venerdì 21 gennaio 2011

“Padre Pio e "Barbablù"



“Padre Pio e "Barbablù"

intervista a Padre Gabriele Amorth di Raffaele Iaria

Qual è stato il rapporto tra Padre Pio e il demonio?
Padre AMORTH: è stato un rapporto costante. Dobbiamo partire da lontano. Padre Pio ha sempre dato importanza ad una visione che ebbe da fanciullo. In questa visione si vedeva un grande campo. Da una parte una schiera di Angeli bellissimi vestiti di bianco; dall’altra una grande schiera di visi orribili. Ad un certo punto si avvicina un uomo altissimo, un gigante con la testa che toccava, addirittura, le nuvole. Il fanciullo ha paura, cerca di scansarsi: com’è possibile io così piccolo e lui così grande, un gigante! Gli appare quindi un uomo misterioso che gli dice: «non aver paura: io ti aiuterò e tu lo vincerai». Ci fu quindi una zuffa tremenda tra quel gigante e il piccolo Francesco Forgione, in seguito alla quale il gigante fu sconfitto. E allora mentre la schiera dei demoni se ne andava arrabbiata, la schiera degli Angeli applaudiva al personaggio misterioso al quale, in realtà, era dovuta la vittoria. Padre Pio non ha mai voluto rivelare il nome di quel personaggio: probabilmente si trattava di Gesù stesso. Questo episodio si è ripetuto così spesso che questo personaggio disse a Padre Pio, giovanetto: «guarda che tu continuamente dovrai azzuffarti con questo gigante e sempre io ti assisterò e con il mio aiuto sempre lo vincerai, ma dovrai sempre lottare contro di lui».
Padre Pio ha guarito e liberato dal demonio molte persone: si può parlare di lui come di un esorcista, nel termine propriamente detto?
Padre AMORTH: No. Padre Pio non è mai stato un esorcista. Esorcista è un sacerdote che riceve questa facoltà dal suo vescovo. Padre Pio non ha mai fatto esorcismi veri e propri, ossia sacramentali dell’esorcismo. Tutti possono scacciare satana. Coloro che credono «nel mio nome scacceranno i demoni». Lui ha più volte allontanato i demoni, usando del suo sacerdozio, della sua fede, della sua forza di cristiano. Si può parlare di lui come di una persona che ha cacciato molti demoni, ma non di un esorcista.
C’è qualche episodio particolare che possa riassumere questo «conflitto» che ha visto Padre Pio protagonista nelle lotte con il diavolo sia a Pietrelcina che nei conventi dove ha dimorato e a San Giovanni Rotondo?
Padre AMORTH: Ci sono molti episodi che caratterizzano la vita di Padre Pio che ha dovuto tutti i giorni lottare contro il demonio. Più volte il demonio lo ha frustato a sangue. Una volta gli ha battuto la testa contro la terra: hanno dovuto dargli dei punti di sutura nella parte sopraccigliare. Però ha confessato: «l’ho sempre vinto». Ha lottato tutti i giorni contro il demonio, tutti i giorni ha avuto botte dal demonio, ma tutte le volte ne è uscito vincitore. Direi che gli episodi molto significativi, se vogliamo dire, li troviamo nel periodo in cui Padre Pio era a Venafro per studiare Sacra Eloquenza: nella mente dei suoi superiori avrebbe dovuto diventare un frate predicatore. Qui satana si è presentato in tante sembianze diverse. Diciamo innanzitutto che il demonio è puro spirito, non ha corpo, non è rappresentabile. Tante volte mi viene chiesto se io ho visto il demonio. Non l’ho mai visto. Il demonio, per potersi rendere visibile, deve poter prendere un corpo fasullo, falso. E lo prende con forme che variano in base allo scopo che vuole raggiungere. A Venafro il demonio si è presentato il più delle volte sotto forma di un cagnaccio o di un gatto anormale per dimensione, con la volontà evidente di fargli paura. Altre volte si è presentato a lui nelle forme di fanciulle nude e provocanti, quando voleva cercare di sedurlo riguardo alla purezza. Altre volte si è presentato sotto forma di Gesù e di Maria o del Padre Provinciale o spirituale. In questa veste gli dava anche degli ordini che al giovane frate sembravano molto strani. Quando il demonio andava via, egli si recava dai suoi superiori chiedendo spiegazione e gli veniva risposto che tutto quello che gli era stato ordinato di fare era opera del demonio.
Nell’ottica di Dio che senso ha questa battaglia «senza esclusione di colpi», quella tra il frate di Pietrelcina e «il re degli inferi», una lotta per la vita e la morte iniziata quando Padre Pio era solo un fanciullo e chiusa solo dalla sua morte? C’è una spiegazione ascetica in tutto questo?
Padre AMORTH: Noi vediamo la lotta incessante tra Gesù e satana, durata tutta la vita. è una partecipazione a questa lotta tra Cristo e il demonio. La vera lotta è quella di Cristo con il demonio, alla quale noi siamo chiamati a partecipare. La spiegazione, mi pare, dipende proprio da questo: come il demonio cerca di distoglierci dalla retta via e da Cristo, e come noi uniti a Gesù usciamo sempre vittoriosi. Se ci stacchiamo da Dio allora perdiamo, siamo sconfitti. Lo scopo del demonio è proprio questo: distrarci da Dio, renderci infedeli a Dio. Da qui lo sforzo di satana. A lui interessano poco le possessioni diaboliche vere e proprie. A lui interessa portare l’uomo al peccato, all’infedeltà a Dio. Il motivo di questa lotta è quello della lotta contro il male. Da tener presente che Padre Pio lottava contro il demonio per se stesso, ma anche per difendere tutte le persone che si rivolgevano a lui, per difendere da satana coloro che erano schiavi di satana, perché erano peccatori e poi si avvicinavano a Padre Pio per il sacramento della Confessione. Quindi la lotta di Padre Pio non era contro il demonio, ma contro i demoni di tutte le persone che lo avvicinavano.
Mettendo in parallelo il mistico Padre Pio e la mistica santa Faustina Kowalska e i messaggi di Fatima, si può parlare oggi di «inferno vuoto» come dicono tanti?
Padre AMORTH: Purtroppo, oggi sono tanti che parlano di inferno vuoto, anche un teologo famosissimo ed un cardinale, eppure non c’è niente di più chiaro nel Vangelo che la certezza dell’inferno, delle persone che ci vanno e dell’eternità dell’inferno. Per cui parlare di inferno vuoto è tradire la Bibbia, è tradire il popolo di Dio. Togliere la paura dell’inferno è togliere un incentivo a resistere contro le tentazioni e quindi è un vero inganno ed una vera bugia. L’inferno, purtroppo, c’è, in esso cadono tante anime come hanno visto in visioni private, per esempio, i fanciulli di Fatima, e come hanno visto tanti Santi. Chi ci va, ci resta per tutta l’eternità. C’è un episodio, se vuole, che può essere interessante da ricordare. Un episodio avvenuto a una delle ragazze a cui è apparsa la Madonna di Medjugorje. Chiese una volta la fanciulla (lasciamo stare il caso Medjugorje, se si può credere o no, a me interessa l’episodio in sé): «Mamma cara, non potrebbe un dannato pentirsi delle sue colpe e non potrebbe Dio toglierlo dall’inferno e portarlo in Paradiso?». La Madonna, sorridendo, disse: «Dio potrebbe, Dio potrebbe, ma sono loro che non vogliono». Quando uno s’incancrenisce nel peccato, nella via contro Dio, non ne vuol sapere di tornare indietro. Tutte le volte che io ho detto al demonio: «tu sei il più grande stupido che esiste al mondo. Con tutta la tua intelligenza prima eri in Paradiso e adesso sei all’inferno. Dimmi: se potessi tornare indietro, cosa faresti?». «Farei la stessa scelta», è stata la risposta che mi ha sempre dato. L’eternità dell’inferno dipende proprio da come uomini e demoni siano incancreniti, cocciutamente attaccati all’odio contro Dio e ad uno stato di opposizione a Lui. Ecco perché l’inferno è eterno.
Ci sono stati dei Santi «posseduti» dal diavolo?
Padre AMORTH: Ce ne sono stati vari, e questo ci dà l’occasione di ricordare che la possessione diabolica può avvenire per motivi colpevoli (per esempio, se uno si dà a pratiche di occultismo), ma può avvenire anche per motivi non colpevoli. Questa è una forma di penitenza, di sofferenza, estremamente meritoria. Ci dà l’occasione di ricordare che, se uno ha una forma di possessione diabolica, non vuol dire che sia un’anima in peccato o che abbia commesso dei peccati. Mi piace ricordare una persona dei nostri tempi: suor Maria di Gesù Crocifisso, carmelitana, chiamata anche la «piccola araba», nata a pochi chilometri da Nazareth. Ha avuto due volte nella vita la possessione diabolica con la necessità di ricevere esorcismi. Quindi il demonio può anche colpire persone sane, e i sacrifici, le sofferenze, le percosse, le umiliazioni, tutto quello che il demonio provoca in queste persone è altamente meritorio per la loro santificazione e per il loro apostolato verso le anime bisognose di Dio.
Cosa vuol dire oggi essere «esorcista»?
Padre AMORTH: Fare l’esorcista, oggi, è un compito duro e, da un punto di vista di popolarità, è un lavoro estremamente ingrato. D’altra parte, se noi leggiamo il Vangelo, Gesù è molto chiaro: dà agli Apostoli e a tutti i loro successori tre compiti precisi, e cioè predicare, scacciare i demoni e guarire i malati. Se non si compiono tutte e tre questi compiti, non si corrisponde pienamente al volere di Dio. Da notare che molte volte sacerdoti santi hanno scacciato demoni, hanno liberato anime senza nemmeno che se ne accorgessero. Io vedo, esercitando questo compito, il completamento del mio sacerdozio. Quindi, essere esorcista oggi significa essere uomini di grande fatica, sforzarsi di essere persone di grande preghiera e di grande fede - perché senza fede non si combina nulla, è la fede che guarisce e libera - e significa essere esposti alle critiche o ai risolini di presa in giro da parte degli altri sacerdoti.
Si è parlato, in alcuni casi, anche di Giovanni Paolo II come esorcista...
Padre AMORTH: Sì. Ci sono almeno due episodi, che io conosco, in cui Giovanni Paolo II ha compiuto esorcismi. Uno, il più famoso, descritto da un cardinale e raccontato in un libro. è l’episodio di quando il Papa ha esorcizzato una ragazza che gli era stata portata dall’allora vescovo di Spoleto, mons. Alberti. Ha compiuto un esorcismo vero e proprio nei confronti di una ragazza che si rotolava per terra nel suo appartamento. Una cosa nuova per i pochi presenti che dicevano che queste cose si erano solo lette nel Vangelo. Erano increduli senza sapere che, per noi esorcisti, è pressoché pane quotidiano. E il Papa verso la fine dell’esorcismo, ha detto una frase: «domani celebrerò per te la Santa Messa». A questa frase la ragazza si è alzata, sorridente, provvisoriamente liberata. Dico «provvisoriamente» perché bisogna tener presente che la liberazione dal demonio è un atto e un intervento straordinario di Dio. è un vero e proprio miracolo. Per cui avviene, in genere, dopo lungo tempo. Ci sono persone che io sto esorcizzando da oltre quindici anni: questo vuol dire che ho compiuto su di loro centinaia di esorcismi. Alla fine di ogni esorcismo danno l’impressione di essere libere, di essere guarite. Invece dura poco questo stato di liberazione. Il demonio le attacca di nuovo. Per aver la liberazione definitiva ci vuole tempo. Io sono al corrente di un altro esorcismo di Giovanni Paolo II, che aveva fatto in precedenza: me ne aveva parlato padre Candido (un altro famoso esorcista di Roma, n.d.r.). E ancora, due anni fa, in piazza San Pietro si era vista una ragazza che camminava tutta storta, gobba. L’avevano messa in prima fila tra i malati. Appena scese il Papa, questa ragazza si mise ad urlare come una forsennata. Allora l’hanno allontanata. Il Papa ha detto: «lasciatela da parte, dopo voglio benedirla». Dopo l’udienza, in una stanzetta vicino all’arco delle campane, alla presenza dei genitori e di mons. Danzi, un vescovo molto noto in Vaticano, il Papa per oltre una mezz’ora ha pregato su di lei. Anche qui non si può parlare di una liberazione totale, ma che abbia fatto un buon passo verso la liberazione, questo sì. Non sono a conoscenza di altri episodi, ma certamente posso dire che Karol Wojtyla ci crede e che molto spesso ha parlato del demonio.
In casi di esorcismo si è parlato anche di episodi molto particolari: gente che ha «sputato» fuori vari oggetti. Intorno a questo c’è molto scetticismo: si parla di un ritorno al Medioevo...
Padre AMORTH: è vero. Questa accusa viene fatta, purtroppo, e dico sempre a queste persone che sono dei grandi ignoranti. Io sono un ammiratore del Medioevo, un’epoca stupenda. Quando questa osservazione mi è stata fatta in Francia, ho risposto: iniziate a buttare giù le più belle chiese e basiliche che avete, perché sono tutte di quel periodo. Io non vi faccio tornare al Medioevo e neppure al periodo di Cristo, ma ad Adamo ed Eva. è cominciato lì l’intervento del demonio sull’uomo e la lotta contro il maligno. Il demonio c’è sempre stato, ha sempre agito. Il suo trucco, la sua vittoria principale è nota: far credere che non esiste. Il demonio ci tiene a lavorare di nascosto per intervenire indisturbato e per portare l’uomo al male. Il demonio ha anche un altro compito straordinario, raro: quello di dare dei mali particolari che possono portare anche alla possessione diabolica e a cui il demonio tiene meno. Il demonio è più concentrato verso la sua attività ordinaria, che è quella di cercare di tentare l’uomo, portarlo al male e farlo cadere nel peccato. Per questo è molto importante per il demonio che non si creda alla sua esistenza, così da poter agire indisturbato.
In una società secolarizzata, in cui gli esorcismi sono spesso considerati degli atti di stregoneria, quale messaggio potremmo lanciare?
Padre AMORTH: Se c’è una società in cui il demonio trionfa è la nostra. Basta guardarci intorno e vedere come i peccati vengono considerati delle esperienze. Un esempio: non c’è mai stata una guerra che abbia ucciso tanti bambini ogni giorno così come avviene con l’aborto. L’aborto è un vero e proprio omicidio approvato ufficialmente dagli Stati. Questo è un trionfo di satana, un trionfo meraviglioso. Altro esempio, il divorzio. Questo è il trionfo di satana perché Dio è Dio dell’amore, della pace, dell’unione, della concordia. Le guerre sono diventate sempre più difficili da combattere, perché sono in mezzo alle popolazioni. Viviamo in una società in cui il satanismo è generalizzato e, notate, qui parlo solo di azioni di satana nella sua esplosione e nei suoi effetti. Pensiamo anche al satanismo vero e proprio, a come si sono divulgate nel mondo le sette sataniche: quante persone che si consacrano a satana! Ho bruciato tante consacrazioni a satana, scritte con il sangue per chiedere denaro, successo e piacere, le tre grandi passioni umane che fanno vendere l’anima al diavolo. Dio non voglia che avvenga una punizione di quelle robuste da rimettere giudizio alla gente. Credo che ci stiamo avviando verso una terza guerra mondiale: lo vedo da tanti segni esteriori che, chi ha occhi per guardare, non può non vedere. Su questo ci sono tante profezie, come quella di Teresa Musco, una veggente di Caserta, morta in concetto di santità e per la quale è avviata la causa di beatificazione. Aveva predetto la guerra dei sei giorni in Israele, aveva predetto la seconda guerra e poi ha predetto anche (tutte predizioni che lei mette in bocca alla Madonna) «cercheranno sempre palestinesi ed israeliti di mettersi d’accordo, ma non ci riusciranno mai, perché da lì nascerà la terza guerra mondiale». Ora che da lì nascerà la terza guerra mondiale non l’abbiamo ancora visto, ma che in tutti questi anni i due popoli hanno tentato di mettersi d’accordo senza successo lo vediamo con chiarezza tutti. Io vedo l’azione di satana estremamente in auge, trionfante, e grazie al cielo sappiamo che non sarà vincente, perché le porte dell’inferno non prevarranno contro la Chiesa. Un carismatico morto di recente diceva: «troviamo molta gente che ogni giorno trova il tempo per leggere il giornale, ma non trovano il tempo, durante tutta la vita, di leggere la Bibbia». E questo è un fatto molto, ma molto diffuso.
Qual è il modo per difendersi dal maligno?
Padre AMORTH: Ritornare ai dieci Comandamenti, alle leggi di Dio. Vedere che le leggi di Dio non sono proibitive, ma leggi di salvezza. Ritornare ad amarci, ritornare alla concordia, ritornare all’onestà. Oggi la società è basata proprio sull’ingiustizia: bisogna ritornare a Dio.
Padre Pio le ha mai predetto la sua attività di esorcista?
Padre AMORTH: No. Quando frequentavo Padre Pio non ero ancora sacerdote esorcista e non pensavo minimamente di diventarlo. Avevo dei figli spirituali e gli ho parlato di loro chiedendogli di poterli affidare a lui, e Padre Pio ha accettato. Gli dissi: «così i miei figli spirituali la chiameranno nonno Pio». Si è messo a ridere. Quindi un mio figlio spirituale è anche figlio spirituale di Padre Pio.