Questi
sette corpi sono a loro volta raggruppati nell'equivalente teoria dei
tre corpi o piani (materiale, sottile e causante): "Il
corpo materiale, sottile e causante non sono entità distinte ma tre
dimensioni di una stessa entità... 'sedi' della conoscenza... Il
corpo materiale corrisponde alla comune coscienza di veglia, con la
relativa esperienza del mondo come mondo fisico e fenomenico. Questa
è la 'sede' propria all'Io comune. Gli altri due corpi, cioè le
altre due dimensioni della corporeità, non sono percepibili
inquantochè nella vita dell'uomo comune il piano sottile corrisponde
alla condizione del sogno, lo stato causante, ad esso sovraordinato,
corrisponde alla condizione del sonno senza sogni o sonno profondo...
Le dimensioni profonde transfisiologiche della corporeità sono
dunque sbarrate alla coscienza desta dell'uomo comune; questi non
conosce lo stato rajasico della corporeità come energia (corpo
sottile), nè lo stato sattvico di essa, come puro atto (corpo
causante)... subisce lo stato tamasico della corporeità… Ebbene
le tecniche dell'Hata-Yoga mirano appunto a rimuovere questo
sbarramento a dischiudere la corporeità spirituale…
ciò
comporta lo sviluppo di una supercoscienza... non una sottocoscienza
medianica [???]...
L'assurdità della psicanalisi raggiunge il limite quando Jung
presume di indicare il contenuto scientifico dello Yoga... Ma lo Yoga
non vuol guarire nessun malato [solo
divinizzarlo!!!]...
Già a livello del corpo sottile affiorerebbe la coscienza samsarica
ossia la coscienza di un flusso di una singola vita rappresenta
unicamente una sezione particolare. Al livello del corpo causante la
coscienzasi estende poi verticalemtne agli stati multipli dell'essere
fino al piano dove non esiste cambiamento nè divenire" (Julius
Evola, Lo Yoga della potenza, ed Mediterranee, Roma 2006,
pp.165-168).
La
kundalini o KI o prana sarebbe la "energia" sessuale
sprigionata, primariamente, dalla sacra copulazione o maithuna
tra
Shakti
e Shiva.
Afferma Mircea Eliade: «Pratica
tantrica del maituhuna: 1)nuda ogni donna incarna la Natura, la
prakrti La si dovrà contemplare con la stessa ammirazione e distacco
che si pone nel considerare l’impenetrabile mistero della Natura,
il suo potere infinito
di creazione. La nudità rituale della yogini possiede un valore
mistico in quanto tale; 2)la seconda fase consisterà nella
trasformazione della Donna-prakrti nell’incarnazione della Shakti:
la compagna del rito diviene una dea, come lo yogin incarna il Dio
[…] la yogini è una giovane donna istruita dal guru e il cui corpo
viene consacrato. L’unione sessuale diviene così un rituale, il
maithuna, per mezzo del quale la coppia umana si trasforma in coppia
divina. Il pranayama (dominio del prana) che è la disciplina della
respirazione e il dharana (la concentrazione) non sono altro che i
mezzi attraverso i quali, durante il maithuna, si giunge
all’immobilità e all’estinzione del pensiero, la suprema grande
felicità che è la scoperta dell’Unità. Fisiologicamente
parlando, il samasara (lo stesso gusto) si ottiene durante il
maithuna, ogniqualvolta il seme dell’uomo (sukra) e il rajas (rosso
succo del mestruo) della donna permangono nella loro immobilità; mai
il maithuna si deve concludere con l’emissione seminale […] I
seguaci del tantrismo, “tantra” in sanscrito significa “ordito”
o “tela”, si dividono abitualmente in due indirizzi: 1)i samayin
che credono alla identità di Shiva e della Shakti che cercano di
risvegliare la kundalini per mezzo di esercizi spirituali; 2)i kaula,
che venerano la kaulini (cioè la kundalini), e che si dedicano a
pratiche concrete […] Il vocabolario erotico della letteratura
tantrica è ambiguo […] I testi tantrici ripetono spesso questo
adagio: “Con quegli stessi atti che fanno bruciare per milioni di
anni alcuni uomini all’inferno, lo yogin ottiene la liberazione”
[…] Si tratta del fondamento stesso dello yoga esposto da Krishna
nella Bhagavadgita: “Colui che non è sopraffatto dall’egoismo,
la cui mente non è turbata, quand’anche uccidesse tutte le
creature, egli non uccide, e non si grava di alcuna catena”
(XVIII,17) […] Buddha
stesso praticando il maithuna era riuscito a vincere il demone Mara,
e, sempre per mezzo di quella TECNICA, era diventato onnisciente e
SIGNORE DELLE FORZE MAGICHE […]
Ogni congiunzione dei contrari (Shiva-Shakti, Buddha-Shakti,
Krishna-Radha) determina una rottura di livello e conduce alla
riscoperta della “spontaneità primordiale” […] Viene esaltato
l’amore adultero, l’amore illegittimo e la masturbazione […] Il
seme non deve essere emesso altrimenti lo yogin ricade sotto la legge
del Tempo e della Morte come qualsiasi volgare libertino, invece di
raggiungere lo stato di Nirvana, il Samsara, l’esperienza
paradossale dell’UNITA’ […]
Si scopre lo stato di sahaja trascendendo la dualità e diventando
MAGO […] Il seguace del tantrismo vuole accedere sperimentalmente
allo stato del NON-DUALE […] I testi buddhisti attraverso due
coppie di contrari, prajna-upaya e sunya-karuna, arrivano alla
situazione di BODHISATTVA in cui metafisicamente la persona non
esiste più, esiste solo un aggregato di elementi […] La
congiunzione degli opposti costituisce il superamento del mondo
fenomenico, e l’abolizione di ogni esperienza di dualità […]
L’immortalità non si può ottenere se non arrestando la
manifestazione, dunque il processo di dissoluzione; occorre andare
controcorrente […] Nella Hathayoga si unisce il Sole e la Luna,
Shakti (kundalini) e Shiva nel proprio corpo si ottiene l’inversione
del processo cosmico e la regressione allo stato indifferenziato
della Totalità prima; dal punto di vista fisiologico la congiunzione
di Sole e Luna si traduce nell’unione di prana e apana (ispirazione
e espirazione) una fusione dei soffi vitali per ottenere il loro
arresto; infine l’unione sessuale per mezzo di una certa pratica
'vajroli mudra' (riassorbimento o risalita del seme già emesso)...
Nella 'Hatha-Yoga', 'Ha' corrisponde alla corrente 'prana', 'tha'
alla corrente 'apana' e la parola 'Hatha' indicherebbe il 'segreto di
questo yoga', l'unificazione delle due correnti… Prana
in relazione alla funzione respiratoria e apana con le funzione
secretivo-eiettive quindi anche, nell'uomo, con la eieculazione del
seme... Prana tende verso l'alto, apana verso il basso... ed è
possibile con un procedimento yogico segreto, il mulabhanda, che
presuppone il dominio delle 'correnti sottili' dl proprio corpo,
invertire la direzione naturale delle due correnti prana e apana»
(Cfr.
M. Eliade, Sull’erotica
mistica indiana e altri scritti, pp.9-22.171).
Ma avverte Julius Evola, "la
metafisica tantrica e in parte quella indù in genere sono tali da
non lasciare posto a valori morali e a leggi morali dandone una
validità intrinseca come nelle filosofie occidentali...
ma ogni valore e ogni legge hanno invece senso solamente per un certo
dominio dell'esistenza condizionata nel quale esprimono unicamente la
forma del potere che lo regge [relativismo marale]" (Julius
Evola, Lo
Yoga della potenza,
ed Mediterranee, Roma 2006, p.210).
Ovviamente
la kundalini
o
Shakti
è
l'energia sessuale attiva del tantrismo o magia sessuale cerimoniale
orientale che dovrebbe portare l'uomo all'autodivinizzazione o
all'autofecondazione mediante la azione dinamica della kundalini
o
Shakti
che
avvinghiata in lui come è avvinghiata, nella iconografia tantrica,
su Shiva-statico compie i movimenti dell'accoppiamento. Infatti nel
tantrismo, dice Julius Evola famoso antropologo del '900, "il
simbolismo di Shiva e Shakti è l'unione sessuale... dalla quale
procede l'universo... il punto di partenza è il riconoscimento che
della realtà di ogni essere e di ogni forma, il principio e la
misura sono una energia, un potere agente... la Shakti è l'eterna
energia [attiva]...
creatrice, reggitrice e distruttrice del mondo... Onde è detto nei
Tantra: 'O Devi (Shakti), la liberazione senza la conoscenza della
Shakti è un mera burla'... il simbolismo di Shiva e di Shakti è una
unione sessuale caratterizzata dal fatto che il maschio sta seduto
immobile, ed è la donna che, avvinghiata, compie i movimenti
dell'atto sessuale" (Julius
Evola, Lo
Yoga della potenza,
ed Mediterranee, Roma 2006, pp.39.40.43.45).
L'IMMAGINE DELLA MADONNA DELLA LUNA E IL SERPENTE SOTTO I PIEDI HA UN RIFERIMENTO DIVERSO PER QUELLI CHE PRATICANO YOGA, ESOTERISMO... MA PER NOI CATTOLICI HA UN SIGNIFICATO E INSEGNAMENTO CATTOLICO..
In
termini più esplici la stessa magia sessuale cerimoniale viene
attualmente praticata, purtroppo, anche in Occidente recuperando il
falso mito dei culti barbari della fertilità o orgiastici - vedi i
Baccanali, il rituale celtico di Beltane, i culti alle dee Iside o
Astarte o Diana o Ishtar o Venere - che erano violenza carnale e
pedofilia di 'stato' con umiliazione della dignità umana della
donna, in cui erano presenti anche personificazioni umane del dio
cornuto - Bacco, Cerunno, Dioniso - che con la balla del "sesso
come tramite di collegamento con la Divinità" violentavano
in lungo e in largo. Questi personaggi vedono il sesso come una
"energia
magica" capace
di risvegliare entità [che sono demoni], attraverso la tecnica della
forma pensiero o dei sigilli magici che si avvalgono della
masturbazione e del sesso rituale che mercifica il partner, per
ottenere ciò che si desidera. Afferma una "conoscitrice
di magia pratica":
"Il
momento del concepimento [eros]
e
quello della morte [thànatos]
sono
quelli in cui l'essere umano riesce a produrre in sè la massima
concentrazione di energia: le uccisioni rituali, così come i riti di
carattere sessuale, servono a creare la condizione adatta per
stabilire un contatto con la potenza divina creatrice/distruttrice...
considero il primo fra tutti, l'utilizzo dell'Eros come mezzo di
elezione per cibare gli dèi... sesso e cibo possono diventare una
potente forma di energia... con la pratica di magia sessuale detta
'eucaristica'... dovete formulare le vostre richieste al momento
opportuno [l'orgasmo]...
dobbiamo solo decidere cosa vogliamo ottenere... ci si può legare
[con
un rito] alla
persona prescelta... tramite l'evocazione di Archetipi [entità
pagane]...
nel momento dell'evocazione occorre fondersi con l'entità evocata...
con le immagine mentali evocate si crea un aggancio astrale con le
entità del Grimorio [libro
magico personalizzato di entità da evocare]...
l'importante è che vi sentiate l'entità evocata... La forza vitale
è l'energia orgasmica o magnetica... con cui caricare il sigillo
magico... Le pratiche sessuali consapevoli aiutano ad entrare in
contatto con le nostre potenzialità magico-curative, e ci permettono
(come bene sanno i culturi del Tantra) di avere un assaggio della
divina trascendenza" (Cfr.
Doriana Dellepiane, Magia
sessuale: manuale di iniziazione,
Roma 2005, pp.26.36.38.46.47.54.55.60.102). Ovvio che nello Yoga e
nel tantrismo "le
relazioni sono attestate fra la kundalini e il sesso in quanto le
pratiche magiche sessuali comportano il risveglio momentaneo di
questa forza; dette
relazioni sono da considerare nel campo della fisiologia superfisica
[sottile o medianitca]"... e il simbolismo tantrico raffigura
Shakti nell'uomo a livello della 'terra', nel chakra del muladhara,
come una serpe avvolta intorno al pene di Shiva chiudente con la sua
testa l'orifizio di questo fallo... il lingam o fallo privo di
appoggio avente in sè il proprio principio... Ognuno dei primi sei
chakra viene anche presentato come la sede di un dio con la sua
shakti... Il simbolo costituito da Shiva
immobile portatore di scettro [magico]abbracciato dalla Shakti come
una veste di fiamma, trova ora la sua traduzione nel binomio
costituito dalla supersaturazione pranica del corpo e dal potere
centrale che anima e proietta le figure, i simboli e i mantra atti
allo scopo...
in alcuni ambienti l'aspetto shaktico viene intensificato mediante
procedimenti [anche
masturbatorii] di
cui si è detto a proposito del rituale sessuale [maithuna]...
Uno di questi procedimenti consiste infatti nel visualizzare
[forme pensiero o sigilli magici] davanti
a sè la 'sposa occulta' o Shakti come una figura femminile reale
dotata di tutti i tratti fascinosi capace di destare un veemente acre
desiderio...
per poi riassorbire la figura in sè"(Julius
Evola, Lo
Yoga della potenza,
ed Mediterranee, Roma 2006, pp.169-170.174.194). Quindi
trattasi di un delirio magico sessuale autofecondatorio per una
autogenerazione all'incorrutibilità per diventare "dio"
conquistando lo scettro magico di Shiva per comandare i "Deva".
Occorrerebbe
cambiare la polarità dell'energia trasformandola da rivolta 'verso
terra', nella procreazione con il versamento del seme, e quindi alla
ricaduta nel samsara,
a rivolta 'verso l'alto' con il risveglio della Shakti
o kundalini fino
all'unione sussuale nel settimo chakra,
al di sopra del capo (sahasrara),
nella "trascendenza" [meglio nel preternaturale] di Shiva
con Shakti. Nell'ascesa della kundalini o Shakti lungo la inesistente
sushumna,
per mezzo dell'Hata-Yoga o altre techiche esoteriche orientali, si
assumerebbe il corpo di altrettanti "dei" [archetipo di
Carl Jung o dei maghi sessuali] sviluppando così poteri
inimmaginabili e, come dicono i tantrici, "facendo
entrare i buddha [poteri]
nei
chakra del corpo" e
potendeoli controllare con "mantra" ad hoc. Dal punto di
vista magico il potere acquistato di un elemento fuori di sè
porterebbe ad un dominio delle manifestazioni di quell'elemento nel
mondo esterno fenomenico. Questi sarebbero i poteri racchiusi nel
macrocosmo con cui lo yogi
o
anche il mago o la strega verrebbero a contatto. Tre sarebbero le
tappe del procedimento: 1)risveglio kundalini
o
"potere serpentino" e superamento della crisi conseguente;
2)volersi fondere con la kundalini;
3)controllare la kundalini
nei
vari chakra.
La kundalini
sarebbe
il serpente arrotolato sullo 'Albero di Vita' o 'Fuoco della morte' o
Sushumna
(condotto
o via assiale della corporeità occulta lungo la quale viene fatta
ascendere kundalini
dopo
che è stata ridestata). Secondo i testi "non
è detto che coloro che sono giunti a destare la kundalini siano
capaci di portare al termine il processo; in realtà sono pochissimi"
(Julius
Evola, Lo
Yoga della potenza,
ed Mediterranee, Roma 2006, p.205).
In
particolare nell'organismo sottile o occulto dello yogi
vi
sarebbero due arterie energetiche opposte rispetto alla spina dorsale
chiamate Ida,
a carattere shakti-lunare di colore rosa pallido, e Pingala
a
carattaere shiva-solare di colore rosso accesso. Entrambe
partirebbero dal primo chakra,
il muladhara,
intrecciandosi serpentinamente intorno alla colonna vertebrale in
modo da interferire o incrociarsi 5 volte in corrispondenza dei 5
chakras del tronco. Ida
partirebbe
dal testicolo destro e comunicherebbe con la narice sinistra mentre
Pingala
partirebbe
dal testicolo sinistro terminando nella narice destra.
Mantenendo
le asana
(posizioni
rituali con la consapevolezza di essere una "statua
viva di un dio")
mediante il pranayama
si
"arresta
il moto di inspirazione e di espirazione" (Patanjali,
Yogasutra,
II, 49), supersaturando pranicamente il corpo e così arrestando le
correnti praniche si fonde il prana
(responsabile
della respirazione in senso "sottile") e l'apana
(responsabile
della eieculazione) ottenendo l'arresto
di Pingala
e
Ida
e
la loro congiunzione nella sushumna
che
genera la chiusura del circuito elettrico interno delle correnti
praniche,
un 'vortice fluidico' che condensantosi provoca l'accensione del
fuoco della kundalini
che
come "tanti
raggi di luce irradiano tutti i pori e i chakra del corpo sottile
nell'espirare e vi rientrano nell'inspirare saturando tutto
l'organismo... con la produzione
di calore magico" per
la "distruzione
dell'io" e
il raggiungimento della "dimora
che si regge senza sostegno".
E'
un vero delirio di onnipotenza. "La
congiunzione dei tre fiumi (pingala, ida e sushumna) fa del
siddha-yogi superiore ad ogni colpa; per lui non esiste karma, non
esiste nè peccato, nè virtù, nè cielo, nè rinascita, non esiste
per lui cosa che debba essere fatta o non essere fatta"
(Julius
Evola, Lo
Yoga della potenza,
ed Mediterranee, Roma 2006, p.210).
In
questo modo l'espiro (apana)
e l'inspiro (prana)
degli esseri che vivono nel tempo, schiavi del divenire ciclico del
samsara,
viene divorato e lo yogi
oltrepassa
la coscienza finita condizionata dal corpo fisico. Si provoca il
congiungimento rituale o archetipo dell'uomo quale incarnazione di
Shiva
con
la donna quale incarnazione di Shakti
provocando
una "rottura
folgorativa di livello".
Così ogni dualità prana-apana
e Ida e Pingala viene
divorata dall'unica forza, la kundalini,
che scorre nella sushumna.
Si dice appunto che "sushumna
divora il tempo". Varcata
la "soglia del Brahman" lo yogi abbandona lo stato
samsarico dell'esistenza... si appropria dell'albero della vita del
racconto biblico di Genesi al capitolo 3 con tanto di serpente
parlante, satana alias kundalini,
che dice di poter dare l'autodivinizzazione a buon mercato...
basterebbe strofinare la lampada di aladino delle teniche olistiche
orientali. "Lo
scopo di tutte queste pratiche è che il corpo divenga un
condensatore supersaturo di energia pranica". (Cfr.
Julius Evola, Lo
Yoga della potenza,
ed Mediterranee, Roma 2006, p.171s). Ma
"i
maestri dello yoga avvertono che se non c'è una purificazione
preliminare ogni scoria agisce come una sorta di 'trasformatore
vampirico' della forza ridestata; questa forza va a pascere dei
'demoni'... si risvegliano i principi karmici contenuti nei chakra...
con possibili effetti di remote azioni della manifestazione di enti
avidi di vita con i quali sono stati stipulati oscuri patti... è
possibile che per tale via dei destini tragici si compiano... ma ogni
yogi si innalza [???]
al
di sopra della condizione umana" (Julius
Evola, Lo
Yoga della potenza,
ed Mediterranee, Roma 2006, pp.200-203).
La
ricerca del potere e del dominio (cratofania) immaginando un mondo
virtuale, quello dei "corpi sottili", rifiutando la dura
realtà dell'uomo dipendente da tutto (Dio, prossimo, cosmo), è
l'escamotage attraverso il quale si immagina, da parte dello yogi e
del tantrico, un "potere autodivinizzante" che non si
possiede.
"Sta
di fatto che a livello del puto yoga l'acquisizione dei poteri va
parallela al naturale venir meno di tutti gli istinti e di tutte le
passioni che condurrebbero un uomo comune, un pushu [Harry
Potter direbbe "babbano"], a
usarli. Lo yogi semplicemente non interessano tali attività tranne
che in particolari congiunture. In ciò si può forse indicare la
differenza fra il piano dei vira e della Via della Mano Sinistra e
quello dei divya; se l'ideale tantrico della coesistenza della
liberazione con il godimento, ossia con l'aprirsi ad ogni esperienza
nel mondo, può spingere eventualmente il vira ad una prassi nella
quale eserciti il suo potere 'al di là del bene e del male', il
divya, cioè lo yogi in senso stretto, si trova troppo in alto per
mettersi su una via del genere affermandosi nel campo di azioni
visibili… Per
lo Yogasutra di Patanjali è convinzione generale che uno vero yoga,
di qualunque tipo esso sia. comporta sempre l'acquisizione di poteri
sovranormali. In
particolare nei Tantra si parla di queste cinque siddhi: uccatam,
ossia allontanare o respingere; vashikaranam, soggiogare le mente e
le forze; stambhanam, arrestare (ad esempio, arrestare un temporale,
togliere la parola ad una persona); vidveshanam, suscitare lotte e
discordie; svastyayanam, proteggere, soccorrere, guarire. Si
è già accennato che il risveglio di ogni chakra conferirebbe poteri
sugli elementi che vi corrispondono. Ad
esempio, il risveglio del svadhishthana-chakra [2°
chakra che si trova in corrispondenza dei genitali è la sede propria
della Shakti] renderebbe
possibile, in determinate condizioni, sospendere il potere del fuoco
(immunità del corpo dal fuoco) o il suscitarlo senza i determinismi
normalmente richiesti dalla sua manifestazione... a mezzo del chakra
della terra [1°
chakra
o muladhara,
tra l'osso sacro e i genitali] si
acquista una forza materiale sovranormale; a mezzo del chakra
dell'acqua si potrebbe infondere nel corpo una forza di giovinezza e
neutralizzare i processi di invecchiamento e di decadimento organico;
a mezzo del chakra del fuoco si raggiungerebbe il potere di
trasmutare e dissolvere le sostanze; a mezzo del chakra dell'aria si
otterebbe il potere di levitazione da un lato, dall'alto il potere di
velocità, sia fisica, sia di una proiezione di un'immagine di sè
nel luogo evocato dal pensiero (bilocazione); a mezzo dell'etere, a
ciò si aggiungerebbe la capacità di superare ogni resistenza
dell'acqua e della terra, ossia di attraversare acqua e terra come
nel campo della medianità accade nei cosidetti fenomeni di apporto.
Speciali azioni sul principio solare e lunare conferirebbero inoltre
il potere di rendere il proprio corpo senz'ombra o di renderlo
invisibile agli altri. Importante
una speciale realizzazione che farebbe da controparte a tutte queste
siddhi: 'l'apertura delle due porte dello spirito', ossia delle
volontà e della memoria; l'una e l'altra si libererebbero dalla
limitazione individuale, spazio e tempo sarebbero 'aperti' al siddha"
(Julius
Evola, Lo
Yoga della potenza,
ed Mediterranee, Roma 2006, p.212).
Lo
Yoga,
dice autorevolmente Mircea Eliade il più grande antropologo del
'900, è
il "metodo
sperimentale per realizzare l'uomo-Dio" (Mircea
Eliade,
Tecniche dello Yoga, Boringhieri,
p.204). Allo stesso modo dice Julius Evola: "L'assioma
di tutto lo yoga,
del sadhana [mezzo
di acquisizione] tantrico
e di analoghe discipline, è il nietzschiano 'l'uomo è qualcosa che
può essere superato', ma va preso molto sul serio… Il
superamento della condizione umana, considerato da tali discipline,
è, nei suoi varti gradi, anche la condizione per la potenza
autentica, per l'acquisizione delle siddhi (poteri); propriamente,
non è che queste siddhi rappresentino lo scopo ma essi derivano come
una conseguenza naturale dal superiore status esistenziale e
ontologico raggiunto…
dove
l'essere si identifica con il conoscere [gnosi],
in cui la contrapposizione fra oggetto e soggetto, fra Io e non-Io
viene rimossa [panteismo,
monismo].
Nel suo ultimo grado, col samadhi, lo yoga della conoscenza tende a
ciò. Se ci rifacciamo alla metafisica tantrica… l'essenza
di ogni cosa è un shakti, un potere: da qui il collegamento con la
dottrina delle siddhi, dei poteri sovranormali"
(Julius
Evola, Lo
Yoga della potenza,
ed Mediterranee, Roma 2006, p.34).
La
"Bibbia dello Yoga", lo Yogasutra di Patanjali, afferma
che "grazie
allo yoga, lo yogin perviene a conoscere infallibilmente tutto quanto
egli desidera... diviene invisibile... percepisce qualsiasi oggetto
remoto o nascosto... sono in possesso di tutti i poteri... perviene a
conoscere ogni cosa... giunge a possedere il controllo di ogni cosa
entrando in stato di identificazione con le cose fino agli atomi più
sottili. Allora possedendo la padronanza anche del rapporto tra
questi e l'etere, lo yogin stesso si fa lieve ed è in grado di
camminare con i piedi sopra l'acqua e sui raggi del sole... funziona
fuori dal corpo e lo yogin può accedere nei corpi altrui... lo yogin
è in grado di penetrare in un sasso; ne l'acqua fluendo lo bagna, nè
il calore del fuoco lo scotta; nè l'aria gli soffia contro... lo
yogin si fa onnisciente... acquista vista e udito divini e corpo
adamantino " (Patanjali,
Gli
aforismi sullo Yoga (Yogasutra),
ed Biblioteca Boringhieri, Torino 1978,
pp.122.153.156.159.162.167.168.172.175.177 o II,45;
III,21.25.26.33.42.43.45.49.51). Anche
il guru Swami Vivekananda lo dichiara eloquentemente quando illustra
quali sono i poteri dello yogi
pienamente
illuminato:
"Quale
potere sulla terra potrebbe non essere il suo? Egli sarà capace di
muovere il sole e le stelle fuori dalle loro orbite, di controllare
ogni cosa nell’universo dagli atomi al più grande dei soli. Questo
è lo scopo finale del pranayama [controllo ritmico del respiro].
Quando lo yogi diventa perfetto non c’è niente in natura che non
sia sotto il suo controllo. Se ordina agli dei oppure alle anime dei
defunti di venire a lui, essi verranno al suo comando. Tutte le forze
della natura obbediranno a lui come schiave […] Chi ha controllato
il prana ha controllato la sua stessa mente ed anche tutte le menti
[…] e tutti i corpi che esistono"
(Nikhilananda, Vivekananda:
The Yogas and Other Works,
in T. Mezzetti, Come
leone ruggente,
I, 239).
Per
il grande antropologo Mircea Eliade gli yogi millantano "facoltà
percettive non condizionate dagli organi del corpo in cui potrebbero
vedere senza occhi, toccare senza mani, udire senza orecchi, giungere
senza camminare e cosi via" (cfr.
Julius Evola, Lo
Yoga della potenza,
ed Mediterranee, Roma 2006, p.106).
Il
guru Ramakrishna "in
uno dei più interessanti fenomeni di samadhi, prolungò fino al
limite estremo delle sue forze l'identità con l'Assoluto: Per sei
mesi restò in stato di estasi catalettica... il suo corpo
abbandonato dallo spirito come cosa vuota in balia delle forze
distrutrici... egli fu come morto. Non era possibile andare più
oltre nell'unione
estatica con il 'Senza Forma'; ed è questo il punto estremo della
lunga ascesa yogica... della completa Autorealizzazione Yoga"
(Carlo
Patrian, Yoga,
Sperling
& Kupfer editori, 1984 Azzate (VA), p.31). Inoltre Ramakrishna
affermava, in modo ralativista e falso: "Ho
praticato tutte le religioni: ho trovato che è il medesimo Dio cui
tutti si dirigono da vie differenti" (Carlo
Patrian, op.
cit.,
p.33).
Il
guru Patrian esplicita meglio il "delirio"
de "gli
Yogi indiani si svegliano prima dell'alba, alle 4 circa, perchè è
l'ora magneticamente più favorevole per tutte le pratiche Yoga
fisiche, mentali e spirituali...
il Lama Kasi Dawa Samdup consiglia di meditare sulla triplicità
illusoria del tempo… Swami
Sivananda di Rishikesh da queste formule di meditazione: 'Io sono
essere onnipotente, immortale - Io sono spirito incontaminato dalla
malattie e dalla morte - Io sono pura coscienza assoluta - Io sono
distinto e indipendente dal corpo e dalla mente - Io sono un centro
d'influenza e di potere - Io sono padrone del mio destino - Io sono
esistenza-conoscenza-felicità assolute'...
Lo sperimentatore che abbia costanza acquista controllo sui pensieri,
sviluppo del potere intellettuale, la salute generale, ecc… Dopo
circa sei mesi di pratica regolare e intensa alcuni possono
sperimentare suoni mistici interiori, visioni anche di luoghi reali
lontani, uscire spiritualmente dal corpo fisico, sensazioni di
levitazione; significa che l'adepto sta entrando nel piano
superfisico. Visioni e forme sgradevoli saranno annullate cantando la
mistica sillaba OM più volte… La
meditazione Yoga porta a un rapido sviluppo spirituale e
parapsicologico"
(Carlo
Patrian, Yoga,
Sperling & Kupfer editori, 1984 Azzate (VA), pp.37-38).
Nell'India è tipica l'iniziazione da guru
(maestro)
a chela
(discepolo)
per l'iniziazione esoterica che è la trasmissione reale di una
shakti intesa come potere (siddhi)
o luce (samadhi):
"L'iniziazione
si definisce nei termini della trasmissione reale di una shakti, come
un potere e una luce.
Alla stessa guisa che il cattolicesimo concepisce una successione
apostolica e una continuità della forza che renderebbe efficaci i
sacramenti, così l'India ha conosciuto linee quasi dinastiche di
maestri spirituali, guru, che si sono trasmessi ininterrottamente non
soltanto la tradizione della loro scienza ma altresì la forza
non-umana, la shakti, necessaria per farne intendere veramente il
senso e per farla agire… La
forza viene spesso trasmessa dal maestro al neofito mediante parole
di potenza, mantra, nelle quali una shakti si lega ad un verbo
[demonio] avente
una virtù vivificande e fecondatrice: essa propizia una 'seconda
nascita'" (Julius
Evola, Lo
Yoga della potenza,
ed Mediterranee, Roma 2006, pp.94.95.98). Lo sviluppo dei "muscoli
spirituali" del discepolo tantrico ma anche yogico avviene "nel
compimento della siddhi fintanto il discepolo 'ha il proprio maestro
sotto i piedi' e, nella condizione di kaula, 'è guru a se stesso e
nessuno [nenache
"dio"] è
superiore a lui'… Quanto agli strumenti in senso tecnico [o
magico] del
sadhana sono due: 1)la facoltà di visualizzare esattamente; 2)quella
di concentrare e fissare attivamente la mente per mezzo di un
addestramento sul genere dello yoga classico… tipici
delle realizzazioni yogiche o magiche... perchè l'importanza
dell'immaginazione sta fatto nel suo essere lo strumento per
spostarsi sul piano sottile [preternaturale o piano demoniaco]'"
(Julius
Evola, Lo
Yoga della potenza,
ed Mediterranee, Roma 2006, pp.96.98).
Il
guru, Vivekananda, discepolo illustre di Ramakrishna, giunse negli
Stati Uniti nel 1897 dando inizio alla presenza più o meno stabile
dei guru orientali in occidente, fondando varie missioni e
presentando un induismo idealizzato nel quale «sottolineava
frequentemente la complementarietà della cultura spirituale e
mistica dell’oriente e di quella tecnicamente avanzata
dell’occidente» (C.
Gatto Trocchi, I
nuovi movimenti magici,
12).
Le
stesse nozioni annacquate e fascinose di induismo, yoga e buddhismo
furono propagandate dalla Società Teosofica, «nonna» della New
Age, della medium Helena Petrovna Blavatsky che spogliò le tecniche
orientali della bhakti
(devozione
a Dio) e del dharma
(legge
ascetico-morale) risaltando esclusivamente i siddhi
(poteri)
e la samadhi
("con
Dio", conoscenza,
contatto della coscienza individuale con la coscienza universale o
Inconscio Collettivo per Jung). Nel delirio dell'800 del riduzionismo
scientifico che sconfina nello spiritismo, ad esempio il magnetismo
animale del
dottor Anton Mesmer, erroneamente
si faceva coincidere tout
court la
vita con l'energia elettrica.
Infatti, dice il prof. Introvigne, "l’Ottocento
è l’epoca di una «epistemologia democratica», dove anche i
«plebei» non rinunciano a dire la loro sulla fisica e sulla
chimica, sull’etere e sui fluidi, sull’elettricità e
sull’abitabilità dei mondi, sulla medicina e l’astronomia,
spesso in un curioso intreccio fra scienza, religiosità «selvaggia»
ed esibizioni a pagamento di truffatori di paese" (M.
Introvigne, Il cappello del mago, SugarCo, Milano 1990, 51).
Questa inopportuna contaminazione tra scienza e spiritismo da origine
a «patacche» come il «magnetismo animale» del medico massone
Franz Anton Mesmer (1734-1815), base teorica dello spiritismo, del
channeling
e
di tutte le «tecniche» dei «guaritori alternativi e olistici»
della New Age.
"La
teoria del magnetismo animale di Mesmer si fonda sull’idea
dell’esistenza di un «fluido universale», sostanza sottile
[prana,
ki, kundalini, fluido magnetico animale, ecc.] che
pervade tutto l’universo senza lasciare spazi vuoti. Il fluido
circola pure nel corpo umano: anzi, nel caso di un blocco o stasi
della circolazione, insorge la malattia, che può essere curata con
la «magnetizzazione» provocando nel paziente una crisi lieve di
tipo sonnambulico o più acuta, e per Mesmer più efficace, di tipo
convulsivo […] Che cosa centra tutto questo con lo spiritismo? Più
di quanto non possa sembrare, perché la magnetizzazione libera il
«senso interno» del paziente consentendogli di stabilire un
particolare rapporto con il fluido universale che, proprio per la sua
universalità, permette di entrare in relazione con mondi invisibili.
È possibile per esempio che un soggetto magnetizzato veda il proprio
corpo, o anche il corpo di un’altra persona, diagnosticando così
nel modo più esatto una malattia, e perfino veda avvenimenti o
persone del passato o del futuro. Mesmer, per la verità, non amava
che si parlasse di «spiriti» e attirava l’attenzione sulla
spiegazione «scientifica» dei fenomeni tramite il fluido: ma di
fatto si trattava di entrare in contatto con persone che erano
vissute sulla terra ed erano morte […] spiriti di persone defunte,
e si esprimeva persino con la loro voce" (M.
Introvigne, Il cappello del mago, SugarCo, Milano 1990, 50).
La
Teosofia entusiasta del delirio di onnipotenza scoppiato nell'800
vede un uomo senza limiti. Afferma William Judge (1851-1903)
co-fondatore della Società Teosofica: "Nell'uomo
esiste una vasta serie di poteri che possono esseri sviluppati, se
gliene viene data l'occasione. E una vita sola non basta!... Il corpo
umano, se viene cambiato di polarità, può sollevarsi in aria come
un uccello. Ciò è possibile grazie ad un certo sistema di
respirazione [pranayama]
conosciuto
in Oriente... Fra i fenomeni interessanti vi è quello di spostamento
di oggetti senza contatto fisico [medianità
ad ectoplasma]...
estendendo la mano e il braccio astrale fuori del corpo fisico...
dove il Corpo Astrale è il registro di ogni pensiero, suono,
immagine e altra vibrazione... il piano astrale è una forma di
materia molto tenue [sottile] che precede quella fisica... così è
possibile spiegare tutti i fenomeni dell'ipsnosi, della
chairoveggenza, della chiaroudenza e dei medium, ecc" (William
Judge, L'oceano
della Teosofia,
ed BIS, Torino 2004, pp.59.87.89.91.94). La Teosofia cerca quindi di
spiegare l'inspiegabile con l'ignoto nella visione di un improbabile
superuomo.
Ma
cosa è il Corpo Astrale per i teosofi? "Per
il
Corpo Astrale esistono diversi nomi;
ne elenchiamo alcuni: fantasma,
apparizione, larva, perispirito, demone, [aura]...
Il Corpo Astrale è formato di materia la cui sostanza è assai tenue
[sottile]...
possiede una elesticità che è capace di distendersi per notevoli
distanze... la materia di cui di compone è elastica e magnetica
nella sua essenza… Il
Corpo Astrale è il modello di guida per il corpo fisico...
su di esso si dispongono le molecole finche il fanciullo nel grembo
della donna è completo [antiscientifico!
C'è il DNA!]...
Se il fanciullo nasce senza gambe è dovuto dalle idee della madre
che hanno avuto l'effetto di tagliare le gambe astrali [follia
pseudoscientifica!]… Nell'uomo
comune che non si è esercitato nell'occultismo pratico e che non
possiede tale facoltà dalla nascita, il Corpo Astrale non si può
allontanare più di qualche palmo da quello fisico; esso è una parte
di quel corpo fisico, lo sostiene e vi è incorporato. Però
ci sono delle persone che, a causa di pratiche seguite in altre vite
terrestri, hanno il potere innato di allontanare da sè il Corpo
Astrale senza esserne consapevoli. Si tratta dei 'medium'. Alcuni
sono profeti, in molti casi sono
individui isterici e catalettici
[no!
Anche se sono ciarlatani sono sempre servitori del demonio!]"
(William
Judge, L'oceano
della Teosofia,
ed BIS, Torino 2004, pp.34-36).
Cosa
è e come funziona la "medianità ad aura" e la "medianità
ad ectoplasma" dei teosofi o occultisti o yogin? Afferma
Wlliam Judge "Nel
Corpo Astrale in un sistema completo di nervi e arterie circola il
liquido astrale che è, per quel corpo, uguale al sangue del nostro
corpo fisico… Quando
il corpo muore, l'uomo astrale viene liberato e,
siccome al momento della morte l'uomo immortale (la triade
Atma-Buddhi-Manas, cioè Spirito-Intellett-Mente) s'invola verso un
altro stato, il Corpo Astrale diventa l'involucro dell'uomo che è
vissuto ed è necessario che passi del tempo prima che venga
dissipato. Esso
conserva tutte le memorie della vita vissuta e, quindi, per riflesso
può ripetere automaticamente ciò che il morto ha saputo, pensato,
visto. Rimane
vicino al corpo fisico abbandonato per circa l'intero periodo che
questo impiega a disfarsi completamente, poichè esso deve completare
la propria operazione di morte. E' anche possibile, in casi molto
rari e particolari, che diventi visibile. Il
Corpo Astrale è il fantasma [o aura] delle sedute spiritiche e viene
passare per il vero spirito di questa o di quella persona defunta.
Attirato
dai pensieri del medium e dei partecipanti della seduta, il
Corpo Astrale [o fantasta astrale o Kamarupa, detto "il
diavolo degli indù"]
aleggia vagamente attorno al luogo dove
si trovano ed è poi galvanizzato o rivestito
di una vita artificiale da
un intero esercito di forze elementari e dal
Corpo Astrale dello stesso medium che tiene la seduta, oppure di
qualche altro medium presente fra i partecipanti [medianità ad
ectoplasma]…
[Nella medianità] in
alcuni casi [no,
in tutti i casi!] entra
in gioco una certa 'intelligenza' che è totalmente e intensamente
maligna: ogni medium vi è soggetto e ciò spiega come mai tanti
medium, secondo quanto confessano essi stessi, cadono preda delle
forze del male... [In particolare] i maghi
neri che
focalizzano tutta la loro conoscenza sul principio del kama
(desiderio), valorizzando l'intelletto, ma separandosi dallo Spirito.
Sono gli unici esseri
dannati che
conosciamo... con una serie di vite dedicate al male per amore del
male... possono durare per molti secoli e saziono i loro desideri
attraverso qualunque sensitivo di cui riescono ad impossessarsi
approfittando dei pensieri cattivi e negativi che aprono loro un
ingresso. Presiedono a quasi tutte le sedute spiritiche, assumendo
nomi altisonanti e dirigendo le operazioni in modo da ottenere per
ottenere completo controllo del medium, illudendo sempre più per
farne un utile canale attraverso il quale possono compiere le loro
malefatte... questi maghi neri che vivono nel mondo astrale sono
padroni del corpo medianico… Il
Corpo Astrale del medium, essendo capace di estendersi e separasi dal
corpo fisico, forma l'intelaiatura di quelli che sono chiamati
'spiriti materializzati'; esso fa muovere oggetti senza contatto
fisico, porta messaggi da parenti trapassati, i quali non sono altro
che ricordi e immagini tolti dalla luce astrale... Ma generalmente le
comunicazione riportate dal medium provengono da spoglie astrali
umane prive di intelligenza; oppure, assai spesso, è il Corpo
Astrale [o Perispirito o Aura] semi-staccato del medium stesso che
produce, inventa, scopre e compila tali messaggi. E' un fatto che una
forma si può materializzare dall'aria senza aver nulla a che fare
con il corpo del medium. Però non si tratta di uno spirito!... Il
numero dei casi nei quali vengono fatte comunicazioni da un autentico
spirito fuori dal corpo è talmente esiguo da potersi contare sulle
dita di una mano... nè sanno i medium distinguerli dalla massa dei
cadaveri astrali… Che
il corpo astrale del medium, essendo della natura della sostanza
astrale, può estendersi oltre il corpo fisico e agire fuori di esso;
e che è capace di buttar fuori, talvolta, una parte di sè (sia una
mano che un braccio, una gamba, ecc.), per mezzo della quale può
muovere oggetti, scrivere lettere, toccare corpi, ecc. E che è
possibile far percepire al Corpo Astrale di qualsiasi persona di
essere stata toccata dal di fuori o di aver udito un suono [medianità
ad aura]… Allo
stesso modo uno yogi
indiano
fa volare tazze di caffè e attira vicino a se oggetti distanti senza
che nessuno li tocchi... i fenomeni psichici o magici o dello yogi
orientale sono tutti compiuti per mezzo di forze naturali [quali? Ma
per favore! Siamo nel campo occultista!]" (William
Judge, L'oceano della Teosofia, ed BIS, Torino 2004,
pp.96.98.36-41.71-72).
Vediamo
come la Teosofia, da cui abbiamo mutuato in Occidente lo Yoga,
attribuisce i "poteri" dello Yoga alla medianità ad aura e
alla medianità ad ectoplasma. Notiamo che truffaldinamente William
Judge attribuisce i "poteri" al Corpo Astrale come un
"fatto naturale" e non invece al preternaturale cioè al
demonio!
Ovviamente
mentre la Teosofia, normalmente, disprezza i "medium" come
"indemoniati" [siamo d'accordo], afferma che solo i grandi
maestri teosofi sono capaci veramente di entrare in contatto con gli
Spiriti o Guide o Mahatma
o
Avatar o Grandi iniziati: "nella
letteratura teosofica li chiamiamo Dhyani" (William
Judge, L'oceano
della Teosofia,
ed BIS, Torino 2004, p.87). La gnosi teosofica come lo spiritismo
kardechiano, profetizza l'avvento imminente dei "maestri
disincarnati" o "fratelli maggiori" della New Age e
vuole far passare l'idea che ognuno possa autosvilupparsi fino ad
acquisire "naturalmente"
poteri
mirabolanti.
"Questa
età, secondo quanto detto da uno di loro [fratelli maggiori], è una
'età di transizione', nel quale ogni sistema di pensiero, di scienza
e di religione, di governo e di società sta cambiando;le
menti degli uomini stanno per subire quel cambiamento che permetterà
alla razza di raggiungere il punto di evoluzione in cui sarà
possibile che questi fratelli maggiori si rivelino a noi in carne ed
ossa…
I
fratelli maggiori dell'umanità
sono uomini che si elevarono in periodi anteriori di evoluzione…
che
comunicavano con gli esseri elementari [demoni]... la cui
intelligenze è tanto superiore alla nostra quanto la nostra supera
quella di uno scarafaggio…
Lo
scopo è la creazione dell'uomo perfetto...
Fra tutti emergono Buddha, Confucio e Gesù... Cagliostro, Paracelso,
Mesmer, Madame Blavatsky... Il teosofo dice che questi grandi nomi
appartengono a membri di un'unica Fraternità, divulgatori di una
stessa dottrina [sincretismo]…
Ogni
essere umano ha in sè, in germe, tutti i poteri attribuiti a questi
grandi Iniziati; la differenza sta nel fatto che noi non abbiamo
sviluppato ciò di cui possediamo il germe,
mentre il Mahatma è stato soggetto ad un allenamento e ha accumulato
l'esperienza necessaria per sviluppare in sè tutti gli invisibili
poteri e acquistare doti che sembrano degne di un 'dio'… E'
possibile che un Mahatma abbia potere su spazio, tempo, mente e
materia per la semplice ragione che è un uomo più evoluto…
Tutti
questi poteri sono 'naturali' anche
se poco comuni proprio come è naturale una grande abilità musicale,
non certo comune a tutti... I fratelli maggiori sono il più alto
prodotto dell'evoluzione per mezzo dei quali l'intera famiglia umana
può compiere i progetti del Grande Architetto dell'Universo"
(William
Judge, L'oceano
della Teosofia,
ed BIS, Torino 2004, pp.9-14). La teosofia vede il corpo umano come
una batteria elettrica o dinamo di "Energia Vitale":
"Durante
il sonno noi riassorbiamo l'Energia Vitale e non le opponiamo
resistenza; quando siamo svegli la respingiamo da noi... L'uomo è
una grande dinamo che crea, mantiene e distribuisce energia"
(William
Judge, L'oceano
della Teosofia,
ed BIS, Torino 2004, pp.32.79). Le "energie" di cui parla
la teosofia, inesistenti dal punto di vista scientifico, sono
"energie" luciferine o Deva
alimentate
dal "desiderio": "I
principi umani sono congiunti su ciascun piano, con le forze occulte
settuple... che hanno un enorme potere occulto... nell'occultismo, e
cioè l'uso dei poteri interiori e nascosti della nostra natura, se
questo principio del desiderio [il
delirio di onnipotenza] non
è forte, il potere maestro dell'immaginazione non può funzionare"
(William
Judge, L'oceano
della Teosofia,
ed BIS, Torino 2004, p.27). Il "desiderio" (Kama)
è il "Nemico" che creerebbe "karma
negativo".
L'uomo inferiore arso dal "desiderio"
sebbene
percepito come composito sarebbe, nella sua vera natura, un'unità o
essere immortale costituito dalla trinità Atma-Buddhi-Manas
(Spirito-Intelletto-Mente).
Dalle Upanishad
i
sensi sono articolazione del Manas,
organi dell'Atma.
"Solamente
quando il manas nella esperienza yoghica sovranormale si ritrae dagli
organi dei sensi e percepisce direttamente i 'grandi elementi' di là
dalla terra possono venire conosciuti (donde la possbilità, anche,
di una percezione estrasensoriale sovranormale e di altri poteri del
genere)" (Julius
Evola, Lo
Yoga della potenza,
ed Mediterranee, Roma 2006, p.64). Ma il "desiderio" non
permetterebbe all'uomo di diventare "Dio": "Se
il Manas superiore vince sul manas inferiore l'uomo diventa un genio,
ottiene il dominio assoluto e diventare un 'dio'... come Buddha,
Gesù, Confucio, Zoroastro... ma Manas si trova legato alla terra da
innumerevoli fili elettrici magnetici, a causa dei pensieri della
vita precedente; e ciò a causa del desiderio, perchè fu il
desiderio che diede origine a tali pensieri e all'ignoranza sulla
vera natura delle cose" (William
Judge, L'oceano
della Teosofia,
ed BIS, Torino 2004, pp.46.47). Ovviamente per i teosofi Cristo è
uno dei tanti avatar
che
ha predicato la reincarnazione che la Chiesa avrebbe cancellato dalle
sue parole e, inoltre, non è l'avatar
più
evoluto: "Buddha
fu il primo dei grandi Avatar e deriva da un ciclo più grande di
quello cui appartiene il Gesù degli Ebrei i cui insegnamenti sono
molto simili a quelli del Buddha... Ci sono indizi seri che Gesù
insegnò la reincarnazione... Per 500 anni la reincarnazione venne
insegnata nelle chiese fino al tempo del Concilio di Costantinopoli
[cari
teosofi, l'ignoranza dolosa è grave!!!]" (William Judge,
L'oceano
della Teosofia,
ed BIS, Torino 2004, pp.49.50.78).
Così
lo yoga-occidentale viene "tantrizzato", spogliato della
sua valenza religiosa e rivestito ancora di più di una valenza
magica che tratta la divinità come un serbatoio energetico a cui
accedere per il proprio autosviluppo illimitato fino ad essere "dio".