lunedì 24 aprile 2017

Il dono del discernimento degli spiriti

Il dono del discernimento degli spiriti




San Paolo lo elenca nella lista dei carismi: Ad un altro è dato il discernimento degli spiriti (1Cor 12,10).
Discernere significa distinguere tra cose diverse e contrarie. Tuttavia non si tratta di un giudizio o un’opinione che formuliamo sulla bontà o cattiveria di persone od eventi visti alla luce della nostra fede o delle nostre conoscenze. Non è una conclusione dettata dalla nostra competenza o dalla nostra intuizione. E’ invece un dono soprannaturale, datoci dallo Spirito Santo, in determinate circostanze, che ci rende capaci di giudicare se, in una data persona o in un certo ambiente, vi è lo Spirito di Dio che agisce o vi sono invece degli spiriti maligni. E’ il dono che ci apre gli occhi sul mondo dell’invisibile, dove agiscono buoni e cattivi spiriti. E’ un’illuminazione soprannaturale che ci mostra l’origine profonda di certi fenomeni misteriosi umanamente inesplicabili. Non è quindi un giudizio temerario o sospetto che pronunciamo sulle persone magari basandosi sugli atteggiamenti ed i comportamenti esteriori. La stessa espressione “discernimento degli spiriti” dice chiaro che abbiamo a che fare con gli spiriti, non con gli uomini e la loro condotta. Non vengono quindi pronunciati giudizi su talune manifestazioni esterne, ma veniamo a conoscenza dell’origine di queste manifestazioni. Non vengono giudicati gli uomini, ma quel che negli uomini è da Dio, o falsamente pretende di esserlo. Un celebre esempio riguarda Paolo durante la sua evangelizzazione:
Mentre andavamo alla preghiera, venne verso di noi una giovane schiava, che aveva uno spirito di Divinazione e procurava molto guadagno ai suoi padroni facendo l’indovina. Essa seguiva Paolo e noi gridando: Questi uomini sono servi del Dio Altissimo e vi annunziano la via della salvezza. Questo fece per molti giorni finché Paolo, mal sopportando la cosa, si volse e disse allo spirito: In nome di Gesù Cristo ti ordino di partire da lei». E lo spirito partì all’istante (At 16,16-18).
Si nota facilmente che, sebbene la schiava stesse dicendo alle persone di ascoltare Paolo perché vero servo di Dio, egli riconosce in costei l’ispirazione di uno spirito maligno e, nonostante le parole veritiere, lo obbliga ad uscire ed andarsene. Il giudizio umano privo del dono di discernimento, sarebbe giunto a ritenere i discorsi della donna come provenienti da Dio, quando in realtà si trattava di Satana.
Il discernimento possiamo considerarlo come il guardiano degli altri doni. Infatti è li pronto a proteggere la genuinità dei doni dello Spirito dalle possibili falsificazioni o camuffamenti che può creare il Demonio.
Satana infatti è esperto ad imitare i doni dello Spirito Santo e a presentarli, con sottile astuzia, come autentici. Egli sa presentarsi come angelo di luce anche ai santi.
Ecco che lo Spirito viene in nostro aiuto col dono del discernimento degli spiriti per farci vedere dove sono la verità e l’errore in un libro o in un discorso, dove sono il grano e la zizzania in una comunità, dove sono gli agnelli e i lupi vestiti da agnelli, dove sono i veri e falsi discepoli, dove sono la vera pace e la gioia dello Spirito e dove la gioia artificiosa ed i disagio nervoso e opprimente creato da Satana.
Qualche volta qualcuno dei presenti, attraverso il dono di discernimento, individua la persona o le persone che sono causa di disturbo e di turbamento.
Celebri sono anche i casi di alcuni santi, come San Filippo Neri e Don Bosco, che a contatto con certe persone incallite nei vizi sentivano anche un fetore insopportabile.
Più si è vicini a Dio, più si vive la vita dello Spirito Santo e più si diventa sensibili all’azione perversa degli opposti spiriti maligni.
Essendo il vero guardiano dei carismi, il discernimento degli spiriti ha soprattutto la funzione di segnalarci il vero e il falso, le vere e le false profezie, le vere guarigioni operate da Gesù e le false guarigioni operate da Satana, le malattie dovute a cause naturali e quelle che hanno origine diaboliche.