Liberaci dal Male: riflessioni del Magistero sull'esorcismo
Secondo l'associazione "Telefono Antiplagio", sono dieci milioni gli italiani che nel 2000 hanno fatto ricorso a pratiche esoteriche e occulte per risolvere problemi di salute, di amore e di affari. Ma nella pastorale ordinaria diocesana "il ministro ordinato spesso è indifferente e spinge le persone, anche se inconsciamente, a ricorrere ai maghi e a pratiche dell'occulto che sono strumenti privilegiati dell'azione del demonio" (P.R. Dagnon, Rapporti tra gli esorcisti e l'ordinaria pastorale diocesana, relazione svolta presso il Convegno Internazionale Esorcisti a Collevalenza 10-15 luglio 2000). Padre Gabriele Amorth nl suo libro "Nuovi racconti di un esorcista", Roma 1996, p. 216 afferma: "Sono anche uscite statistiche significative e tremende, riguardo ai teologi italiani...Un terzo dei teologi non crede all'esistenza di Satana; due terzi ci crede in teoria, ma non crede alla sua azione pratica e si rifiuta di tenerne conto nella sua attività pastorale. In queste condizioni, resta ben poco spazio per coloro che ci credono e che provvedono: eccezioni che debbono agire contro corrente, derise spesso e ostacolate dagli altri Per giungere a queste conclusioni mi sono basato sulle statistiche curate in Germania occidentale nel 1974 e pubblicate anche su Concilium (1975, 3, p.112). Aggiungo le statistiche pubblicate in: Diavoli, demoni, possessioni di W. Kasper e K. Lehmann, Brescia 1983, (p. 27 e 115)... Le statistiche riportate riguardano i teologi; ma il loro influsso sulla mentalità corrente del clero è evidente. Non sono state fatte statistiche direttamente sui sacerdoti, ma credo che i risultati sarebbero molto simili; certamente il comportamento pratico lo lascia supporre"). Il ministro ordinato ha il compito ecclesiale e pastorale della cura dei fedeli e deve fornire loro "l'armatura di Dio, per poter resistere alle insidie del diavolo" perchè come continua ad affermare la lettera di S. Paolo apostolo agli Efesini, "la nostra battaglia non è contro creature fatte di sangue e di carne, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti" (Eb.12,4). I ministri di Dio devono rispettare il mandato evangelico di Gesù secondo quanto la Chiesa insegna: "Durante il suo ministero Cristo diede agli Apostoli e agli altri discepoli il potere di scacciare gli spiriti immondi (cf. Mt.10,1.9; Mc.3.14-15; 6,7.13; Lc.9,1; 10,17.18-20). Promise loro lo Spirito Santo Paraclito, che procede dal Padre per il Figlio, allo scopo di dimostrare al mondo con il giudizio, che il principe di questo mondo è stato giudicato (cf Gv 16,7-11). E nel vangelo la cacciata dei demoni fa parte dei segni che avrebbero accompagnato quelli che credono. Fin dal tempo degli Apostoli la Chiesa ha esercitato il potere ricevuto da Cristo di scacciare i demoni e respingere il loro influsso (cf. At 5,16; 8,7; 16,18; 19,12). Perciò essa prega con fiducia e perseveranza "in nome di Gesù" di essere liberata dal Maligno (cf Mt 6,13) e, in quello stesso nome, per la forza dello Spirito Santo, comanda in vari modi ai demoni di non ostacolare l'opera di evangelizzazione (cf 1Ts 2,18) e di restituire "al più Forte" (cf Lc 11,21-22) il dominio sul creato e su ogni uomo. 'Quando la Chiesa comanda pubblicamente e con l'autorità, in nome di Gesù Cristo, che una persona o un oggetto sia protetto contro l'influenza del Maligno e sottratto al suo dominio, si parla di esorcismo' (CCC 1673)" (Rituale Romano, Nuovo Rituale degli esorcismi, nn. 6-7 ).
"E i vescovi, che hanno il monopolio della nomina degli esorcisti?
Anch'essi si trovano ad agire in mezzo a queste difficoltà: da una parte il Diritto Canonico dà a loro e solo a loro il potere di nominare esorcisti (can. 1172), per cui è un potere-obbligo gravissimo; d'altra parte anch'essi hanno gli stessi limiti di tutto il clero: non hanno mai studiato questa materia, non hanno mai visto nè praticato esorcismi (salvo rare eccezioni), subiscono l'influenza delle idee errate di certi teologi e biblisti; in conclusione, ci credono solo in teoria. È difficile credere alle cose che vediamo noi esorcisti, se non ci si assiste. Aggiungo anche che questo abbandono di tre secoli ha fatto sì che, non conoscendosi più gli esorcismi e il loro svolgimento, agli occhi di molti appaiono come un qualche cosa di abnorme, di mostruoso, a cui si deve ricorrere assolutamente meno che si può, e meglio ancora se non si fanno mai. Così trovare un esorcista nella Chiesa cattolica latina è diventato un dramma; solo in Italia si è incominciato a muovere qualcosa negli ultimi anni; ma la maggior parte delle altre nazioni ne sono quasi sprovviste. La gente si sente non capita, abbandonata, e si rivolge altrove, come abbiamo detto: a maghi, cartomanti, sètte, altre religioni. In compenso chi non ha mai dormito è stato il demonio. Dice chiaro il Vaticano II: «Tutta intera la storia umana è pervasa da una lotta tremenda contro le potenze delle tenebre; lotta cominciata fin dall'origine del mondo e destinata a durare, come dice il Signore, fino all'ultimo giorno» (Gaudium et spes, 37). E Giovanni Paolo II: «Alla vittoria di Cristo sul diavolo partecipa la Chiesa: Cristo infatti ha dato ai suoi discepoli il potere di cacciare i demoni. La Chiesa esercita tale potere vittorioso mediante la fede in Cristo e la preghiera che, in casi specifici, può assumere la forma dell'esorcismo» (20 agosto 1986). Ci sono le parole del vangelo; ci sono le parole del magistero ecclesiastico e le norme del Diritto Canonico; ma, in pratica, nonostante la grande richiesta, vedo molto lontano il tempo in cui gli esorcismi torneranno a far parte, in ogni diocesi, del comune servizio pastorale. E sbagliano di grosso quelle persone che avvicinano l'esorcista come se avesse dei poteri straordinari, un po' come se fossero dei "buoni maghi". Per avvicinare un esorcista ci vuole tanta fede in Gesù Cristo e tanta fede nella Chiesa, in nome della quale l'esorcista opera. Che cosa fa un esorcista? Prima di tutto è un uomo di ascolto, per vedere che cosa il caso richiede. Il più delle volte la nostra gente ha solo bisogno di avvicinarsi a Dio; non si tratta di aver bisogno di esorcismi, ma di conversione. Credo che ogni esorcista possa testimoniare di aver avvicinato alla preghiera, ai sacramenti, alla pratica cristiana, molte più persone lontane da quando ha iniziato il ministero di esorcista, che in antecedenza, quando ricopriva altri incarichi apostolici. Vivere in grazia e ciò che questo comporta (preghiera, sacramenti, istruzione religiosa...) resta anche sempre il mezzo preventivo e curativo più efficace. Un secondo compito dell'esorcista è quello di tranquillizzare le persone. Oggi sono proprio tanti coloro che ritengono di avere la jella, di essere stati raggiunti da un qualche maleficio ad opera di persone invidiose, gelose, perverse, concorrenti in affari e via dicendo. Inutile dire che spesso questa convinzione viene confermata o fatta nascere da persone sbagliate che si sono consultate: maghi, cartomanti, sedicenti veggenti o carismatici, di cui c'è un'invasione e una continua pubblicità da parte dei mass media. Ogni sacerdote e ogni persona di buon senso sarebbe in grado di tranquillizzare questi tormentati; ma la parola dell'esorcista è più efficace perchè è un po' considerato un professionista in questo campo. Infine il compito dell'esorcista è di esorcizzare, quando vede che ne sono presenti le condizioni. Ci possono essere semplici motivi di sospetto, che con una brevissima preghiera esorcistica vengono chiariti. Si inizia sempre con molta semplicità e brevità. Solo chi ha un'ignoranza totale di questo ministero immagina che l'esorcismo sia un qualche cosa di spaventoso, di traumatico. Tale effetto può verificarsi nei presenti inesperti, non nella persona colpita, se nel corso dell'esorcismo o addirittura al suo inizio, si manifestano reazioni esterne violente o fenomeni strani. Proprio perchè l'esorcismo, e solo l'esorcismo, può verificare se i fenomeni "di sospetto" nascondono una causa malefica o no, i primi esorcismi hanno importanza diagnostica più che curativa" (G. Amorth, Nel mio nome scacceranno i demoni, in Vita Pastorale n°1, 1998).