venerdì 21 gennaio 2011

PURIFICAZIONE ATTIVA DEI SENSI INTERNI - parte seconda






PURIFICAZIONE ATTIVA DEI SENSI INTERNI




Royo Marin
 
Come abbiamo già visto (n. 180, b), i sensi interni sono quattro: il senso comune, la fantasia o immaginazione, l’estimativa e la memoria sensitiva.
 
187. Il senso comune e l’estimativa. – Del senso comune e della estimativa non c’è nulla di speciale da dire in ordine alla loro purificazione. Il primo dipende dai sensi esterni, le cui impressioni accoglie e unifica. La mortificazione di questi è sufficiente quindi per preservarlo da ogni informazione pericolosa o inutile. E quanto all’estimativa scompariranno da essa gli apprezzamenti falsi o ridicoli se l’immaginazione sarà ben regolata e il giudizio intellettivo eserciterà senza intralci il suo legittimo impero.
 
188. L’immaginazione o fantasia. – Tratteremo dell’importanza e della necessità della sua purificazione e dei mezzi necessari per conseguirla in ordine alla perfezione cristiana.
Importanza. – L’immaginazione o fantasia è una facoltà importantissima, date le intime relazioni esistenti tra l’anima e il corpo nelle condizioni attuali della natura umana. Ad ogni idea acquisita mediante il meccanismo naturale delle nostre facoltà fa riscontro una precedente immagine dall’immaginazione somministrata all’intelletto. Senza immagini l’intelletto non può naturalmente conoscere. Da qui l’importanza di usare immagini sensibili per far comprendere, soprattutto alle persone rudi, le idee astratte e i principi speculativi. Gesù si valse continuamente dell’immaginazione per rendere accessibili al popolo e ben disposto i grandi misteri del regno di Dio.
L’immaginazione esercita pure un grande influsso sull’appetito sensitivo che tende con maggior ardore verso i propri oggetti quando sono rivestiti e colorati d’incanti e d’attrattive sensibili.
Necessità di purificarla. – Appunto per la sua ragguardevole influenza su tutto il composto umano, l’immaginazione è una delle facoltà che ha bisogno di una più profonda purificazione. Posta al servizio del bene, può prestarci incalcolabili servizi, ma non v’è nulla che si possa ostacolare tanto sulla via della santificazione quanto una immaginazione esaltata e non controllata dalla ragione illuminata dalla fede. Ferita profondamente dal peccato originale, trova difficoltà a soggiacere all’impulso della ragione e della volontà, che non esercitano nei suoi riguardi un impero dispotico, come sui sensi esterni, ma solamente politico.
Due sono i principali inconvenienti di una immaginazione insufficientemente controllata:
a) È causa di dissipazione. – Senza un profondo raccoglimento è impossibile la vita interiore. Ora, non vi è nulla che impedisca tanto questo raccoglimento quanto l’incostanza dell’immaginazione, che non riesce a concentrarsi un momento. S. Teresa la paragona a «quelle farfallette notturne e irrequiete», e a una «battola da mulino», che non cessa mai di sbattere finché il mulino è in movimento. Il P. Granada dice che è «una potenza molto libera e girovaga, come una bestia selvaggia, che se ne va di collina in collina», e la paragona a uno «schiavo fuggitivo che se ne parte dalla nostra casa senza permesso». È «la pazza di casa» che «scatena una guerra incredibile, cercando di mettere tutto a soqquadro», aggiunge ancora S. Teresa.
b) È causa di tentazioni e di peccati. – Spesso si attribuiscono al demonio tante tentazioni che, in realtà, traggono origine solo dalla nostra immaginazione priva di controllo. Le passioni disordinate si accendono e si alimentano attraverso l’immaginazione, che ritrae al vivo il piacere che il peccato procurerà all’appetito concupiscibile, o aumenta le difficoltà che l’appetito irascibile dovrà sostenere per la virtù, riempiendolo di tristezza e di sfiducia. Dice il Da Kempis che l’unico ostacolo che ritrae tante anime dal cammino della perfezione è l’«orrore delle difficoltà» ingigantite dall’immaginazione.
 
Mezzi per purificare l’immaginazione. – I principali sono:
a) La custodia dei sensi esterni. – È di capitale importanza, giacchè attraverso i sensi esterni, principalmente la vista, entrano immagini vane o sconvenienti che la fantasia ritiene, riproduce e combina in mille forme, eccitando l’appetito sensibile e richiamando l’attenzione dell’intelletto e il consenso della volontà.
b) L’attenta selezione delle letture. – Bisogna evitare ad ogni costo, non solamente le letture cattive o pericolose, ma anche le frivole e le vane, che riempiono l’immaginazione di inutili fantasie. A questa categoria appartiene la maggior parte dei romanzi, la lettura dei quali rappresenta un vero impedimento alla vita di raccoglimento e di orazione. Oltre che a farci vivere in un modo irreale, pieno di sogni morbosi, le scene più impressionanti di quella finzione letteraria ritornano come fantasmi importuni nell’ora del dovere e della riflessione. È quasi impossibile che possa santificarsi un lettore appassionato di romanzi.
c) Combattere l’ozio. – L’immaginazione non resta mai quieta; se non la sfruttiamo offrendole una buona ed utile occupazione, essa stessa andrà alla ricerca di ciò che le è necessario per esplicare la propria attività. E siccome è mal orientata e avverte una naturale propensione verso tutto quanto alletta gli appetiti meno nobili, ben presto ci indurà in pericolose tentazioni.
d) Offrirle oggetti buoni. – Per avere un pieno controllo dell’immaginazione non basta sottrarle la materia nociva e non permetterle di divagare oziosa; è necessario fornirle materia santa e utile onde abbia a dirigersi positivamente al bene. A questo mira la cosiddetta «composizione di luogo» vivamente raccomandata prima di iniziare l’orazione.
Una rappresentazione vivace di ciò che stiamo per meditare offre tale pascolo all’immaginazione da impedirle di perturbare la pace e la tranquillità dello spirito con importune divagazioni. La lettura di libri devoti, nei quali sono descritte con forza e colore scene edificanti, può contribuire ad educare positivamente l’immaginazione e a metterla al servizio dell’intelletto e della volontà, ai quali può prestare un valido aiuto.
c) Abituarsi ad operare sempre con attenzione a quello che si sta facendo. – Lage quod agis degli antichi racchiude una profonda sapienza. L’abitudine a riflettere a quello che stiamo facendo ha il doppio vantaggio di moltiplicare le nostre energie intellettuali e di disciplinare l’immaginazione, impedendole di vagare da un oggetto all’altro. Non conosciamo niente di più sintetico ed esatto sull’attenzione che le mirabili pagine scritte da Balmes nel capitolo 2° della sua famosa opera El criterio. Ad esse rimandiamo il lettore.
f) Non dare troppa importanza alle sue distrazioni e impertinenze. – A volte l’unica forma valida per combattere certe fantasie esaltate è quella di disprezzarle e di non affrontarle direttamente per non eccitarle maggiormente; è il consiglio di S. Teresa. La volontà miri all’amor di Dio anche in mezzo alle distrazioni più stravaganti e non faccia caso all’immaginazione finché Dio non la trasformerà profondamente mediante le purificazioni passive.
4) In ordine alla perfezione cristiana. – S. Giovanni della Croce tratta diffusamente del motivo per cui le apprensioni immaginative non possono essere un mezzo proporzionato all’unione con Dio – non potendo Iddio essere rappresentato in una specie fantastica – e del danno che produce nell’anima il non sapersene liberare ancorché le siano state presentate per via soprannaturale. Si legga e si mediti la dottrina del Dottore Mistico.