sabato 13 agosto 2022

IL TRIONFO


 "... promette alla Chiesa il suo ritorno non solo nel Giudizio finale, ma in una nuova effusione di misericordie e di grazie, in un trionfo grandioso che ne farà sentire la presenza, ne farà apprezzare la grandezza, e farà vivere talmente di Lui Sacramentato, da sentire che Egli è in noi e noi in Lui".


"Il trionfo sarà preparato 'dallo spirito di verità', in opposizione allo spirito del mondo, perché ci sarà grande luce di verità nella Chiesa, una maggiore comprensione della fede grazie ai dottori che la illumineranno di nuovi fulgori, per la grazia dello Spirito Santo".

-Perché Gesù promise un altro Consolatore?-

A primo aspetto sembra quasi che Gesù Cristo prometta agli apostoli "un altro Paraclito", per sostituire la sua presenza in mezzo a loro durante la sua assenza; Egli infatti soggiunge: "Non vi lascerò orfani, tornerò a voi. Ancora un poco di tempo e il mondo non mi vedrà più; ma voi mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete."

Intanto è certo che Gesù, anche senza la sua presenza visibile, rimase e rimane nella Chiesa; anzi Egli è in Essa vivo e vero nell'Eucaristia, ed Egli stesso dice: "Io vivo e voi vivrete", vivo nell'Eucaristia, e voi vivrete di me in questo Sacramento di amore. Ora se Gesù rimase e rimane nella Chiesa, perché promise "un altro Paraclito?" E perché disse che non avrebbe lasciato orfani i suoi apostoli, ma sarebbe ritornato a loro?

Letteralmente Gesù alluse al suo ritorno visibile dopo la sua Risurrezione e alla fine del mondo; consolò gli apostoli della sua morte, dicendo che sarebbe ritornato, e consolò la Chiesa militante, che nelle sue lotte l'avrebbe visto quasi assente, dicendo che sarebbe ritornato vivente nella sua gloria, per darle il possesso solenne della eterna Vita: "Mi vedrete perché io vivo e voi vivrete." Nella gloria della sua Risurrezione gli apostoli l'avrebbero riconosciuto meglio come Dio, ed avrebbero capito ch'Egli è nel Padre, come avrebbero capito che Egli è il Redentore, e gli uomini in Lui trovano la Vita, ed Egli in loro dimora per donarla. Nell'ultimo giorno sarebbe apparso evidente il fulgore della sua Divinità a tutte le genti, e la Chiesa, suo Corpo mistico, completa nella sua santità e nei suoi eletti, sarebbe apparsa congiunta a Lui come membro al corpo, ed Egli congiunto ad Essa come Capo al Corpo.

Gesù Cristo doveva eclissarsi dagli apostoli con la sua morte e sepoltura, e doveva eclissarsi anche dopo la Risurrezione con la sua Ascensione al Cielo. Gli apostoli non l'avrebbero più avuto come Maestro visibile, e non avrebbero più goduto della sua presenza sensibile, e perciò Egli promette loro lo Spirito Santo come Maestro interiore di Verità, e come Consolatore intimo nel terreno cammino.

Egli parla loro e parla a tutta la Chiesa, promette loro il suo ritorno dopo la Risurrezione, e promette alla Chiesa il suo ritorno non solo nel Giudizio finale, ma in una nuova effusione di misericordie e di grazie, in un trionfo grandioso che ne farà sentire la presenza, ne farà apprezzare la grandezza, e farà vivere talmente di Lui Sacramentato, da sentire che Egli è in noi e noi in Lui.

In questa grande effusione di grazie e in questo trionfo Egli, sfigurato dagli errori del mondo persino nell'animo di tanti fedeli, sarà riconosciuto veramente come Dio: "In quel giorno conoscerete che io sono nel Padre mio"; e sarà riconosciuto per la maggiore diffusione della vita eucaristica: "Conoscerete che voi siete in me ed io in voi." Il trionfo sarà preparato "dallo spirito di verità", in opposizione allo spirito del mondo, perché ci sarà grande luce di verità nella Chiesa, una maggiore comprensione della fede grazie ai dottori che la illumineranno di nuovi fulgori, per la grazia dello Spirito Santo.

(Dal commento al Vangelo di San Giovanni del Sacerdote Dolindo Ruotolo)