IL
POTERE DEL DIAVOLO SULLA NATURA
San
Tommaso D’Aquino sostiene che anche gli angeli, buoni o cattivi,
possono… per esempio condensare le nubi in pioggia e altre cose del
genere.
In
una giornata tersa e senza nubi ero in viaggio verso un santuario
mariano quando, pochi minuti prima dell’arrivo, si scatenò un
furioso temporale. Non riuscivo a capire come fosse possibile in
quella magnifica giornata di sole. Quando gli elementi si placarono,
raggiunsi il luogo delle apparizioni. Subito dopo arrivò una donna
che cominciò ad imprecare con voce maschile, cavernosa e beffarda
contro la Madre di Dio, suscitando l’apprensione generale. Si
trattava di un’indemoniata in cerca di liberazione, accompagnata
dai parenti. Il diavolo, tra l’altro, dichiarò per suo mezzo, con
un ghigno di soddisfazione:
Sul momento non diedi peso alla cosa,
perché il demonio è menzognero e non sapevo che potesse realmente
influire sul clima, cosa che scoprii più tardi. Dio, che detiene il
potere incontrastato su tutta la creazione, ha però il potere di
impedirglielo e, come attesa il Vangelo, può fermare il vento e le
tempeste.
Avete
visto? Vi ho rovinato la festa con un bel temporale!.
L’esorcista
Gilles Jeanguenin fornisce un esempio dell’influsso diabolico sul
clima, tratto dalla vita di San Francesco di Sales. Il 29 novembre
1596, il santo vescovo di Ginevra attraversava le Alpi con il suo
domestico per andare a celebrare la messa nel paese di Thonon. A metà
strada i due viandanti furono sorpresi da una tempesta di neve così
violenta da far temere per la loro vita. Sospettando un’opera
diabolica, il santo proferì un esorcismo. La tempesta si placò
all’istante e i due giunsero a destinazione, tramortiti ma
incolumi.
Non
è raro trovare racconti analoghi nelle biografie dei santi: il
diavolo si scatena contro i servitori di Dio, o infesta determinati
luoghi, per impedire loro di operare il bene.
L’esorcista
spagnolo José Antonio Fortea racconta che un giorno una bufera di
vento improvvisa e violenta scoperchiò parzialmente il tetto della
chiesa in cui stava esorcizzando una persona. Il fenomeno colpì
esclusivamente l’edificio in cui svolgeva il rito, ma non interessò
i fabbricati circostanti e non venne rivelato dalla stazione
meteorologica locale, ragion per cui l’assicurazione si rifiutò di
risarcire i danni causati dal singolare “evento atmosferico”.