CHI NON PREGA RISCHIA DI DIVENTARE PAGANO NEL CUORE
PER LA PERDITA DELLA FEDE
Padre Giulio Maria Scozzaro
Dopo che il giovane ricco rifiutò la
proposta di Gesù e si allontanò per l’eccessiva preoccupazione verso le sue
ricchezze, il Signore espresse una parola forte e che però non toccava gli
Apostoli, per il loro stato di povertà: “Difficilmente un ricco entrerà
nel regno dei cieli”. Disse queste parole non per loro, ma per coloro che
innalzano le ricchezze a idoli, adorandoli come divinità. Già vi ho spiegato a
chi si rivolgeva Gesù con questa frase, esclusivamente a quanti rifiutano Dio e
adorano le ricchezze.
Proseguendo il suo discorso, come se non
avesse già scioccato gli Apostoli, afferma un colpo micidiale per coloro che
abbondano nelle ricchezze: “È più facile che un cammello passi per la
cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio”. Un paragone
improponibile, Gesù così ha voluto rendere maggiormente chiaro il suo
insegnamento sulla pericolosità dell’adorazione dei beni materiali. Ma Gesù non
vuole fare una condanna indiscriminata dei beni materiali, ci sono persone ricche
che compiono grandi opere e fanno molta beneficienza, rendendo sicuramente
felice il Signore.
È impossibile che il cammello passi per la
cruna dell’ago, è impossibile che quanti vivono per le ricchezze entrino nel
regno dei Cieli.
Dopo avere preliminarmente chiarito che
Gesù si rivolge solo a quei ricchi che adorano i loro beni e ignorano Dio,
calpestano i poveri bisognosi di tutto, vediamo di capire altri tipi di
ricchezza che in realtà danneggiano parecchio la nostra vita spirituale. Ci
sono ricchi di beni materiali e ricchi di sé, del proprio Io, considerandosi il
centro dell’universo e vivendo in una perenne superbia della vita. I ricchi di
beni materiali possono salvare le loro anime se non vivono sotto la schiavitù e
non mettono al centro della vita le loro ricchezze.
Devono possederle senza riporre in esse
tutto l’affetto ed utilizzarle per i bisogni familiari e le opere di bene.
Ho già scritto in passato che i beni
materiali possono essere un mezzo di santificazione o di dannazione, occorre
verificare l’uso che se ne fa. In questi tempi la ricerca esagerata del
benessere ha contagiato molti e non per colpa della crisi economica, si dà al
denaro un valore esagerato. È la perdita di Gesù e della Fede a trasformare
anche molti buoni cattolici in avidi cercatori di agiatezza e spesso desiderano
vivere nell’opulenza.
Il motivo di questa deriva è appunto la
perdita di Gesù e della Fede, la causa ovviamente è da addebitare
all’inesistenza della preghiera giornaliera, delle opere virtuose, dei
Sacramenti che sono quelli determinanti per la santificazione: la
Confessione e l’Eucaristia mangiata nella Messa. Anche un Vescovo che non
prega più corre il rischio di diventare un pagano nel cuore per la perdita
della Fede e che si chiama apostasia.
Continuo a distinguere la ricchezza di Dio
che può avere un cattolico, dalla ricchezza di sé o del proprio Io, che può
avere oltre l’ateo anche il cattolico. Qualsiasi cattolico senza vera preghiera
giornaliera e senza il rinnegamento quotidiano, senza gli sforzi per rimanere
affabile e cordiale con tutti, si allontana talmente da Gesù da diventare egli
stesso un idolo. Finisce per idolatrare se stesso e lo vediamo in molte
circostanze da parte di personaggi famosi che si definiscono cattolici.
Restare con Gesù è la ricchezza spirituale
che ci libera dai vizi e dalla schiavitù del peccato, mentre idolatrare la
ricchezza materiale fa diventare schiavi di tutto ciò che esiste. I bisogni non
finiscono mai, tutto diventa indispensabile. Non si è mai appagati, mai felici
né sereni, la pace interiore è inesistente e la rabbia aumenta fino ad arrivare
a odiare gli altri. Invece di cercare la ricchezza dell’Amore di Dio e dei beni
spirituali che elargisce abbondantemente Gesù, si rivolgono affannosamente alla
ricerca dei beni che non appagano mai e portano anche molti dispiaceri.
Non comprendono che Gesù dona cento volte
tanto in questa vita ed appaga ogni desiderio se ci affidiamo totalmente a Lui.
Le preoccupazioni talvolta doverose
possono diventare preoccupazioni esagerate che scombussolano la mente e si
ribaltano i valori della vita: Gesù dal primo posto si mette all’ultimo e ciò
che deve stare all’ultimo diventa l’idolo principale. Gesù non chiede a tutti
voi che vivete nel mondo di non avere beni o di bruciare le ricchezze, chiede il distacco del
cuore da tutto ciò che significa ricchezza materiale. Chi ci riesce può
aspirare a beni spirituali ben più importanti ed eccellenti di quelli
materiali.
I beni materiali bramati come idoli
offuscano mente e cuore e poi si devono lasciare qui, invece i beni spirituali
santificano e durano eternamente.
I cattolici che si attaccano a qualche
ricchezza materiale o egoistica hanno difficoltà ad entrare nel Regno di Dio,
il cuore è schiavo della materia e non può assolutamente provare a cercare
Gesù, non ne è più capace. Questa è la pericolosità della ricchezza materiale,
essa avvolge la persona di arroganza e presunzione, la svuota di ogni forma di
bontà e la rende indurita come il granito. Non è tanto la ricchezza il
pericolo, ma l’affetto idolatrico e l’uso distorto che ne fa la persona.
Chi si distacca affettivamente dai beni materiali
e non fa dipendere la sua felicità da questi beni, mostra a Gesù di contare
esclusivamente su Lui e non sulle ricchezze, mostra piena fiducia nella sua
Provvidenza e cresce nella vita spirituale.
Al contrario, chi si affida alle ricchezze
materiali e in esse ripone sicurezza, non cresce ma perde quello che aveva di
spirituale.Per
questo molti non avvertono più fervore nella preghiera, non hanno desiderio di
pregare, non avvertono più Gesù!
A questo punto valutiamo i due richiami
che fa Gesù nel Vangelo di oggi, uno rivolto ai credenti che vivono nel mondo,
il secondo rivolto ai Sacerdoti e ai Religiosi. Quello rivolto a tutti voi che
vivete nel mondo lo abbiamo analizzato e compreso, spero bene, mentre il
secondo è più radicale e devono metterlo in pratica i Consacrati, loro devono
rinunciare a “case, fratelli, sorelle, padre, madre, figli, campi per
il nome di Gesù”.
Non si tratta di non amarli più ma di
metterli dopo Gesù, si devono amare in Gesù, considerando come priorità la
volontà di Dio e non l’affetto carnale. Da qui si vede la vera vocazione e il
distacco da tutto per donarsi completamente a Gesù. Stare con Gesù vivendo il
suo Vangelo è la più grande gioia della vita, Egli riempie ogni istante di vera
felicità, ed anche nelle sofferenze si rimane nella pace interiore.
Questa è la grande promessa di Gesù che
hanno praticato milioni di Santi e di Anime che stanno in Paradiso: “Chiunque avrà lasciato
case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio
nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna”. È una solenne
promessa ma che dipende però dalle nostre risposte, dalla generosità di ognuno
di noi, consapevoli che Gesù non si lascia mai vincere in generosità. Lo
afferma dicendoci che dona cento volte tanto!
È vero che per difendere il Vangelo e
seguire la sua causa molti cattolici incontrano sofferenze anche in famiglia o
tra i colleghi, dobbiamo guardare Gesù in Croce e la vita dei Santi per trovare
la forza di proseguire con umiltà, aumentando le nostre preghiere. Solo così il
cuore troverà pace e non cadrà nell’idolatria delle ricchezze.
Anche le ricchezze egoistiche disturbano
molto la persona e offuscano la sua mente. Se avesse la capacità di dominare i
sensi, comprenderebbe che la ricchezza materiale viene da Dio quando è onesta,
e una parte si deve mettere a disposizione di Dio compiendo opere buone,
aiutando tutti i bisognosi.
Non dimentichiamo che Gesù ci giudica
secondo le opere che facciamo: “Molti dei primi saranno ultimi e molti degli
ultimi saranno primi”.
Continuiamo le intense
preghiere alla Madonna con la recita giornaliera del Santo Rosario
per me, per vincere l’attacco portato da satana, sciogliendo questo nodo
oppressivo. Chi mi vuole bene, preghi molto per me.
Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate
per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.