sabato 13 agosto 2022

L'assunzione in cielo di Elia


 L'assunzione in cielo di Elia


Per comando di Dio, la vicenda di Elia ormai va verso la conclusione nella scelta che egli deve operare di un successore, un discepolo che continui la sua opera. Ma è in questo passaggio di consegne che la Scrittura dà un ultimo e decisivo tocco alla storia di Elia, un tocco conclusivo che resterà determinante: Elia non muore, viene assunto in cielo, in una travolgente coreografia, mentre Eliseo, il discepolo, lo invoca - a nome di tutto il popolo - con un grido struggente: «Mentre camminavano e parlavano, un carro di fuoco con cavalli di fuoco passò in mezzo a loro. Elia fu rapito in cielo in un turbine di vento. Eliseo guardava e gridava: "Padre mio, Padre mio! Difesa e guida di Israele!"» (2 Re 2,11-13). Al di là della glorificazione poetica e popolare, il fatto che Elia "non muoia", significa che Egli mantiene nella storia del popolo eletto una funzione permanente: egli deve vivere perché è «designato a rimproverare i tempi futuri/ per placare l'ira prima che divampi/ per ricondurre il cuore dei padri verso i figli» (Sir 48, 10).

Il profeta Elia è il personaggio dell'antica Alleanza più ricordato e più presente in quella Nuova: perfino più di Abramo, perfino più di Mosè: egli era atteso come precursore del Messia, e Gesù stesso scorgerà i suoi tratti spirituali nel volto di Giovanni Battista. E anche sul monte della Trasfigurazione, accanto a Cristo i discepoli videro appunto Mosè ed Elia, che «discutevano con Lui, della sua morte a Gerusalemme» (Lc 9, 30).

Nella tradizione giudaica, è Elia - il profeta sempre vivente - che guida il popolo ebraico nelle strade tormentate della storia e lo sorregge e lo conforta: ogni volta che scende la sera del sabato, si attende il suo ritorno; un seggio vuoto è a lui destinato durante il rito della circoncisione e, durante la cena pasquale, c'è sempre una coppa di vino in più, pronta per il Profeta, se dovesse tornare. Anche i monaci cristiani - tutti, fin dalle esperienze eremitiche dei primi secoli - considerarono Elia come loro Padre e Fondatore; ed è per questo che il Monte Carmelo, sacro alla memoria del Profeta, divenne nel secolo XIII, un luogo dove si raccoglievano i pellegrini di Terra Santa che decidevano di consacrarsi a Dio. Per tutti, giudei e cristiani, l'attaccamento a Elia ebbe il segno della affezione filiale.



di P. Antonio M. Sicari ocd
da Riflessi di Dio - I Santi del Carmelo, EDIZIONI OCD, Roma 2009.