venerdì 14 settembre 2018

QUALI SONO LE AZIONI ATTRAVERSO LE QUALI IL DIAVOLO SI MANIFESTA?


QUALI SONO LE AZIONI ATTRAVERSO LE QUALI IL DIAVOLO SI MANIFESTA?

(Dal libro in viaggio con l'esorcista)

Tutti gli esorcisti concordano nel riconoscere due azioni del demonio: una ordinaria e l’altra straordinaria.
L’azione ordinaria riguarda le tentazioni di vario genere a cui tutti gli uomini sono soggetti, compresi i beati e i Santi. Sappiamo che anche quelli che hanno  condotto una vita di santità sono stati tentati. E’ bene precisare che non tutte le tentazioni provengono dal maligno, ma spesso sono frutto della nostra stessa natura, fragile e incline al male dopo la caduta dei nostri progenitori, ed è a questa tentazioni che dovremmo prestare maggiore attenzione, perché più numerose.
C’è poi una azione straordinaria del demonio, permessa da Dio, che si realizza attraverso l’infestazione dei luoghi, le vessazioni, le ossessioni e, nella forma più grave, con le possessioni. Di che si tratta? Qualcuno potrebbe sorridere all’idea che l’opera del maligno, nella sua azione straordinaria, si riversi su luoghi, oggetti e animali, ma certamente qualche esorcista è stato chiamato a benedire delle abitazioni o dei luoghi destinati alla custodia degli animali.
Lasciamo da parte quei casi in cui può operare la suggestione, ma quando in una casa si avvertono rumori non solo nelle stanze, ma nei corridoi, sul tetto o sulle sponde dei letti o sui mobili, una volta escluse le cause naturali si intuisce subito la presenza del preternaturale. In questo caso il sacerdote esorcista offrirà come primo aiuto la benedizione e aspergerà tutte le stanze con l’acqua benedetta. Altra cosa è quando la persona avverte dei disturbi anche lontano dalla propria abitazione: significa allora che il problema non è legato al luogo ma alla persona stessa. C’è il forte sospetto che sia stata colpita da un maleficio.

giovedì 13 settembre 2018

COS’E’ CHE IL DIAVOLO TEME MAGGIORMENTE?


COS’E’ CHE IL DIAVOLO TEME MAGGIORMENTE?

Una esperienza comune a tutti gli esorcisti è questa: il diavolo ha paura della santità e ogni volta che si scontra con essa reagisce in modo violento, prova rabbia perché è lo scontro che avverrà sino alla fine dei tempi fra luce e tenebre, tra bene e male.
C’è però una figura che dà particolarmente fastidio al demonio ed è la Vergine Maria, una creatura come lui, ma umile, che non intende opporsi a Dio o tentare di farsi simile a lui. Di fronte alla richiesta di Dio, Maria risponde: Si faccia di me secondo la tua parola.
Dicevo”creatura” perché anche il diavolo è una creatura di Dio, infatti è un angelo decaduto e noi, nella professione del Credo, affermiamo: Credo in Dio Padre Onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili. Tra questi esseri invisibili ci sono appunto gli angeli.
Durante gli esorcismi, viene invocato il nome di Maria e il diavolo sa che sarà proprio il piede della Vergine a schiacciare definitivamente la testa al serpente. Ci sono anche tante testimonianze di santi, di sacerdoti, di fedeli che hanno fatto ricorso alla potenza della Vergine. Il diavolo è un bravo teologo e sa bene che è costretto a confessare la sua completa impotenza di fronte alla Vergine Maria. La rabbia più grande il demonio l’ha manifestata quando Dio ha deciso di inviare sulla terra il proprio Figlio: da quel momento ha rifiutato radicalmente il progetto dell’incarnazione. Ma prova avversione anche verso i Santi, soprattutto quelli che hanno ottenuto la vittoria contro il Maligno, tra questi Sant’Antonio Abate, San Francesco, Santa Gemma Galgani, il Santo Curato D’Ars, San Pio da Pietrelcina e San Giovanni Paolo II, un Papa molto temuto dal demonio.
Oggi, il diavolo odia chi intraprende un cammino di ascesi e si propone di vivere una vita santa, chi esercita un ministero nella Chiesa, chi si dedica a opere di carità, chi persevera sulla via del bene ed è disposto a perdonare, mentre nel diavolo c’è solo odio. Nell’uomo permangono ancora molti difetti ma, se rimane fermo nel suo proposito di manifestarsi fedele ai comandamenti, il diavolo non può nulla contro lui.
(Dal libro In viaggio con l’esorcista)

La tv ha il potere di plasmare la realtà


La tv ha il potere di plasmare la realtà

Padre Gabriele Amorth, il noto esorcista modenese, recentemente scomparso, amava ripetere che quando cade la fede aumenta la superstizione e anche chi si ispira a una cultura laicista e illuminista, che taccia la Chiesa di ritornare al passato e al periodo oscuro del Medioevo, finisce per andare dai maghi. Non si capisce infatti perché dodici milioni di italiani ogni anno si rivolgono a maghi e fattucchiere per chiedere un consulto. C’è chi sostiene che il mondo mediatico in generale allontana dalla presenza di Cristo. L’hanno capito bene coloro che preparano i palinsesti delle tv, sia di quelle di Stato sia di quelle commerciali. La televisione passa ciò che la gente vuole, ma non solo, abbindola le menti come vuole anche con false notizie nei tg.
Secondo Padre Amorth, la tv ha il potere di plasmare la realtà. C’è di più: grazie ai nuovi mezzi di comunicazione di massa una notizia diventa immediatamente di dominio pubblico per cui posso vedere in diretta immagini di guerra, di stragi o condividere con il resto del mondo ciò che vi è di più caro e privato in una famiglia.
Ci sono però due fenomeni che rappresentano un vero pericolo per la società ea cui noi non diamo il giusto peso: il relativismo e il secolarismo. A questo riguardo  mi viene in soccorso il pensiero lucido e fine di Benedetto XVl il quale, più volte, ha richiamato a una attenta riflessione dato che questo pericolo incombe anche a una attenta riflessione dato che questo pericolo incombe anche sui credenti: La fede cristiana, operosa nella carità e forte nella speranza, non limita, ma umanizza la vita, anzi la rende pienamente umana.
Con la fede cambia veramente tutto per noi. La de “non è qualcosa di estraneo, di staccato dalla vita concreta, ma ne è l’anima” e insegna che “solo nell’amore consiste ka pienezza dell’uomo” in un tempo in cui le “ trasformazioni culturali in atto mostrano spesso tante forme di barbarie, che passano sotto il segno di conquiste di civiltà”.
E’ un dovere della Chiesa trasmettere la fede, comunicare il Vangelo affinché le verità cristiane siano luce nelle nuove trasformazioni culturali, e i cristiani siano capaci di rendere ragione della speranza che portano.

IL DIAVOLO HA PAURA DI DIO


IL DIAVOLO HA PAURA DI DIO

      Il diavolo ha paura di Dio e della forza che la Chiesa esercita in virtù dei poteri a lei conferiti da Cristo?
Vi sembra strano: il diavolo è un grande teologo, eppure quando il demonio tentò Dio che si era incarnato, cercò di convincersi che Dio non era buono così come credeva. Sapeva anche che Dio non può peccare ma lo tentò lo stesso. Immaginate se Dio avesse commesso anche un solo peccato, sarebbe caduta per sempre quella linea di separazione e di demarcazione tra bene e male. Invece Dio è garante di questa distinzione.
Ecco perché il demonio ha paura di Dio, perché sa che non può peccare. Nonostante le proprie astuzie, il demonio non riesce a farlo peccare una sola volta, è un’impresa impossibile e questo gli fa capire che non è onnipotente e che rimane pur sempre una creatura sottoposta all’autorità di Dio. Quando un ministro della Chiesa, in questo caso l’esorcista, agisce, non lo fa mai a titolo personale, ma in nome di Cristo e della Chiesa. Anche se fosse la persona più imperfetta, meno brillante e meno intelligente, ma molto umile, l’esorcista, quando agisce, sa che uscirà vincitore dalla lotta perché Cristo lo ha rassicurato: Non abbiate paura, io ho vinto il mondo.
Premesso che il potere di cacciare i demoni viene soltanto da Dio, Cristo però ha comunicato questo potere agli apostoli, come riferisce l’evangelista Matteo nel discorso apostolico: Chiamati a sé i dodici discepoli, diede loro il potere di schiacciare gli spiriti immondi e di guarire ogni sorta di malattie e d’infermità.
I nomi dei dodici sono : primo Simone, chiamato Pietro, e andrea, suo fratello; Giacomo di Zebedèo e Giovanni suo fratello, Filippo e Bartolomeo, Tommaso e Matteo il pubblicano, Giacomo di Alfeo e Taddeo, Simone il Cananeo e Giuda L’Iscariota, che poi tradì. Questi dodici Gesù li inviò dopo averli così istruiti: Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani; rivolgetevi piuttosto alla pecore perdute della casa d’Israele. E strada facendo, predicate che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, sanate i lebbrosi, cacciate i demoni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. (Mt 10,1-8).

(Dal libro In viaggio con l’esorcista)



NON AUGURIAMO MAI IL MALE A NESSUNO


NON AUGURIAMO MAI IL MALE A NESSUNO

COME LA BENEDIZIONE BENEDICE, LA MALEDIZIONE DEVASTA, CONDIVIDO 
PADRE GABRIELE AMORTH

Ero nell’ufficio parrocchiale quando sono entrate due donne: la prima la conoscevo bene, ma l’altra non l’avevo mai vista. Quella che conoscevo mi ha detto:
“ Padre, questa donna ha bisogno di lei”.
Mi sono rivolto alla nuova venuta e le ho chiesto per quale motivo si era rivolta a me. La fissavo in faccia; faceva strani segni con gli occhi e con le mani. Già mi era venuto in mente chi potesse essere e le ho detto:
“Signora, di chi ha paura? Qui non c’è il demonio, qui c’è Cristo Signore”.
E le ho messo davanti agli occhi il Crocifisso che tengo sulla scrivania. A quel punto l’agitazione della donna si è fatta violenta, ma ero preparato al peggio e le ho gridato:
“Ma tu sei una maga! Che cosa vuoi da Dio?”.
Dapprima è rimasta sorpresa, e poi mi ha detto :
“Voglio essere liberata dal demonio perché il mio uomo sta morendo”.
Le ho risposto in tono perentorio:
“Di che cosa sta morendo il tuo uomo? Forse gli hai fatto una fattura o gli hai mandato una maledizione?”.

E lei tra le lacrime mi ha risposto che gli aveva gridato, con cattiveria:
“Ti pigliasse una cancrena!”.
Quella maledizione era giunta a segno e il suo uomo stava in ospedale morente, in camera di rianimazione.

Con voce severa le ho detto:
“Io non sono un santo e non faccio miracoli; sono un esorcista che, con l’aiuto e nel nome di Dio, scaccio i demoni. Ma la vita al tuo uomo non posso restituirla”.
A questo punto la donna ha fatto un balzo tale da salire in ginocchio sulla scrivania e ha allungato le braccia con l’intenzione di afferrarlo per il collo. Ero preparato a quella reazione del demonio e ho fatto in tempo a gridare:
“satana, in nome di Dio, fermati!”.
Ella, con gli occhi sbarrati e con la bocca spalancata, pur tenendo ancora le braccia tese verso il mio collo, è rimasta immobile: Dio mi aveva protetto. Allora ho gridato al demonio:
”In Nome di Dio, satana, ti ordino di non muoverti da questa posizione”.
Sono andato in Chiesa, ho messo la teca sul petto. Quando sono tornato nell’ufficio parrocchiale la donna era ancora nella posizione in cui l’avevo lasciata. Le ho ordinato di scendere dalla scrivania, di non tentare di avvicinarsi a me più di quella distanza di quando stava seduta. Con l’Ostia consacrata ero più tranquillo e con voce risoluta le ho detto:
“Invece di piangere per il tuo uomo, dovresti piangere per le tante persone alle quali in vent’anni di carriera hai fatto del male”.
Ella con voce cavernosa mi ha gridato:
“Se il mio uomo muore farò del male a tutta la città”.
Io mi sono alzato di scatto, l’ho afferrata per le spalle e l’ho spinta fuori dall’ufficio e dalla chiesa gridandole:
“Con l’odio che hai nel cuore non sei degna di stare qui”.
Allora la donna che l’accompagnava mi ha detto:
“Padre, lei tratta tutti con gentilezza e non manda via quelli che sono posseduti dal demonio. Come mai quella lì l’ha cacciata via in malo modo?”.
Le ho risposto:
“Noi esorcisti possiamo aiutare a liberarsi dalla possessione demoniaca solo quelli che lo desiderano. Ma chi ha l’odio nel cuore non desidera essere liberato. E poi sta certa che entro un’ora la maga verrà di nuovo qui”.
Infatti poco dopo ella è ritornata e le ho detto che se voleva che le facessi l’esorcismo doveva darmi la dimostrazione che voleva essere liberata, portandomi tutto quello che aveva di magico. Alle 15 ho riaperto la Chiesa e ho visto che le due donne stavano lì ad aspettarmi; avevano due grosse borse mi ha fatto rabbrividire: oltre ad attrezzi vari, come vassoi per bruciare l’incenso, c’erano candele rosse e nere, chiodi, spilli, limoni, fotografie da cui ritagliare il ritratto di una persona; e poi decine e decine di fatture già fatte. C’erano inoltre libri sulla magia, sulla stregoneria, sulle fatture, sulle messe nere, sulle orge sataniche e tante altre cose. Dopo aver cosparso il tutto per bene con l’acqua benedetta e dopo aver invocato Dio perché annullasse ogni maleficio, ho chiuso tutta quella roba in un armadio affinché nessuno la potesse trovare. Poi ho inviato la maga a tornare la sera con quattro uomini, quando la chiesa era chiusa. Sono arrivati puntuali. Mi ero reso conto che non era necessario consultare uno psichiatra, tanto era chiara la presenza demoniaca . Ho indossato i paramenti sacri e ho cominciato l’esorcismo. Ho subito comandato al demonio di non fare del male ad alcuno dei presenti, di non avvicinarsi a nessuno, di star lontano almeno mezzo metro da ognuno. Poi ho iniziato il rito. Ogni tanto la maga scattava in piedi, urlava, bestemmiava; io facevo finta di non sentirla. Ella allungava le mani intorno a sé, ma non toccava nessuno, tanto che il demonio ha urlato:
“Che avete messo qui davanti? Non riesco a passare!”.
Il demonio interrompeva spesso la preghiera; diceva che loro erano in tredici, mentre io ero solo e non sarei mai riuscito a cacciarli via. Gli comandavo in nome di Dio di tacere; e a quest’ordine si infuriava, e una volta mi ha gridato:
“Ma che cosa hai messo fra te e me? Una lastra di cristallo?”
Alla fine mi ha detto :
“Ma smettila! Lei non vuole essere liberata; altrimenti ti avrebbe portato tutto; invece nell’armadio della sua camera ha due borse di fattura già fatte e pronte per essere spedite”.
A questo punto la donna ha affermato di essere stanca, di non poter resistere più. Ho colto l’occasione per troncare l’esorcismo dicendole:
“Con i demoni stanchi io non combatto. Proseguiremo domani, ma a condizione che tu domani mattina mi porti le due buste di fatture che, a quanto mi ha detto il demonio, tieni nascoste nell’armadio. Ti aspetto domani alle sette”. L’indomani alle sette precise era davanti alla porta della chiesa con le borse; e piangendo mi ha detto:
“Il mio uomo sta morendo. Lo hanno messo nel polmone d’acciaio”.
Io le ho detto:
“Ora vai in ospedale a trovare il tuo uomo; ma a lui ci penserà Dio. Ritornerai questa sera alle 20, con gli uomini che ti hanno accompagnata ieri”.
Alle 19 erano già tutti in chiesa. Ho chiuso le porte, ho indossato i paramenti e mi sono preparato per la lotta. La maga non faceva altro che ripetermi di fare presto, perché i dottori avevano dato al suo uomo un’ora di vita. Ho recitato poche preghiere, poi ho ripreso subito l’esorcismo imperativo. A un certo punto, urlando, la donna ha cominciato a vomitare; dalla bocca è uscito un grumo di terra marrone e saliva. Mentre lo aspergevo con acqua benedetta, contavo; questo è il primo demonio. Seguitavo a pregare, a dare ordini, e uno dopo l’altro sono usciti altri dodici demoni. Allora una voce cavernosa mi ha gridato:
“io sono satana; non riuscirai a cacciarmi”.
Ho guardato l’orologio e ho visto che mezzanotte era passata da una decina di minuti. Ho detto:
“Già siamo nella festa dell’Immacolata Concezione. Satana, in Nome di Maria Santissima Immacolata ti ordino di uscire da questa donna e di andare dove Dio ti ha comandato di andare”.
Ho ripetuto questo comando una decina di volte, fino a quando la rauca voce del demone si è fatta di nuovo sentire:
“Basta con quel Nome, Non lo voglio più sentire!”. Ho risposto:
“demonio, quel Nome lo ripeterò per tutta la notte; se non vuoi sentirmi nominare il Nome di Maria Santissima Immacolata, Madre di Gesù, esci da questa donna e vattene via”.
Allora la maga ha ricominciato a vomitare, e dopo un urlo è caduta a terra svenuta. Era finalmente libera da tutti i demoni. Ci siamo messi a fare pulizia, mentre la maga dormiva. Usavo acqua benedetta, con molto alcool nel secchio; poi ho dato fuoco a un foglio e l’ho buttato sui residui vomitati con l’uscita dei tredici diavoli. Solo quando tutto era pulito ho ordinato alla maga, in nome di Dio, di alzarsi. Si è alzata molto lentamente, come se il demonio l’avesse fatta a pezzi. Le ho detto che quella mattina l’aspettavo in chiesa; si doveva confessare e comunicare. Così fu fatto.
Dopo pochi giorni, mentre mi trovavo in una casa per una preghiera di liberazione, ha squillato il telefono. La padrona è andata a rispondere e poi è venuta di corsa a riferirmi:
“Quella signora (che era una maga) mi ha detto di riferirle che suo marito sta bene. I medici, il giorno dell’Immacolata, sono rimasti stupiti: credevano di trovare il paziente morto e invece l’hanno trovato che stava meglio e voleva mangiare. Poi l’hanno riportato in corsia; migliorava a vista d’occhio e mangiava regolarmente. Prima di Natale è tornato a casa guarito”.

Il giorno di Natale marito e moglie erano in chiesa. Poi sono venuti nell’ufficio parrocchiale a ringraziarmi, si sono confessati e hanno fatto la comunione.