangeliche. Nel 1830, la Vergine Santissima appariva a santa Caterina Labouré come Regina del mondo e fu proprio da questa celebre apparizione che nacque il movimento per la consacrazione del mondo a Maria come Regina dell’universo. Il papa Pio IX con la bolla “Ineffabilis Deus” del 1854, dichiarò che la Madonna possedeva grazie e carismi superiori a tutti gli spiriti angelici ed ai santi. Ecco le testuali parole del pontefice: “(Maria) costituita dal Signore Regina del cielo e della terra, con le sue materne preghiere impetra in maniera validissima, e trova ciò che cerca e non può rimanere inascoltata”. Vi è quindi a tal riguardo una costante tradizione nella Chiesa cattolica, che è stata ribadita dal Concilio ecumenico Vaticano II, che afferma la superiorità di Maria rispetto agli angeli: “Maria perché Madre santissima di Dio, presente nei misteri di Cristo, per grazia di Dio esaltata, al di sotto del Figlio, sopra tutti gli angeli e gli uomini, viene, dalla Chiesa, giustamente onorata con un culto speciale” (Lumen Gentium n° 66). Sempre per quanto concerne la Chiesa di Oriente, uno dei massimi teologi ortodossi, Gregorio Palmas, afferma: “Nessuno arriva a Dio se non per mezzo di lei e per il mediatore nato da lei; nessuna forza di Dio arriva agli angeli e agli uomini se non per lei”. San Bernardino da Siena, proprio ispirandosi a queste considerazioni dalla teologia ortodossa, nelle sue prediche, non solo esalta la Madonna al di sopra dei nove cori angelici che cantano e danzano intorno a lei; ma pone anche una sostanziale differenza tra la gloria di Maria e quella degli angeli, tra la sua e la loro conoscenza. Il teologo cattolico Dario Rezza fa delle profonde considerazioni sul rapporto tra Maria ed il mondo angelico; egli afferma che la relazione tra la Madonna e gli angeli è interessante per comprendere fino a che limite può essere spinta, attraverso la partecipazione a Cristo, l’esaltazione della natura umana, anche se quello di Maria è un caso unico ed irripetibile. Il Rezza si rifà agli scritti del grande mistico medievale Meister Eckart, che affermò: “L’anima può andare oltre se stessa. Se l’anima di un uomo che vive ancora nel tempo fosse uguale all’angelo più elevato, potrebbe ancora arrivare incomparabilmente più in alto, al di sopra dell’angelo”; egli ritiene che gli angeli non possano oltrepassare il loro limite ontologico. Solo all’anima umana è concesso di farsi tempio di Dio, a Lui simile ed a Lui profondamente unita e tutto ciò è avvenuto al massimo grado in una umile donna di Nazareth di Palestina! Sempre il Rezza considera il fatto che Maria, Madre di Dio, è il punto di riferimento per eccellenza dell’angelo perché l’evento salvifico dell’Incarnazione del Verbo è il nodo centrale, non solo della storia terrestre, ma anche del mondo celeste, che vi è coinvolto intimamente. Il teologo tomista Suarez, nel suo scritto sugli angeli, riguardo alla prova, prima della creazione del mondo, alla quale furono sottoposti gli spiriti celesti, scrisse: “A tutti (gli angeli) fu proposto il Cristo, perché lo accettassero per fede quale futuro Dio-uomo, e come capo e come autore della loro salvezza, e per tali titoli lo amassero, riverissero e adorassero. Fu loro comandata la soggezione al Cristo: Lucifero ritenne ingiurioso tale precetto e propose agli angeli di considerare l’eccellenza della propria natura. Molti lo ascoltarono, ma la maggior parte si sottomise al Cristo” (De Angelis c. 12, n° 13). Perciò, nell’annuncio dell’Arcangelo Gabriele alla Madonna, che precede immediatamente la nascita di Gesù, si uniscono finalmente la parte buona del mondo umano con quella buona del mondo angelico. L’Amen di Maria non riguarda solo gli uomini, ma è atteso anche dagli angeli, per dare significato al proprio essere, perché come non è possibile la salvezza umana senza l’incarnazione del Verbo, così senza di essa non è pensabile neppure la gloria degli angeli. Il teologo Rezza sottolinea accuratamente che se l’uomo può essere immaginato nell’ordine naturale, prescindendo dalla redenzione, invece l’angelo non può esistere come tale se non per grazia del Cristo Redentore, è questo il mistero “tenuto nascosto da secoli in Dio”, una determinazione eterna che interessa i Principati e le Potestà (Ef. 3, 9), un progetto anteriore ad ogni Creazione, cui fa riferimento la creatura angelica per definire se stessa. Questi alti concetti teologici sono penetrati nell’intimo del popolo cristiano, attraverso una preghiera semplice e popolare: il Santo Rosario che, infatti, inizia con il primo Mistero Gaudioso, che ci fa meditare sull’Annuncio dell’Angelo Gabriele a Maria Vergine e si conclude con il quinto Mistero Glorioso, che ci fa meditare su Maria, incoronata Regina del Paradiso e la gloria degli Angeli e dei Santi. Il padre Battista Mondin, ricordando che il modello della Liturgia terrestre è la Liturgia celeste, sottolinea che in Paradiso: “Gli Angeli ed i Santi celebrano non solo la gloria della Trinità, ma anche la gloria di Maria. Ispirandoci alla Liturgia celeste, mentre siamo pellegrini su questa terra, dobbiamo lodare, ringraziare e pregare nel giusto ordine, tutti gli artefici della nostra salvezza: anzitutto il Verbo Incarnato, il Padre e lo Spirito Santo, poi la Madre del nostro Salvatore ed infine anche tutti gli altri cittadini della Città celeste, gli Angeli e i Santi. Col loro aiuto, un giorno, potremo godere anche noi della vita eterna e partecipare all’affascinante e lietissima liturgia dell’eterna pericoresi dell’amore. Maria è la stella sicura che ci insegna la via del Cielo e che un giorno ci introdurrà alla fantastica danza dei Tre eterni amanti: il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo”. Quale disgrazia che in taluni luoghi di culto… non si presenti Maria che come la piccola ragazza di Nazareth che non ha rifiutato niente a Dio… quella che riceve la visita, non già di un angelo (il termine non è impiegato), ma di un inviato di Dio… un bel giovane… Voi vedete che, oltre ad un grossolano errore, non si è lontani dalla bestemmia. Poiché Maria ha una dignità molto più grande. Quando Dio pensò l’uomo, egli vide, del tutto naturalmente, nel suo primo sguardo, suo Figlio fatto uomo – e questo Figlio di Dio fatto uomo si trova così ad essere il “prototipo” dell’umanità. Quelli che noi chiamiamo Adamo ed Eva non sono che i primi apparsi sulla terra. Ma, è Grignion di Monfort che lo dice, in uno stesso atto, egli creò la Donna, la Madre, la Sposa. E questa Donna noi la troviamo in una prima menzione nel racconto della genesi dove è designata come colei che dovrà schiacciare la testa del Serpente. La si trova anche rappresentata sotto le forme della Regina Giuditta che, per salvare il suo popolo, non esita a tagliare, con scaltrezza, la testa del generale assiro Oloferne. Ed è davanti a lei che i sommi sacerdoti di Gerusalemme si recano cantando: “Tu sei la gloria di Gerusalemme, tu sei la gioia di Israele, tu sei l’onore del nostro Dio…” parole riprese nella liturgia delle Messe della Santa Vergine. Questa Donna, la si ritrova all’Annunciazione. L’Angelo la saluta: ella è, in mezzo a tutte le donne, la privilegiata del Signore, la Donna unica, ed ella si chiama Maria. La si ritrova, precedendo Gesù, a Betlemme, la città del Pane. La si ritrova, precedente Gesù a Cana, ed il miracolo dell’acqua, ed è là che Gesù le dona ufficialmente, per la prima volta agli inizi della sua vita pubblica, il suo nome di eternità: “Donna, che c’è tra te e me?”. La si ritrova al momento del Sacrificio, sul Calvario: “Figlio, ecco tua Madre – Donna, ecco tuo figlio”. La si vede infine, nella grande visione di san Giovanni, nell’Apocalisse… E’ la Donna rivestita di sole… Questa è la Donna che fu, sulla terra, Maria di Nazareth, e che, fin dalla sua Assunzione, senza perdere il suo nome, si trova rivestita della gloria e designata sotto il nome di Donna, di Regina, di Signora (Nostra Signora), di Madre. Come si è lontani dunque, non è vero, da una presentazione meschina di Maria, Madre di Gesù… Maria fa parte integrante del mistero dell’incarnazione, ecco perché ella è la migliore iniziatrice a quei misteri divini. Ecco perché, solo, una devozione mariana ben compresa sarà l’unico mezzo per penetrare più avanti nel mistero di Gesù. Tutta la teologia della Santissima Vergine ruota intorno a queste due idee: Maria, Madre di Dio, e Maria, Madre di un Dio Redentore. Ecco cosa la pone, non solamente alla testa dei Santi e degli Angeli, ma a parte ed al di sopra di tutte le creature. Benché sia una creatura, Maria è stata unita e dimora unita a Dio dalla maternità divina, da un’unione a parte. Ella tocca e tiene, per l’Eternità, all’Infinito. Se non la si concepisce come una Santa più perfetta di tutti i Santi e degli Angeli, e che ci fermiamo là, noi saremmo nel falso. Maria è essenzialmente altra cosa: ella è Madre di Dio. Ed è per questo che la Chiesa le rende un culto, non già di “Latrìa”, che non è dovuto che a Dio solo, ma un culto superiore a quello ch’essa rende ai Santi: un culto di iperdulìa. 1. MARIA È A PARTE ED AL DI SOPRA DEI SANTI E DEGLI ANGELI PER LA SUA DIGNITÀ DI MADRE DI DIO Ella è Madre di Dio. Ci occorre fissare la nostra attenzione su questa idea, la più sublime dopo l’idea stessa di Dio. La croce, i chiodi, il Santo Sudario sono venerabili e venerati, la terra della Palestina è venerabile, poiché tutti hanno avuto un contatto col corpo del Figlio di Dio fatto uomo. Il Signore non ha avuto un contatto passeggero con Maria, no, egli è nato da Lei: Cristo ha, in Maria, la sua sorgente temporale, il suo autore umano. E, noi lo sappiamo, è lo Spirito Santo che fecondò Maria. Ecco perché quel grande mariologo che era san Massimiliano Maria Kolbe poteva dire in una conferenza pronunciata il 20 giugno 1937: “L’Immacolata è così perfetta, è talmente unita allo Spirito Santo, che la si chiama sua Sposa. E’ per questo che noi le consacriamo tutto. In Lei noi troviamo tutto. Ella è, per così dire, la personificazione dello Spirito Santo”. E perché vi è un’unione intima tra l’Immacolata e lo Spirito Santo, non solamente a causa della conformità assoluta della volontà di Maria con quella dello Spirito Santo come da parte di una sposa perfetta, ma anche a causa del fatto che Maria fu sempre lo strumento cosciente e libero nei riguardi dello Spirito Santo. Maria è dunque la Serva dello Spirito Santo, egli riposa in lei come in un santuario privilegiato. Ed è per questo che lo stesso Padre Kolbe ha potuto scrivere questa affermazione stupefacente: “L’Immacolata è, in un certo senso, l’incarnazione dello Spirito Santo”. Permetteteci una breve digressione. Se Maria è la “quasi incarnazione” dello Spirito Santo, e se noi sappiamo che lo Spirito Santo deve discendere sulla terra in una seconda Pentecoste per impregnare, non solamente il cuore dei credenti, ma quello di tutti gli uomini, di tutti i popoli costituiti in gruppo, per impregnare le società umane in quanto tali e le strutture del mondo… si comprende che il nostro ruolo, è di portare Maria al mondo. Occorre che Ella regni … perché possa regnare lo Spirito Santo e perché si stabilisca il Regno di Cristo Re. 2. MARIA È A PARTE ED AL DI SOPRA DI TUTTE LE ALTRE CREATURE PER LA SUA PUREZZA INCOMPARABILE Se gli Angeli non avevano da opporre all’azione divina che gli ostacoli della loro volontà, non è la stessa cosa per quanto riguarda la natura umana. Fin dall’origine, la nostra natura è intaccata dal peccato originale che si potrebbe definire come uno stato di debolezza che ci rende capaci di peccare. Non è parlare appropriatamente, una colpa nella quale la nostra volontà potrebbe avere un ruolo da interpretare. E’ una ferita, analoga a quella che si può fare ad uno stelo di una spiga di grano, per esempio, torcendolo. Ci si sforzerà ben nel rimetterlo diritto, esso piegherà sempre nel posto della ferita. Vi sono anche nell’intelligenza umana, nel senso, nel cuore dell’uomo, ostacoli innumerevoli e sempre riemergenti, alla vita soprannaturale che Dio vorrebbe comunicargli. Per un privilegio unico, con un riscatto anticipato, che è opera del Sacrificio di Gesù Cristo, Maria è stata preservata da questa colpa originale. Dunque, nessun disordine nelle sue facoltà. Il Figlio di Dio, che è la purezza, l’armonia in persona. Mise subito in quella che doveva essere sua Madre la purezza più squisita, l’ordine e l’armonia più perfette. Non si poteva che la Sorgente Verginale in cui il Verbo incarnato ha attinto il suo Corpo ed il suo Sangue, materie del suo Sacrificio, fosse stata mai insozzata. Quale meraviglia contemplare un istante l’anima umana di Maria dove non vi fu mai né disordine, né imperfezione, né colpa, né preoccupazioni frivole o mondane, ma solamente l’adorazione, l’amore e l’unione a Dio in una preghiera di tutti i momenti, poiché, pregare, è pensare a Dio amandolo, come diceva Tommaso d’Aquino. E questa purezza dell’anima traspariva sul suo corpo, tanto è vero che, talvolta, si indovina il carattere di qualcuno semplicemente guardandolo. Quanto doveva essere bella Maria! E giungo a pensare che in cielo, quando Gesù coronò sua Madre, come la si vede sull’ammirabile mosaico dell’abside della Basilica di Santa Maria Maggiore, egli dovette estasiarsi con tenerezza: “Quanto sei bella, Mamma!”. Contemplando Maria elevata al di sopra di tutte le creature per la sua incomparabile purezza, come non chiederle di darci dei cuori senza miscugli! 3. MARIA È ANCHE A PARTE ED AL DI SOPRA DI TUTTE LE CREATURE PER LA GRAZIA Questo lato positivo dell’Immacolata Concezione e della Santità di Maria è ammirabile! Gesù, fin prima della sua Incarnazione, dunque la Seconda Persona della Santissima Trinità ha sempre amato colei che sarà Maria di Nazareth, come sua Madre, di un amore di predilezione. Fin da tutta l’eternità ella fu considerata come la Madre di Dio, la Madre degli uomini modellati su Gesù Cristo dalla Vita divina diffusa in essi, ella è la Madre di tutti e, come tale, amata da Dio. E’ bene, qui, citare un testo della piccola Teresa di Lisieux: “Quanto amo la Vergine Maria! Se fossi stato sacerdote, quanto avrei ben parlato di Lei! La si mostra inabbordabile, occorrerebbe mostrarla imitabile. Ella è più Madre che Regina! Ho sentito dire che il suo splendore eclissa tutti i Santi come il sole, al suo levarsi, fa scomparire le stelle. Dio mio, come è strano! Una madre che fa scomparire la gloria dei suoi figli! Io penso al contrario. Credo ch’ella aumenterà di molto lo splendore degli eletti… la Vergine Maria! Mi sembra che la sua vita fosse semplice!”. Gli angeli, per loro libertà, possono acquisire un accrescimento di santità corrispondendo, per amore, alla grazia attuale di Dio che non è mai rifiutata. Come pensare che questo aumento di virtù fosse rifiutato a Maria! Allora, quale oceano di santità! 4. MARIA È AL DI SOPRA DI TUTI I SANTI E DI TUTTI GLI ANGELI, ELLA È LORO REGINA, A CAUSA DELLA SUA SCIENZA DELLE COSE DIVINE… Si dice che la Fede sia aumentata incessantemente in Maria. Ma pare bene che non si comprenda cosa tutto questo significhi. Si ha la tendenza nel pensare che Maria non vedesse più chiaro di noi nelle cose di Dio e che ella vivesse di Fede… Perché non prendere il senso etimologico della parola “Fede”: Fides, in latino: fiducia! Fedeltà! Allora si potrà affermare in tutta sicurezza che Maria è stata la “Fedele” per eccellenza e che ha vissuto delle luci straordinarie che suo Figlio doveva darle. Ella è la Madre di Dio, e questo le conferisce un certo diritto alla Visione beatifica. Poiché ci occorre riflettere ad un’altra scienza, senza la quale la teologia mariana, tale come la tradizione l’ha sviluppata, sembrerebbe inesplicabile. Maria ha dovuto ricevere, e senza dubbio fin dall’origine, una scienza infusa delle cose divine profondissima. Per l’Immacolata Madre di Dio, questo sembra normale. Quando Dio, al momento dell’Immacolata Concezione ha colmato di grazie la Madre amatissima, ella ha risposto con un immenso amore alle accortezze di Dio. E siccome Dio non può riprendere i suoi doni, nessun dubbio che lasciò Maria in quello stato di unione. Ma fin dal momento della Concezione Immacolata, la luce di Dio e la grazia inondarono il cuore della Vergine e si svilupparono crescendo fino al momento in cui ella conobbe la Visione beatifica. E’ d’altronde a causa di quella conoscenza profonda ch’ella aveva delle cose divine, che Maria ha talmente sofferto sulla terra nel suo amore. Suo Figlio schernito, la flagellazione, l’odio dei suoi nemici, tutto questo non poteva che ripercuotersi in lei molto profondamente. Tutte quelle vedute che le dava la scienza infusa, e, in alcuni momenti più gravi, secondo molti teologi, la Visione beatifica, hanno potuto anche mostrarle tutta la Chiesa di cui ella diventava la Madre… e perché no? Ognuno di noi, in quanto membri del Corpo Mistico di suo Figlio? Se lo si può dire con certezza: Gesù mi ha amato e si è sacrificato per me, si può dire anche, Maria mi ha amato e ha sacrificato suo Figlio per me in particolare ed è così che ella è mia madre. 5. LA VERGINE È STATA A PARTE ED AL DI SOPRA DI TUTTE LE CREATURE A CAUSA DELLE SUE VIRTÙ E DEL SUO AMORE Quale creatura è stata più vicina a Gesù di Maria? Quale creatura è stata più vicina alla Trinità: la figlia del Padre, la Madre del Figlio e la Sposa dello Spirito Santo? Con quale amore la Vergine ha corrisposto agli appelli del Signore: il cuore di Maria batteva all’unisono col Cuore di Gesù non era vicino a quello del Padre per il Figlio? Vi sarebbe anche da meditare sui rapporti di Maria e dello Spirito Santo, sul suo amore verso colui che è l’Amore Eterno, verso colui che l’ha preservata dalla macchia originale e da ogni colpa, che l’ha santificata in una maniera così meravigliosa, che ha messo nel suo proprio cuore un amore immenso per tutti i suoi figli, membri del Corpo Mistico di suo Figlio. Lo si può affermare: Maria fa veramente parte della Famiglia divina. Maria d’Agreda dice che la Santissima Vergine nutriva un grande amore per gli uomini e che questo amore era una delle principali grazie ch’ella riceveva in preparazione dell’Incarnazione, affinché Nostro Signore, come uomo, potesse ricevere questa qualità da sua Madre per eredità, per trasmissione. 6. LA VERGINE MARIA È STATA MESSA A PARTE ED AL DI SOPRA DI TUTTE LE CREATURE ANCHE A CAUSA DELLE SUE SOFFERENZE E questo è il mistero della “Compassione di Maria” che sfioreremo qui: !Quale che sia stata la crudeltà esercitata sui corpi dei martiri, dice sant’Anselmo, essa era leggera, o piuttosto non era niente, paragonata alla crudeltà della passione di Maria”. Il mistero della sofferenza redentrice, della morte e della resurrezione che segnò la vita di Gesù, fu del tutto naturalmente condivisa da colei che fu la sua più vicina collaboratrice. Dio ha fatto alla Santa Vergine un posto a parte nella sofferenza come nella grazia e la gloria. Quella che si chiama la “Compassione” di Maria (dal latino; cum= con – patir= soffrire) non è solamente una simpatia, per viva e profonda che la si presuppone, non è affatto un supplemento che si aggiunge dopo colpo come la sofferenza dei Santi, alla Passione di Nostro Signore, è una stessa croce offerta da un Dio e come doveva soffrire un Dio, e da parte della Madre di Dio come doveva soffrire la Madre di un Dio-Redentore. Come Adamo ed Eva hanno perduto insieme il mondo, Gesù e Maria hanno concorso alla sua salvezza; Gesù come redentore necessario, essenziale, col suo sacrificio; Maria, col suo consenso a quel sacrificio e con l’unione integrante della Redenzione. Occorreva riparare il peccato col suo rovescio: con la sofferenza, ed è un fatto, cioè che Dio misura normalmente la sofferenza che dona ad un’anima nell’amore ch’egli ha per ella. Le anime che sono più unite a Gesù Cristo, che le sono più care, egli le inizia più perfettamente alle sue sofferenze con la conoscenza ch’esse ne hanno e con la comunicazione che Gesù fa loro. Si comprende allora il ruolo delle anime tutte date a Dio, come “Vittime d’Amore” per il riscatto del mondo, si comprendono le sofferenze straordinarie durature da parte dei grandi mistici, le stimmate, ecc…. Cosa crocifiggeva Maria, soprattutto sul Calvario? Era senza dubbio la visione dei peccati del mondo, ma è soprattutto la vista del proprio Figlio morente per i nostri peccati. Ed il Cuore Immacolato di Maria era così delicato… Cosa pensare allora di quello che può provare vedendo che il Sacrificio del proprio Figlio sarebbe stato rigettato, dunque inutile, per un certo numero di uomini!… Ma nulla è più fecondo della sofferenza. E’ dunque nel dolore che Maria diede alla luce i suoi altri figli, sul Calvario, adottando come Figli i membri del Corpo Mistico di Gesù Cristo. 7. UN’ALTRA RAGIONE PER LA QUALE MARIA È AL DI SOPRA DI TUTTE LE ALTRE CREATURE: LA GLORIA. Tutte le sofferenze provate da Maria hanno la loro ricompensa, tutte le luci che illuminarono l’anima di Maria hanno la loro illuminazione, tutte le dignità e tutte le grazie di cui beneficiò Maria hanno il loro coronamento in una gloria senza paragoni, e per la sua anima santissima, e per il suo corpo immacolato, risorto, come quello di Gesù. Maria è stata innalzata, e nel suo Corpo e nella sua Anima, al momento della sua assunzione, nel più alto dei cieli ed ella dimora per sempre vicinissima a suo Figlio, ben al di sopra degli angeli di cui è stata costituita la Regina. Intimamente unita alla santa Umanità di Gesù con l’Incarnazione e la Redenzione, ella non poteva fare diversamente che essere saldata a lei per l’Eternità. Ed i Santi e gli Angeli ammirano in Maria i doni divini che il Signore vi ha deposti. A la gloria di Maria sarà sempre una gloria a parte; ella sarà per sempre la Madre glorificata di un Dio Redentore. Quella Donna rivestita di sole, circondata dalla gloria di io che ammirava Giovanni nella visione di Pathmos, è Maria. La Divinità che ha risieduto in lei prima della nascita di Gesù, si faceva luce per mille raggi attraverso la carne verginale, quasi come essa spezzò la Santa Umanità nella Trasfigurazione del Tabor. E Maria è Regina del cielo come della terra, degli Angeli come dei Santi. Inaugurata Regina nella festa unica dell’Assunzione. Benché Gesù sia il Re di Maria, come di tutte le altre creature, egli vuole che con l’amore, sua Madre eserciti una specie di impero sul suo Cuore. E’ così che la si onora sotto il titolo di “Nostra Signora del Sacro Cuore”. Ella ci ha dato sulla terra Gesù nascente, Gesù sofferente, Gesù morente. In cielo, ella ci dona Gesù glorioso. Ella precede sempre Gesù. 8. MARIA È ANCORA A PARTE ED AL DI SOPRA DEI SANTI E DEGLI ANGELI PER LA MATERNITÀ NEI NOSTRI CONFRONTI. Perché tanta grandezza, purezza, luce, grazie, gloria? E’ perché l’uomo abbia una Madre divina. Se Gesù ha una Madre così gloriosa, così santa, così amante, è per darcela. A noi l’Incarnazione, la Redenzione, a noi l’Eucarestia, a noi Maria, Nostra Signora. Maria, Madre di Dio, Madre di Gesù, testa e capo del Corpo mistico, è dunque, per via di conseguenza, Madre della Chiesa e Madre di tutti gli uomini. Ella ci ha concepito concependo suo Figlio. Non fu solamente un Dio redentore ch’Ella ricevette nel suo seno, fu l’intero mondo da Lui riscattato, poiché cosa sono la Chiesa della terra e la Chiesa del cielo? E’ Gesù che sta per crescere di secolo in secolo fino a che abbia raggiunto la sua pienezza quaggiù e la sua gloria nell’eternità. E’ sant’Agostino che diceva che la Chiesa, era Gesù diffuso e comunicato. Maria è Madre della Sorgente della Vita soprannaturale. Noi le dobbiamo la nostra vita soprannaturale. Sul Calvario, quando Gesù diede sua Madre a Giovanni, ed attraverso di lui, a noi tutti, fu per Maria come una seconda Annunciazione. Dio le mostra la sua nuova maternità. E poi, vi è anche tutta quella impregnazione della minima fibra del nostro essere con la vita divina nel momento in cui noi riceviamo l’Eucarestia. Maria sa bene che questa Vita che palpita in noi, ha palpitato anche in Lei, e che il Corpo di Cristo, la Carne di Cristo, è la carne di Maria… Occorre ben dirci che è concorrendo al Sacrificio di suo Figlio mentre che si consumava e condividendo le sue immense sofferenze, poiché ella ha avuto la sua “Compassione”, che Maria ci ha generati nel dolore. La Vergine è diventata nostra Madre attraverso il Sacrificio, poiché ella ci ha amati fino a dare suo Figlio per noi. 9. INFINE, LA VERGINE È A PARTE ED AL DI SOPRA DI TUTTE LE CREATURE PER IL SUO RUOLO DI MEDIATRICE TRA GESÙ E NOI Ella è mediatrice prima di tutto, in un senso generale: dandoci Gesù ella ci ha dato tutto, ed è diventata il canale attraverso il quale la Vita divina ha toccato il nostro mondo. Ma ella è nostra Mediatrice anche in un altro senso: Noi le dobbiamo in particolare, ed ognora, ogni luce, ogni grazia divina. Nessuna grazia viene dal cielo senza passare attraverso le sue mani. E’ grazie al suo consenso attuale che l’Incarnazione e la Redenzione si sono prodotte nel passato, ed è a causa del suo consenso che ogni grazia ci è data. Noi possiamo affermare che la nostra anima respira in lei. Ella è stata unita a Gesù nella sua opera di redenzione, di santificazione, di glorificazione, poiché i doni di Dio sono senza pentimento. Si può anche affermare un’altra cosa ancor più profonda forse: Con Gesù ella è il centro del mondo. Tutto gravita intorno ad essi. Tutto si muove e vive attraverso di essi. Maria è dunque da ciò sorgente e mediatrice di tutte le grazie, a causa della sua preghiera universale; non vi è dunque una grazia che la sua preghiera non abbia implorato, ed ella lo dice chiaramente nella sua apparizione a La Salette: “Io sono incaricata di pregare per voialtri e voi non ci fate caso… Io non posso più trattenere il braccio di mio Figlio!”. E se Maria ci dona Gesù, ella ha anche per missione di darci a Gesù. Facciamo passare dunque tutto attraverso le sue mani. Ella è il “Filtro d’oro” che trasfigura tutto quello che vi si fa passare (Figliola): pene, gioie, lavori, preghiere, vita e morte… Non si fa qui, che entrare in quella magnifica verità della mediazione di Maria. E come, non citare qui alcune frasi, in mezzo alle più folgoranti, di san Massimiliano Maria Kolbe: “L’Immacolata, personifica la Misericordia di Dio… “. “Come il Figlio, da sempre è, per così dire, Mediatore tra il Padre e lo Spirito Santo (nella Divinità, lo Spirito Santo procede dal Padre attraverso il Figlio), così Gesù, Figlio incarnato, diventa mediatore diretto tra il Padre e lo Spirito Santo che, per così dire è quasi “incarnato” nell’Immacolata, rappresentante e Madre spirituale di tutta l’umanità” (La Dottrina Mariana di Padre Kolbe, di parte di Padre Manteau-Bonamy, pag. 108). “Come Madre di Gesù Salvatore, Maria è stata corredentrice del genere umano: come Sposa dello Spirito Santo, ella partecipa alla distribuzione di tutte le grazie”. Allora, per concludere, chiediamo a Padre Kolbe di darci la “parola fine”. “Poiché Ella è la Mediatrice di tutte le grazie, è solamente nella misura in cui ci si accosta a Lei che noi possiamo diventare un canale di grazie, intermediario delle grazie che vengono dal Padre, attraverso il Figlio (che le ha meritate) e attraverso l’Immacolata (che ne è la distributrice) e che si riversano su di noi, e attraverso di noi, sugli altri”. (Agli allievi di Cracovia – Manteau-Bonamy, pag. 114). Don Marcello Stanzione (Ri-Fondatore della M.S.M.A.) |