DISCERNIMENTO DEGLI SPIRITI
I. La nozione. E la scrutazione e il giudizio circa i
moventi delle nostre azioni. Poiché gli enti che possono influire o causare
tali moventi sono di natura spirituale, quali l' anima umana, Dio, il demonio, si usa il termine « spirito ».
Nelle nostre azioni, come nei nostri pensieri e
sentimenti, influiscono più fattori; le nostre tendenze, l'inconscio, le
abitudini e altro, che procedono dalla nostra natura. Possono influire,
altresì, le illuminazioni e gli aiuti
della grazia divina, ma anche gli
influssi deleteri e maligni dello spirito del male. Per questo motivo, occorre
adoperare criteri per distinguere da quale spirito provengano le mozioni e le
azioni.
A seconda del modo in cui si arriva a giudicare si
distingue: d. infuso e d. acquisito. Il d. infuso consiste in una luce
particolare che dona lo Spirito Santo.
Il d. acquisito consiste in un giudizio retto in base alle regole e ai precetti
della fede. Nel d. infuso si ha la certezza assoluta; in quello acquisito la
certezza morale e prudenziale.
Oggetto del d. sono i movimenti come le sollecitazioni,
le inclinazioni, le attrattive, i molteplici richiami, che si producono nella
persona per accaparrarsi e determinare la sua volontà prima che si decida.
L'uomo ha sempre dovuto praticare il d., anche se
purtroppo spesso, non si è attenuto al giudizio saggio. L'AT ci offre molti
casi di tale d. Nel NT Gesù è oggetto di discernimento: positivo nei semplici e
retti; negativo nei corrotti e male intenzionati.
II. Nella direzione spirituale. Il d. per il direttore spirituale non di rado può
risultare un compito difficile, specialmente quando si tratta di dirigere anime
che hanno particolari esperienze. Si richiede al direttore spirituale, oltre,
una ricca vita interiore, un'approfondita cognizione dell'animo umano alla luce
della teologia spirituale e della psicologia.
Riguardo agli individui che percorrono un cammino
spirituale fuori dell'ordinario, se non vi sono fatti straordinari, basterà che
si ci assicuri della rettitudine d'intenzione e della conformità delle opere alle
norme e direttive della Chiesa. Le cose si complicano quando una persona
afferma di sperimentare fatti che ritiene preternaturali, come visioni sensitive o immaginative, rivelazioni.
Le visioni sensitive (si vede con i sensi) e quelle
immaginative (si vede solo con l'immaginazione) possono avere origine
soprannaturale; ma, secondo l'esperienza e gli insegnamenti dei grandi mistici,
sono molto rare. Quasi sempre si tratta di illusioni o allucinazioni naturali o di inganni
diabolici.
S. Giovanni della
Croce scrive: « L'uomo deve assolutamente rifuggirle ». S. Teresa, pur essendo sostanzialmente
d'accordo con s. Giovanni della Croce, è meno categorica. E s. Paolo della Croce suggerisce: «Queste
visioni, elevazioni, ecc., più sono frequenti, più sono sospette».
Tuttavia, si possono riconoscere quelle che vengono dal
Signore. E difficile, ma possibile, se si osservano alcune norme: l'attento
esame del significato della visione, le doti psichiche e morali del visionario
e i fatti che l'accompagnano.
Meno complessa è l'indagine sull'autenticità delle
visioni intellettive. Si riconoscono specialmente dalla natura e dal contenuto
delle medesime.
Molta attenzione si dovrà usare per distinguere le notti dello spirito di natura mistica da
alcune forme di depressione naturale.
III. Nella vita
spirituale. Il d. aiuta la persona impegnata
nelle vie dello Spirito a scorgere gli
inviti di Dio ed aiuta, inoltre, a proteggerla dalle sollecitazioni del demonio
come anche dalla sua natura corrotta (A. Chollet). In ultima analisi, aiuta a
conoscere la volontà salvifica di Dio per poi compierla nel quotidiano.
Bibl. Aa.Vv., s.v., in DSAM III, 1223‑1291; Aa.Vv., Il
discernimento dello Spirito e degli spiriti, in Con 9 (1978), numero
monografico; A. Barruffo, Discernimento, in NDS, 419‑430; Ch.‑A. Bernard,
Teologia spirituale, Cinisello Balsamo (MI) 1989; A. Cappelletti, s.v., in DES I, 806‑810; A. Chollet, s.v., in DTC IV, 1401; Giovanna
della Croce, Il discernimento dono dello Spirito, Bologna 1986; A. Gentili, Il
discernimento spirituale comunitario, in
Aa.Vv., Mistagogia e direzione spirituale,
Milano 1985, 329‑343; V. Marcozzi, Ascesi e psiche, Brescia 1963; A.
Royo Marin, Teologia della perfezione cristiana, Roma 19656, 1010‑1021; M. Ruiz
Jurado, Il discernimento spirituale, Cinisello Balsamo (MI) 1996; G.B.
Scaramelli, Il discernimento degli spiriti,
Venezia 1753.
V. Marcozzi