giovedì 4 ottobre 2018

L’ESORCISMO DI PIETRO


L’ESORCISMO DI PIETRO

(DAL LIBRO - IN VIAGGIO CON L’ESORCISTA)
Un bambino? Com’è possibile che un bambino venga posseduto dal maligno? Continuai a pormi questa domanda appena conclusa la telefonata. La paura dei primi incontri andava ormai scemando, i dubbi anche. Avevo preso coscienza di tutto ciò su cui dubitavo riguardo agli esorcismi, a satana e al fenomeno della possessione. Tutto risultava vero, ma il caso del piccolo Pietro portò con sé tristezza e malinconia. Era difficile da comprendere, ancor più difficile rispetto agli altri casi seguiti.
Mi recai nel luogo dove il giorno prima Don Gianni mi aveva dato appuntamento, nel centro di una città molto caotica con un continuo via vai di auto e persone. A pochi passi dal mare trovai il tempo per un caffè e per godermi lo splendido panorama che avevo di fronte. Furono gli ultimi attimi di serenità. Squillò nuovamente il telefono : “Sto aspettando te, muoviti!”.  Pagai il conto alla cassa e subito mi diressi verso il numero civico indicatomi. Salii le ripide scale a passo svelto, fiato corto e cuore a mille non solo per il poco allenamento ma anche per la paura.
Mi ero promesso di non partecipare più a riti di esorcismo, pensavo di aver visto fin troppo, ma mi sbagliavo: questo caso mi segnò profondamente.
Bussai alla porta, mi aprì un anziano, che più tardi seppi essere il nonno. Mi accompagnò in salotto dove Don Gianni si accingeva a iniziare il rito. Questa volta fu impossibile star seduto o osservare.
Il bambino, di circa undici anni, saltava da una parte all’altra della stanza, con una fragilità e rapidità impressionanti. Manteneva una posizione del corpo inusuale per un essere umano, mi duole dirlo, ma se dovessi trovare un paragone per rendervi più chiara la descrizione, era molto simile a una scimmia. Teneva le braccia distese tra le gambe e con le anche si dava lo slancio. Era veramente incontenibile.
Quando don Gianni iniziò le preghiere, il viso ancora docile e innocente del bambino iniziò a trasformarsi, una metamorfosi istantanea che ne modificò completamente i lineamenti. Zigomi segnati, labbra secche e un liquido bavoso che fuoriusciva dai lati e poi lo sguardo, quello sguardo che accumunava tutti i casi seguiti fino a quel momento. Facemmo il possibile per tenerlo a bada, a fatica riuscimmo a farlo stare seduto, ma non per forza nostra. Grazie a Dio, con la preghiera il sacerdote riuscì a placare quella forza che quattro adulti non erano stati in grado di vincere.
Prima che il piccolo Pietro ( nome di fantasia ) andasse in trance e si accomodasse sulla sedia, assistemmo esterrefatti a qualcosa di incredibile che sfida le leggi della fisica. Mentre cercavamo di trattenerlo, riuscì a liberarsi e per fuggire alle nostre attenzioni si arrampicò sulla parete dell’appartamento appoggiandosi a un pilastro, fino ad arrivare in prossimità del lampadario, lasciando cadere mensole, quadri, libri, e tutto ciò che sul muro era affisso. E’ stata di gran lunga la cosa più spaventosamente incredibile che i miei occhi abbiano potuto osservare in vita. Come ho già accennato, le incessanti preghiere di Don Gianni riuscirono a placare il giovine che, in uno stato di apparente tranquillità, scivolò dalla parete nelle nostre braccia. Una volta immobilizzato sulla sedia, iniziò l’esorcismo.
Alle domande dell’esorcista rispondeva con i soliti epiteti, bestemmie varie, sputi e insulti diretti ai santi e ai presenti.
Com’è possibile che una piccola creatura nell’età dell’innocenza, senza colpe, debba sopportare una prova così dura? Sono misteri della fede.    Un infinito mistero così come infinite sono le vie del Signore.
Non si tratta di un peccatore incallito: a volte vi sono prove che Dio stesso permette per concedere un bene maggiore al posseduto o ai familiari. Quando si parla della volontà di Dio, è veramente difficile comprendere, pertanto occorre non perdere la speranza, affidarsi e fidarsi.
Parlava in modo prolisso, con una lucida follia citava date, avvenimenti, persone realmente esistite. Dimostrava di conoscere la realtà come un adulto e nel contempo passava di epoca in epoca fosse fuori dal tempo. Questa dimensione di eterno mi sbalordiva, credo sia una delle prove più limpide dell’esistenza del male e del bene, di satana e di Dio. Infatti, l’entità che si cela e si manifesta all’interno di queste creature è sì presente, ma nel contempo se ne percepisce la realtà spirituale, fuori dalle logiche che regolano il mondo, ma pur sempre nel mondo. Si respira l’eternità.
Per citare un episodio: a un tratto si mise a parlare di un fatto, un omicidio in uso all’epoca dei fatti. Un linguaggio ricercato e raffinato, romanzato, inusuale ai giorni nostri, inusuale a maggior ragione per un quasi adolescente.
I racconti che spesso fanno i posseduti non sono da prendere come verità, bisogna ricordarsi che si ha a che fare con il re della menzogna, il cui fine è quello di confondere, distrarre, mostrarsi potente, tutti trucchi e mascheramenti che un esorcista conosce bene e, infatti, il sacerdote lo richiamò in maniera imperativa all’ordine, sempre con la forza del Vangelo e della preghiera, decisamente più coercitiva di qualsiasi altra cosa. Parola e forza di Dio a cui il demonio deve inchinarsi e, alla fine della battaglia, soccombere.
Più si andava avanti con il rito e più si faceva fatica a tenere fermo il ragazzo. Eravamo quattro adulti e a malapena sufficienti: continuava a urlare, a contorcersi e a sbavare, manifestava una totale avversione al sacro e alle preghiere, si udiva e percepiva un trambusto come se dentro di lui ci fosse un esercito in lotta, un plotone in guerra. Era un continuo susseguirsi di urla e gemiti a più voci, uno strazio corale difficile da comprendere e spiegare.
In quella seduta il demone non rivelò il suo nome. Don Gianni mi disse che questo era più che normale e che molto spesso occorre del tempo, non bastano poche sedute.
Fu un’esperienza forte che mi segnò profondamente e sulla quale ancora oggi a distanza di tempo mi capita di ritornare con la mente.