sabato 8 aprile 2017

Quale è lo scopo dello yoga 2




Quale è lo scopo dello yoga (2)


Questi sette corpi sono a loro volta raggruppati nell'equivalente teoria dei tre corpi o piani (materiale, sottile e causante): "Il corpo materiale, sottile e causante non sono entità distinte ma tre dimensioni di una stessa entità... 'sedi' della conoscenza... Il corpo materiale corrisponde alla comune coscienza di veglia, con la relativa esperienza del mondo come mondo fisico e fenomenico. Questa è la 'sede' propria all'Io comune. Gli altri due corpi, cioè le altre due dimensioni della corporeità, non sono percepibili inquantochè nella vita dell'uomo comune il piano sottile corrisponde alla condizione del sogno, lo stato causante, ad esso sovraordinato, corrisponde alla condizione del sonno senza sogni o sonno profondo... Le dimensioni profonde transfisiologiche della corporeità sono dunque sbarrate alla coscienza desta dell'uomo comune; questi non conosce lo stato rajasico della corporeità come energia (corpo sottile), nè lo stato sattvico di essa, come puro atto (corpo causante)... subisce lo stato tamasico della corporeità… Ebbene le tecniche dell'Hata-Yoga mirano appunto a rimuovere questo sbarramento a dischiudere la corporeità spirituale… ciò comporta lo sviluppo di una supercoscienza... non una sottocoscienza medianica [???]... L'assurdità della psicanalisi raggiunge il limite quando Jung presume di indicare il contenuto scientifico dello Yoga... Ma lo Yoga non vuol guarire nessun malato [solo divinizzarlo!!!]... Già a livello del corpo sottile affiorerebbe la coscienza samsarica ossia la coscienza di un flusso di una singola vita rappresenta unicamente una sezione particolare. Al livello del corpo causante la coscienzasi estende poi verticalemtne agli stati multipli dell'essere fino al piano dove non esiste cambiamento nè divenire" (Julius Evola, Lo Yoga della potenza, ed Mediterranee, Roma 2006, pp.165-168).
La kundalini o KI o prana sarebbe la "energia" sessuale sprigionata, primariamente, dalla sacra copulazione o maithuna tra Shakti e Shiva. Afferma Mircea Eliade: «Pratica tantrica del maituhuna: 1)nuda ogni donna incarna la Natura, la prakrti La si dovrà contemplare con la stessa ammirazione e distacco che si pone nel considerare l’impenetrabile mistero della Natura, il suo potere infinito di creazione. La nudità rituale della yogini possiede un valore mistico in quanto tale; 2)la seconda fase consisterà nella trasformazione della Donna-prakrti nell’incarnazione della Shakti: la compagna del rito diviene una dea, come lo yogin incarna il Dio […] la yogini è una giovane donna istruita dal guru e il cui corpo viene consacrato. L’unione sessuale diviene così un rituale, il maithuna, per mezzo del quale la coppia umana si trasforma in coppia divina. Il pranayama (dominio del prana) che è la disciplina della respirazione e il dharana (la concentrazione) non sono altro che i mezzi attraverso i quali, durante il maithuna, si giunge all’immobilità e all’estinzione del pensiero, la suprema grande felicità che è la scoperta dell’Unità. Fisiologicamente parlando, il samasara (lo stesso gusto) si ottiene durante il maithuna, ogniqualvolta il seme dell’uomo (sukra) e il rajas (rosso succo del mestruo) della donna permangono nella loro immobilità; mai il maithuna si deve concludere con l’emissione seminale […] I seguaci del tantrismo, “tantra” in sanscrito significa “ordito” o “tela”, si dividono abitualmente in due indirizzi: 1)i samayin che credono alla identità di Shiva e della Shakti che cercano di risvegliare la kundalini per mezzo di esercizi spirituali; 2)i kaula, che venerano la kaulini (cioè la kundalini), e che si dedicano a pratiche concrete […] Il vocabolario erotico della letteratura tantrica è ambiguo […] I testi tantrici ripetono spesso questo adagio: “Con quegli stessi atti che fanno bruciare per milioni di anni alcuni uomini all’inferno, lo yogin ottiene la liberazione” […] Si tratta del fondamento stesso dello yoga esposto da Krishna nella Bhagavadgita: “Colui che non è sopraffatto dall’egoismo, la cui mente non è turbata, quand’anche uccidesse tutte le creature, egli non uccide, e non si grava di alcuna catena” (XVIII,17) […] Buddha stesso praticando il maithuna era riuscito a vincere il demone Mara, e, sempre per mezzo di quella TECNICA, era diventato onnisciente e SIGNORE DELLE FORZE MAGICHE […] Ogni congiunzione dei contrari (Shiva-Shakti, Buddha-Shakti, Krishna-Radha) determina una rottura di livello e conduce alla riscoperta della “spontaneità primordiale” […] Viene esaltato l’amore adultero, l’amore illegittimo e la masturbazione […] Il seme non deve essere emesso altrimenti lo yogin ricade sotto la legge del Tempo e della Morte come qualsiasi volgare libertino, invece di raggiungere lo stato di Nirvana, il Samsara, l’esperienza paradossale dell’UNITA’ […] Si scopre lo stato di sahaja trascendendo la dualità e diventando MAGO […] Il seguace del tantrismo vuole accedere sperimentalmente allo stato del NON-DUALE […] I testi buddhisti attraverso due coppie di contrari, prajna-upaya e sunya-karuna, arrivano alla situazione di BODHISATTVA in cui metafisicamente la persona non esiste più, esiste solo un aggregato di elementi […] La congiunzione degli opposti costituisce il superamento del mondo fenomenico, e l’abolizione di ogni esperienza di dualità […] L’immortalità non si può ottenere se non arrestando la manifestazione, dunque il processo di dissoluzione; occorre andare controcorrente […] Nella Hathayoga si unisce il Sole e la Luna, Shakti (kundalini) e Shiva nel proprio corpo si ottiene l’inversione del processo cosmico e la regressione allo stato indifferenziato della Totalità prima; dal punto di vista fisiologico la congiunzione di Sole e Luna si traduce nell’unione di prana e apana (ispirazione e espirazione) una fusione dei soffi vitali per ottenere il loro arresto; infine l’unione sessuale per mezzo di una certa pratica 'vajroli mudra' (riassorbimento o risalita del seme già emesso)... Nella 'Hatha-Yoga', 'Ha' corrisponde alla corrente 'prana', 'tha' alla corrente 'apana' e la parola 'Hatha' indicherebbe il 'segreto di questo yoga', l'unificazione delle due correnti… Prana in relazione alla funzione respiratoria e apana con le funzione secretivo-eiettive quindi anche, nell'uomo, con la eieculazione del seme... Prana tende verso l'alto, apana verso il basso... ed è possibile con un procedimento yogico segreto, il mulabhanda, che presuppone il dominio delle 'correnti sottili' dl proprio corpo, invertire la direzione naturale delle due correnti prana e apana» (Cfr. M. Eliade, Sull’erotica mistica indiana e altri scritti, pp.9-22.171). Ma avverte Julius Evola, "la metafisica tantrica e in parte quella indù in genere sono tali da non lasciare posto a valori morali e a leggi morali dandone una validità intrinseca come nelle filosofie occidentali... ma ogni valore e ogni legge hanno invece senso solamente per un certo dominio dell'esistenza condizionata nel quale esprimono unicamente la forma del potere che lo regge [relativismo marale]" (Julius Evola, Lo Yoga della potenza, ed Mediterranee, Roma 2006, p.210).
Ovviamente la kundalini o Shakti è l'energia sessuale attiva del tantrismo o magia sessuale cerimoniale orientale che dovrebbe portare l'uomo all'autodivinizzazione o all'autofecondazione mediante la azione dinamica della kundalini o Shakti che avvinghiata in lui come è avvinghiata, nella iconografia tantrica, su Shiva-statico compie i movimenti dell'accoppiamento. Infatti nel tantrismo, dice Julius Evola famoso antropologo del '900, "il simbolismo di Shiva e Shakti è l'unione sessuale... dalla quale procede l'universo... il punto di partenza è il riconoscimento che della realtà di ogni essere e di ogni forma, il principio e la misura sono una energia, un potere agente... la Shakti è l'eterna energia [attiva]... creatrice, reggitrice e distruttrice del mondo... Onde è detto nei Tantra: 'O Devi (Shakti), la liberazione senza la conoscenza della Shakti è un mera burla'... il simbolismo di Shiva e di Shakti è una unione sessuale caratterizzata dal fatto che il maschio sta seduto immobile, ed è la donna che, avvinghiata, compie i movimenti dell'atto sessuale" (Julius Evola, Lo Yoga della potenza, ed Mediterranee, Roma 2006, pp.39.40.43.45).

L'IMMAGINE DELLA MADONNA DELLA LUNA E IL SERPENTE SOTTO I PIEDI HA UN RIFERIMENTO DIVERSO PER QUELLI CHE PRATICANO YOGA, ESOTERISMO... MA PER NOI CATTOLICI HA UN SIGNIFICATO E INSEGNAMENTO CATTOLICO..


 

In termini più esplici la stessa magia sessuale cerimoniale viene attualmente praticata, purtroppo, anche in Occidente recuperando il falso mito dei culti barbari della fertilità o orgiastici - vedi i Baccanali, il rituale celtico di Beltane, i culti alle dee Iside o Astarte o Diana o Ishtar o Venere - che erano violenza carnale e pedofilia di 'stato' con umiliazione della dignità umana della donna, in cui erano presenti anche personificazioni umane del dio cornuto - Bacco, Cerunno, Dioniso - che con la balla del "sesso come tramite di collegamento con la Divinità" violentavano in lungo e in largo. Questi personaggi vedono il sesso come una "energia magica" capace di risvegliare entità [che sono demoni], attraverso la tecnica della forma pensiero o dei sigilli magici che si avvalgono della masturbazione e del sesso rituale che mercifica il partner, per ottenere ciò che si desidera. Afferma una "conoscitrice di magia pratica": "Il momento del concepimento [eros] e quello della morte [thànatos] sono quelli in cui l'essere umano riesce a produrre in sè la massima concentrazione di energia: le uccisioni rituali, così come i riti di carattere sessuale, servono a creare la condizione adatta per stabilire un contatto con la potenza divina creatrice/distruttrice... considero il primo fra tutti, l'utilizzo dell'Eros come mezzo di elezione per cibare gli dèi... sesso e cibo possono diventare una potente forma di energia... con la pratica di magia sessuale detta 'eucaristica'... dovete formulare le vostre richieste al momento opportuno [l'orgasmo]... dobbiamo solo decidere cosa vogliamo ottenere... ci si può legare [con un rito] alla persona prescelta... tramite l'evocazione di Archetipi [entità pagane]... nel momento dell'evocazione occorre fondersi con l'entità evocata... con le immagine mentali evocate si crea un aggancio astrale con le entità del Grimorio [libro magico personalizzato di entità da evocare]... l'importante è che vi sentiate l'entità evocata... La forza vitale è l'energia orgasmica o magnetica... con cui caricare il sigillo magico... Le pratiche sessuali consapevoli aiutano ad entrare in contatto con le nostre potenzialità magico-curative, e ci permettono (come bene sanno i culturi del Tantra) di avere un assaggio della divina trascendenza" (Cfr. Doriana Dellepiane, Magia sessuale: manuale di iniziazione, Roma 2005, pp.26.36.38.46.47.54.55.60.102). Ovvio che nello Yoga e nel tantrismo "le relazioni sono attestate fra la kundalini e il sesso in quanto le pratiche magiche sessuali comportano il risveglio momentaneo di questa forza; dette relazioni sono da considerare nel campo della fisiologia superfisica [sottile o medianitca]"... e il simbolismo tantrico raffigura Shakti nell'uomo a livello della 'terra', nel chakra del muladhara, come una serpe avvolta intorno al pene di Shiva chiudente con la sua testa l'orifizio di questo fallo... il lingam o fallo privo di appoggio avente in sè il proprio principio... Ognuno dei primi sei chakra viene anche presentato come la sede di un dio con la sua shakti... Il simbolo costituito da Shiva immobile portatore di scettro [magico]abbracciato dalla Shakti come una veste di fiamma, trova ora la sua traduzione nel binomio costituito dalla supersaturazione pranica del corpo e dal potere centrale che anima e proietta le figure, i simboli e i mantra atti allo scopo... in alcuni ambienti l'aspetto shaktico viene intensificato mediante procedimenti [anche masturbatorii] di cui si è detto a proposito del rituale sessuale [maithuna]... Uno di questi procedimenti consiste infatti nel visualizzare [forme pensiero o sigilli magici] davanti a sè la 'sposa occulta' o Shakti come una figura femminile reale dotata di tutti i tratti fascinosi capace di destare un veemente acre desiderio... per poi riassorbire la figura in sè"(Julius Evola, Lo Yoga della potenza, ed Mediterranee, Roma 2006, pp.169-170.174.194). Quindi trattasi di un delirio magico sessuale autofecondatorio per una autogenerazione all'incorrutibilità per diventare "dio" conquistando lo scettro magico di Shiva per comandare i "Deva". Occorrerebbe cambiare la polarità dell'energia trasformandola da rivolta 'verso terra', nella procreazione con il versamento del seme, e quindi alla ricaduta nel samsara, a rivolta 'verso l'alto' con il risveglio della Shakti o kundalini fino all'unione sussuale nel settimo chakra, al di sopra del capo (sahasrara), nella "trascendenza" [meglio nel preternaturale] di Shiva con Shakti. Nell'ascesa della kundalini o Shakti lungo la inesistente sushumna, per mezzo dell'Hata-Yoga o altre techiche esoteriche orientali, si assumerebbe il corpo di altrettanti "dei" [archetipo di Carl Jung o dei maghi sessuali] sviluppando così poteri inimmaginabili e, come dicono i tantrici, "facendo entrare i buddha [poteri] nei chakra del corpo" e potendeoli controllare con "mantra" ad hoc. Dal punto di vista magico il potere acquistato di un elemento fuori di sè porterebbe ad un dominio delle manifestazioni di quell'elemento nel mondo esterno fenomenico. Questi sarebbero i poteri racchiusi nel macrocosmo con cui lo yogi o anche il mago o la strega verrebbero a contatto. Tre sarebbero le tappe del procedimento: 1)risveglio kundalini o "potere serpentino" e superamento della crisi conseguente; 2)volersi fondere con la kundalini; 3)controllare la kundalini nei vari chakra. La kundalini sarebbe il serpente arrotolato sullo 'Albero di Vita' o 'Fuoco della morte' o Sushumna (condotto o via assiale della corporeità occulta lungo la quale viene fatta ascendere kundalini dopo che è stata ridestata). Secondo i testi "non è detto che coloro che sono giunti a destare la kundalini siano capaci di portare al termine il processo; in realtà sono pochissimi" (Julius Evola, Lo Yoga della potenza, ed Mediterranee, Roma 2006, p.205).
In particolare nell'organismo sottile o occulto dello yogi vi sarebbero due arterie energetiche opposte rispetto alla spina dorsale chiamate Ida, a carattere shakti-lunare di colore rosa pallido, e Pingala a carattaere shiva-solare di colore rosso accesso. Entrambe partirebbero dal primo chakra, il muladhara, intrecciandosi serpentinamente intorno alla colonna vertebrale in modo da interferire o incrociarsi 5 volte in corrispondenza dei 5 chakras del tronco. Ida partirebbe dal testicolo destro e comunicherebbe con la narice sinistra mentre Pingala partirebbe dal testicolo sinistro terminando nella narice destra.
Mantenendo le asana (posizioni rituali con la consapevolezza di essere una "statua viva di un dio") mediante il pranayama si "arresta il moto di inspirazione e di espirazione" (Patanjali, Yogasutra, II, 49), supersaturando pranicamente il corpo e così arrestando le correnti praniche si fonde il prana (responsabile della respirazione in senso "sottile") e l'apana (responsabile della eieculazione) ottenendo l'arresto di Pingala e Ida e la loro congiunzione nella sushumna che genera la chiusura del circuito elettrico interno delle correnti praniche, un 'vortice fluidico' che condensantosi provoca l'accensione del fuoco della kundalini che come "tanti raggi di luce irradiano tutti i pori e i chakra del corpo sottile nell'espirare e vi rientrano nell'inspirare saturando tutto l'organismo... con la produzione di calore magico" per la "distruzione dell'io" e il raggiungimento della "dimora che si regge senza sostegno". E' un vero delirio di onnipotenza. "La congiunzione dei tre fiumi (pingala, ida e sushumna) fa del siddha-yogi superiore ad ogni colpa; per lui non esiste karma, non esiste nè peccato, nè virtù, nè cielo, nè rinascita, non esiste per lui cosa che debba essere fatta o non essere fatta" (Julius Evola, Lo Yoga della potenza, ed Mediterranee, Roma 2006, p.210).
In questo modo l'espiro (apana) e l'inspiro (prana) degli esseri che vivono nel tempo, schiavi del divenire ciclico del samsara, viene divorato e lo yogi oltrepassa la coscienza finita condizionata dal corpo fisico. Si provoca il congiungimento rituale o archetipo dell'uomo quale incarnazione di Shiva con la donna quale incarnazione di Shakti provocando una "rottura folgorativa di livello". Così ogni dualità prana-apana e Ida e Pingala viene divorata dall'unica forza, la kundalini, che scorre nella sushumna. Si dice appunto che "sushumna divora il tempo". Varcata la "soglia del Brahman" lo yogi abbandona lo stato samsarico dell'esistenza... si appropria dell'albero della vita del racconto biblico di Genesi al capitolo 3 con tanto di serpente parlante, satana alias kundalini, che dice di poter dare l'autodivinizzazione a buon mercato... basterebbe strofinare la lampada di aladino delle teniche olistiche orientali. "Lo scopo di tutte queste pratiche è che il corpo divenga un condensatore supersaturo di energia pranica". (Cfr. Julius Evola, Lo Yoga della potenza, ed Mediterranee, Roma 2006, p.171s). Ma "i maestri dello yoga avvertono che se non c'è una purificazione preliminare ogni scoria agisce come una sorta di 'trasformatore vampirico' della forza ridestata; questa forza va a pascere dei 'demoni'... si risvegliano i principi karmici contenuti nei chakra... con possibili effetti di remote azioni della manifestazione di enti avidi di vita con i quali sono stati stipulati oscuri patti... è possibile che per tale via dei destini tragici si compiano... ma ogni yogi si innalza [???] al di sopra della condizione umana" (Julius Evola, Lo Yoga della potenza, ed Mediterranee, Roma 2006, pp.200-203).

 
La ricerca del potere e del dominio (cratofania) immaginando un mondo virtuale, quello dei "corpi sottili", rifiutando la dura realtà dell'uomo dipendente da tutto (Dio, prossimo, cosmo), è l'escamotage attraverso il quale si immagina, da parte dello yogi e del tantrico, un "potere autodivinizzante" che non si possiede.
"Sta di fatto che a livello del puto yoga l'acquisizione dei poteri va parallela al naturale venir meno di tutti gli istinti e di tutte le passioni che condurrebbero un uomo comune, un pushu [Harry Potter direbbe "babbano"], a usarli. Lo yogi semplicemente non interessano tali attività tranne che in particolari congiunture. In ciò si può forse indicare la differenza fra il piano dei vira e della Via della Mano Sinistra e quello dei divya; se l'ideale tantrico della coesistenza della liberazione con il godimento, ossia con l'aprirsi ad ogni esperienza nel mondo, può spingere eventualmente il vira ad una prassi nella quale eserciti il suo potere 'al di là del bene e del male', il divya, cioè lo yogi in senso stretto, si trova troppo in alto per mettersi su una via del genere affermandosi nel campo di azioni visibili… Per lo Yogasutra di Patanjali è convinzione generale che uno vero yoga, di qualunque tipo esso sia. comporta sempre l'acquisizione di poteri sovranormali. In particolare nei Tantra si parla di queste cinque siddhi: uccatam, ossia allontanare o respingere; vashikaranam, soggiogare le mente e le forze; stambhanam, arrestare (ad esempio, arrestare un temporale, togliere la parola ad una persona); vidveshanam, suscitare lotte e discordie; svastyayanam, proteggere, soccorrere, guarire. Si è già accennato che il risveglio di ogni chakra conferirebbe poteri sugli elementi che vi corrispondono. Ad esempio, il risveglio del svadhishthana-chakra [2° chakra che si trova in corrispondenza dei genitali è la sede propria della Shakti] renderebbe possibile, in determinate condizioni, sospendere il potere del fuoco (immunità del corpo dal fuoco) o il suscitarlo senza i determinismi normalmente richiesti dalla sua manifestazione... a mezzo del chakra della terra [1° chakra o muladhara, tra l'osso sacro e i genitali] si acquista una forza materiale sovranormale; a mezzo del chakra dell'acqua si potrebbe infondere nel corpo una forza di giovinezza e neutralizzare i processi di invecchiamento e di decadimento organico; a mezzo del chakra del fuoco si raggiungerebbe il potere di trasmutare e dissolvere le sostanze; a mezzo del chakra dell'aria si otterebbe il potere di levitazione da un lato, dall'alto il potere di velocità, sia fisica, sia di una proiezione di un'immagine di sè nel luogo evocato dal pensiero (bilocazione); a mezzo dell'etere, a ciò si aggiungerebbe la capacità di superare ogni resistenza dell'acqua e della terra, ossia di attraversare acqua e terra come nel campo della medianità accade nei cosidetti fenomeni di apporto. Speciali azioni sul principio solare e lunare conferirebbero inoltre il potere di rendere il proprio corpo senz'ombra o di renderlo invisibile agli altri. Importante una speciale realizzazione che farebbe da controparte a tutte queste siddhi: 'l'apertura delle due porte dello spirito', ossia delle volontà e della memoria; l'una e l'altra si libererebbero dalla limitazione individuale, spazio e tempo sarebbero 'aperti' al siddha" (Julius Evola, Lo Yoga della potenza, ed Mediterranee, Roma 2006, p.212).
Lo Yoga, dice autorevolmente Mircea Eliade il più grande antropologo del '900, è il "metodo sperimentale per realizzare l'uomo-Dio" (Mircea Eliade, Tecniche dello Yoga, Boringhieri, p.204). Allo stesso modo dice Julius Evola: "L'assioma di tutto lo yoga, del sadhana [mezzo di acquisizione] tantrico e di analoghe discipline, è il nietzschiano 'l'uomo è qualcosa che può essere superato', ma va preso molto sul serio… Il superamento della condizione umana, considerato da tali discipline, è, nei suoi varti gradi, anche la condizione per la potenza autentica, per l'acquisizione delle siddhi (poteri); propriamente, non è che queste siddhi rappresentino lo scopo ma essi derivano come una conseguenza naturale dal superiore status esistenziale e ontologico raggiunto… dove l'essere si identifica con il conoscere [gnosi], in cui la contrapposizione fra oggetto e soggetto, fra Io e non-Io viene rimossa [panteismo, monismo]. Nel suo ultimo grado, col samadhi, lo yoga della conoscenza tende a ciò. Se ci rifacciamo alla metafisica tantrica… l'essenza di ogni cosa è un shakti, un potere: da qui il collegamento con la dottrina delle siddhi, dei poteri sovranormali" (Julius Evola, Lo Yoga della potenza, ed Mediterranee, Roma 2006, p.34).
La "Bibbia dello Yoga", lo Yogasutra di Patanjali, afferma che "grazie allo yoga, lo yogin perviene a conoscere infallibilmente tutto quanto egli desidera... diviene invisibile... percepisce qualsiasi oggetto remoto o nascosto... sono in possesso di tutti i poteri... perviene a conoscere ogni cosa... giunge a possedere il controllo di ogni cosa entrando in stato di identificazione con le cose fino agli atomi più sottili. Allora possedendo la padronanza anche del rapporto tra questi e l'etere, lo yogin stesso si fa lieve ed è in grado di camminare con i piedi sopra l'acqua e sui raggi del sole... funziona fuori dal corpo e lo yogin può accedere nei corpi altrui... lo yogin è in grado di penetrare in un sasso; ne l'acqua fluendo lo bagna, nè il calore del fuoco lo scotta; nè l'aria gli soffia contro... lo yogin si fa onnisciente... acquista vista e udito divini e corpo adamantino " (Patanjali, Gli aforismi sullo Yoga (Yogasutra), ed Biblioteca Boringhieri, Torino 1978, pp.122.153.156.159.162.167.168.172.175.177 o II,45; III,21.25.26.33.42.43.45.49.51). Anche il guru Swami Vivekananda lo dichiara eloquentemente quando illustra quali sono i poteri dello yogi pienamente illuminato:
"Quale potere sulla terra potrebbe non essere il suo? Egli sarà capace di muovere il sole e le stelle fuori dalle loro orbite, di controllare ogni cosa nell’universo dagli atomi al più grande dei soli. Questo è lo scopo finale del pranayama [controllo ritmico del respiro]. Quando lo yogi diventa perfetto non c’è niente in natura che non sia sotto il suo controllo. Se ordina agli dei oppure alle anime dei defunti di venire a lui, essi verranno al suo comando. Tutte le forze della natura obbediranno a lui come schiave […] Chi ha controllato il prana ha controllato la sua stessa mente ed anche tutte le menti […] e tutti i corpi che esistono" (Nikhilananda, Vivekananda: The Yogas and Other Works, in T. Mezzetti, Come leone ruggente, I, 239).
Per il grande antropologo Mircea Eliade gli yogi millantano "facoltà percettive non condizionate dagli organi del corpo in cui potrebbero vedere senza occhi, toccare senza mani, udire senza orecchi, giungere senza camminare e cosi via" (cfr. Julius Evola, Lo Yoga della potenza, ed Mediterranee, Roma 2006, p.106).
Il guru Ramakrishna "in uno dei più interessanti fenomeni di samadhi, prolungò fino al limite estremo delle sue forze l'identità con l'Assoluto: Per sei mesi restò in stato di estasi catalettica... il suo corpo abbandonato dallo spirito come cosa vuota in balia delle forze distrutrici... egli fu come morto. Non era possibile andare più oltre nell'unione estatica con il 'Senza Forma'; ed è questo il punto estremo della lunga ascesa yogica... della completa Autorealizzazione Yoga" (Carlo Patrian, Yoga, Sperling & Kupfer editori, 1984 Azzate (VA), p.31). Inoltre Ramakrishna affermava, in modo ralativista e falso: "Ho praticato tutte le religioni: ho trovato che è il medesimo Dio cui tutti si dirigono da vie differenti" (Carlo Patrian, op. cit., p.33).
Il guru Patrian esplicita meglio il "delirio" de "gli Yogi indiani si svegliano prima dell'alba, alle 4 circa, perchè è l'ora magneticamente più favorevole per tutte le pratiche Yoga fisiche, mentali e spirituali... il Lama Kasi Dawa Samdup consiglia di meditare sulla triplicità illusoria del tempo… Swami Sivananda di Rishikesh da queste formule di meditazione: 'Io sono essere onnipotente, immortale - Io sono spirito incontaminato dalla malattie e dalla morte - Io sono pura coscienza assoluta - Io sono distinto e indipendente dal corpo e dalla mente - Io sono un centro d'influenza e di potere - Io sono padrone del mio destino - Io sono esistenza-conoscenza-felicità assolute'... Lo sperimentatore che abbia costanza acquista controllo sui pensieri, sviluppo del potere intellettuale, la salute generale, ecc… Dopo circa sei mesi di pratica regolare e intensa alcuni possono sperimentare suoni mistici interiori, visioni anche di luoghi reali lontani, uscire spiritualmente dal corpo fisico, sensazioni di levitazione; significa che l'adepto sta entrando nel piano superfisico. Visioni e forme sgradevoli saranno annullate cantando la mistica sillaba OM più volte… La meditazione Yoga porta a un rapido sviluppo spirituale e parapsicologico" (Carlo Patrian, Yoga, Sperling & Kupfer editori, 1984 Azzate (VA), pp.37-38). Nell'India è tipica l'iniziazione da guru (maestro) a chela (discepolo) per l'iniziazione esoterica che è la trasmissione reale di una shakti intesa come potere (siddhi) o luce (samadhi): "L'iniziazione si definisce nei termini della trasmissione reale di una shakti, come un potere e una luce. Alla stessa guisa che il cattolicesimo concepisce una successione apostolica e una continuità della forza che renderebbe efficaci i sacramenti, così l'India ha conosciuto linee quasi dinastiche di maestri spirituali, guru, che si sono trasmessi ininterrottamente non soltanto la tradizione della loro scienza ma altresì la forza non-umana, la shakti, necessaria per farne intendere veramente il senso e per farla agire… La forza viene spesso trasmessa dal maestro al neofito mediante parole di potenza, mantra, nelle quali una shakti si lega ad un verbo [demonio] avente una virtù vivificande e fecondatrice: essa propizia una 'seconda nascita'" (Julius Evola, Lo Yoga della potenza, ed Mediterranee, Roma 2006, pp.94.95.98). Lo sviluppo dei "muscoli spirituali" del discepolo tantrico ma anche yogico avviene "nel compimento della siddhi fintanto il discepolo 'ha il proprio maestro sotto i piedi' e, nella condizione di kaula, 'è guru a se stesso e nessuno [nenache "dio"] è superiore a lui'… Quanto agli strumenti in senso tecnico [o magico] del sadhana sono due: 1)la facoltà di visualizzare esattamente; 2)quella di concentrare e fissare attivamente la mente per mezzo di un addestramento sul genere dello yoga classico… tipici delle realizzazioni yogiche o magiche... perchè l'importanza dell'immaginazione sta fatto nel suo essere lo strumento per spostarsi sul piano sottile [preternaturale o piano demoniaco]'" (Julius Evola, Lo Yoga della potenza, ed Mediterranee, Roma 2006, pp.96.98).
Il guru, Vivekananda, discepolo illustre di Ramakrishna, giunse negli Stati Uniti nel 1897 dando inizio alla presenza più o meno stabile dei guru orientali in occidente, fondando varie missioni e presentando un induismo idealizzato nel quale «sottolineava frequentemente la complementarietà della cultura spirituale e mistica dell’oriente e di quella tecnicamente avanzata dell’occidente» (C. Gatto Trocchi, I nuovi movimenti magici, 12).

Le stesse nozioni annacquate e fascinose di induismo, yoga e buddhismo furono propagandate dalla Società Teosofica, «nonna» della New Age, della medium Helena Petrovna Blavatsky che spogliò le tecniche orientali della bhakti (devozione a Dio) e del dharma (legge ascetico-morale) risaltando esclusivamente i siddhi (poteri) e la samadhi ("con Dio", conoscenza, contatto della coscienza individuale con la coscienza universale o Inconscio Collettivo per Jung). Nel delirio dell'800 del riduzionismo scientifico che sconfina nello spiritismo, ad esempio il magnetismo animale del dottor Anton Mesmer, erroneamente si faceva coincidere tout court la vita con l'energia elettrica. Infatti, dice il prof. Introvigne, "l’Ottocento è l’epoca di una «epistemologia democratica», dove anche i «plebei» non rinunciano a dire la loro sulla fisica e sulla chimica, sull’etere e sui fluidi, sull’elettricità e sull’abitabilità dei mondi, sulla medicina e l’astronomia, spesso in un curioso intreccio fra scienza, religiosità «selvaggia» ed esibizioni a pagamento di truffatori di paese" (M. Introvigne, Il cappello del mago, SugarCo, Milano 1990, 51). Questa inopportuna contaminazione tra scienza e spiritismo da origine a «patacche» come il «magnetismo animale» del medico massone Franz Anton Mesmer (1734-1815), base teorica dello spiritismo, del channeling e di tutte le «tecniche» dei «guaritori alternativi e olistici» della New Age.
"La teoria del magnetismo animale di Mesmer si fonda sull’idea dell’esistenza di un «fluido universale», sostanza sottile [prana, ki, kundalini, fluido magnetico animale, ecc.] che pervade tutto l’universo senza lasciare spazi vuoti. Il fluido circola pure nel corpo umano: anzi, nel caso di un blocco o stasi della circolazione, insorge la malattia, che può essere curata con la «magnetizzazione» provocando nel paziente una crisi lieve di tipo sonnambulico o più acuta, e per Mesmer più efficace, di tipo convulsivo […] Che cosa centra tutto questo con lo spiritismo? Più di quanto non possa sembrare, perché la magnetizzazione libera il «senso interno» del paziente consentendogli di stabilire un particolare rapporto con il fluido universale che, proprio per la sua universalità, permette di entrare in relazione con mondi invisibili. È possibile per esempio che un soggetto magnetizzato veda il proprio corpo, o anche il corpo di un’altra persona, diagnosticando così nel modo più esatto una malattia, e perfino veda avvenimenti o persone del passato o del futuro. Mesmer, per la verità, non amava che si parlasse di «spiriti» e attirava l’attenzione sulla spiegazione «scientifica» dei fenomeni tramite il fluido: ma di fatto si trattava di entrare in contatto con persone che erano vissute sulla terra ed erano morte […] spiriti di persone defunte, e si esprimeva persino con la loro voce" (M. Introvigne, Il cappello del mago, SugarCo, Milano 1990, 50).
La Teosofia entusiasta del delirio di onnipotenza scoppiato nell'800 vede un uomo senza limiti. Afferma William Judge (1851-1903) co-fondatore della Società Teosofica: "Nell'uomo esiste una vasta serie di poteri che possono esseri sviluppati, se gliene viene data l'occasione. E una vita sola non basta!... Il corpo umano, se viene cambiato di polarità, può sollevarsi in aria come un uccello. Ciò è possibile grazie ad un certo sistema di respirazione [pranayama] conosciuto in Oriente... Fra i fenomeni interessanti vi è quello di spostamento di oggetti senza contatto fisico [medianità ad ectoplasma]... estendendo la mano e il braccio astrale fuori del corpo fisico... dove il Corpo Astrale è il registro di ogni pensiero, suono, immagine e altra vibrazione... il piano astrale è una forma di materia molto tenue [sottile] che precede quella fisica... così è possibile spiegare tutti i fenomeni dell'ipsnosi, della chairoveggenza, della chiaroudenza e dei medium, ecc" (William Judge, L'oceano della Teosofia, ed BIS, Torino 2004, pp.59.87.89.91.94). La Teosofia cerca quindi di spiegare l'inspiegabile con l'ignoto nella visione di un improbabile superuomo.
Ma cosa è il Corpo Astrale per i teosofi? "Per il Corpo Astrale esistono diversi nomi; ne elenchiamo alcuni: fantasma, apparizione, larva, perispirito, demone, [aura]... Il Corpo Astrale è formato di materia la cui sostanza è assai tenue [sottile]... possiede una elesticità che è capace di distendersi per notevoli distanze... la materia di cui di compone è elastica e magnetica nella sua essenza… Il Corpo Astrale è il modello di guida per il corpo fisico... su di esso si dispongono le molecole finche il fanciullo nel grembo della donna è completo [antiscientifico! C'è il DNA!]... Se il fanciullo nasce senza gambe è dovuto dalle idee della madre che hanno avuto l'effetto di tagliare le gambe astrali [follia pseudoscientifica!]… Nell'uomo comune che non si è esercitato nell'occultismo pratico e che non possiede tale facoltà dalla nascita, il Corpo Astrale non si può allontanare più di qualche palmo da quello fisico; esso è una parte di quel corpo fisico, lo sostiene e vi è incorporato. Però ci sono delle persone che, a causa di pratiche seguite in altre vite terrestri, hanno il potere innato di allontanare da sè il Corpo Astrale senza esserne consapevoli. Si tratta dei 'medium'. Alcuni sono profeti, in molti casi sono individui isterici e catalettici [no! Anche se sono ciarlatani sono sempre servitori del demonio!]" (William Judge, L'oceano della Teosofia, ed BIS, Torino 2004, pp.34-36).
Cosa è e come funziona la "medianità ad aura" e la "medianità ad ectoplasma" dei teosofi o occultisti o yogin? Afferma Wlliam Judge "Nel Corpo Astrale in un sistema completo di nervi e arterie circola il liquido astrale che è, per quel corpo, uguale al sangue del nostro corpo fisico… Quando il corpo muore, l'uomo astrale viene liberato e, siccome al momento della morte l'uomo immortale (la triade Atma-Buddhi-Manas, cioè Spirito-Intellett-Mente) s'invola verso un altro stato, il Corpo Astrale diventa l'involucro dell'uomo che è vissuto ed è necessario che passi del tempo prima che venga dissipato. Esso conserva tutte le memorie della vita vissuta e, quindi, per riflesso può ripetere automaticamente ciò che il morto ha saputo, pensato, visto. Rimane vicino al corpo fisico abbandonato per circa l'intero periodo che questo impiega a disfarsi completamente, poichè esso deve completare la propria operazione di morte. E' anche possibile, in casi molto rari e particolari, che diventi visibile. Il Corpo Astrale è il fantasma [o aura] delle sedute spiritiche e viene passare per il vero spirito di questa o di quella persona defunta. Attirato dai pensieri del medium e dei partecipanti della seduta, il Corpo Astrale [o fantasta astrale o Kamarupa, detto "il diavolo degli indù"] aleggia vagamente attorno al luogo dove si trovano ed è poi galvanizzato o rivestito di una vita artificiale da un intero esercito di forze elementari e dal Corpo Astrale dello stesso medium che tiene la seduta, oppure di qualche altro medium presente fra i partecipanti [medianità ad ectoplasma]… [Nella medianità] in alcuni casi [no, in tutti i casi!] entra in gioco una certa 'intelligenza' che è totalmente e intensamente maligna: ogni medium vi è soggetto e ciò spiega come mai tanti medium, secondo quanto confessano essi stessi, cadono preda delle forze del male... [In particolare] i maghi neri che focalizzano tutta la loro conoscenza sul principio del kama (desiderio), valorizzando l'intelletto, ma separandosi dallo Spirito. Sono gli unici esseri dannati che conosciamo... con una serie di vite dedicate al male per amore del male... possono durare per molti secoli e saziono i loro desideri attraverso qualunque sensitivo di cui riescono ad impossessarsi approfittando dei pensieri cattivi e negativi che aprono loro un ingresso. Presiedono a quasi tutte le sedute spiritiche, assumendo nomi altisonanti e dirigendo le operazioni in modo da ottenere per ottenere completo controllo del medium, illudendo sempre più per farne un utile canale attraverso il quale possono compiere le loro malefatte... questi maghi neri che vivono nel mondo astrale sono padroni del corpo medianico… Il Corpo Astrale del medium, essendo capace di estendersi e separasi dal corpo fisico, forma l'intelaiatura di quelli che sono chiamati 'spiriti materializzati'; esso fa muovere oggetti senza contatto fisico, porta messaggi da parenti trapassati, i quali non sono altro che ricordi e immagini tolti dalla luce astrale... Ma generalmente le comunicazione riportate dal medium provengono da spoglie astrali umane prive di intelligenza; oppure, assai spesso, è il Corpo Astrale [o Perispirito o Aura] semi-staccato del medium stesso che produce, inventa, scopre e compila tali messaggi. E' un fatto che una forma si può materializzare dall'aria senza aver nulla a che fare con il corpo del medium. Però non si tratta di uno spirito!... Il numero dei casi nei quali vengono fatte comunicazioni da un autentico spirito fuori dal corpo è talmente esiguo da potersi contare sulle dita di una mano... nè sanno i medium distinguerli dalla massa dei cadaveri astrali… Che il corpo astrale del medium, essendo della natura della sostanza astrale, può estendersi oltre il corpo fisico e agire fuori di esso; e che è capace di buttar fuori, talvolta, una parte di sè (sia una mano che un braccio, una gamba, ecc.), per mezzo della quale può muovere oggetti, scrivere lettere, toccare corpi, ecc. E che è possibile far percepire al Corpo Astrale di qualsiasi persona di essere stata toccata dal di fuori o di aver udito un suono [medianità ad aura]… Allo stesso modo uno yogi indiano fa volare tazze di caffè e attira vicino a se oggetti distanti senza che nessuno li tocchi... i fenomeni psichici o magici o dello yogi orientale sono tutti compiuti per mezzo di forze naturali [quali? Ma per favore! Siamo nel campo occultista!]" (William Judge, L'oceano della Teosofia, ed BIS, Torino 2004, pp.96.98.36-41.71-72).
Vediamo come la Teosofia, da cui abbiamo mutuato in Occidente lo Yoga, attribuisce i "poteri" dello Yoga alla medianità ad aura e alla medianità ad ectoplasma. Notiamo che truffaldinamente William Judge attribuisce i "poteri" al Corpo Astrale come un "fatto naturale" e non invece al preternaturale cioè al demonio!
Ovviamente mentre la Teosofia, normalmente, disprezza i "medium" come "indemoniati" [siamo d'accordo], afferma che solo i grandi maestri teosofi sono capaci veramente di entrare in contatto con gli Spiriti o Guide o Mahatma o Avatar o Grandi iniziati: "nella letteratura teosofica li chiamiamo Dhyani" (William Judge, L'oceano della Teosofia, ed BIS, Torino 2004, p.87). La gnosi teosofica come lo spiritismo kardechiano, profetizza l'avvento imminente dei "maestri disincarnati" o "fratelli maggiori" della New Age e vuole far passare l'idea che ognuno possa autosvilupparsi fino ad acquisire "naturalmente" poteri mirabolanti.
"Questa età, secondo quanto detto da uno di loro [fratelli maggiori], è una 'età di transizione', nel quale ogni sistema di pensiero, di scienza e di religione, di governo e di società sta cambiando;le menti degli uomini stanno per subire quel cambiamento che permetterà alla razza di raggiungere il punto di evoluzione in cui sarà possibile che questi fratelli maggiori si rivelino a noi in carne ed ossa… I fratelli maggiori dell'umanità sono uomini che si elevarono in periodi anteriori di evoluzione… che comunicavano con gli esseri elementari [demoni]... la cui intelligenze è tanto superiore alla nostra quanto la nostra supera quella di uno scarafaggio… Lo scopo è la creazione dell'uomo perfetto... Fra tutti emergono Buddha, Confucio e Gesù... Cagliostro, Paracelso, Mesmer, Madame Blavatsky... Il teosofo dice che questi grandi nomi appartengono a membri di un'unica Fraternità, divulgatori di una stessa dottrina [sincretismo]… Ogni essere umano ha in sè, in germe, tutti i poteri attribuiti a questi grandi Iniziati; la differenza sta nel fatto che noi non abbiamo sviluppato ciò di cui possediamo il germe, mentre il Mahatma è stato soggetto ad un allenamento e ha accumulato l'esperienza necessaria per sviluppare in sè tutti gli invisibili poteri e acquistare doti che sembrano degne di un 'dio'… E' possibile che un Mahatma abbia potere su spazio, tempo, mente e materia per la semplice ragione che è un uomo più evoluto… Tutti questi poteri sono 'naturali' anche se poco comuni proprio come è naturale una grande abilità musicale, non certo comune a tutti... I fratelli maggiori sono il più alto prodotto dell'evoluzione per mezzo dei quali l'intera famiglia umana può compiere i progetti del Grande Architetto dell'Universo" (William Judge, L'oceano della Teosofia, ed BIS, Torino 2004, pp.9-14). La teosofia vede il corpo umano come una batteria elettrica o dinamo di "Energia Vitale": "Durante il sonno noi riassorbiamo l'Energia Vitale e non le opponiamo resistenza; quando siamo svegli la respingiamo da noi... L'uomo è una grande dinamo che crea, mantiene e distribuisce energia" (William Judge, L'oceano della Teosofia, ed BIS, Torino 2004, pp.32.79). Le "energie" di cui parla la teosofia, inesistenti dal punto di vista scientifico, sono "energie" luciferine o Deva alimentate dal "desiderio": "I principi umani sono congiunti su ciascun piano, con le forze occulte settuple... che hanno un enorme potere occulto... nell'occultismo, e cioè l'uso dei poteri interiori e nascosti della nostra natura, se questo principio del desiderio [il delirio di onnipotenza] non è forte, il potere maestro dell'immaginazione non può funzionare" (William Judge, L'oceano della Teosofia, ed BIS, Torino 2004, p.27). Il "desiderio" (Kama) è il "Nemico" che creerebbe "karma negativo". L'uomo inferiore arso dal "desiderio" sebbene percepito come composito sarebbe, nella sua vera natura, un'unità o essere immortale costituito dalla trinità Atma-Buddhi-Manas (Spirito-Intelletto-Mente). Dalle Upanishad i sensi sono articolazione del Manas, organi dell'Atma. "Solamente quando il manas nella esperienza yoghica sovranormale si ritrae dagli organi dei sensi e percepisce direttamente i 'grandi elementi' di là dalla terra possono venire conosciuti (donde la possbilità, anche, di una percezione estrasensoriale sovranormale e di altri poteri del genere)" (Julius Evola, Lo Yoga della potenza, ed Mediterranee, Roma 2006, p.64). Ma il "desiderio" non permetterebbe all'uomo di diventare "Dio": "Se il Manas superiore vince sul manas inferiore l'uomo diventa un genio, ottiene il dominio assoluto e diventare un 'dio'... come Buddha, Gesù, Confucio, Zoroastro... ma Manas si trova legato alla terra da innumerevoli fili elettrici magnetici, a causa dei pensieri della vita precedente; e ciò a causa del desiderio, perchè fu il desiderio che diede origine a tali pensieri e all'ignoranza sulla vera natura delle cose" (William Judge, L'oceano della Teosofia, ed BIS, Torino 2004, pp.46.47). Ovviamente per i teosofi Cristo è uno dei tanti avatar che ha predicato la reincarnazione che la Chiesa avrebbe cancellato dalle sue parole e, inoltre, non è l'avatar più evoluto: "Buddha fu il primo dei grandi Avatar e deriva da un ciclo più grande di quello cui appartiene il Gesù degli Ebrei i cui insegnamenti sono molto simili a quelli del Buddha... Ci sono indizi seri che Gesù insegnò la reincarnazione... Per 500 anni la reincarnazione venne insegnata nelle chiese fino al tempo del Concilio di Costantinopoli [cari teosofi, l'ignoranza dolosa è grave!!!]" (William Judge, L'oceano della Teosofia, ed BIS, Torino 2004, pp.49.50.78).
Così lo yoga-occidentale viene "tantrizzato", spogliato della sua valenza religiosa e rivestito ancora di più di una valenza magica che tratta la divinità come un serbatoio energetico a cui accedere per il proprio autosviluppo illimitato fino ad essere "dio".