martedì 27 novembre 2018

LA TRASGRESSIONE DEL SESTO COMANDAMENTO


LA TRASGRESSIONE DEL SESTO COMANDAMENTO

I vescovi italiani, considerando quanto San Paolo scrive ai cristiani di Tessalonica “Ciascuno sappia mantenere il proprio corpo con santità e rispetto non come oggetto di passione e libidine, come i pagani che non conoscono Dio” (1Tes 4, 4-5), dopo aver dato saggi consigli ai ragazzi sulla necessità di educare la propria sessualità, osservano: Purtroppo molti giovani perdono la fede, perché non riescono ad essere casti”.
C’è da osservare che secondo i maestri dello spirito ci sono dei peccati che spengono in modo particolare la luce della fede ed allontanano dalle realtà celesti; tra questi peccati pongono al primo posto l’impudicizia o lussuria.
Afferma San Tommaso d’Aquino: “Sono soprattutto i piaceri impuri quelli che portano la dissoluzione dell’anima”. E Sant’Alfonso Maria dei Liguori asserisce: “Si va all’inferno per questo peccato o anche con esso”.
Padre Pio è sulla linea di questi grandi dottori della Chiesa.
Nel giugno 1968 ad un sacerdote, che in confessione aveva accusato difficoltà nell’osservare la castità, il Santo, mettendolo in guardia da possibili trasgressioni, disse: La lussuria è la via più breve e più facile per andare all’inferno. Le cose le sai e le dici agli altri. Cerca di metterle in pratica.
L’impurità “è via breve e facile che conduce alla morte eterna”, perché “toglie il gusto della preghiera, affievolisce la fede fino ad estinguerla e dispone ad ogni specie di peccato, rende duro il cuore e, senza grazia particolare, trascina.
Padre Pio non era entusiasta della televisione, anzi guardava ad essa con particolare preoccupazione, perché poteva trasformarsi in veicolo di immagini scandalose o di messaggi nocivi immessi nell’intimità della nostra casa.
Sappiamo che i figli spirituali, prima di fare un qualunque cosa, chiedevano al Padre il suo parere. Apprendiamo da più di una testimonianza che, quando questo mezzo di comunicazione cominciò a diffondersi, non a tutti il Santo dava il permesso di acquistare un apparecchio televisivo. Il suo assenso era condizionato dalla maturità di colui che ne avrebbe usufruito.
Ma dobbiamo osservare che il Padre, circa gli spettacoli, andava ben oltre. Egli li considerava non del tutto confacenti a chi voleva vivere veramente la vita dello spirito. Secondo il Santo per un vero cristiano il divertimento, anche non peccaminoso, “è inammissibile”, perché può costituire pur sempre un momento di distrazione, che gli avevano chiesto il permesso di scendere a Foggia per vedere un film a soggetto religioso, disse, Certo, sono cose belle, ma perdereste tanto tempo da impiegare nella preghiera.
Che cose direbbe il Padre dello scupìo di tempo che si fa da parte di tanti cristiani attraverso il cattivo uso della televisione?
“Chi non fa un vero cammino spirituale non può entrare in questo modo di vedere, perde molte ore in cose inutili, a dissiparsi, prega poco o niente. Tanto più di questi cristiani non praticanti o non credenti che leggendo tali verità sul cammino di santità si lamentano e sparlano di esagerazione ecc...
Chi batte la via alla santità non perde tempo in cose inutili mondane”.

P. Marcellino I.