lunedì 18 marzo 2019

DON GABRIELE E PADRE CANDIDO


DON GABRIELE E PADRE CANDIDO

Testimonianza di Rosa l’assistente 
di Padre Amorth

Cronista - Com’erano Don Gabriele e Padre candido quando erano assieme?

Rosa – Mi ricordo quando don Amorth pigliava il ciuffetto a Padre Amantini, glielo tirava e lo spettinava, era buffo. E quello rideva e lasciava fare. I santi sono persone allegre. Scherzavano e ridevano assieme, raccontavano barzellette … Don Gabriele ne sapeva tantissime, e anche Padre Candido era molto di compagnia. Si sono conosciuti quando il vescovo ha dato a don Amorth la lettera col mandato, e hanno lavorato tanto assieme.
Don Gabriele alla domenica andava alla Scala santa e stavano a discutere i vari casi; pregavano anche assieme sulle persone. L’apprendistato è durato dall’86 fino al ‘ 92, quindi sei anni di affiancamento, fino all’anno della morte di Padre Candido. In realtà Don Gabriele aveva iniziato già prima a lavorare da solo, ma aveva sempre da imparare.
Avevano proprio modalità diverse. Certo Don Gabriele non aveva i doni particolari di Padre Candido; per questo diceva sempre di essere “un pezzo di legno”, o “un buono a nulla”, di non valere un fico secco. Non valgo niente, fa tutto il Signore, ripeteva.

Cronista - Secondo te chi era più santo Padre Candido e Don Gabriele?

Rosa – Secondo me lo erano allo stesso livello se così diversi.
Padre Candido pregava in latino sottovoce, invece Don Gabriele leggeva il rituale ad alta voce. Non so quale fosse la tecnica più efficace, entrambi a volte hanno seguito le persone per tanti anni senza vederne la liberazione.
Per esempio Padre Candido ha seguito una persona per 13 anni, poi lei è andata in Toscana, ha incontrato un sacerdote che abitava lì e si è liberata andando in una parrocchia.
Padre Candido aveva doni di conoscenza e di preghiera, ma le persone non si liberavano più velocemente per questo: la trafila era sempre la stessa, spesso lunga e dolorosa. Lui capiva se era malattia o se era maleficio, ma ciò non accelerava la liberazione.
Per questo mi pare che non serva conoscere l’origine del male, anzi, è decisamente meglio non sapere. E’ meglio ricevere una preghiera e basta perché con l’esperienza ho visto che tante volte il discernimento porta odio, separazione, desiderio di vendetta. E’ comprensibile in chi sta male, proprio per questo credo che sia meglio non sapere.
Da questo punto di vista il fatto che Don Gabriele non avesse doni e non ricordasse era una grazia. Però a volte ricordava, dipendeva dalle persone e dalle situazioni.

Cronista – Come ha conosciuto Padre Candido?

Rosa – I medici mi avevano mandato da lui per mio figlio Emanuele ; mi hanno detto che non sapevano affrontare e comprendere la sua malattia e il vice primario mi ha detto di portarlo da un esorcista. Così conobbi Padre Candido, gli portai il bambino e subito lui gli mise la mano sugli occhi e gli disse: “Vedrai che adesso starai bene” e infatti così è stato. Era stato operato due volte, aveva un drenaggio la cui pulizia era molto dolorosa e aveva sangue nelle urine. Da quella volta stesi accanto a padre candido ad aiutarlo.

Cronista – Come ha conosciuto Don Gabriele?

Rosa – Io aiutavo Padre Candido: entravo quando riceveva e pregavo, aiutavo a sorreggere le persone. Era un uomo di poche parole, pregava in silenzio e imponeva sempre la stola sul petto, tenendola in sede con tre dita.
Un giorno, nell’86, l’ho accompagnato con l’auto in Vaticano e, parlando con lui, gli ho raccontato che non ho mai potuto lavorare per via dei figli che stavano sempre male; allora mi ha guardato e mi ha detto: “Questo sarà il suo lavoro, lei aiuterà Don Amorth”. Io ho chiesto: “ Ma cosa devo fare?”. Non ha dato risposta.
Io non conoscevo Don Gabriele, sono andata da lui e gli ho detto: “Mi manda Padre Candido, ha detto che devo aiutarla”. Mi ha risposto:” Va bene, parlerò anch’io con lui”, e mi ha subito accettata.
La prima volta che sono andata ad aiutarlo ero smarrita e ho pensato che fosse una gabbia di matti. C’era una signora che stava male e che scappava per tutto il cortile e noi la rincorrevamo cercando di riprenderla. Era la moglie di un generale e stava malissimo.

Dal libro Padre Amort - La mia battaglia con Dio contro satana