lunedì 5 settembre 2011

POSSEDUTO SIN DALLINFANZIA

POSSEDUTO SIN DALLINFANZIA


E’ questo il caso di un ragazzo che, nella prima infanzia, fu affidato in custodia alla nonna paterna a pare che questa l’abbia consegnato agli spiriti maligni. A cinque anni fece la Prima comunione e cominciò a frequentare la Chiesa parrocchiale come chierichetto e come ministrante di fiducia del parroco.
Proseguì così fino ai tredici - quattordici anni. Il lunedì di Pasqua il giovane ha la visione di una croce
luminosa; una voce gli dice:<< Soffrirai molto>>. Da allora accusa fenomeni strani sul suo corpo:
flagellazione, graffiature al costato, segni iconografici alle mani e ai piedi. Seguono apparizioni di Gesù edella Madonna.
La lacrimazione di un quadro del Sacro Cuore attira l’attenzione di molta gente che si assiepa intorno a lui.
Il fenomeno diventa di pubblico dominio, i giornali locali ne parlano, interviene perfino la curia Vescovile.
Si istituisce un regolare processo di indagine sui fatti straordinari; ma presto il tutto viene archiviato perché emergono – a quanto pare – segni di non attendibilità. Però i fenomeni di lacrimazioni sanguigne dei quadri continuano e il giovane resta al centro dell’attenzione di una cerchia di amici. L’anno successivo lo scenario dei fenomeni prende un’altra piega. Il ragazzo si incontra con uno pseudo carismatico, che fa preghiere su di lui. Il giovane ha delle levitazioni e la gente che va a trovarlo cade talvolta, durante le preghiere, in una forma di riposo nello spirito. Il giovane si allontana dalla frequenza ai Sacramenti; rompe ogni rapporto con
lo pseudocarismatico.
Un giorno, non ricordo la data con esattezza, alcuni amici mi conducono il giovane per un discernimento sull’origine dei fenomeni straordinari, e per un consiglio sul comportamento da tenere. Il ragazzo appare sorridente, ingenuo, pulito, sereno, tranquillo. Mi narra i fenomeni di lacrimazione dei quadri e mi mostra il quadro del Sacro Cuore, che estrae dalla custodia e che lui espone alla vista della gente, quando si mette in preghiera. Il quadro presenta segni vistosi di lacrimazioni di sangue che è raggrumato nel vetro. Domando a degli amici il parere della curia Vescovile: mi rispondono che essa aveva delle riserve sull’origine soprannaturale dei fenomeni. Prego il giovane di non dare molta importanza a quei fatti, di non esporre il quadro, di non pregare in pubblico e di usare prudenza in attesa che il Signore manifesti la sua volontà al riguardo. L’anno successivo entrano in scena il parroco e il viceparroco di una parrocchia vicina, ai quali il padre del giovane si era rivolto per chiedere aiuto, dato che il figlio stava male e il suo parroco non voleva interessarsi di lui. I due sacerdoti si prendono cura del giovane e fanno su di lui preghiere di liberazione, perché sembra
disturbato dal demonio. Finché un bel giorno me lo conducono, convinti che abbia bisogno di esorcismi.
Ho fatto su di lui cinque esorcismi, dal dicembre di quell’anno.
Primo esorcismo. Sono presenti i due sacerdoti che accompagnano il ragazzo, insieme ad altre persone venute con loro. C’è anche un piccolo gruppo di carismatici. All’inizio del colloquio il viso del giovane è sereno; dopo pochi minuti, qualche rutto e segni di disagio. Mi dice che i fenomeni strani gli sono incominciati fin dalla prima infanzia, qualche anno prima della Prima Comunione (ricevuta quando aveva appena cinque anni). L’Ostia aveva quasi sempre sapore di “sangue marcio”. Durante la consacrazione, alla
Messa, gli venivano parole di bestemmia e durante la Comunione aveva immagini impure.
I fenomeni strani cominciarono all’età di tredici anni: levitazione, stigmate, segni iconografici sul corpo, statue che si spezzavano r grondavano sangue, stiramenti del corpo, paresi, visioni, petali e boccioli di rosa che gli fuoriuscivano dalla bocca. Procedo cautamente con un esorcismo esplorativo. Il giovane cade per
terra, si rotola, scalcia violentemente, digrigna i denti, mi sputa addosso, tenta di aggredirmi, ha la voce rauca e gli occhi rossi, pieni di odio. Procedo nell’esorcismo con formule imperative. L’acqua benedetta lo brucia.
A stento è tenuto a terra da quattro persone. Le reazioni diventano ancora più violente quando si nomina la Vergine di un santuario mariano locale. Dopo un quarto d’ora, subentra la quiete. In fase di ripresa, il paziente all’improvviso sferra un nuovo attacco, colpendo di sorpresa; viene domato con facilità. Ora riesce a pregare con l’esorcista, ma è molto stanco. Salutandolo si mostra contento, ma fa qualche rutto.
Secondo esorcismo. Sono presenti le stesse persone della prima volt, e si ripetono gli stessi fenomeni. Un calcio imprevisto mi colpisce una gamba.
Terzo esorcismo, nel febbraio dell’anno seguente. Il parroco che l’accompagna mi porta sei o sette quadri di varia grandezza che rappresentano il Sacro Cuore o la Madonna. Sono orribili sfigurati e pieni di sangue raggrumato, durante le lacrimazioni. Raccomando di rinchiuderli nelle custodie e di metterli da parte, lontano dalla vista dei curiosi. Durante l’esorcismo le reazioni sono meno violente delle volte precedenti, ma il paziente rimane molto pericoloso e occorrono uomini muscolosi per tenere l’energumeno. Fatto nuovo: parla in lingue diverse.
Quarto esorcismo, nel marzo dello stesso anno, alla presenza di una quindicina di sacerdoti, convenuti per il corso pastorale di demonologia. Il demonio si manifesta e dice : <>. Le reazioni sono meno violente. La ripresa avviene dopo meno tempo. Il ragazzo non ricorda tutto quello che è successo; nota soltanto come se un anello lo legasse alla caviglia.
Quinto esorcismo, nel successivo mese di maggio. Sono presenti quasi tutti i sacerdoti e i pochi laici che frequentano il corso di demonologia. Le reazioni del ragazzo sono ancor meno violente. Ho un dialogo con il demonio che afferma che il ragazzo è suo fin dall’infanzia e non lo lascerà.
Ho chiesto al parroco che accompagna il giovane una breve relazione. Eccola :<I fenomeni di questo periodo sono : oggetti che volano, distruzioni di mobili, graffiature di muri, acre odore di zolfo. Il giovane soffre di attrazione del corpo, come se fosse spinto da una forza invisibile. Gli amici devono trattenerlo con la forza sul letto. C’è una conflittualità di dialogo fra lui e una presenza invisibile.
Egli dice : “No, non lo voglio, non lo farò mai; vattene satana”. Ho visto omaggi floreali: petali e boccioli di rosa escono dalla sua bocca; sul suo corpo compaiono segni iconografici, come il monogramma dell’Ostia(IHS) e il volto accennato di un uomo nella parte superiore del corpo …
La vita cristiana è sporadica e non mi persuade il suo comportamento … Ora dopo il primo incontro con l’esorcista e con le preghiere di liberazione, sembra che le reazioni si siano attutite. Permangono disturbi notturni, brividi di freddo, sensazioni di qualche cosa di viscido che lo avvolge e gli dice:” Sei nostro”>>.